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Samuele 1 - Capitolo 1
I. SAMUELE
1. L'INFANZIA DI SAMUELE
Il pellegrinaggio a Silo
[1]C'era un uomo di Ramatàim, uno Zufita delle montagne di
Efraim, chiamato Elkana, figlio di Ierocàm, figlio di Eliàu, figlio di
Tòcu, figlio di Zuf, l'Efraimita. [2]Aveva due mogli, l'una
chiamata Anna, l'altra Peninna. Peninna aveva figli mentre Anna non ne
aveva.
[3]Quest'uomo andava ogni anno dalla sua città per prostrarsi
e sacrificare al Signore degli eserciti in Silo, dove stavano i due
figli di Eli Cofni e Pìncas, sacerdoti del Signore.
[4]Un giorno Elkana offrì il sacrificio. Ora egli aveva
l'abitudine di dare alla moglie Peninna e a tutti i figli e le figlie di
lei le loro parti. [5]Ad Anna invece dava una parte sola; ma egli
amava Anna, sebbene il Signore ne avesse reso sterile il grembo. [6]La
sua rivale per giunta l'affliggeva con durezza a causa della sua
umiliazione, perché il Signore aveva reso sterile il suo grembo. [7]Così
succedeva ogni anno: tutte le volte che salivano alla casa del Signore,
quella la mortificava.
Anna dunque si mise a piangere e non voleva prendere cibo. [8]Elkana
suo marito le disse: «Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché
è triste il tuo cuore? Non sono forse io per te meglio di dieci figli?».
La preghiera di Anna
[9]Anna, dopo aver mangiato in Silo e bevuto, si alzò e andò
a presentarsi al Signore. In quel momento il sacerdote Eli stava sul
sedile davanti a uno stipite del tempio del Signore. [10]Essa era
afflitta e innalzò la preghiera al Signore, piangendo amaramente. [11]Poi
fece questo voto: «Signore degli eserciti, se vorrai considerare la
miseria della tua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la
tua schiava e darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò
al Signore per tutti i giorni della sua vita e il rasoio non passerà
sul suo capo».
[12]Mentre essa prolungava la preghiera davanti al Signore,
Eli stava osservando la sua bocca. [13]Anna pregava in cuor suo e
si muovevano soltanto le labbra, ma la voce non si udiva; perciò Eli la
ritenne ubriaca. [14]Le disse Eli: «Fino a quando rimarrai
ubriaca? Lìberati dal vino che hai bevuto!». [15]Anna rispose:
«No, mio signore, io sono una donna affranta e non ho bevuto né vino né
altra bevanda inebriante, ma sto solo sfogandomi davanti al Signore. [16]Non
considerare la tua serva una donna iniqua, poiché finora mi ha fatto
parlare l'eccesso del mio dolore e della mia amarezza». [17]Allora
Eli le rispose: «Và in pace e il Dio d'Israele ascolti la domanda che
gli hai fatto». [18]Essa replicò: «Possa la tua serva trovare
grazia ai tuoi occhi». Poi la donna se ne andò per la sua via e il suo
volto non fu più come prima.
Nascita e consacrazione di Samuele
[19]Il mattino dopo si alzarono e dopo essersi prostrati
davanti al Signore tornarono a casa in Rama. Elkana si unì a sua moglie
e il Signore si ricordò di lei. [20]Così al finir dell'anno
Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele. «Perché -
diceva - dal Signore l'ho impetrato». [21]Quando poi Elkana andò
con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e
a soddisfare il voto, [22]Anna non andò, perché diceva al
marito: «Non verrò, finché il bambino non sia divezzato e io possa
condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre». [23]Le
rispose Elkana suo marito: «Fà pure quanto ti sembra meglio; rimani
finché tu l'abbia divezzato; soltanto adempia il Signore la tua parola».
La donna rimase e allattò il figlio, finché l'ebbe divezzato. [24]Dopo
averlo divezzato, andò con lui, portando un giovenco di tre anni, un'efa
di farina e un otre di vino e venne alla casa del Signore a Silo e il
fanciullo era con loro. [25]Immolato il giovenco, presentarono il
fanciullo a Eli [26]e Anna disse: «Ti prego, mio signore. Per la
tua vita, signor mio, io sono quella donna che era stata qui presso di
te a pregare il Signore. [27]Per questo fanciullo ho pregato e il
Signore mi ha concesso la grazia che gli ho chiesto. [28]Perciò
anch'io lo dò in cambio al Signore: per tutti i giorni della sua vita
egli è ceduto al Signore». E si prostrarono là davanti al Signore.
Samuele 1 - Capitolo 2
Cantico d'Anna
[1]Allora Anna pregò:
Il mio cuore esulta nel Signore,
la mia fronte s'innalza grazie al mio Dio.
Si apre la mia bocca contro i miei nemici,
perché io godo del beneficio che mi hai concesso.
[2]Non c'è santo come il Signore,
non c'è rocca come il nostro Dio.
[3]Non moltiplicate i discorsi superbi,
dalla vostra bocca non esca arroganza;
perché il Signore è il Dio che sa tutto
e le sue opere sono rette.
[4]L'arco dei forti s'è spezzato,
ma i deboli sono rivestiti di vigore.
[5]I sazi sono andati a giornata per un pane,
mentre gli affamati han cessato di faticare.
La sterile ha partorito sette volte
e la ricca di figli è sfiorita.
[6]Il Signore fa morire e fa vivere,
scendere agli inferi e risalire.
[7]Il Signore rende povero e arricchisce,
abbassa ed esalta.
[8]Solleva dalla polvere il misero,
innalza il povero dalle immondizie,
per farli sedere insieme con i capi del popolo
e assegnar loro un seggio di gloria.
Perché al Signore appartengono i cardini della terra
e su di essi fa poggiare il mondo.
[9]Sui passi dei giusti Egli veglia,
ma gli empi svaniscono nelle tenebre.
Certo non prevarrà l'uomo malgrado la sua forza.
[10]Il Signore... saranno abbattuti i suoi avversari!
L'Altissimo tuonerà dal cielo.
Il Signore giudicherà gli estremi confini della
terra;
darà forza al suo re
ed eleverà la potenza del suo Messia».
[11]Poi Elkana tornò a Rama, a casa sua, e il fanciullo
rimase a servire il Signore alla presenza del sacerdote Eli.
I figli di Eli
[12]Ora i figli di Eli erano uomini depravati; non tenevano in
alcun conto il Signore, [13]né la retta condotta dei sacerdoti
verso il popolo. Quando uno si presentava a offrire il sacrificio,
veniva il servo del sacerdote mentre la carne cuoceva, con in mano un
forchettone a tre denti, [14]e lo introduceva nella pentola o
nella marmitta o nel tegame o nella caldaia e tutto ciò che il
forchettone tirava su il sacerdote lo teneva per sé. Così facevano con
tutti gli Israeliti che venivano là a Silo. [15]Prima che fosse
bruciato il grasso, veniva ancora il servo del sacerdote e diceva a chi
offriva il sacrificio: «Dammi la carne da arrostire per il sacerdote,
perché non vuole avere da te carne cotta, ma cruda». [16]Se
quegli rispondeva: «Si bruci prima il grasso, poi prenderai quanto
vorrai!», replicava: «No, me la devi dare ora, altrimenti la prenderò
con la forza». [17]Così il peccato di quei giovani era molto
grande davanti al Signore perché disonoravano l'offerta del Signore.
Samuele a Silo
[18]Samuele prestava servizio davanti al Signore per quanto lo
poteva un fanciullo e andava cinto di efod di lino. [19]Sua
madre gli preparava una piccola veste e gliela portava ogni anno, quando
andava con il marito a offrire il sacrificio annuale. [20]Eli
allora benediceva Elkana e sua moglie ed esclamava: «Ti conceda il
Signore altra prole da questa donna per il prestito che essa ha fatto al
Signore». Essi tornarono a casa [21]e il Signore visitò Anna,
che partorì ancora tre figli e due figlie. Frattanto il fanciullo
Samuele cresceva presso il Signore.
Ancora i figli di Eli
[22]Eli era molto vecchio e gli veniva all'orecchio quanto i
suoi figli facevano a tutto Israele e come essi si univano alle donne
che prestavano servizio all'ingresso della tenda del convegno. [23]Perciò
disse loro: «Perché dunque fate tali cose? Io sento infatti da parte
di tutto il popolo le vostre azioni empie! [24]No, figli, non è
bene ciò che io odo di voi, che cioè sviate il popolo del Signore.
[25]Se un uomo pecca contro un altro uomo,
Dio potrà intervenire in suo favore,
ma se l'uomo pecca contro il Signore,
chi potrà intercedere per lui?».
Ma non ascoltarono la voce del padre, perché il Signore aveva deciso
di farli morire. [26]Invece il giovane Samuele andava crescendo
in statura e in bontà davanti al Signore e agli uomini.
Annunzio del castigo
[27]Un giorno venne un uomo di Dio da Eli e gli disse: «Così
dice il Signore: Non mi sono forse rivelato alla casa di tuo padre,
mentre erano in Egitto, in casa del faraone? [28]Non l'ho scelto
da tutte le tribù d'Israele come mio sacerdote, perché salga l'altare,
bruci l'incenso e porti l'efod davanti a me? Alla casa di tuo
padre ho anche assegnato tutti i sacrifici consumati dal fuoco, offerti
dagli Israeliti. [29]Perché dunque avete calpestato i miei
sacrifici e le mie offerte che io ho ordinato per sempre e tu hai avuto
maggior riguardo ai tuoi figli che a me e vi siete pasciuti in tal modo
con le primizie di ogni offerta di Israele mio popolo? [30]Ecco
dunque l'oracolo del Signore, Dio d'Israele: Avevo promesso alla tua
casa e alla casa di tuo padre che avrebbero sempre camminato alla mia
presenza. Ma ora - oracolo del Signore - non sia mai! Perché chi mi
onorerà anch'io l'onorerò, chi mi disprezzerà sarà oggetto di
disprezzo. [31]Ecco verranno giorni in cui io taglierò via il
tuo braccio e il braccio della casa di tuo padre, sì che non vi sia più
un anziano nella tua casa. [32]Guarderai sempre angustiato tutto
il bene che farò a Israele, mentre non si troverà mai più un anziano
nella tua casa. [33]Qualcuno dei tuoi tuttavia non lo strapperò
dal mio altare, perché ti si consumino gli occhi e si strazi il tuo
animo: ma chiunque sarà nato dalla tua famiglia morirà per la spada
degli uomini. [34]Sarà per te un segno quello che avverrà ai
tuoi due figli, a Cofni e Pìncas: nello stesso giorno moriranno tutti e
due. [35]Dopo, farò sorgere al mio servizio un sacerdote fedele
che agirà secondo il mio cuore e il mio desiderio. Io gli darò una
casa stabile e camminerà alla mia presenza, come mio consacrato per
sempre. [36]Chiunque sarà superstite nella tua casa, andrà a
prostrarsi davanti a lui per una monetina d'argento e per un pezzo di
pane e dirà: Ammettimi a qualunque ufficio sacerdotale, perché possa
mangiare un tozzo di pane».
Samuele 1 - Capitolo 3
La chiamata di Dio a Samuele
[1]Il giovane Samuele continuava a servire il Signore sotto la
guida di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni
non erano frequenti. [2]In quel tempo Eli stava riposando in
casa, perché i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più
a vedere. [3]La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele
era coricato nel tempio del Signore, dove si trovava l'arca di Dio. [4]Allora
il Signore chiamò: «Samuele!» e quegli rispose: «Eccomi», [5]poi
corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non
ti ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire. [6]Ma
il Signore chiamò di nuovo: «Samuele!» e Samuele, alzatosi, corse da
Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Ma quegli rispose di nuovo:
«Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!». [7]In realtà
Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era
stata ancora rivelata la parola del Signore. [8]Il Signore tornò
a chiamare: «Samuele!» per la terza volta; questi si alzò ancora e
corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese
che il Signore chiamava il giovinetto. [9]Eli disse a Samuele: «Vattene
a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché
il tuo servo ti ascolta». Samuele andò a coricarsi al suo posto. [10]Venne
il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come le
altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose subito: «Parla,
perché il tuo servo ti ascolta». [11]Allora il Signore disse a
Samuele: «Ecco io sto per fare in Israele una cosa tale che chiunque
udirà ne avrà storditi gli orecchi. [12]In quel giorno attuerò
contro Eli quanto ho pronunziato riguardo alla sua casa, da cima a
fondo. [13]Gli ho annunziato che io avrei fatto vendetta della
casa di lui per sempre, perché sapeva che i suoi figli disonoravano Dio
e non li ha puniti. [14]Per questo io giuro contro la casa di Eli:
non sarà mai espiata l'iniquità della casa di Eli né con i sacrifici
né con le offerte!». [15]Samuele si coricò fino al mattino,
poi aprì i battenti della casa del Signore. Samuele però non osava
manifestare la visione a Eli. [16]Eli chiamò Samuele e gli
disse: «Samuele, figlio mio». Rispose: «Eccomi». [17]Proseguì:
«Che discorso ti ha fatto? Non tenermi nascosto nulla. Così Dio agisca
con te e anche peggio, se mi nasconderai una sola parola di quanto ti ha
detto». [18]Allora Samuele gli svelò tutto e non tenne nascosto
nulla. Eli disse: «Egli è il Signore! Faccia ciò che a lui pare bene».
[19]Samuele acquistò autorità poiché il Signore era con
lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. [20]Perciò
tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele era stato
costituito profeta del Signore. [21a]In seguito il Signore si
mostrò altre volte a Samuele, dopo che si era rivelato a Samuele in
Silo, (4,1a)e la parola di Samuele giunse a tutto Israele [21b]come
parola del Signore.
Samuele 1 - Capitolo 4
2. L'ARCA PRESSO I FILISTEI
Disfatta degli Israeliti e cattura dell'arca
[1b]La parola di Samuele si rivolse a tutto Israele.
In quei giorni i Filistei si radunarono per combattere contro
Israele. Allora Israele scese in campo a dar battaglia ai Filistei. Essi
si accamparono presso Eben-Ezer mentre i Filistei s'erano accampati in
Afèk. [2]I Filistei si schierarono per attaccare Israele e la
battaglia divampò, ma Israele ebbe la peggio di fronte ai Filistei e
caddero sul campo, delle loro schiere, circa quattromila uomini.
[3]Quando il popolo fu rientrato nell'accampamento, gli
anziani d'Israele si chiesero: «Perché ci ha percossi oggi il Signore
di fronte ai Filistei? Andiamo a prenderci l'arca del Signore a Silo,
perché venga in mezzo a noi e ci liberi dalle mani dei nostri nemici».
[4]Il popolo mandò subito a Silo a prelevare l'arca del Dio
degli eserciti che siede sui cherubini: c'erano con l'arca di Dio i due
figli di Eli, Cofni e Pìncas. [5]Non appena l'arca del Signore
giunse all'accampamento, gli Israeliti elevarono un urlo così forte che
ne tremò la terra. [6]Anche i Filistei udirono l'eco di quell'urlo
e dissero: «Che significa il risuonare di quest'urlo così forte
nell'accampamento degli Ebrei?». Poi vennero a sapere che era arrivata
nel loro campo l'arca del Signore. [7]I Filistei ne ebbero timore
e si dicevano: «E' venuto il loro Dio nel loro campo!», ed
esclamavano: «Guai a noi, perché non è stato così né ieri né
prima. [8]Guai a noi! Chi ci libererà dalle mani di queste
divinità così potenti? Queste divinità hanno colpito con ogni piaga
l'Egitto nel deserto. [9]Risvegliate il coraggio e siate uomini,
o Filistei, altrimenti sarete schiavi degli Ebrei, come essi sono stati
vostri schiavi. Siate uomini dunque e combattete!». [10]Quindi i
Filistei attaccarono battaglia, Israele fu sconfitto e ciascuno fu
costretto a fuggire nella sua tenda. La strage fu molto grande: dalla
parte d'Israele caddero tremila fanti. [11]In più l'arca di Dio
fu presa e i due figli di Eli, Cofni e Pìncas, morirono.
Morte di Eli
[12]Uno della tribù di Beniamino fuggì dalle file e venne a
Silo il giorno stesso, con le vesti stracciate e polvere sul capo. [13]Mentre
giungeva, ecco Eli stava sul sedile presso la porta e scrutava la strada
di Mizpa, perché aveva il cuore in ansia per l'arca di Dio. Venne
dunque l'uomo e diede l'annuncio in città e tutta la città alzò
lamenti. [14]Eli, sentendo il rumore delle grida, si chiese: «Che
sarà questo grido di tumulto?». Intanto l'uomo si avanzò in gran
fretta e narrò a Eli ogni cosa. [15]Eli era vecchio di
novantotto anni, aveva gli occhi rigidi e non poteva più vedere. [16]Disse
dunque quell'uomo a Eli: «Sono giunto dal campo. Sono fuggito oggi
dalle schiere dei combattenti». Eli domandò: «Che è dunque accaduto,
figlio mio?». [17]Rispose il messaggero: «Israele è fuggito
davanti ai Filistei e nel popolo v'è stata grande strage; inoltre i
tuoi due figli Cofni e Pìncas sono morti e l'arca di Dio è stata
presa!». [18]Appena ebbe accennato all'arca di Dio, Eli cadde
all'indietro dal sedile sul lato della porta, battè la nuca e morì,
perché era vecchio e pesante. Egli aveva giudicato Israele per quarant'anni.
Morte della moglie di Pincas
[19]La nuora di lui, moglie di Pìncas, incinta e prossima al
parto, quando sentì la notizia che era stata presa l'arca di Dio e che
erano morti il suocero e il marito, s'accosciò e partorì, colta dalle
doglie. [20]Mentre era sul punto di morire, le dicevano quelle
che le stavano attorno: «Non temere, hai partorito un figlio». Ma essa
non rispose e non ne fece caso. [21]Ma chiamò il bambino Icabod,
cioè: «Se n'è andata lungi da Israele la gloria!» riferendosi alla
cattura dell'arca di Dio e al suocero e al marito. [22]La donna
disse: «Se n'è andata lungi da Israele la gloria», perché era stata
presa l'arca di Dio.
Samuele 1 - Capitolo 5
Fastidi causati dall'arca
[1]I Filistei, catturata l'arca di Dio, la portarono da
Eben-Ezer ad Asdod. [2]I Filistei poi presero l'arca di Dio e la
introdussero nel tempio di Dagon. [3]Il giorno dopo i cittadini
di Asdod si alzarono ed ecco Dagon giaceva con la faccia a terra davanti
all'arca del Signore; essi presero Dagon e lo rimisero al suo posto. [4]Si
alzarono il giorno dopo di buon mattino ed ecco Dagon con la faccia a
terra davanti all'arca del Signore, mentre il capo di Dagon e le palme
delle mani giacevano staccate sulla soglia; solo il tronco era rimasto a
Dagon. [5]A ricordo di ciò i sacerdoti di Dagon e quanti entrano
nel tempio di Dagon in Asdod non calpestano la soglia fino ad oggi. [6]Allora
incominciò a pesare la mano del Signore sugli abitanti di Asdod, li
devastò e li colpì con bubboni, Asdod e il suo territorio. [7]I
cittadini di Asdod, vedendo che le cose si mettevano in tal modo,
dissero: «Non rimanga con noi l'arca del Dio d'Israele, perché la sua
mano è troppo dura contro Dagon nostro dio!». [8]Allora, fatti
radunare presso di loro tutti i principi dei Filistei, dissero: «Che
cosa si deve fare dell'arca del Dio d'Israele?». Dissero: «Si porti a
Gat l'arca del Dio d'Israele». E portarono a Gat l'arca del Dio
d'Israele. [9]Ma ecco, dopo che l'ebbero trasportata, la mano del
Signore si fece sentire sulla città con terrore molto grande, colpendo
gli abitanti della città dal più piccolo al più grande e provocando
loro bubboni. [10]Allora mandarono l'arca di Dio ad Ekron; ma
all'arrivo dell'arca di Dio ad Ekron, i cittadini protestarono: «Mi
hanno portato qui l'arca del Dio d'Israele, per far morire me e il mio
popolo!». [11]Fatti perciò radunare tutti i capi dei Filistei,
dissero: «Mandate via l'arca del Dio d'Israele!». Infatti si era
diffuso un terrore mortale in tutta la città, perché la mano di Dio
era molto pesante. [12]Quelli che non morivano erano colpiti da
bubboni e i lamenti della città salivano al cielo.
Samuele 1 - Capitolo 6
Rinvio dell'arca
[1]Rimase l'arca del Signore nel territorio dei Filistei sette
mesi. [2]Poi i Filistei convocarono i sacerdoti e gli indovini e
dissero: «Che dobbiamo fare dell'arca del Signore? Indicateci il modo
di rimandarla alla sua sede». [3]Risposero: «Se intendete
rimandare l'arca del Dio d'Israele, non rimandatela vuota, ma pagate un
tributo in ammenda della vostra colpa. Allora guarirete e vi sarà noto
perché non si è ritirata da voi la sua mano». [4]Chiesero: «Quale
riparazione dobbiamo pagarle?». Risposero: «Secondo il numero dei capi
dei Filistei, cinque bubboni d'oro e cinque topi d'oro, perché unico è
stato il flagello per tutto il popolo e per i vostri capi. [5]Fate
dunque immagini dei vostri bubboni e immagini dei vostri topi che
infestano la terra e datele in omaggio al Dio d'Israele, sperando che
sia tolto il peso della sua mano da voi, dal vostro dio e dal vostro
paese. [6]Perché ostinarvi come si sono ostinati gli Egiziani e
il faraone? Dopo essere stati colpiti dai flagelli, non li lasciarono
forse andare, cosicché essi partirono? [7]Dunque fate un carro
nuovo, poi prendete due vacche allattanti sulle quali non sia mai stato
posto il giogo e attaccate queste vacche al carro, togliendo loro i
vitelli e riconducendoli alla stalla. [8]Quindi prendete l'arca
del Signore, collocatela sul carro e ponete gli oggetti d'oro che dovete
pagarle in riparazione in una cesta appesa di fianco. Poi fatela partire
e lasciate che se ne vada. [9]E state a vedere: se salirà a
Bet-Sèmes per la via che porta al suo territorio, essa ci ha provocato
tutti questi mali così grandi; se no, sapremo che non ci ha colpiti la
sua mano, ma per puro caso abbiamo avuto questo incidente». [10]Quegli
uomini fecero in tal modo. Presero due vacche allattanti, le attaccarono
al carro e chiusero nella stalla i loro vitelli. [11]Quindi
collocarono l'arca del Signore sul carro con la cesta e i topi d'oro e
le immagini dei bubboni. [12]Le vacche andarono diritte per la
strada di Bet-Sèmes percorrendo sicure una sola via e muggendo
continuamente, ma non piegando né a destra né a sinistra. I capi dei
Filistei le seguirono sino al confine con Bet-Sèmes.
L'arca a Bet-Sèmes
[13]Gli abitanti di Bet-Sèmes stavano facendo la mietitura
del grano nella pianura. Alzando gli occhi, scorsero l'arca ed
esultarono a quella vista. [14]Il carro giunse al campo di Giosuè
di Bet-Sèmes e si fermò là dove era una grossa pietra. Allora fecero
a pezzi i legni del carro e offrirono le vacche in olocausto al Signore.
[15]I leviti avevano tolto l'arca del Signore e la cesta che vi
era appesa, nella quale stavano gli oggetti d'oro, e l'avevano posta
sulla grossa pietra. In quel giorno gli uomini di Bet-Sèmes offrirono
olocausti e immolarono vittime al Signore. [16]I cinque capi dei
Filistei stettero ad osservare, poi tornarono il giorno stesso ad Ekron.
[17]Sono questi i bubboni d'oro che i Filistei pagarono in
ammenda al Signore: uno per Asdod, uno per Gaza, uno per Ascalon, uno
per Gat, uno per Ekron. [18]Invece i topi d'oro erano pari al
numero delle città filistee appartenenti ai cinque capi, dalle fortezze
sino ai villaggi di campagna. A testimonianza di tutto ciò rimane oggi
nel campo di Giosuè a Bet-Sèmes la grossa pietra, sulla quale avevano
deposto l'arca del Signore.
[19]Ma il Signore percosse gli uomini di Bet-Sèmes, perché
avevano guardato l'arca del Signore; colpì nel popolo settanta persone
su cinquantamila e il popolo fu in lutto perché il Signore aveva
inflitto alla loro gente questo grave castigo.
L'arca a Kiriat-Iearim
[20]Gli uomini di Bet-Sèmes allora esclamarono: «Chi mai
potrà stare alla presenza del Signore, questo Dio così santo? La
manderemo via da noi; ma da chi?». [21]Perciò inviarono
messaggeri agli abitanti di Kiriat-Iearìm con questa ambasciata: «I
Filistei hanno ricondotto l'arca del Signore. Scendete e portatela
presso di voi».
Samuele 1 - Capitolo 7
[1]Gli abitanti di Kiriat-Iearìm scesero a prendere l'arca
del Signore e la introdussero nella casa di Abinadàb, sulla collina;
consacrarono suo figlio Eleazaro perché custodisse l'arca del Signore.
Samuele giudice e liberatore
[2]Erano trascorsi molti giorni da quando era stata collocata
l'arca a Kiriat-Iearìm, erano passati venti anni, quando tutta la casa
d'Israele alzò grida di lamento verso il Signore. [3]Allora
Samuele si rivolse a tutta la casa d'Israele dicendo: «Se è proprio di
tutto cuore che voi tornate al Signore, eliminate da voi tutti gli dei
stranieri e le Astàrti; fate in modo che il vostro cuore sia
indirizzato al Signore e servite lui, lui solo, ed egli vi libererà
dalla mano dei Filistei». [4]Subito gli Israeliti eliminarono i
Baal e le Astàrti e servirono solo il Signore. [5]Disse poi
Samuele: «Radunate tutto Israele a Mizpa, perché voglio pregare il
Signore per voi». [6]Si radunarono pertanto in Mizpa, attinsero
acqua, la sparsero davanti al Signore e digiunarono in quel giorno,
dicendo: «Abbiamo peccato contro il Signore!». A Mizpa Samuele fu
giudice degli Israeliti. [7]Udirono anche i Filistei che gli
Israeliti si erano radunati a Mizpa e i capi filistei mossero contro
Israele. Quando gli Israeliti lo seppero, ebbero paura dei Filistei. [8]Dissero
allora gli Israeliti a Samuele: «Non cessar di supplicare per noi il
Signore Dio nostro perché ci liberi dalle mani dei Filistei». [9]Samuele
prese un agnello da latte e lo offrì tutto intero in olocausto al
Signore; lo stesso Samuele alzò grida al Signore per Israele e il
Signore lo esaudì.
[10]Mentre Samuele offriva l'olocausto, i Filistei si
accostarono in ordine di battaglia a Israele; ma in quel giorno il
Signore tuonò con voce potente contro i Filistei, li disperse ed essi
furono sconfitti davanti a Israele. [11]Gli Israeliti uscirono da
Mizpa per inseguire i Filistei e li batterono fin sotto Bet-Car. [12]Samuele
prese allora una pietra e la pose tra Mizpa e Iesana e la chiamò
Eben-Ezer, dicendo: «Fin qui ci ha soccorso il Signore». [13]Così
i Filistei furono umiliati e non invasero più il territorio d'Israele:
la mano del Signore fu contro i Filistei per tutto il periodo di
Samuele. [14]Tornarono anche in possesso d'Israele le città che
i Filistei avevano sottratto agli Israeliti, da Ekron a Gat: Israele
liberò il loro territorio dal dominio dei Filistei. Ci fu anche pace
tra Israele e l'Amorreo.
[15]Samuele fu giudice d'Israele per tutto il tempo della sua
vita. [16]Ogni anno egli compiva il giro di Bètel, Gàlgala e
Mizpa, esercitando l'ufficio di giudice d'Israele in tutte queste
località. [17]Poi ritornava a Rama, perché là era la sua casa
e anche là giudicava Israele. In quel luogo costruì anche un altare al
Signore.
Samuele 1 - Capitolo 8
II. SAMUELE E SAUL
1. ISTITUZIONE DELLA REGALITA'
Il popolo domanda un re
[1]Quando Samuele fu vecchio, stabilì giudici di Israele i
suoi figli. [2]Il primogenito si chiamava Ioèl, il secondogenito
Abià; esercitavano l'ufficio di giudici a Bersabea. [3]I figli
di lui però non camminavano sulle sue orme, perché deviavano dietro il
lucro, accettavano regali e sovvertivano il giudizio. [4]Si
radunarono allora tutti gli anziani d'Israele e andarono da Samuele a
Rama. [5]Gli dissero: «Tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non
ricalcano le tue orme. Ora stabilisci per noi un re che ci governi, come
avviene per tutti i popoli».
[6]Agli occhi di Samuele era cattiva la proposta perché
avevano detto: «Dacci un re che ci governi». Perciò Samuele pregò il
Signore. [7]Il Signore rispose a Samuele: «Ascolta la voce del
popolo per quanto ti ha detto, perché costoro non hanno rigettato te,
ma hanno rigettato me, perché io non regni più su di essi. [8]Come
si sono comportati dal giorno in cui li ho fatti uscire dall'Egitto fino
ad oggi, abbandonando me per seguire altri dei, così intendono fare a
te. [9]Ascolta pure la loro richiesta, però annunzia loro
chiaramente le pretese del re che regnerà su di loro».
Gli inconvenienti della regalità
[10]Samuele riferì tutte le parole del Signore al popolo che
gli aveva chiesto un re. [11]Disse loro: «Queste saranno le
pretese del re che regnerà su di voi: prenderà i vostri figli per
destinarli ai suoi carri e ai suoi cavalli, li farà correre davanti al
suo cocchio, [12]li farà capi di migliaia e capi di cinquantine;
li costringerà ad arare i suoi campi, a mietere le sue messi, ad
apprestargli armi per le sue battaglie e attrezzature per i suoi carri. [13]Prenderà
anche le vostre figlie per farle sue profumiere e cuoche e fornaie. [14]Si
farà consegnare ancora i vostri campi, le vostre vigne, i vostri
oliveti più belli e li regalerà ai suoi ministri. [15]Sulle
vostre sementi e sulle vostre vigne prenderà le decime e le darà ai
suoi consiglieri e ai suoi ministri. [16]Vi sequestrerà gli
schiavi e le schiave, i vostri armenti migliori e i vostri asini e li
adopererà nei suoi lavori. [17]Metterà la decima sui vostri
greggi e voi stessi diventerete suoi schiavi. [18]Allora
griderete a causa del re che avrete voluto eleggere, ma il Signore non
vi ascolterà». [19]Il popolo non diede retta a Samuele e rifiutò
di ascoltare la sua voce, ma gridò: «No, ci sia un re su di noi. [20]Saremo
anche noi come tutti i popoli; il nostro re ci farà da giudice, uscirà
alla nostra testa e combatterà le nostre battaglie». [21]Samuele
ascoltò tutti i discorsi del popolo e li riferì all'orecchio del
Signore. [22]Rispose il Signore a Samuele: «Ascoltali; regni
pure un re su di loro». Samuele disse agli Israeliti: «Ciascuno torni
alla sua città!».
Samuele 1 - Capitolo 9
Saul e le asine di suo padre
[1]C'era un uomo di Beniamino, chiamato Kis - figlio di Abièl,
figlio di Zeròr, figlio di Becoràt, figlio di Afìach, figlio di un
Beniaminita -, un prode. [2]Costui aveva un figlio chiamato Saul,
alto e bello: non c'era nessuno più bello di lui tra gli Israeliti;
superava dalla spalla in su chiunque altro del popolo. [3]Ora le
asine di Kis, padre di Saul, si smarrirono e Kis disse al figlio Saul:
«Su, prendi con te uno dei servi e parti subito in cerca delle asine».
[4]I due attraversarono le montagne di Efraim, passarono al paese
di Salisa, ma non le trovarono. Si recarono allora nel paese di Saàlim,
ma non c'erano; poi percorsero il territorio di Beniamino e anche qui
non le trovarono. [5]Quando arrivarono nel paese di Zuf, Saul
disse al compagno che era con lui: «Su, torniamo indietro, perché non
vorrei che mio padre avesse smesso di pensare alle asine e ora fosse
preoccupato di noi».
[6]Gli rispose: «Ecco in questa città c'è un uomo di Dio,
tenuto in molta considerazione: quanto egli dice, di certo si avvera.
Ebbene, andiamoci! Forse ci indicherà la via che dobbiamo battere». [7]Rispose
Saul: «Sì, andiamo! Ma che daremo a quell'uomo? Il pane nelle nostre
sporte è finito e non abbiamo alcun dono da portare all'uomo di Dio;
infatti che abbiamo?». [8]Ma il servo rispondendo a Saul
soggiunse: «Guarda: mi son trovato in mano un quarto di siclo
d'argento. Dallo all'uomo di Dio e ci indicherà la nostra via». [9]In
passato in Israele, quando uno andava a consultare Dio, diceva: «Su,
andiamo dal veggente», perché quello che oggi si dice profeta allora
si diceva veggente. [10]Disse dunque Saul al servo: «Hai detto
bene; su, andiamo» e si diressero alla città dove era l'uomo di Dio.
Saul incontra Samuele
[11]Mentre essi salivano il pendio della città, trovarono
ragazze che uscivano ad attingere acqua e chiesero loro: «E' qui il
veggente?». [12]Quelle risposero dicendo: «Sì, c'è; ecco, vi
ha preceduto di poco: ora, proprio ora è rientrato in città, perché
oggi il popolo celebra un sacrificio sull'altura. [13]Entrando in
città lo troverete subito, prima che salga all'altura per il banchetto,
perché il popolo non si mette a mangiare, finché egli non sia
arrivato; egli infatti deve benedire la vittima, e dopo gli invitati
mangiano. Presto, salite e lo troverete subito». [14]Salirono
dunque alla città. Mentre essi giungevano in mezzo alla porta, ecco,
Samuele usciva in direzione opposta per salire all'altura. [15]Il
Signore aveva detto all'orecchio di Samuele, un giorno prima che
giungesse Saul: [16]«Domani a quest'ora ti manderò un uomo
della terra di Beniamino e tu lo ungerai come capo del mio popolo
Israele. Egli libererà il mio popolo dalle mani dei Filistei, perché
io ho guardato il mio popolo, essendo giunto fino a me il suo grido». [17]Quando
Samuele vide Saul, il Signore gli rivelò: «Ecco l'uomo di cui ti ho
parlato; costui avrà potere sul mio popolo». [18]Saul si accostò
a Samuele in mezzo alla porta e gli chiese: «Vuoi indicarmi la casa del
veggente?». [19]Samuele rispose a Saul: «Sono io il veggente.
Precedimi su all'altura. Oggi voi due mangerete con me. Ti congederò
domani mattina e ti manifesterò quanto pensi; [20]riguardo poi
alle tue asine smarrite tre giorni fa, non stare in pensiero, perché
sono state ritrovate. A chi del resto appartiene il meglio d'Israele, se
non a te e a tutta la casa di tuo padre?». [21]Rispose Saul: «Non
sono io forse un Beniaminita, della più piccola tribù d'Israele? E la
mia famiglia non è forse la più piccola fra tutte le famiglie della
tribù di Beniamino? Perché hai voluto farmi questo discorso?». [22]Ma
Samuele prese Saul e il suo servo e li fece entrare nella sala e assegnò
loro il posto a capo degli invitati che erano una trentina. [23]Quindi
Samuele disse al cuoco: «Portami la porzione che ti avevo dato
dicendoti: Conservala presso di te». [24]Il cuoco portò la
coscia e la coda e le pose davanti a Saul, mentre Saul diceva: «Ecco,
ciò che è avanzato ti è posto davanti, mangia, perché proprio per te
è stato serbato, perché lo mangiassi con gli invitati». Così quel
giorno Saul mangiò con Samuele.
[25]Scesero poi dall'altura in città; fu allestito un
giaciglio per Saul sulla terrazza [26]ed egli vi si coricò.
La consacrazione di Saul
Al sorgere dell'aurora Samuele chiamò Saul che era sulla terrazza,
dicendo: «Alzati, perché devo congedarti». Saul si alzò e i due, cioè
lui e Samuele, uscirono. [27]Quando furono scesi alla periferia
della città, Samuele disse a Saul: «Ordina al servo che ci oltrepassi
e vada avanti» e il servo passò oltre. «Tu fermati un momento, perché
io ti faccia intendere la parola di Dio».
Samuele 1 - Capitolo 10
[1]Samuele prese allora l'ampolla dell'olio e gliela versò
sulla testa, poi lo baciò dicendo: «Ecco: il Signore ti ha unto capo
sopra Israele suo popolo. Tu avrai potere sul popolo del Signore e tu lo
libererai dalle mani dei nemici che gli stanno intorno. Questo ti sarà
il segno che proprio il Signore ti ha unto capo sulla sua casa: [2]oggi,
quando sarai partito da me, troverai due uomini presso il sepolcro di
Rachele sul confine con Beniamino in Zelzach. Essi ti diranno: Sono
state ritrovate le asine che sei andato a cercare. Ecco tuo padre non
bada più alla faccenda delle asine, ma è preoccupato di voi e va
dicendo: Che devo fare per mio figlio? [3]Passerai in fretta di là
e andrai oltre; quando arriverai alla quercia del Tabor, vi troverete
tre uomini in viaggio per salire a Dio in Betel: uno porterà tre
capretti, l'altro porterà tre pani rotondi, il terzo porterà un otre
di vino. [4]Ti domanderanno se stai bene e ti daranno due pani,
che tu prenderai dalle loro mani. [5]Giungerai poi a Gàbaa di
Dio, dove c'è una guarnigione di Filistei e mentre entrerai in città,
incontrerai un gruppo di profeti che scenderanno dall'altura preceduti
da arpe, timpani, flauti e cetre, in atto di fare i profeti. [6]Lo
spirito del Signore investirà anche te e ti metterai a fare il profeta
insieme con loro e sarai trasformato in un altro uomo. [7]Quando
questi segni che ti riguardano saranno accaduti, farai come vorrai,
perché Dio sarà con te. [8]Tu poi scenderai a Gàlgala
precedendomi. Io scenderò in seguito presso di te per offrire olocausti
e immolare sacrifici di comunione. Sette giorni aspetterai, finché io
verrò a te e ti indicherò quello che dovrai fare».
Ritorno di Saul
[9]Ed ecco, quando quegli ebbe voltato le spalle per partire
da Samuele, Dio gli mutò il cuore e tutti questi segni si verificarono
il giorno stesso. [10]I due arrivarono là a Gàbaa ed ecco,
mentre una schiera di profeti avanzava di fronte a loro, lo spirito di
Dio lo investì e si mise a fare il profeta in mezzo a loro.
[11]Allora quanti lo avevano conosciuto prima, vedendolo d'un
tratto fare il profeta con i profeti, si dissero l'un l'altro fra la
gente: «Che è accaduto al figlio di Kis? E' dunque anche Saul tra i
profeti?». [12]Uno del luogo disse: «E chi è il loro padre?».
Per questo passò in proverbio l'espressione: «E' dunque anche Saul tra
i profeti?». [13]Quando ebbe terminato di profetare andò
sull'altura. [14]Lo zio di Saul chiese poi a lui e al suo servo:
«Dove siete andati?». Rispose: «A cercare le asine e, vedendo che non
c'erano, ci siamo recati da Samuele». [15]Lo zio di Saul
soggiunse: «Suvvia, raccontami quello che vi ha detto Samuele». [16]Saul
rispose allo zio: «Ci ha assicurato che le asine erano state ritrovate».
Ma non gli riferì il discorso del regno, che gli aveva tenuto Samuele.
Saul è sorteggiato re
[17]Samuele radunò il popolo davanti a Dio in Mizpa [18]e
disse a tutti gli Israeliti: «Dice il Signore Dio d'Israele: Io ho
fatto uscire Israele dall'Egitto e l'ho liberato dalla mano degli
Egiziani e dalla mano di tutti i regni che vi opprimevano. [19]Ma
voi oggi avete ripudiato il vostro Dio, il quale solo vi salva da tutti
i vostri mali e da tutte le angosce. E avete detto: No, costituisci un
re sopra di noi! Ora presentatevi a Dio distinti per tribù e per
famiglie». [20]Samuele fece accostare ogni tribù d'Israele e fu
sorteggiata la tribù di Beniamino. [21]Fece poi accostare la
tribù di Beniamino distinta per famiglie e fu sorteggiata la famiglia
di Matri. Fece allora venire la famiglia di Matri per singoli individui
e fu sorteggiato Saul figlio di Kis. Si misero a cercarlo ma non si
riuscì a trovarlo. [22]Allora consultarono di nuovo il Signore:
«E' venuto qui l'uomo o no?». Rispose il Signore: «Eccolo nascosto in
mezzo ai bagagli». [23]Corsero a prenderlo di là e fu
presentato al popolo: egli sopravanzava dalla spalla in su tutto il
popolo. [24]Samuele disse a tutta la folla: «Vedete dunque che
l'ha proprio eletto il Signore, perché non c'è nessuno in tutto il
popolo come lui». Tutto il popolo proruppe in un grido: «Viva il re!».
[25]Samuele espose a tutto il popolo i diritti del regno e li
scrisse in un libro che depositò davanti al Signore. Poi Samuele congedò
tutto il popolo perché andasse ognuno a casa sua. [26]Anche Saul
tornò a casa in Gàbaa e con lui si accompagnarono uomini valenti ai
quali Dio aveva toccato il cuore. [27]Ma altri, individui
spregevoli, dissero: «Potrà forse salvarci costui?». Così lo
disprezzarono e non vollero portargli alcun dono.
Samuele 1 - Capitolo 11
Vittoria contro gli Ammoniti
[1]Circa un mese dopo, Nacas l'Ammonita si mosse e pose il
campo contro Iabes di Gàlaad. Tutti i cittadini di Iabes di Gàlaad
dissero allora a Nacas: «Vieni a patti con noi e ti saremo sudditi». [2]Rispose
loro Nacas l'Ammonita: «A queste condizioni mi alleerò con voi: possa
io cavare a tutti voi l'occhio destro e porre tale gesto a sfregio di
tutto Israele». [3]Di nuovo chiesero gli anziani di Iabes: «Lasciaci
sette giorni per inviare messaggeri in tutto il territorio d'Israele. Se
nessuno verrà a salvarci, usciremo incontro a te». [4]I
messaggeri arrivarono a Gàbaa di Saul e riferirono quelle parole
davanti al popolo e tutto il popolo levò la voce e pianse. [5]Or
ecco Saul veniva dalla campagna dietro l'armento. Chiese dunque Saul: «Che
ha il popolo da piangere?». Riferirono a lui le parole degli uomini di
Iabes. [6]Lo spirito di Dio investì allora Saul ed egli, appena
udite quelle parole, si irritò molto. [7]Poi prese un paio di
buoi, li fece a pezzi e ne inviò in tutto il territorio d'Israele
mediante messaggeri con questo proclama: «Se qualcuno non uscirà
dietro Saul e dietro Samuele, la stessa cosa avverrà dei suoi buoi».
Si sparse lo spavento del Signore nel popolo e si mossero come un sol
uomo. [8]Saul li passò in rassegna a Bèzek e risultarono
trecentomila Israeliti e trentamila di Giuda. [9]Dissero allora
ai messaggeri che erano giunti: «Direte ai cittadini di Iabes di Gàlaad:
Domani, quando il sole comincerà a scaldare, avverrà la vostra
salvezza».
I messaggeri partirono e riferirono agli uomini di Iabes, che ne
ebbero grande gioia. [10]Allora gli uomini di Iabes diedero
risposta a Nacas: «Domani usciremo incontro a voi e ci farete quanto
sembrerà bene ai vostri occhi». [11]Il giorno dopo Saul divise
il grosso in tre schiere e irruppe in mezzo al campo nemico sul far del
mattino; batterono gli Ammoniti finché il giorno si fece caldo. Quelli
che scamparono furono dispersi talmente che non ne rimasero due insieme.
Saul è proclamato re
[12]Il popolo allora disse a Samuele: «Chi ha detto: Dovrà
forse regnare Saul su di noi? Consegnaci costoro e li faremo morire». [13]Ma
Saul disse: «Oggi non si deve far morire nessuno, perché in questo
giorno il Signore ha operato una liberazione in Israele». [14]Samuele
ordinò al popolo: «Su, andiamo a Gàlgala: là inaugureremo il regno».
[15]Tutto il popolo si portò a Gàlgala e là davanti al Signore
in Gàlgala riconobbero Saul come re; qui ancora offrirono sacrifici di
comunione davanti al Signore e qui fecero grande festa Saul e tutti gli
Israeliti.
Samuele 1 - Capitolo 12
Samuele si ritira davanti a Saul
[1]Allora Samuele disse a tutto Israele: «Ecco ho ascoltato
la vostra voce in tutto quello che mi avete chiesto e ho costituito su
di voi un re. [2]Da questo momento ecco il re procede davanti a
voi. Quanto a me sono diventato vecchio e canuto e i miei figli eccoli
tra di voi. Io ho vissuto dalla mia giovinezza fino ad oggi sotto i
vostri occhi. [3]Eccomi, pronunciatevi a mio riguardo alla
presenza del Signore e del suo consacrato. A chi ho portato via il bue?
A chi ho portato via l'asino? Chi ho trattato con prepotenza? A chi ho
fatto offesa? Da chi ho accettato un regalo per chiudere gli occhi a suo
riguardo? Sono qui a restituire!». [4]Risposero: «Non ci hai
trattato con prepotenza, né ci hai fatto offesa, né hai preso nulla da
nessuno». [5]Egli soggiunse loro: «E' testimonio il Signore
contro di voi ed è testimonio oggi il suo consacrato, che non trovate
niente in mano mia?». Risposero: «Sì, è testimonio».
[6]Allora Samuele disse al popolo: «E' testimonio il Signore
che ha stabilito Mosè e Aronne e che ha fatto uscire i vostri padri dal
paese d'Egitto.
[7]Ora state qui raccolti e io voglio discutere con voi
davanti al Signore a causa di tutti i benefici che il Signore ha operato
con voi e con i vostri padri. [8]Quando Giacobbe andò in Egitto
e gli Egiziani li oppressero e i vostri padri gridarono al Signore, il
Signore mandò loro Mosè e Aronne che li fecero uscire dall'Egitto e li
ricondussero in questo luogo. [9]Ma poiché avevano dimenticato
il Signore loro Dio, li abbandonò in potere di Sisara, capo
dell'esercito di Cazor e in potere dei Filistei e in potere del re di
Moab, che mossero loro guerra. [10]Essi gridarono al Signore:
Abbiamo peccato, perché abbiamo abbandonato il Signore e abbiamo
servito i Baal e le Astàrti! Ma ora liberaci dalle mani dei nostri
nemici e serviremo te. [11]Allora il Signore vi mandò Ierub-Baal
e Barak e Iefte e Samuele e vi liberò dalle mani dei nemici che vi
circondavano e siete tornati a vita tranquilla. [12]Eppure quando
avete visto che Nacas re degli Ammoniti muoveva contro di voi, mi avete
detto: No, vogliamo che un re regni sopra di noi, mentre il Signore
vostro Dio è vostro re. [13]Ora eccovi il re che avete scelto e
che avevate chiesto. Vedete che il Signore ha costituito un re sopra di
voi. [14]Dunque se temerete il Signore, se lo servirete e
ascolterete la sua voce e non sarete ribelli alla parola del Signore,
voi e il re che regna su di voi vivrete con il Signore vostro Dio. [15]Se
invece non ascolterete la voce del Signore e sarete ribelli alla sua
parola, la mano del Signore peserà su di voi, come pesò sui vostri
padri.
[16]Ora, state attenti e osservate questa grande cosa che il
Signore vuole operare sotto i vostri occhi. [17]Non è forse
questo il tempo della mietitura del grano? Ma io griderò al Signore ed
Egli manderà tuoni e pioggia. Così vi persuaderete e constaterete che
grande è il peccato che avete fatto davanti al Signore chiedendo un re
per voi». [18]Samuele allora invocò il Signore e il Signore
mandò subito tuoni e pioggia in quel giorno. Tutto il popolo fu preso
da grande timore del Signore e di Samuele. [19]Tutto il popolo
perciò disse a Samuele: «Prega il Signore tuo Dio per noi tuoi servi
che non abbiamo a morire, poiché abbiamo aggiunto a tutti i nostri
errori il peccato di aver chiesto per noi un re». [20]Samuele
rispose al popolo: «Non temete: voi avete fatto tutto questo male, ma
almeno in seguito non allontanatevi dal Signore, anzi servite lui, il
Signore, con tutto il cuore. [21]Non allontanatevi per seguire
vanità che non possono giovare né salvare, perché appunto sono vanità.
[22]Certo il Signore non abbandonerà il suo popolo, per riguardo
al suo nome che è grande, perché il Signore ha cominciato a fare di
voi il suo popolo. [23]Quanto a me, non sia mai che io pecchi
contro il Signore, tralasciando di supplicare per voi e di indicarvi la
via buona e retta. [24]Vogliate soltanto temere il Signore e
servirlo fedelmente con tutto il cuore, perché dovete ben riconoscere
le grandi cose che ha operato con voi. [25]Se invece vorrete fare
il male, voi e il vostro re sarete spazzati via».
Samuele 1 - Capitolo 13
2. INIZI DEL REGNO DI SAUL
Sollevazione contro i Filistei
[1]Saul aveva trent'anni quando cominciò a regnare e regnò
vent'anni su Israele... [2]Egli si scelse tremila uomini da
Israele: duemila stavano con Saul in Micmas e sul monte di Betel e mille
stavano con Giònata a Gàbaa di Beniamino; rimandò invece il resto del
popolo ciascuno alla sua tenda. [3]Allora Giònata sconfisse la
guarigione dei Filistei che era in Gàbaa e i Filistei lo seppero
subito. Ma Saul suonò la tromba in tutta la regione gridando: «Ascoltino
gli Ebrei!». [4]Tutto Israele udì e corse la voce: «Saul ha
battuto la guarnigione dei Filistei e ormai Israele s'è urtato con i
Filistei». Il popolo si radunò dietro Saul a Gàlgala. [5]Anche
i Filistei si radunarono per combattere Israele, con tremila carri e
seimila cavalieri e una moltitudine numerosa come la sabbia che è sulla
spiagga del mare. Così si mossero e posero il campo a Micmas a oriente
di Bet-Aven. [6]Quando gli Israeliti si accorsero di essere in
difficoltà, perché erano stretti dal nemico, cominciarono a
nascondersi in massa nelle grotte, nelle macchie, fra le rocce, nelle
fosse e nelle cisterne. [7]Alcuni Ebrei passarono oltre il
Giordano nella terra di Gad e Gàlaad.
Rottura tra Samuele e Saul
Saul restava in Gàlgala e tutto il popolo che stava con lui era
impaurito. [8]Aspettò tuttavia sette giorni secondo il tempo
fissato da Samuele. Ma Samuele non arrivava a Gàlgala e il popolo si
disperdeva lontano da lui. [9]Allora Saul diede ordine: «Preparatemi
l'olocausto e i sacrifici di comunione». Quindi offrì l'olocausto. [10]Ed
ecco, appena ebbe finito di offrire l'olocausto, giunse Samuele e Saul
gli uscì incontro per salutarlo. [11]Samuele disse subito: «Che
hai fatto?». Saul rispose: «Vedendo che il popolo si disperdeva
lontano da me e tu non venivi al termine dei giorni fissati, mentre i
Filistei si addensavano in Micmas, [12]ho detto: ora scenderanno
i Filistei contro di me in Gàlgala mentre io non ho ancora placato il
Signore. Perciò mi sono fatto ardito e ho offerto l'olocausto». [13]Rispose
Samuele a Saul: «Hai agito da stolto, non osservando il comando che il
Signore Dio tuo ti aveva imposto, perché in questa occasione il Signore
avrebbe reso stabile il tuo regno su Israele per sempre. [14]Ora
invece il tuo regno non durerà. Il Signore si è gia scelto un uomo
secondo il suo cuore e lo costituirà capo del suo popolo, perché tu
non hai osservato quanto ti aveva comandato il Signore». [15]Samuele
poi si alzò e salì da Gàlgala per andarsene per la sua strada. Il
resto del popolo salì dietro a Saul incontro ai guerrieri e vennero da
Gàlgala a Gàbaa di Beniamino; Saul contò la gente che era rimasta con
lui: erano seicento uomini.
Preparativi di guerra
[16]Saul e Giònata e la gente rimasta con loro stavano a Gàbaa
di Beniamino e i Filistei erano accampati in Micmas. [17]Dall'accampamento
filisteo uscì una pattuglia d'assalto divisa in tre schiere: una si
diresse sulla via di Ofra verso il paese di Suàl; [18]un'altra
si diresse sulla via di Bet-Coron; la terza schiera si diresse sulla via
del confine che sovrasta la valle di Zeboìm verso il deserto. [19]Allora
non si trovava un fabbro in tutto il paese d'Israele: «Perché -
dicevano i Filistei - gli Ebrei non fabbrichino spade o lance». [20]Così
gli Israeliti dovevano sempre scendere dai Filistei per affilare chi il
vomere, chi la zappa, chi la scure o la falce. [21]L'affilatura
costava due terzi di siclo per i vomeri e le zappe e un terzo
l'affilatura delle scuri e dei pungoli. [22]Nel giorno della
battaglia, in tutta la gente che stava con Saul e Giònata, non si trovò
in mano ad alcuno né spada né lancia. Si potè averne solo per Saul e
suo figlio Giònata. [23]Intanto una guarnigione di Filistei era
uscita verso il passo di Micmas.
Samuele 1 - Capitolo 14
Gionata attacca l'appostamento
[1]Un giorno Giònata, figlio di Saul, disse al suo scudiero:
«Su vieni, portiamoci fino all'appostamento dei Filistei che sta qui di
fronte». Ma non disse nulla a suo padre. [2]Saul se ne stava al
limitare di Gàbaa sotto il melograno che si trova in Migròn; la sua
gente era di circa seicento uomini. [3]Achià figlio di Achitùb,
fratello di Icabòd, figlio di Pìncas, figlio di Eli, sacerdote del
Signore in Silo, portava l'efod e il popolo non sapeva che Giònata
era andato. [4]Tra i varchi per i quali Giònata cercava di
passare, puntando sull'appostamento dei Filistei, vi era una sporgenza
rocciosa da una parte e una sporgenza rocciosa dall'altra parte: una si
chiamava Bòzez, l'altra Sène. [5]Una delle rocce sporgenti era
di fronte a Micmas a settentrione, l'altra era di fronte a Gàbaa a
meridione. [6]Giònata disse allo scudiero: «Su, vieni, passiamo
all'appostamento di questi non circoncisi; forse il Signore ci aiuterà,
perché non è difficile per il Signore salvare con molti o con pochi».
[7]Lo scudiero gli rispose: «Fà quanto hai in animo. Avvìati e
và! Eccomi con te: come il tuo cuore, così è il mio». [8]Allora
Giònata disse: «Ecco, noi passeremo verso questi uomini e ci
mostreremo loro. [9]Se ci diranno: Fermatevi finché veniamo a
raggiungervi, restiamo in basso e non saliamo da loro. [10]Se
invece ci diranno: Venite su da noi!, saliamo, perché il Signore ce li
ha messi nelle mani e questo sarà per noi il segno». [11]Quindi
i due si lasciarono scorgere dall'appostamento filisteo e i Filistei
dissero: «Ecco gli Ebrei che escono dalle caverne dove si erano
nascosti». [12]Poi gli uomini della guarnigione dissero a Giònata
e al suo scudiero: «Salite da noi, che abbiamo qualche cosa da dirvi!».
Giònata allora disse al suo scudiero: «Sali dopo di me, perché il
Signore li ha messi nelle mani di Israele». [13]Giònata saliva
aiutandosi con le mani e con i piedi e lo scudiero lo seguiva; quelli
cadevano davanti a Giònata e, dietro, lo scudiero li finiva. [14]Questa
fu la prima strage nella quale Giònata e il suo scudiero colpirono una
ventina di uomini, entro quasi metà di un campo arabile.
Battaglia generale
[15]Si sparse così il terrore nell'accampamento, nella
regione e in tutto il popolo. Anche la guarnigione e i suoi uomini
d'assalto furono atterriti e la terra tremò e ci fu un terrore divino.
[16]Le vedette di Saul che stavano in Gàbaa di Beniamino
guardarono e videro la moltitudine che fuggiva qua e là. [17]Allora
Saul ordinò alla gente che era con lui: «Su, cercate e indagate chi
sia partito da noi». Cercarono ed ecco non c'erano né Giònata né il
suo scudiero. [18]Saul disse ad Achia: «Avvicina l'efod!»
- egli infatti allora portava l'efod davanti agli Israeliti -. [19]Mentre
Saul parlava al sacerdote, il tumulto che era sorto nel campo filisteo
andava propagandosi e crescendo. Saul disse al sacerdote: «Ritira la
mano». [20]A loro volta Saul e la gente che era con lui alzarono
grida e mossero all'attacco, ma ecco trovarono che la spada dell'uno si
rivolgeva contro l'altro in una confusione molto grande. [21]Anche
quegli Ebrei che erano con i Filistei da qualche tempo e che erano
saliti con loro all'accampamento, si voltarono, per mettersi con Israele
che era là con Saul e Giònata. [22]Inoltre anche tutti gli
Israeliti che si erano nascosti sulle montagne di Efraim, quando seppero
che i Filistei erano in fuga, si unirono a inseguirli e batterli. [23]Così
il Signore in quel giorno salvò Israele e la battaglia si estese fino a
Bet-Aven.
Una proibizione di Saul violata da Gionata
[24]Gli Israeliti erano sfiniti in quel giorno e Saul impose
questo giuramento a tutto il popolo: «Maledetto chiunque gusterà cibo
prima di sera, prima che io mi sia vendicato dei miei nemici». E
nessuno del popolo gustò cibo. [25]Tutta la gente passò per una
selva dove c'erano favi di miele sul suolo. [26]Il popolo passò
per la selva ed ecco si vedeva colare il miele, ma nessuno stese la mano
e la portò alla bocca, perché il popolo temeva il giuramento. [27]Ma
Giònata non aveva saputo che suo padre aveva fatto giurare il popolo,
quindi allungò la punta del bastone che teneva in mano e la intinse nel
favo di miele, poi riportò la mano alla bocca e i suoi occhi si
rischiararono. [28]Uno del gruppo s'affrettò a dire: «Tuo padre
ha fatto fare questo solenne giuramento al popolo: Maledetto chiunque
toccherà cibo quest'oggi!, sebbene il popolo fosse sfinito». [29]Rispose
Giònata: «Mio padre vuol rovinare il paese! Guardate come si sono
rischiarati i miei occhi, perché ho gustato un poco di questo miele. [30]Dunque
se il popolo avesse mangiato oggi qualche cosa dei viveri presi ai
nemici, quanto maggiore sarebbe stata ora la rotta dei Filistei!».
Colpa rituale del popolo
[31]In quel giorno percossero i Filistei da Micmas fino ad
Aialon e il popolo era sfinito. [32]Quelli del popolo si
gettarono sulla preda e presero pecore, buoi e vitelli e li macellarono
e li mangiarono con il sangue. [33]La cosa fu annunziata a Saul:
«Ecco il popolo pecca contro il Signore, mangiando con il sangue».
Rispose: «Avete prevaricato! Rotolate subito qui una grande pietra». [34]Allora
Saul soggiunse: «Passate tra il popolo e dite a tutti: Ognuno conduca
qua il suo bue e il suo montone e li macelli su questa pietra, poi
mangiatene; così non peccherete contro il Signore, mangiando le carni
con il sangue». In quella notte ogni uomo del popolo condusse a mano ciò
che aveva e là lo macellò. [35]Saul innalzò un altare al
Signore. Fu questo il primo altare che egli edificò al Signore.
Gionata riconosciuto colpevole è salvato dal popolo
[36]Quindi Saul disse: «Scendiamo dietro i Filistei questa
notte stessa e deprediamoli fino al mattino e non lasciamo scampare uno
solo di loro». Gli risposero: «Fà quanto ti sembra bene». Ma il
sacerdote disse: «Accostiamoci qui a Dio». [37]Saul dunque
interrogò Dio: «Devo scendere dietro i Filistei? Li consegnerai in
mano di Israele?». Ma quel giorno non gli rispose. [38]Allora
Saul disse: «Accostatevi qui voi tutti capi del popolo. Cercate ed
esaminate da chi sia stato commesso oggi il peccato, [39]perché
per la vita del Signore salvatore d'Israele certamente costui morirà,
anche se si tratta di Giònata mio figlio». Ma nessuno del popolo gli
rispose. [40]Perciò disse a tutto Israele: «Voi state da una
parte: io e mio figlio Giònata staremo dall'altra». Il popolo rispose
a Saul: «Fà quanto ti sembra bene». [41]Saul parlò al
Signore: «Dio d'Israele, fà conoscere l'innocente». Furono designati
Giònata e Saul e il popolo restò libero. [42]Saul soggiunse: «Tirate
a sorte tra me e mio figlio Giònata». Fu sorteggiato Giònata. [43]Saul
disse a Giònata: «Narrami quello che hai fatto». Giònata raccontò:
«Realmente ho assaggiato un pò di miele con la punta del bastone che
avevo in mano. Ecco, morirò». [44]Saul disse: «Faccia Dio a me
questo e anche di peggio, se non andrai a morte, Giònata!». [45]Ma
il popolo disse a Saul: «Dovrà forse morire Giònata che ha ottenuto
questa grande vittoria in Israele? Non sia mai! Per la vita del Signore,
non cadrà a terra un capello del suo capo, perché in questo giorno
egli ha agito con Dio». Così il popolo salvò Giònata che non fu
messo a morte. [46]Saul cessò dall'inseguire i Filistei e questi
raggiunsero il loro paese.
Regno di Saul
[47]Saul si assicurò il regno su Israele e mosse contro tutti
i nemici all'intorno: contro Moab e gli Ammoniti, contro Edom e i re di
Zoba e i Filistei e dovunque si volgeva aveva successo. [48]Compì
imprese brillanti, battè gli Amaleciti e liberò Israele dalle mani
degli oppressori. [49]Figli di Saul furono Giònata, Isbàal e
Malkisùa; le sue due figlie si chiamavano Merab la maggiore e Mikal la
più piccola. [50]La moglie di Saul si chiamava Achinòam, figlia
di Achimàaz. Il capo delle sue milizie si chiamava Abner figlio di Ner,
zio di Saul. [51]Kis padre di Saul e Ner padre di Abner erano
figli di Abièl. [52]Durante tutto il tempo di Saul vi fu guerra
aperta con i Filistei; se Saul scorgeva un uomo valente o un giovane
coraggioso, lo prendeva al suo seguito.
Samuele 1 - Capitolo 15
Guerra santa contro gli Amaleciti
[1]Samuele disse a Saul: «Il Signore ha inviato me per
consacrarti re sopra Israele suo popolo. Ora ascolta la voce del
Signore. [2]Così dice il Signore degli eserciti: Ho considerato
ciò che ha fatto Amalek a Israele, ciò che gli ha fatto per via,
quando usciva dall'Egitto. [3]Và dunque e colpisci Amalek e vota
allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da
compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi
e pecore, cammelli e asini». [4]Saul convocò il popolo e passò
in rassegna le truppe in Telaìm: erano duecentomila fanti e diecimila
uomini di Giuda. [5]Saul venne alla città di Amalek e tese
un'imboscata nella valle. [6]Disse inoltre Saul ai Keniti: «Andate
via, ritiratevi dagli Amaleciti prima che vi travolga insieme con loro,
poiché avete usato benevolenza con tutti gli Israeliti, quando uscivano
dall'Egitto». I Keniti si ritirarono da Amalek. [7]Saul colpì
Amalek da Avila procedendo verso Sur, che è di fronte all'Egitto. [8]Egli
prese vivo Agag, re di Amalek, e passò a fil di spada tutto il popolo. [9]Ma
Saul e il popolo risparmiarono Agag e il meglio del bestiame minuto e
grosso, gli animali grassi e gli agnelli, cioè tutto il meglio, e non
vollero sterminarli; invece votarono allo sterminio tutto il bestiame
scadente e patito.
Saul è respinto dal Signore
[10]Allora fu rivolta a Samuele questa parola del Signore: [11]«Mi
pento di aver costituito Saul re, perché si è allontanato da me e non
ha messo in pratica la mia parola». Samuele rimase turbato e alzò
grida al Signore tutta la notte.
[12]Al mattino presto Samuele si alzò per andare incontro a
Saul, ma fu annunziato a Samuele: «Saul è andato a Carmel, ed ecco si
è fatto costruire un trofeo, poi è tornato passando altrove ed è
sceso a Gàlgala». [13]Samuele raggiunse Saul e Saul gli disse:
«Benedetto tu davanti al Signore; ho eseguito gli ordini del Signore».
[14]Rispose Samuele: «Ma che è questo belar di pecore, che mi
giunge all'orecchio, e questi muggiti d'armento che odo?». [15]Disse
Saul: «Li hanno condotti qui dagli Amaleciti, come il meglio del
bestiame grosso e minuto, che il popolo ha risparmiato per sacrificarli
al Signore, tuo Dio. Il resto l'abbiamo votato allo sterminio». [16]Rispose
Samuele a Saul: «Basta! Lascia che ti annunzi ciò che il Signore mi ha
rivelato questa notte». E Saul gli disse: «Parla!». [17]Samuele
cominciò: «Non sei tu capo delle tribù d'Israele, benché piccolo ai
tuoi stessi occhi? Non ti ha forse il Signore consacrato re d'Israele? [18]Il
Signore ti aveva mandato per una spedizione e aveva detto: Và, vota
allo sterminio quei peccatori di Amaleciti, combattili finché non li
avrai distrutti. [19]Perché dunque non hai ascoltato la voce del
Signore e ti sei attaccato al bottino e hai fatto il male agli occhi del
Signore?». [20]Saul insistè con Samuele: «Ma io ho obbedito
alla parola del Signore, ho fatto la spedizione che il Signore mi ha
ordinato, ho condotto Agag re di Amalek e ho sterminato gli Amaleciti. [21]Il
popolo poi ha preso dal bottino pecore e armenti, primizie di ciò che
è votato allo sterminio per sacrificare al Signore tuo Dio in Gàlgala».
[22]Samuele esclamò:
«Il Signore forse gradisce gli olocausti e i
sacrifici
come obbedire alla voce del Signore?
Ecco, obbedire è meglio del sacrificio,
essere docili è più del grasso degli arieti.
[23]Poiché peccato di divinazione è la ribellione,
e iniquità e terafim l'insubordinazione.
Perché hai rigettato la parola del Signore,
Egli ti ha rigettato come re».
Saul implora invano il perdono
[24]Saul disse allora a Samuele: «Ho peccato per avere
trasgredito il comando del Signore e i tuoi ordini, mentre ho temuto il
popolo e ho ascoltato la sua voce. [25]Ma ora, perdona il mio
peccato e ritorna con me, perché mi prostri al Signore». [26]Ma
Samuele rispose a Saul: «Non posso ritornare con te, perché tu stesso
hai rigettato la parola del Signore e il Signore ti ha rigettato perché
tu non sia più re sopra Israele». [27]Samuele si voltò per
andarsene ma Saul gli afferrò un lembo del mantello, che si strappò. [28]Samuele
gli disse: «Il Signore ha strappato da te il regno d'Israele e l'ha
dato ad un altro migliore di te. [29]D'altra parte la Gloria di
Israele non mentisce né può ricredersi, perché Egli non è uomo per
ricredersi». [30]Saul disse: «Ho peccato sì, ma onorami
davanti agli anziani del mio popolo e davanti a Israele; ritorna con me
perché mi prostri al Signore tuo Dio». [31]Samuele ritornò con
Saul e questi si prostrò al Signore.
Morte di Agag e partenza di Samuele
[32]Poi Samuele disse: «Conducetemi Agag, re di Amalek».
Agag avanzò verso di lui tutto tremante, dicendo:
«Certo è passata l'amarezza della morte!».
[33]Samuele l'apostrofò:
«Come la tua spada ha privato di figli le donne,
così sarà privata di figli tra le donne tua madre».
Poi Samuele trafisse Agag davanti al Signore in Gàlgala. [34]Samuele
andò quindi a Rama e Saul salì a casa sua a Gàbaa di Saul. [35]Né
Samuele tornò a rivedere Saul fino al giorno della sua morte, ma
Samuele piangeva per Saul, perché il Signore si era pentito di aver
fatto regnare Saul su Israele.
Samuele 1 - Capitolo 16
III. SAUL E DAVIDE
1. DAVIDE ALLA CORTE
Unzione di Davide
[1]E il Signore disse a Samuele: «Fino a quando piangerai su
Saul, mentre io l'ho rigettato perché non regni su Israele? Riempi di
olio il tuo corno e parti. Ti ordino di andare da Iesse il Betlemmita,
perché tra i suoi figli mi sono scelto un re». [2]Samuele
rispose: «Come posso andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà».
Il Signore soggiunse: «Prenderai con te una giovenca e dirai: Sono
venuto per sacrificare al Signore. [3]Inviterai quindi Iesse al
sacrificio. Allora io ti indicherò quello che dovrai fare e tu ungerai
colui che io ti dirò». [4]Samuele fece quello che il Signore
gli aveva comandato e venne a Betlemme; gli anziani della città gli
vennero incontro trepidanti e gli chiesero: «E' di buon augurio la tua
venuta?». [5]Rispose: «E' di buon augurio. Sono venuto per
sacrificare al Signore. Provvedete a purificarvi, poi venite con me al
sacrificio». Fece purificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al
sacrificio. [6]Quando furono entrati, egli osservò Eliab e
chiese: «E' forse davanti al Signore il suo consacrato?». [7]Il
Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né
all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo
ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il
cuore». [8]Iesse fece allora venire Abìnadab e lo presentò a
Samuele, ma questi disse: «Nemmeno su costui cade la scelta del Signore».
[9]Iesse fece passare Samma e quegli disse: «Nemmeno su costui
cade la scelta del Signore». [10]Iesse presentò a Samuele i
suoi sette figli e Samuele ripetè a Iesse: «Il Signore non ha scelto
nessuno di questi». [11]Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti
i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo che ora sta
a pascolare il gregge». Samuele ordinò a Iesse: «Manda a prenderlo,
perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». [12]Quegli
mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e
gentile di aspetto. Disse il Signore: «Alzati e ungilo: è lui!». [13]Samuele
prese il corno dell'olio e lo consacrò con l'unzione in mezzo ai suoi
fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in
poi. Samuele poi si alzò e tornò a Rama.
Davide a servizio di Saul
[14]Lo spirito del Signore si era ritirato da Saul ed egli
veniva atterrito da uno spirito cattivo, da parte del Signore. [15]Allora
i servi di Saul gli dissero: «Vedi, un cattivo spirito sovrumano ti
turba. [16]Comandi il signor nostro ai ministri che gli stanno
intorno e noi cercheremo un uomo abile a suonare la cetra. Quando il
sovrumano spirito cattivo ti investirà, quegli metterà mano alla cetra
e ti sentirai meglio». [17]Saul rispose ai ministri: «Ebbene
cercatemi un uomo che suoni bene e fatelo venire da me». [18]Rispose
uno dei giovani: «Ecco, ho visto il figlio di Iesse il Betlemmita: egli
sa suonare ed è forte e coraggioso, abile nelle armi, saggio di parole,
di bell'aspetto e il Signore è con lui». [19]Saul mandò
messaggeri a Iesse con quest'invito: «Mandami Davide tuo figlio, quello
che sta con il gregge». [20]Iesse preparò un asino e provvide
pane e un otre di vino e un capretto, affidò tutto a Davide suo figlio
e lo inviò a Saul. [21]Davide giunse da Saul e cominciò a stare
alla sua presenza. Saul gli si affezionò molto e Davide divenne suo
scudiero. [22]E Saul mandò a dire a Iesse: «Rimanga Davide con
me, perché ha trovato grazia ai miei occhi». [23]Quando dunque
lo spirito sovrumano investiva Saul, Davide prendeva in mano la cetra e
suonava: Saul si calmava e si sentiva meglio e lo spirito cattivo si
ritirava da lui.
Samuele 1 - Capitolo 17
Golia sfida l'esercito israelita
[1]I Filistei radunarono di nuovo l'esercito per la guerra e
si ammassarono a Soco di Giuda e si accamparono tra Soco e Azeka, a
Efes-Dammìm. [2]Anche Saul e gli Israeliti si radunarono e si
accamparono nella valle del Terebinto e si schierarono a battaglia di
fronte ai Filistei. [3]I Filistei stavano sul monte da una parte
e Israele sul monte dall'altra parte e in mezzo c'era la valle.
[4]Dall'accampamento dei Filistei uscì un campione, chiamato
Golia, di Gat; era alto sei cubiti e un palmo. [5]Aveva in testa
un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso
era di cinquemila sicli di bronzo. [6]Portava alle gambe
schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle. [7]L'asta
della sua lancia era come un subbio di tessitori e la lama dell'asta
pesava seicento sicli di ferro; davanti a lui avanzava il suo scudiero. [8]Egli
si fermò davanti alle schiere d'Israele e gridò loro: «Perché siete
usciti e vi siete schierati a battaglia? Non sono io Filisteo e voi
servi di Saul? Scegliete un uomo tra di voi che scenda contro di me. [9]Se
sarà capace di combattere con me e mi abbatterà, noi saremo vostri
schiavi. Se invece prevarrò io su di lui e lo abbatterò, sarete voi
nostri schiavi e sarete soggetti a noi». [10]Il Filisteo
aggiungeva: «Io ho lanciato oggi una sfida alle schiere d'Israele.
Datemi un uomo e combatteremo insieme». [11]Saul e tutto Israele
udirono le parole del Filisteo; ne rimasero colpiti ed ebbero grande
paura.
Davide giunge all'accampamento
[12]Davide era figlio di un Efratita da Betlemme di Giuda
chiamato Iesse, che aveva otto figli. Al tempo di Saul, quest'uomo era
anziano e avanti negli anni. [13]I tre figli maggiori di Iesse
erano andati con Saul in guerra. Di questi tre figli, che erano andati
in guerra, il maggiore si chiamava Eliab, il secondo Abìnadab, il terzo
Samma. [14]Davide era ancor giovane quando i tre maggiori erano
partiti dietro Saul. [15]Egli andava e veniva dal seguito di Saul
e badava al gregge di suo padre in Betlemme.
[16]Il Filisteo avanzava mattina e sera; continuò per
quaranta giorni a presentarsi. [17]Ora Iesse disse a Davide suo
figlio: «Prendi su per i tuoi fratelli questa misura di grano tostato e
questi dieci pani e portali in fretta ai tuoi fratelli
nell'accampamento. [18]Al capo di migliaia porterai invece queste
dieci forme di cacio. Informati della salute dei tuoi fratelli e prendi
la loro paga. [19]Saul con essi e tutto l'esercito di Israele
sono nella valle del Terebinto a combattere contro i Filistei». [20]Davide
si alzò di buon mattino: lasciò il gregge alla cura di un guardiano,
prese la roba e partì come gli aveva ordinato Iesse. Arrivò
all'accampamento quando le truppe uscivano per schierarsi e lanciavano
il grido di guerra. [21]Si disposero in ordine Israele e i
Filistei: schiera contro schiera. [22]Davide si tolse il fardello
e l'affidò al custode dei bagagli, poi corse tra le file e domandò ai
suoi fratelli se stavano bene. [23]Mentre egli parlava con loro,
ecco il campione, chiamato Golia, il Filisteo di Gat, uscì dalle
schiere filistee e tornò a dire le sue solite parole e Davide le
intese. [24]Tutti gli Israeliti, quando lo videro, fuggirono
davanti a lui ed ebbero grande paura.
[25]Ora un Israelita disse: «Vedete quest'uomo che avanza?
Viene a sfidare Israele. Chiunque lo abbatterà, il re lo colmerà di
ricchezze, gli darà in moglie sua figlia ed esenterà la casa di suo
padre da ogni gravame in Israele». [26]Davide domandava agli
uomini che stavano attorno a lui: «Che faranno dunque all'uomo che
eliminerà questo Filisteo e farà cessare la vergogna da Israele? E chi
è mai questo Filisteo non circonciso per insultare le schiere del Dio
vivente?». [27]Tutti gli rispondevano la stessa cosa: «Così e
così si farà all'uomo che lo eliminerà». [28]Lo sentì Eliab,
suo fratello maggiore, mentre parlava con gli uomini, ed Eliab si irritò
con Davide e gli disse: «Ma perché sei venuto giù e a chi hai
lasciato quelle poche pecore nel deserto? Io conosco la tua boria e la
malizia del tuo cuore: tu sei venuto per vedere la battaglia». [29]Davide
rispose: «Che ho dunque fatto? Non si può fare una domanda?». [30]Si
allontanò da lui, si rivolse a un altro e fece la stessa domanda e
tutti gli diedero la stessa risposta.
[31]Sentendo le domande che faceva Davide, pensarono di
riferirle a Saul e questi lo fece venire a sé.
Davide si offre per accettare la sfida
[32]Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d'animo a causa di
costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo». [33]Saul
rispose a Davide: «Tu non puoi andare contro questo Filisteo a batterti
con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d'armi fin dalla sua
giovinezza». [34]Ma Davide disse a Saul: «Il tuo servo
custodiva il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a
portar via una pecora dal gregge. [35]Allora lo inseguivo, lo
abbattevo e strappavo la preda dalla sua bocca. Se si rivoltava contro
di me, l'afferravo per le mascelle, l'abbattevo e lo uccidevo. [36]Il
tuo servo ha abbattuto il leone e l'orso. Codesto Filisteo non
circonciso farà la stessa fine di quelli, perché ha insultato le
schiere del Dio vivente». [37]Davide aggiunse: «Il Signore che
mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell'orso, mi
libererà anche dalle mani di questo Filisteo». Saul rispose a Davide:
«Ebbene và e il Signore sia con te». [38]Saul rivestì Davide
della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e gli fece
indossare la corazza. [39]Poi Davide cinse la spada di lui sopra
l'armatura, ma cercò invano di camminare, perché non aveva mai
provato. Allora Davide disse a Saul: «Non posso camminare con tutto
questo, perché non sono abituato». E Davide se ne liberò.
La singolar tenzone
[40]Poi prese in mano il suo bastone, si scelse cinque
ciottoli lisci dal torrente e li pose nel suo sacco da pastore che gli
serviva da bisaccia; prese ancora in mano la fionda e mosse verso il
Filisteo.
[41]Il Filisteo avanzava passo passo, avvicinandosi a Davide,
mentre il suo scudiero lo precedeva. [42]Il Filisteo scrutava
Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era un
ragazzo, fulvo di capelli e di bell'aspetto. [43]Il Filisteo gridò
verso Davide: «Sono io forse un cane, perché tu venga a me con un
bastone?». E quel Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dei. [44]Poi
il Filisteo gridò a Davide: «Fatti avanti e darò le tue carni agli
uccelli del cielo e alle bestie selvatiche». [45]Davide rispose
al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta.
Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere
d'Israele, che tu hai insultato. [46]In questo stesso giorno, il
Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e staccherò la
testa dal tuo corpo e getterò i cadaveri dell'esercito filisteo agli
uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi
è un Dio in Israele. [47]Tutta questa moltitudine saprà che il
Signore non salva per mezzo della spada o della lancia, perché il
Signore è arbitro della lotta e vi metterà certo nelle nostre mani». [48]Appena
il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse
prontamente al luogo del combattimento incontro al Filisteo. [49]Davide
cacciò la mano nella bisaccia, ne trasse una pietra, la lanciò con la
fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s'infisse nella fronte
di lui che cadde con la faccia a terra. [50]Così Davide ebbe il
sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra e lo colpì e
uccise, benché Davide non avesse spada. [51]Davide fece un salto
e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi
con quella gli tagliò la testa. I Filistei videro che il loro eroe era
morto e si diedero alla fuga.
[52]Si levarono allora gli uomini d'Israele e di Giuda alzando
il grido di guerra e inseguirono i Filistei fin presso Gat e fino alle
porte di Ekron. I Filistei caddero e lasciarono i loro cadaveri lungo la
via fino a Saaràim, fino a Gat e fino ad Ekron. [53]Quando gli
Israeliti furono di ritorno dall'inseguimento dei Filistei,
saccheggiarono il loro campo. [54]Davide prese la testa del
Filisteo e la portò a Gerusalemme. Le armi di lui invece le pose nella
sua tenda.
Davide vincitore e presentato a Saul
[55]Saul, mentre guardava Davide uscire incontro al Filisteo,
aveva chiesto ad Abner capo delle milizie: «Abner, di chi è figlio
questo giovane?». Rispose Abner: «Per la tua vita, o re, non lo so». [56]Il
re soggiunse: «Chiedi tu di chi sia figlio quel giovinetto». [57]Quando
Davide tornò dall'uccisione del Filisteo, Abner lo prese e lo condusse
davanti a Saul mentre aveva ancora in mano la testa del Filisteo. [58]Saul
gli chiese: «Di chi sei figlio, giovane?». Rispose Davide: «Di Iesse
il Betlemmita, tuo servo».
Samuele 1 - Capitolo 18
[1]Quando Davide ebbe finito di parlare con Saul, l'anima di
Giònata s'era gia talmente legata all'anima di Davide, che Giònata lo
amò come se stesso. [2]Saul in quel giorno lo prese con sé e
non lo lasciò tornare a casa di suo padre. [3]Giònata strinse
con Davide un patto, perché lo amava come se stesso. [4]Giònata
si tolse il mantello che indossava e lo diede a Davide e vi aggiunse i
suoi abiti, la sua spada, il suo arco e la cintura. [5]Davide
riusciva in tutti gli incarichi che Saul gli affidava, così che Saul lo
pose al comando dei guerrieri ed era gradito a tutto il popolo e anche
ai ministri di Saul.
Il sorgere della gelosia di Saul
[6]Al loro rientrare, mentre Davide tornava dall'uccisione del
Filisteo, uscirono le donne da tutte le città d'Israele a cantare e a
danzare incontro al re Saul, accompagnandosi con i timpani, con grida di
gioia e con sistri. [7]Le donne danzavano e cantavano
alternandosi:
«Saul ha ucciso i suoi mille,
Davide i suoi diecimila».
[8]Saul ne fu molto irritato e gli parvero cattive quelle
parole. Diceva: «Hanno dato a Davide diecimila, a me ne hanno dato
mille. Non gli manca altro che il regno». [9]Così da quel
giorno in poi Saul si ingelosì di Davide. [10]Il giorno dopo, un
cattivo spirito sovrumano s'impossessò di Saul, il quale si mise a
delirare in casa. Davide suonava la cetra come i giorni precedenti e
Saul teneva in mano la lancia. [11]Saul impugnò la lancia,
pensando: «Inchioderò Davide al muro!». Ma Davide gli sfuggì davanti
per due volte. [12]Saul cominciò a sentir timore di fronte a
Davide, perché il Signore era con lui, mentre si era ritirato da Saul. [13]Saul
lo allontanò da sé e lo fece capo di migliaia e Davide andava e veniva
alla testa del suo gruppo. [14]Davide riusciva in tutte le sue
imprese, poiché il Signore era con lui. [15]Saul, vedendo che
riusciva proprio sempre, aveva timore di lui. [16]Ma tutto
Israele e Giuda amavano Davide, perché egli si muoveva alla loro testa.
Matrimonio di Davide
[17]Ora Saul disse a Davide: «Ecco Merab, mia figlia
maggiore. La do in moglie a te. Tu dovrai essere il mio guerriero e
combatterai le battaglie del Signore». Saul pensava: «Non sia contro
di lui la mia mano, ma contro di lui sia la mano dei Filistei». [18]Davide
rispose a Saul: «Chi sono io e che importanza ha la famiglia di mio
padre in Israele, perché io possa diventare genero del re?». [19]Ma
ecco, quando venne il tempo di dare Merab, figlia di Saul, a Davide, fu
data invece in moglie ad Adriel di Mecola.
[20]Intanto Mikal, l'altra figlia di Saul, s'invaghì di
Davide; ne riferirono a Saul e la cosa gli piacque. [21]Saul
diceva: «Gliela darò, ma sarà per lui una trappola e la mano dei
Filistei cadrà su di lui». E Saul disse a Davide: «Oggi hai una
seconda occasione per diventare mio genero». [22]Quindi Saul
ordinò ai suoi ministri: «Dite di nascosto a Davide: Ecco, tu piaci al
re e i suoi ministri ti amano. Su, dunque, diventa genero del re». [23]I
ministri di Saul sussurrarono all'orecchio di Davide queste parole e
Davide rispose: «Vi pare piccola cosa divenir genero del re? Io sono
povero e uomo di bassa condizione». [24]I ministri di Saul gli
riferirono: «Davide ha risposto in questo modo». [25]Allora
Saul disse: «Riferite a Davide: Il re non pretende il prezzo nuziale,
ma solo cento prepuzi di Filistei, perché sia fatta vendetta dei nemici
del re». Saul pensava di far cadere Davide in mano ai Filistei. [26]I
ministri di lui riferirono a Davide queste parole e piacque a Davide
tale condizione per diventare genero del re. Non erano ancora passati i
giorni fissati, [27]quando Davide si alzò, partì con i suoi
uomini e uccise tra i Filistei duecento uomini. Davide riportò i loro
prepuzi e li contò davanti al re per diventare genero del re. Saul gli
diede in moglie la figlia Mikal. [28]Saul si accorse che il
Signore era con Davide e che Mikal figlia di Saul lo amava. [29]Saul
ebbe ancor più paura nei riguardi di Davide; Saul fu nemico di Davide
per tutti i suoi giorni. [30]I capi dei Filistei facevano
sortite, ma Davide, ogni volta che uscivano, riportava successi maggiori
di tutti i ministri di Saul e in tal modo si acquistò grande fama.
Samuele 1 - Capitolo 19
Gionata intercede per Davide
[1]Saul comunicò a Giònata suo figlio e ai suoi ministri di
aver deciso di uccidere Davide. Ma Giònata figlio di Saul nutriva
grande affetto per Davide. [2]Giònata informò Davide dicendo:
«Saul mio padre cerca di ucciderti. Stà in guardia da domani all'alba,
stà fermo in un luogo nascosto e non farti vedere. [3]Io uscirò
e starò al fianco di mio padre nella campagna dove sarai tu e parlerò
in tuo favore a mio padre. Vedrò ciò che succede e te lo farò sapere».
[4]Giònata parlò difatti a Saul suo padre in favore di Davide e
gli disse: «Non si macchi il re contro il suo servo, contro Davide, che
non si è macchiato contro di te, che anzi ti ha reso un servizio molto
grande. [5]Egli ha esposto la vita, quando sconfisse il Filisteo,
e il Signore ha concesso una grande vittoria a tutto Israele. Hai visto
e hai gioito. Dunque, perché pecchi contro un innocente, uccidendo
Davide senza motivo?». [6]Saul ascoltò la voce di Giònata e
giurò: «Per la vita del Signore, non morirà!». [7]Giònata
chiamò Davide e gli riferì questo colloquio. Poi Giònata introdusse
presso Saul Davide, che rimase al suo seguito come prima.
2. FUGA DI DAVIDE
Attentato di Saul contro Davide
[8]La guerra si riaccese e Davide uscì a combattere i
Filistei e inflisse loro una grande sconfitta, sicché si dettero alla
fuga davanti a lui. [9]Ma un sovrumano spirito cattivo si
impadronì di Saul. Egli stava in casa e teneva in mano la lancia,
mentre Davide suonava la cetra. [10]Saul tentò di colpire Davide
con la lancia contro il muro. Ma Davide si scansò da Saul, che infisse
la lancia nel muro. Davide fuggì e quella notte fu salvo.
Davide salvato da Mikal
[11]Saul mandò messaggeri alla casa di Davide per
sorvegliarlo e ucciderlo il mattino dopo. Mikal moglie di Davide lo
avvertì dicendo: «Se non metti al sicuro la tua vita questa notte,
domani sarai ucciso». [12]Mikal calò Davide dalla finestra e
quegli partì di corsa e si mise in salvo. [13]Mikal prese allora
i terafim e li pose presso il letto. Mise dalla parte del capo un
tessuto di pelo di capra e coprì il letto con una coltre. [14]Saul
mandò dunque messaggeri a prendere Davide ma essa disse: «E' malato».
[15]Saul rimandò i messaggeri a vedere Davide con questo ordine:
«Portatelo qui da me nel suo letto, perché lo faccia morire». [16]Tornarono
i messaggeri ed ecco presso il letto c'erano i terafim e il
tessuto di pelo di capra dalla parte del capo. [17]Saul disse a
Mikal: «Perché mi hai ingannato a questo modo e hai fatto fuggire il
mio nemico, perché si mettesse in salvo?». Rispose Mikal a Saul: «Egli
mi ha detto: Lasciami fuggire, altrimenti ti uccido».
Saul e Davide presso Samuele
[18]Davide dunque fuggì e si mise in salvo. Andò da Samuele
in Rama e gli narrò quanto gli aveva fatto Saul; poi Davide e Samuele
andarono ad abitare a Naiot. [19]La cosa fu riferita a Saul: «Ecco,
Davide sta a Naiot presso Rama». [20]Allora Saul spedì
messaggeri a catturare Davide, ma quando videro profetare la comunità
dei profeti, mentre Samuele stava in piedi alla loro testa, lo spirito
di Dio investì i messaggeri di Saul e anch'essi fecero i profeti. [21]Annunziarono
a Saul questa cosa ed egli spedì altri messaggeri, ma anch'essi fecero
i profeti. Saul mandò di nuovo messaggeri per la terza volta, ma
anch'essi fecero i profeti. [22]Allora venne egli stesso a Rama e
si portò alla grande cisterna che si trova a Secu e domandò: «C'è
qui forse Samuele con Davide?». Gli risposero: «Eccoli: sono a Naiot
di Rama». [23]Egli si incamminò verso Naiot di Rama, ma cadde
anche su di lui lo spirito di Dio e andava avanti facendo il profeta
finché giunse a Naiot di Rama. [24]Anch'egli si tolse gli abiti
e continuò a fare il profeta davanti a Samuele; poi crollò e restò
nudo tutto quel giorno e tutta la notte. Da qui è venuto il detto: «Anche
Saul è tra i profeti?».
Samuele 1 - Capitolo 20
Gionata favorisce la partenza di Davide
[1]Davide lasciò di nascosto Naiot di Rama, si recò da Giònata
e gli disse: «Che ho fatto, che delitto ho commesso, che colpa ho avuto
nei riguardi di tuo padre, perché attenti così alla mia vita?». [2]Rispose:
«Non sia mai. Non morirai. Vedi, mio padre non fa nulla di grande o di
piccolo senza confidarmelo. Perché mi avrebbe nascosto questa cosa? Non
è possibile!». [3]Ma Davide giurò ancora: «Tuo padre sa
benissimo che ho trovato grazia ai tuoi occhi e dice: Giònata non deve
sapere questa cosa perché si angustierebbe. Ma, per la vita del Signore
e per la tua vita, c'è un sol passo tra me e la morte». [4]Giònata
disse: «Che cosa desideri che io faccia per te?». [5]Rispose
Davide: «Domani è la luna nuova e io dovrei sedere a tavola con il re.
Ma tu mi lascerai partire e io resterò nascosto nella campagna fino
alla terza sera. [6]Se tuo padre mi cercherà, dirai: Davide mi
ha chiesto di lasciarlo andare in fretta a Betlemme sua città perché
vi si celebra il sacrificio annuale per tutta la famiglia. [7]Se
dirà: Va bene, allora il tuo servo può stare in pace. Se invece andrà
in collera, sii certo che è stato deciso il peggio da parte sua. [8]Mostra
la tua bontà verso il tuo servo, perché hai voluto legare a te il tuo
servo con un patto del Signore: se ho qualche colpa, uccidimi tu; ma per
qual motivo dovresti condurmi da tuo padre?». [9]Giònata
rispose: «Lungi da te! Se certo io sapessi che da parte di mio padre è
stata decisa una cattiva sorte per te, non te lo farei forse sapere?». [10]Davide
disse a Giònata: «Chi mi avvertirà se tuo padre ti risponde
duramente?». [11]Giònata rispose a Davide: «Vieni, andiamo in
campagna».
Uscirono tutti e due nei campi. [12]Allora Giònata disse a
Davide: «Per il Signore, Dio d'Israele, domani o il terzo giorno a
quest'ora indagherò le intenzioni di mio padre. Se saranno favorevoli a
Davide e io non manderò subito a riferirlo al tuo orecchio, [13]tanto
faccia il Signore a Giònata e ancora di peggio. Se invece sembrerà
bene a mio padre decidere il peggio a tuo riguardo, io te lo confiderò
e ti farò partire. Tu andrai tranquillo e il Signore sarà con te come
è stato con mio padre. [14]Fin quando sarò in vita, usa verso
di me la benevolenza del Signore. Se sarò morto, [15]non
ritirare mai la tua benevolenza dalla mia casa; quando il Signore avrà
sterminato dalla terra ogni uomo nemico di Davide, [16]non sia
eliminato il nome di Giònata dalla casa di Davide: il Signore ne
chiederà conto ai nemici di Davide». [17]Giònata volle ancor
giurare a Davide, perché gli voleva bene e lo amava come se stesso. [18]Giònata
disse a Davide: «Domani è la luna nuova e la tua assenza sarà notata
perché si guarderà al tuo posto. [19]Aspetterai il terzo
giorno, poi scenderai in fretta e ti recherai al luogo dove ti sei
nascosto il giorno di quel fatto e resterai presso quella collinetta. [20]Io
tirerò tre frecce da quella parte, come se tirassi al bersaglio per mio
conto. [21]Poi manderò il ragazzo gridando: Và a cercare le
frecce! Se dirò al ragazzo: Guarda, le frecce sono più in qua da dove
ti trovi, prendile!, allora vieni, perché tutto va bene per te; per la
vita del Signore, non ci sarà niente di grave. [22]Se invece dirò
al giovane: Guarda, le frecce sono più avanti di dove ti trovi!, allora
và perché il Signore ti fa partire. [23]Riguardo alle parole
che abbiamo detto io e tu, ecco è testimonio il Signore tra me e te per
sempre».
[24]Davide dunque si nascose nel campo. Arrivò la luna nuova
e il re sedette a tavola per mangiare. [25]Il re sedette come al
solito sul sedile contro il muro; Giònata stette di fronte, Abner si
sedette al fianco del re e il posto di Davide rimase vuoto. [26]Ma
Saul non disse nulla quel giorno, perché pensava: «Gli sarà successo
un inconveniente: non sarà mondo. Certo, non è mondo». [27]Ed
ecco l'indomani, il secondo giorno della luna nuova, il posto di Davide
era ancora vuoto. Saul disse allora a Giònata suo figlio: «Perché il
figlio di Iesse non è venuto a tavola né ieri né oggi?». [28]Giònata
rispose a Saul: «Davide mi ha chiesto con insistenza di lasciarlo
andare a Betlemme. [29]Mi ha detto: Lasciami andare, perché
abbiamo in città il sacrificio di famiglia e mio fratello me ne ha
fatto un obbligo. Se dunque ho trovato grazia ai tuoi occhi, lasciami
libero, perché possa vedere i miei fratelli. Per questo non è venuto
alla tavola del re». [30]Saul si adirò molto con Giònata e gli
gridò: «Figlio d'una donna perduta, non so io forse che tu prendi le
parti del figlio di Iesse, a tua vergogna e a vergogna della nudità di
tua madre? [31]Perché fino a quando vivrà il figlio di Iesse
sulla terra, non avrai sicurezza né tu né il tuo regno. Manda dunque a
prenderlo e conducilo qui da me, perché deve morire». [32]Rispose
Giònata a Saul suo padre: «Perché deve morire? Che ha fatto?». [33]Saul
afferrò la lancia contro di lui per colpirlo e Giònata capì che
l'uccisione di Davide era cosa ormai decisa da parte di suo padre. [34]Giònata
si alzò dalla tavola acceso d'ira e non volle prendere cibo in quel
secondo giorno della luna nuova. Era rattristato per riguardo a Davide
perché suo padre ne violava i diritti.
[35]Il mattino dopo Giònata uscì in campagna, per dare le
indicazioni a Davide. Era con lui un ragazzo ancora piccolo. [36]Egli
disse al ragazzo: «Corri a cercare le frecce che io tirerò». Il
ragazzo corse ed egli tirò la freccia più avanti di lui. [37]Il
ragazzo corse fino al luogo dov'era la freccia che Giònata aveva tirata
e Giònata gridò al ragazzo: «La freccia non è forse più avanti di
te?». [38]Giònata gridò ancora al ragazzo: «Corri svelto e
non fermarti!». Il ragazzo di Giònata raccolse le frecce e le portò
al suo padrone. [39]Il ragazzo non aveva capito niente; soltanto
Giònata e Davide sapevano la cosa. [40]Allora diede le armi al
ragazzo che era con lui e gli disse: «Và e riportale in città». [41]Partito
il ragazzo, Davide si mosse da dietro la collinetta, cadde con la faccia
a terra e si prostrò tre volte, poi si baciarono l'un l'altro e
piansero l'uno insieme all'altro, finché per Davide si fece tardi. [42]Allora
Giònata disse a Davide: «Và in pace, ora che noi due abbiamo giurato
nel nome del Signore: il Signore sia con me e con te, con la mia
discendenza e con la tua discendenza per sempre».
Samuele 1 - Capitolo 21
[1]Davide si alzò e partì e Giònata tornò in città.
La sosta a Nob
[2]Davide si recò a Nob dal sacerdote Achimelech. Achimelech,
turbato, andò incontro a Davide e gli disse: «Perché sei solo e non
c'è nessuno con te?». [3]Rispose Davide al sacerdote Achimelech:
«Il re mi ha ordinato e mi ha detto: Nessuno sappia niente di questa
cosa per la quale ti mando e di cui ti ho dato incarico. Ai miei uomini
ho dato appuntamento al tal posto. [4]Ora però se hai a
disposizione cinque pani, dammeli, o altra cosa che si possa trovare». [5]Il
sacerdote rispose a Davide: «Non ho sottomano pani comuni, ho solo pani
sacri: se i tuoi giovani si sono almeno astenuti dalle donne, potete
mangiarne». [6]Rispose Davide al sacerdote: «Ma certo! Dalle
donne ci siamo astenuti da tre giorni. Come sempre quando mi metto in
viaggio, i giovani sono mondi, sebbene si tratti d'un viaggio profano;
tanto più oggi essi sono mondi». [7]Il sacerdote gli diede il
pane sacro, perché non c'era là altro pane che quello dell'offerta,
ritirato dalla presenza del Signore, per essere sostituito con pane
fresco nel giorno in cui si toglie. [8]Ma era là in quel giorno
uno dei ministri di Saul, trattenuto presso il Signore, di nome Doeg,
Idumeo, capo dei pastori di Saul. [9]Davide disse ad Achimelech:
«Non hai per caso sottomano una lancia o una spada? Io non ho preso con
me né la lancia né altra arma, perché l'incarico del re era urgente».
[10]Il sacerdote rispose: «Guarda, c'è la spada di Golia, il
Filisteo che tu hai ucciso nella valle del Terebinto; è là dietro l'efod,
avvolta in un manto. Se vuoi, portala via, prendila, perché qui non c'è
altra spada che questa». Rispose Davide: «Non ce n'è una migliore;
dammela».
Davide presso i Filistei
[11]Quel giorno Davide si alzò e si allontanò da Saul e
giunse da Achis, re di Gat. [12]I ministri di Achis gli dissero:
«Non è costui Davide, il re del paese? Non cantavano in coro in onore
di lui:
Ha ucciso Saul i suoi mille
e Davide i suoi diecimila?».
[13]Davide si preoccupò di queste parole e temette molto
Achis re di Gat. [14]Allora cominciò a fare il pazzo ai loro
occhi, a fare il folle tra le loro mani; tracciava segni sui battenti
delle porte e lasciava colare la saliva sulla barba. [15]Achis
disse ai ministri: «Ecco, vedete anche voi che è un pazzo. Perché lo
avete condotto da me? Non ho abbastanza pazzi io perché mi conduciate
anche costui per fare il folle davanti a me? Dovrebbe entrare in casa
mia un uomo simile?».
Samuele 1 - Capitolo 22
3. DAVIDE CAPOBANDA
Davide comincia la vita errante
[1]Davide partì di là e si rifugiò nella grotta di Adullàm.
Lo seppero i suoi fratelli e tutta la casa di suo padre e scesero là. [2]Si
radunarono allora con lui quanti erano in strettezze, quelli che avevano
debiti e tutti gli scontenti, ed egli diventò loro capo. Stettero così
con lui circa quattrocento uomini. [3]Davide partì di là e andò
a Mizpa di Moab e disse al re di Moab: «Permetti che restino con voi
mio padre e mia madre, finché sappia che cosa Dio vuol fare di me». [4]Li
presentò al re di Moab e rimasero con lui finché Davide rimase nel
rifugio. [5]Il profeta Gad disse a Davide: «Non restare più in
questo rifugio. Parti e và nel paese di Giuda». Davide partì e andò
nella foresta di Cheret.
Massacro dei sacerdoti di Nob
[6]Saul venne a sapere che era stato avvistato Davide con gli
uomini che erano con lui. Saul era seduto in Gàbaa, sotto il tamarisco
sull'altura, con la lancia in mano e i ministri intorno. [7]Saul
disse allora ai ministri che gli stavano intorno: «Ascoltate, voi
Beniaminiti, voi tutti che siete qui. Forse il figlio di Iesse darà a
tutti voi campi e vigne, vi farà capi di migliaia e capi di centinaia, [8]perché
voi tutti siate d'accordo contro di me? Nessuno mi avverte dell'alleanza
di mio figlio con il figlio di Iesse, nessuno di voi si interessa di me
e nessuno mi confida che mio figlio ha sollevato il mio servo contro di
me per ordire insidie, come avviene oggi». [9]Rispose Doeg l'Idumeo,
che stava con i ministri di Saul: «Ho visto il figlio di Iesse quando
venne a Nob da Achimelech figlio di Achitub [10]e costui ha
consultato il Signore per lui, gli ha dato da mangiare e gli ha
consegnato la spada di Golia il Filisteo». [11]Il re subito
convocò il sacerdote Achimelech figlio di Achitub e tutti i sacerdoti
della casa di suo padre che erano in Nob ed essi vennero tutti dal re. [12]Disse
Saul: «Ascolta, figlio di Achitub». Rispose: «Eccomi, signor mio». [13]Saul
gli disse: «Perché vi siete accordati contro di me, tu e il figlio di
Iesse, dal momento che gli hai fornito pane e spada e hai consultato
l'oracolo di Dio per lui, allo scopo di sollevarmi oggi un nemico?». [14]Achimelech
rispose al re: «E chi è come Davide tra tutti i ministri del re? E'
fedele, è genero del re, capo della tua guardia e onorato in casa tua. [15]E'
forse oggi la prima volta che consulto Dio per lui? Lungi da me! Non
getti il re questa colpa sul suo servo né su tutta la casa di mio
padre, poiché il tuo servo non sapeva di questa faccenda cosa alcuna, né
piccola né grande». [16]Ma il re disse: «Devi morire,
Achimelech, tu e tutta la casa di tuo padre». [17]Il re disse ai
corrieri che stavano attorno a lui: «Accostatevi e mettete a morte i
sacerdoti del Signore, perché hanno prestato mano a Davide e non mi
hanno avvertito pur sapendo che egli fuggiva». Ma i ministri del re non
vollero stendere le mani per colpire i sacerdoti del Signore. [18]Allora
il re disse a Doeg: «Accostati tu e colpisci i sacerdoti». Doeg l'Idumeo
si fece avanti e colpì di sua mano i sacerdoti e uccise in quel giorno
ottantacinque uomini che portavano l'efod di lino. [19]Saul
passò a fil di spada Nob, la città dei sacerdoti: uomini e donne,
fanciulli e lattanti; anche buoi, asini e pecore passò a fil di spada. [20]Scampò
un figlio di Achimelech, figlio di Achitub, che si chiamava Ebiatar, il
quale fuggì presso Davide. [21]Ebiatar narrò a Davide che Saul
aveva trucidato i sacerdoti del Signore. [22]Davide rispose ad
Ebiatar: «Quel giorno sapevo, data la presenza di Doeg l'Idumeo, che
avrebbe riferito tutto a Saul. Io devo rispondere di tutte le vite della
casa di tuo padre. [23]Rimani con me e non temere: chiunque vorrà
la tua vita, vorrà la mia, perché tu starai presso di me come un
deposito da custodire».
Samuele 1 - Capitolo 23
Davide a Keila
[1]Riferirono a Davide: «Ecco i Filistei assediano Keila e
saccheggiano le aie». [2]Davide consultò il Signore chiedendo:
«Devo andare? Riuscirò a battere questi Filistei?». Rispose il
Signore: «Và perché sconfiggerai i Filistei e libererai Keila». [3]Ma
gli uomini di Davide gli dissero: «Ecco, noi abbiamo gia da temere qui
in Giuda, tanto più se andremo a Keila contro le forze dei Filistei». [4]Davide
consultò di nuovo il Signore e il Signore gli rispose: «Muoviti e
scendi a Keila, perché io metterò i Filistei nelle tue mani». [5]Davide
con i suoi uomini scese a Keila, assalì i Filistei, portò via il loro
bestiame e inflisse loro una grande sconfitta. Così Davide liberò gli
abitanti di Keila. [6]Quando Ebiatar figlio di Achimelech si era
rifugiato presso Davide, l'efod era nelle sue mani e con quello
era sceso a Keila. [7]Fu riferito a Saul che Davide era giunto a
Keila e Saul disse: «Dio l'ha messo nelle mie mani, perché si è messo
in una trappola venendo in una città con porte e sbarre». [8]Saul
chiamò tutto il popolo alle armi per scendere a Keila e assediare
Davide e i suoi uomini. [9]Quando Davide seppe che Saul veniva
contro di lui macchinando disegni iniqui, disse al sacerdote Ebiatar: «Porta
qui l'efod». [10]Davide disse: «Signore, Dio d'Israele,
il tuo servo ha sentito dire che Saul cerca di venire contro Keila e di
distruggere la città per causa mia. [11]Mi metteranno nelle sue
mani i cittadini di Keila? Scenderà Saul, come ha saputo il tuo servo?
Signore, Dio d'Israele, fallo sapere al tuo servo». Il Signore rispose:
«Scenderà». [12]Davide aggiunse: «I cittadini di Keila mi
consegneranno nelle mani di Saul con i miei uomini?». Il Signore
rispose: «Ti consegneranno». [13]Davide si alzò e uscì da
Keila con la truppa, circa seicento uomini, e andò vagando senza mèta.
Fu riferito a Saul che Davide era fuggito da Keila ed egli rinunziò
all'azione.
[14]Davide andò a dimorare nel deserto in luoghi impervii, in
zona montuosa, nel deserto di Zif e Saul lo ricercava sempre; ma Dio non
lo mise mai nelle sue mani.
Davide a Corsa. Visita di Gionata
[15]Davide sapeva che Saul era uscito a cercare la sua vita.
Intanto Davide stava nel deserto di Zif, a Corsa. [16]Allora Giònata
figlio di Saul si alzò e andò da Davide a Corsa e ne rinvigorì il
coraggio in Dio. [17]Poi gli disse: «Non temere: la mano di Saul
mio padre non potrà raggiungerti e tu regnerai su Israele mentre io sarò
a te secondo. Anche Saul mio padre lo sa bene». [18]Essi
strinsero un patto davanti al Signore. Davide rimase a Corsa e Gionata
tornò a casa.
Davide sfugge di un soffio a Saul
[19]Ma alcuni uomini di Zif vennero a Gàbaa da Saul per
dirgli: «Non sai che Davide è nascosto presso di noi fra i dirupi? [20]Ora,
atteso il tuo desiderio di scendere, o re, scendi e sapremo metterlo
nelle mani del re». [21]Rispose Saul: «Benedetti voi nel nome
del Signore, perché vi siete presi a cuore la mia causa. [22]Andate
dunque, informatevi ancora, accertatevi bene del luogo dove muove i suoi
passi e chi lo ha visto là, perché mi hanno detto che egli è molto
astuto. [23]Cercate di conoscere tutti i nascondigli nei quali si
rifugia e tornate a me con la conferma. Allora verrò con voi e, se sarà
nel paese, lo ricercherò in tutti i villaggi di Giuda». [24]Si
alzarono e tornarono a Zif precedendo Saul. Davide e i suoi uomini erano
nel deserto di Maon, nell'Araba a meridione della steppa. [25]Saul
andò con i suoi uomini per ricercarlo. Ma la cosa fu riferita a Davide,
il quale scese presso la rupe, rimanendo nel deserto di Maon. Lo seppe
Saul e seguì le tracce di Davide nel deserto di Maon. [26]Saul
procedeva sul fianco del monte da una parte e Davide e i suoi uomini sul
fianco del monte dall'altra parte. Davide cercava in ogni modo di
sfuggire a Saul e Saul e i suoi uomini accerchiavano Davide e i suoi
uomini per prenderli. [27]Ma arrivò un messaggero a dire a Saul:
«Vieni in fretta, perché i Filistei hanno invaso il paese». [28]Allora
Saul cessò di inseguire Davide e andò contro i Filistei. Per questo
chiamarono quel luogo: Rupe della separazione.
Samuele 1 - Capitolo 24
Davide risparmia Saul
[1]Davide da quel luogo salì ad abitare nel deserto di Engàddi.
[2]Quando Saul tornò dall'azione contro i Filistei, gli
riferirono: «Ecco, Davide è nel deserto di Engàddi». [3]Saul
scelse tremila uomini valenti in tutto Israele e partì alla ricerca di
Davide di fronte alle Rocce dei caprioli. [4]Arrivò ai recinti
dei greggi lungo la strada, ove c'era una caverna. Saul vi entrò per un
bisogno naturale, mentre Davide e i suoi uomini se ne stavano in fondo
alla caverna. [5]Gli uomini di Davide gli dissero: «Ecco il
giorno in cui il Signore ti dice: Vedi, metto nelle tue mani il tuo
nemico, trattalo come vuoi». Davide si alzò e tagliò un lembo del
mantello di Saul, senza farsene accorgere. [6]Ma ecco, dopo aver
fatto questo, Davide si sentì battere il cuore per aver tagliato un
lembo del mantello di Saul. [7]Poi disse ai suoi uomini: «Mi
guardi il Signore dal fare simile cosa al mio signore, al consacrato del
Signore, dallo stendere la mano su di lui, perché è il consacrato del
Signore». [8]Davide dissuase con parole severe i suoi uomini e
non permise che si avventassero contro Saul. Saul uscì dalla caverna e
tornò sulla via.
[9]Dopo questo fatto, Davide si alzò, uscì dalla grotta e
gridò a Saul: «O re, mio signore»; Saul si voltò indietro e Davide
si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò. [10]Davide
continuò rivolgendosi a Saul: «Perché ascolti la voce di chi dice:
Ecco Davide cerca la tua rovina? [11]Ecco, in questo giorno i
tuoi occhi hanno visto che il Signore ti aveva messo oggi nelle mie mani
nella caverna. Mi fu suggerito di ucciderti, ma io ho avuto pietà di te
e ho detto: Non stenderò la mano sul mio signore, perché egli è il
consacrato del Signore. [12]Guarda, padre mio, il lembo del tuo
mantello nella mia mano: quando ho staccato questo lembo dal tuo
mantello nella caverna, vedi che non ti ho ucciso. Riconosci dunque e
vedi che non c'è in me alcun disegno iniquo né ribellione, né ho
peccato contro di te; invece tu vai insidiando la mia vita per
sopprimerla. [13]Sia giudice il Signore tra me e te e mi faccia
giustizia il Signore nei tuoi confronti, poiché la mia mano non si
stenderà su di te. [14]Come dice il proverbio antico:
Dagli empi esce l'empietà
e la mia mano non sarà contro di te.
[15]Contro chi è uscito il re d'Israele? Chi insegui? Un cane
morto, una pulce. [16]Il Signore sia arbitro e giudice tra me e
te, veda e giudichi la mia causa e mi faccia giustizia di fronte a te».
[17]Quando Davide ebbe finito di pronunziare verso Saul queste
parole, Saul disse: «E' questa la tua voce, Davide figlio mio?». Saul
alzò la voce e pianse. [18]Poi continuò verso Davide: «Tu sei
stato più giusto di me, perché mi hai reso il bene, mentre io ti ho
reso il male. [19]Oggi mi hai dimostrato che agisci bene con me,
che il Signore mi aveva messo nelle tue mani e tu non mi hai ucciso. [20]Quando
mai uno trova il suo nemico e lo lascia andare per la sua strada in
pace? Il Signore ti renda felicità per quanto hai fatto a me oggi. [21]Or
ecco sono persuaso che, certo, regnerai e che sarà saldo nelle tue mani
il regno d'Israele. [22]Ma tu giurami ora per il Signore che non
sopprimerai dopo di me la mia discendenza e non cancellerai il mio nome
dalla casa di mio padre». [23]Davide giurò a Saul. Saul tornò
a casa, mentre Davide con i suoi uomini salì al rifugio.
Samuele 1 - Capitolo 25
La morte di Samuele. Storia di Nabal e Abigail
[1]Samuele morì, e tutto Israele si radunò e lo pianse. Lo
seppellirono presso la sua casa in Rama. Davide si alzò e scese al
deserto di Paran.
[2]Vi era in Maon un uomo che possedeva beni a Carmel; costui
era molto ricco, aveva un gregge di tremila pecore e mille capre e si
trovava a Carmel per tosare il gregge. [3]Quest'uomo si chiamava
Nabal e sua moglie Abigail. La donna era di buon senso e di bell'aspetto,
ma il marito era brutale e cattivo; era un Calebita. [4]Davide
nel deserto sentì che Nabal era alla tosatura del gregge. [5]Allora
Davide inviò dieci giovani; Davide disse a questi giovani: «Salite a
Carmel, andate da Nabal e chiedetegli a mio nome se sta bene. [6]Voi
direte così a mio fratello: Pace a te e pace alla tua casa e pace a
quanto ti appartiene! [7]Ho sentito appunto che stanno tosando le
tue pecore. Ebbene, quando i tuoi pastori sono stati con noi, non li
abbiamo molestati e niente delle loro cose ha subito danno finché sono
stati a Carmel. [8]Interroga i tuoi uomini e ti informeranno.
Questi giovani trovino grazia ai tuoi occhi, perché siamo giunti in un
giorno lieto. Dà, ti prego, quanto puoi dare ai tuoi servi e al tuo
figlio Davide». [9]Gli uomini di Davide andarono e fecero a
Nabal tutto quel discorso a nome di Davide e attesero. [10]Ma
Nabal rispose ai servi di Davide: «Chi è Davide e chi è il figlio di
Iesse? Oggi sono troppi i servi che scappano dai loro padroni. [11]Devo
prendere il pane, l'acqua e la carne che ho preparato per i tosatori e
darli a gente che non so da dove venga?».
[12]Gli uomini di Davide rifecero la strada, tornarono
indietro e gli riferirono tutto questo discorso. [13]Allora
Davide disse ai suoi uomini: «Cingete tutti la spada!». Tutti cinsero
la spada e Davide cinse la sua e partirono dietro Davide circa
quattrocento uomini. Duecento rimasero a guardia dei bagagli.
[14]Ma Abigail, la moglie di Nabal, fu avvertita da uno dei
servi, che le disse: «Ecco Davide ha inviato messaggeri dal deserto per
salutare il nostro padrone, ma egli ha inveito contro di essi. [15]Veramente
questi uomini sono stati molto buoni con noi; non ci hanno molestati e
non ci è venuto a mancare niente finché siamo stati con loro, quando
eravamo in campagna. [16]Sono stati per noi come un muro di
difesa di notte e di giorno, finché siamo stati con loro a pascolare il
gregge. [17]Sappilo dunque e vedi ciò che devi fare, perché
pende qualche guaio sul nostro padrone e su tutta la sua casa. Egli poi
è troppo cattivo e non gli si può dire una parola». [18]Abigail
allora prese in fretta duecento pani, due otri di vino, cinque arieti
preparati, cinque misure di grano tostato, cento grappoli di uva passa e
duecento schiacciate di fichi secchi e li caricò sugli asini. [19]Poi
disse ai servi: «Precedetemi, io vi seguirò». Ma non disse nulla al
marito Nabal.
[20]Ora, mentre essa sul dorso di un asino scendeva lungo un
sentiero nascosto della montagna, Davide e i suoi uomini scendevano di
fronte a lei ed essa s'incontrò con loro. [21]Davide andava
dicendo: «Ho dunque custodito invano tutto ciò che appartiene a costui
nel deserto; niente fu danneggiato di ciò che gli appartiene ed egli mi
rende male per bene. [22]Tanto faccia Dio ai nemici di Davide e
ancora peggio, se di tutti i suoi io lascerò sopravvivere fino al
mattino un solo maschio!». [23]Appena Abigail vide Davide, smontò
in fretta dall'asino, cadde con la faccia davanti a Davide e si prostrò
a terra. [24]Cadde ai suoi piedi e disse: «Sono io colpevole,
mio signore. Lascia che parli la tua schiava al tuo orecchio e tu dègnati
di ascoltare le parole della tua schiava. [25]Non faccia caso il
mio signore di quell'uomo cattivo che è Nabal, perché egli è come il
suo nome: stolto si chiama e stoltezza è in lui; io tua schiava non
avevo visto i tuoi giovani, o mio signore, che avevi mandato. [26]Ora,
mio signore, per la vita del Signore e per la tua vita, poiché il
Signore ti ha impedito di venire al sangue e farti giustizia con la tua
mano, siano appunto come Nabal i tuoi nemici e coloro che cercano di
fare il male al mio signore. [27]Quanto a questo dono che la tua
schiava porta al mio signore, fà che sia dato agli uomini che seguono i
tuoi passi, mio signore. [28]Perdona la colpa della tua schiava.
Certo il Signore concederà a te, mio signore, una casa duratura, perché
il mio signore combatte le battaglie del Signore, né si troverà alcun
male in te per tutti i giorni della tua vita. [29]Se qualcuno
insorgerà a perseguitarti e a cercare la tua vita, la tua anima, o mio
signore, sarà conservata nello scrigno della vita presso il Signore tuo
Dio, mentre l'anima dei tuoi nemici Egli la scaglierà come dal cavo
della fionda. [30]Certo, quando il Signore ti avrà concesso
tutto il bene che ha detto a tuo riguardo e ti avrà costituito capo
d'Israele, [31]non sia di angoscia o di rimorso al tuo cuore
questa cosa: l'aver versato invano il sangue e l'aver fatto giustizia
con la tua mano, mio signore. Il Signore ti farà prosperare, mio
signore, ma tu vorrai ricordarti della tua schiava». [32]Davide
esclamò rivolto ad Abigail: «Benedetto il Signore, Dio d'Israele, che
ti ha mandato oggi incontro a me. [33]Benedetto il tuo senno e
benedetta tu che mi hai impedito oggi di venire al sangue e di fare
giustizia da me. [34]Viva sempre il Signore, Dio d'Israele, che
mi ha impedito di farti il male; perché se non fossi venuta in fretta
incontro a me, non sarebbe rimasto a Nabal allo spuntar del giorno un
solo maschio». [35]Davide prese poi dalle mani di lei quanto gli
aveva portato e le disse: «Torna a casa in pace. Vedi: ho ascoltato la
tua voce e ho rasserenato il tuo volto».
[36]Abigail tornò da Nabal: questi teneva in casa un
banchetto come un banchetto da re. Il suo cuore era allegro ed egli era
ubriaco fradicio. Essa non gli disse né tanto né poco fino allo
spuntar del giorno. [37]Il mattino dopo, quando Nabal ebbe
smaltito il vino, la moglie gli narrò la faccenda; il cuore gli si
tramortì nel petto ed egli rimase come una pietra. [38]Dieci
giorni dopo il Signore colpì Nabal ed egli morì. [39]Quando
Davide sentì che Nabal era morto, esclamò: «Benedetto il Signore che
ha fatto giustizia dell'ingiuria che ho ricevuto da Nabal; ha trattenuto
il suo servo dal male e ha rivolto sul capo di Nabal la sua iniquità».
Poi Davide mandò messaggeri e annunziò ad Abigail che voleva prenderla
in moglie. [40]I servi di Davide andarono a Carmel e le dissero:
«Davide ci ha mandati a prenderti perché tu sia sua moglie». [41]Essa
si alzò, si prostrò con la faccia a terra e disse: «Ecco, la tua
schiava sarà come una schiava per lavare i piedi ai servi del mio
signore». [42]Abigail si preparò in fretta poi salì su un
asino e, seguita dalle sue cinque giovani ancelle, tenne dietro ai
messaggeri di Davide e divenne sua moglie. [43]Davide aveva preso
anche Achinoàm da Izreèl e furono tutte e due sue mogli. [44]Saul
aveva dato Mikal sua figlia, gia moglie di Davide, a Palti figlio di
Lais, che abitava in Gallìm.
Samuele 1 - Capitolo 26
Davide risparmia Saul
[1]Gli abitanti di Zif si recarono da Saul in Gàbaa e gli
dissero: «Non è forse Davide nascosto sull'altura di Cachilà, di
fronte al deserto?». [2]Saul si mosse e scese al deserto di Zif
conducendo con sé tremila uomini scelti di Israele, per ricercare
Davide nel deserto di Zif. [3]Saul si accampò sull'altura di
Cachilà di fronte al deserto presso la strada mentre Davide si trovava
nel deserto. Quando si accorse che Saul lo inseguiva nel deserto, [4]Davide
mandò alcune spie ed ebbe conferma che Saul era arrivato davvero. [5]Allora
Davide si alzò e venne al luogo dove era giunto Saul; là Davide notò
il posto dove dormivano Saul e Abner figlio di Ner, capo dell'esercito
di lui. Saul riposava tra i carriaggi e la truppa era accampata
all'intorno. [6]Davide si rivolse ad Achimelech, l'Hittita e ad
Abisài, figlio di Zeruià, fratello di Ioab, dicendo: «Chi vuol
scendere con me da Saul nell'accampamento?». Rispose Abisài: «Scenderò
io con te». [7]Davide e Abisài scesero tra quella gente di
notte ed ecco Saul giaceva nel sonno tra i carriaggi e la sua lancia era
infissa a terra a capo del suo giaciglio mentre Abner con la truppa
dormiva all'intorno. [8]Abisài disse a Davide: «Oggi Dio ti ha
messo nelle mani il tuo nemico. Lascia dunque che io l'inchiodi a terra
con la lancia in un sol colpo e non aggiungerò il secondo». [9]Ma
Davide disse ad Abisài: «Non ucciderlo! Chi mai ha messo la mano sul
consacrato del Signore ed è rimasto impunito?». [10]Davide
soggiunse: «Per la vita del Signore, solo il Signore lo toglierà di
mezzo o perché arriverà il suo giorno e morirà o perché scenderà in
battaglia e sarà ucciso. [11]Il Signore mi guardi dallo stendere
la mano sul consacrato del Signore! Ora prendi la lancia che sta a capo
del suo giaciglio e la brocca dell'acqua e andiamocene». [12]Così
Davide portò via la lancia e la brocca dell'acqua che era dalla parte
del capo di Saul e tutti e due se ne andarono; nessuno vide, nessuno se
ne accorse, nessuno si svegliò: tutti dormivano, perché era venuto su
di loro un torpore mandato dal Signore.
[13]Davide passò dall'altro lato e si fermò lontano sulla
cima del monte; vi era grande spazio tra di loro. [14]Allora
Davide gridò alla truppa e ad Abner, figlio di Ner: «Non risponderai,
Abner?». Abner rispose: «Chi sei tu che gridi verso il re?». [15]Davide
rispose ad Abner: «Non sei un uomo tu? E chi è come te in Israele? E
perché non hai fatto guardia al re tuo signore? E' venuto infatti uno
del popolo per uccidere il re tuo signore. [16]Non hai fatto
certo una bella cosa. Per la vita del Signore, siete degni di morte voi
che non avete fatto guardia al vostro signore, all'unto del Signore. E
ora guarda dov'è la lancia del re e la brocca che era presso il suo
capo». [17]Saul riconobbe la voce di Davide e gridò: «E'
questa la tua voce, Davide, figlio mio?». Rispose Davide: «E' la mia
voce, o re mio signore». [18]Aggiunse: «Perché il mio signore
perseguita il suo servo? Che ho fatto? Che male si trova in me? [19]Ascolti
dunque il re mio signore la parola del suo servo: se il Signore ti
eccita contro di me, voglia accettare il profumo di un'offerta. Ma se
sono gli uomini, siano maledetti davanti al Signore, perché oggi mi
scacciano lontano, impedendomi di partecipare all'eredità del Signore.
E' come se dicessero: Và a servire altri dei. [20]Almeno non sia
versato sulla terra il mio sangue lontano dal Signore, ora che il re
d'Israele è uscito in campo per ricercare una pulce, come si insegue
una pernice sui monti». [21]Il re rispose: «Ho peccato,
ritorna, Davide figlio mio. Non ti farò più del male, perché la mia
vita oggi è stata tanto preziosa ai tuoi occhi. Ho agito da sciocco e
mi sono molto, molto ingannato». [22]Rispose Davide: «Ecco la
lancia del re, passi qui uno degli uomini e la prenda! [23]Il
Signore renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà,
dal momento che oggi il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho
voluto stendere la mano sul consacrato del Signore. [24]Ed ecco,
come è stata preziosa oggi la tua vita ai miei occhi, così sia
preziosa la mia vita agli occhi del Signore ed egli mi liberi da ogni
angoscia». [25]Saul rispose a Davide: «Benedetto tu sia, Davide
figlio mio. Certo saprai fare e riuscirai in tutto». Davide andò per
la sua strada e Saul tornò alla sua dimora.
Samuele 1 - Capitolo 27
4. DAVIDE PRESSO I FILISTEI
Davide si rifugia a Gat
[1]Davide pensò: «Certo un giorno o l'altro perirò per mano
di Saul. Non ho miglior via d'uscita che cercare scampo nel paese dei
Filistei; Saul rinunzierà a ricercarmi in tutto il territorio d'Israele
e sfuggirò dalle sue mani». [2]Così Davide si mosse e si portò,
con i seicento uomini che aveva con sé, presso Achis, figlio di Moach,
re di Gat. [3]Davide rimase presso Achis in Gat, lui e i suoi
uomini, ciascuno con la famiglia; Davide con le due mogli, Achinoàm di
Izreèl e Abigail, gia moglie di Nabal da Carmel. [4]Fu riferito
a Saul che Davide si era rifugiato in Gat e non lo cercò più.
Davide vassallo dei Filistei
[5]Davide disse ad Achis: «Se ho trovato grazia ai tuoi
occhi, mi sia concesso un luogo in una città del tuo territorio dove io
possa abitare. Perché dovrà stare il tuo servo presso di te nella tua
città reale?». [6]E Achis quello stesso giorno gli diede Ziklàg;
per questo Ziklàg è rimasta in possesso di Giuda fino a oggi. [7]La
durata del soggiorno di Davide nel territorio dei Filistei fu di un anno
e quattro mesi. [8]Davide e i suoi uomini partivano a fare razzie
contro i Ghesuriti, i Ghirziti e gli Amaleciti: questi appunto sono gli
abitanti di quel territorio che si estende da Telam verso Sur fino al
paese d'Egitto. [9]Davide batteva quel territorio e non lasciava
in vita né uomo né donna; prendeva greggi e armenti, asini e cammelli
e vesti, poi tornava indietro e veniva da Achis. [10]Quando Achis
chiedeva: «Dove avete fatto scorrerie oggi?», Davide rispondeva: «Contro
il Negheb di Giuda, contro il Negheb degli Ierahmeeliti, contro il
Negheb dei Keniti». [11]Davide non lasciava sopravvivere né
uomo né donna da portare a Gat, pensando: «Non vorrei che riferissero
contro di noi: Così ha fatto Davide». Tale fu la sua condotta finché
dimorò nel territorio dei Filistei. [12]Achis faceva conto su
Davide, pensando: «Certo si è attirato l'odio del suo popolo, di
Israele e così sarà per sempre mio servo».
Samuele 1 - Capitolo 28
I Filistei muovono guerra contro Israele
[1]In quei giorni i Filistei radunarono l'esercito per
combattere contro Israele e Achis disse a Davide: «Tieni bene a mente
che devi uscire in campo con me insieme con i tuoi uomini». [2]Davide
rispose ad Achis: «Tu sai gia quello che farà il tuo servo». Achis
disse: «Bene! Ti faccio per sempre mia guardia del corpo».
Saul e la pitonessa di Endor
[3]Samuele era morto e tutto Israele aveva fatto il lamento su
di lui; poi l'avevano seppellito in Rama sua città. Saul aveva bandito
dal paese i negromanti e gl'indovini.
[4]I Filistei si radunarono, si mossero e posero il campo in
Sunàm. Saul radunò tutto Israele e si accampò sul Gelboe. [5]Quando
Saul vide il campo dei Filistei, rimase atterrito e il suo cuore tremò
di paura. [6]Saul consultò il Signore e il Signore non gli
rispose né attraverso sogni, né mediante gli Urim, né per
mezzo dei profeti. [7]Allora Saul disse ai suoi ministri: «Cercatemi
una negromante, perché voglio andare a consultarla». I suoi ministri
gli risposero: «Vi è una negromante nella città di Endor». [8]Saul
si camuffò, si travestì e partì con due uomini. Arrivò da quella
donna di notte. Disse: «Pratica la divinazione per me con uno spirito.
Evocami colui che io ti dirò». [9]La donna gli rispose: «Tu
sai bene quello che ha fatto Saul: ha eliminato dal paese i negromanti e
gli indovini e tu perché tendi un tranello alla mia vita per uccidermi?».
[10]Saul le giurò per il Signore: «Per la vita del Signore, non
avrai alcuna colpa per questa faccenda». [11]Essa disse: «Chi
devo evocarti?». Rispose: «Evocami Samuele».
[12]La donna vide Samuele e proruppe in un forte grido e disse
quella donna a Saul: «Perché mi hai ingannata? Tu sei Saul!». [13]Le
rispose il re: «Non aver paura, che cosa vedi?». La donna disse a
Saul: «Vedo un essere divino che sale dalla terra». [14]Le
domandò: «Che aspetto ha?». Rispose: «E' un uomo anziano che sale ed
è avvolto in un mantello». Saul comprese che era veramente Samuele e
si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò. [15]Allora
Samuele disse a Saul: «Perché mi hai disturbato e costretto a salire?».
Saul rispose: «Sono in grande difficoltà. I Filistei mi muovono guerra
e Dio si è allontanato da me; non mi ha più risposto né per mezzo dei
profeti, né per mezzo dei sogni; perciò ti ho evocato, perché tu mi
manifesti quello che devo fare». [16]Samuele rispose: «Perché
mi vuoi consultare, quando il Signore si è allontanato da te ed è
divenuto tuo nemico? [17]Il Signore ha fatto nei tuoi riguardi
quello che ha detto per mia bocca. Il Signore ha strappato da te il
regno e l'ha dato al tuo prossimo, a Davide. [18]Poiché non hai
ascoltato il comando del Signore e non hai dato effetto alla sua ira
contro Amalek, per questo il Signore ti ha trattato oggi in questo modo.
[19]Il Signore abbandonerà inoltre Israele insieme con te nelle
mani dei Filistei. Domani tu e i tuoi figli sarete con me; il Signore
consegnerà anche l'accampamento d'Israele in mano ai Filistei». [20]All'istante
Saul cadde a terra lungo disteso, pieno di terrore per le parole di
Samuele; inoltre era gia senza forze perché non aveva mangiato niente
tutto quel giorno e la notte. [21]Allora la donna si accostò a
Saul e vedendolo tutto spaventato, gli disse: «Ecco, la tua serva ha
ascoltato i tuoi ordini. Ho esposto al pericolo la vita per obbedire
alla parola che mi hai detto. [22]Ma ora ascolta anche tu la voce
della tua serva. Ti ho preparato un pezzo di pane: mangia e riprenderai
le forze, perché devi rimetterti in viaggio». [23]Egli
rifiutava e diceva: «Non mangio». Ma i suoi servi insieme alla donna
lo costrinsero e accettò di mangiare. Si alzò da terra e sedette sul
letto. [24]La donna aveva in casa un vitello da ingrasso; si
affrettò a ucciderlo, poi prese la farina, la impastò e gli fece
cuocere pani azzimi. [25]Mise tutto davanti a Saul e ai suoi
servi. Essi mangiarono, poi si alzarono e partirono quella stessa notte.
Samuele 1 - Capitolo 29
Davide è congedato dai capi filistei
[1]I Filistei avevano concentrato tutte le forze in Afek,
mentre gli Israeliti erano accampati presso la sorgente che si trova in
Izreèl. [2]I capi dei Filistei marciavano con le loro centinaia
e le migliaia. Davide e i suoi uomini marciavano alla retroguardia con
Achis. [3]I capi dei Filistei domandarono: «Che cosa fanno
questi Ebrei?». Achis rispose ai capi dei Filistei: «Non è forse
costui Davide servo di Saul re d'Israele? E' stato con me un anno o due
e non ho trovato in lui nulla da ridire dal giorno della sua venuta fino
ad oggi». [4]I capi dei Filistei furono tutti contro di lui e
gli intimarono: «Rimanda quest'uomo: torni al luogo che gli hai
assegnato. Non venga con noi in guerra, perché non diventi nostro
nemico durante il combattimento. Come riacquisterà costui il favore del
suo signore, se non con la testa di questi uomini? [5]Non è
costui quel Davide a cui cantavano tra le danze:
«Saul ha ucciso i suoi mille
e Davide i suoi diecimila?».
[6]Achis chiamò Davide e gli disse: «Per la vita del
Signore, tu sei leale e io vedo con piacere che tu vada e venga con me
in guerra, perché non ho trovato in te alcuna malizia, da quando sei
arrivato fino ad oggi. Ma non sei gradito agli occhi dei capi. [7]Quindi
torna indietro, per non passare come nemico agli occhi dei capi dei
Filistei». [8]Rispose Davide ad Achis: «Che cosa ho fatto e che
cosa hai trovato nel tuo servo, da quando sono venuto alla tua presenza
fino ad oggi, perché io non possa venire a combattere contro i nemici
del re mio signore?». [9]Rispose Achis a Davide: «So bene che
tu mi sei prezioso come un inviato di Dio; ma i capi dei Filistei mi
hanno detto: Non deve venire con noi a combattere. [10]Alzatevi
dunque domani mattina tu e i servi del tuo signore che sono venuti con
te. Alzatevi presto e allo spuntar del giorno partite». [11]Il
mattino dopo Davide e i suoi uomini si alzarono presto per partire e
tornarono nel territorio dei Filistei. I Filistei salirono ad Izreèl.
Samuele 1 - Capitolo 30
Campagna contro gli Amaleciti
[1]Quando Davide e i suoi uomini arrivarono a Ziklàg il terzo
giorno, gli Amaleciti avevano fatto una razzia nel Negheb e a Ziklàg.
Avevano distrutto Ziklàg appiccandole il fuoco. [2]Avevano
condotto via le donne e quanti vi erano, piccoli e grandi; non avevano
ucciso nessuno, ma li avevano fatti prigionieri e se n'erano andati. [3]Tornò
dunque Davide e gli uomini che erano con lui ed ecco la città era in
preda alle fiamme; le loro donne, i loro figli e le loro figlie erano
stati condotti via. [4]Davide e la sua gente alzarono la voce e
piansero finché ne ebbero forza. [5]Le due mogli di Davide,
Achinoàm di Izrèel e Abigail, gia moglie di Nabal da Carmel, erano
state condotte via.
[6]Davide fu in grande angoscia perché tutta quella gente
parlava di lapidarlo. Tutti avevano l'animo esasperato, ciascuno per i
suoi figli e le sue figlie. Ma Davide ritrovò forza e coraggio nel
Signore suo Dio. [7]Allora Davide disse al sacerdote Ebiatar
figlio di Achimelech: «Portami l'efod». Ebiatar accostò l'efod
a Davide. [8]Davide consultò il Signore e chiese: «Devo
inseguire questa banda? La raggiungerò?». Gli rispose: «Inseguila, la
raggiungerai e libererai i prigionieri». [9]Davide e i seicento
uomini che erano con lui partirono e giunsero al torrente di Besor, dove
quelli rimasti indietro si fermarono. [10]Davide continuò
l'inseguimento con quattrocento uomini: si fermarono invece duecento
uomini che erano troppo affaticati per passare il torrente di Besor. [11]Trovarono
nella campagna un Egiziano e lo portarono a Davide. Gli diedero da
mangiare pane e gli diedero da bere acqua. [12]Gli diedero anche
una schiacciata di fichi secchi e due grappoli di uva passa. Mangiò e
si sentì rianimato, perché non aveva preso cibo e non aveva bevuto
acqua da tre giorni e da tre notti. [13]Davide gli domandò: «A
chi appartieni tu e di dove sei?». Rispose: «Sono un giovane egiziano,
schiavo di un Amalecita. Il mio padrone mi ha abbandonato perché tre
giorni fa mi sono ammalato. [14]Noi abbiamo depredato il Negheb
dei Cretei, quello di Giuda e il Negheb di Caleb e abbiamo appiccato il
fuoco a Ziklàg». [15]Davide gli disse: «Vuoi tu guidarmi verso
quella banda?». Rispose: «Giurami per Dio che non mi ucciderai e non
mi riconsegnerai al mio padrone e ti condurrò da quella banda». [16]Così
fece da guida ed ecco, erano sparsi sulla distesa di quella regione a
mangiare e a bere e a far festa con tutto l'ingente bottino che avevano
preso dal paese dei Filistei e dal paese di Giuda. [17]Davide li
battè dalle prime luci dell'alba fino alla sera del giorno dopo e non
sfuggì alcuno di essi, se non quattrocento giovani, che montarono sui
cammelli e fuggirono. [18]Davide liberò tutti coloro che gli
Amaleciti avevano preso e in particolare Davide liberò le sue due
mogli. [19]Non mancò nessuno tra di essi, né piccolo né
grande, né figli né figlie, né la preda né ogni altra cosa che era
stata presa loro: Davide ricuperò tutto. [20]Davide prese tutto
il bestiame minuto e grosso: spingevano davanti a lui tutto questo
bestiame e gridavano: «Questo è il bottino di Davide».
[21]Davide poi giunse ai duecento uomini che erano troppo
sfiniti per seguire Davide e aveva fatto rimanere al torrente di Besor.
Essi andarono incontro a Davide e a tutta la sua gente: Davide con la
truppa si accostò e domandò loro come stavano le cose. [22]Ma
tutti i cattivi e gli iniqui tra gli uomini che erano andati con Davide
si misero a dire: «Poiché non sono venuti con noi, non si dia loro
niente della preda, eccetto le mogli e i figli di ciascuno; li conducano
via e se ne vadano». [23]Davide rispose: «Non fate così,
fratelli miei, con quello che il Signore ci ha dato, salvandoci tutti e
mettendo nelle nostre mani quella torma che era venuta contro di noi. [24]Chi
vorrà seguire questo vostro parere? Perché quale la parte di chi
scende a battaglia, tale è la parte di chi fa la guardia ai bagagli:
insieme faranno le parti». [25]Da quel giorno in poi stabilì
questo come regola e statuto in Israele fino ad oggi. [26]Quando
fu di ritorno a Ziklàg, Davide mandò parte del bottino agli anziani di
Giuda suoi amici, con queste parole: «Eccovi un dono proveniente dal
bottino dei nemici del Signore»:
[27]a quelli di Betel
e a quelli di Rama nel Negheb,
a quelli di Iattìr,
[28]a quelli di Aroer,
a quelli di Sifmòt,
a quelli di Estemoà,
[29]a quelli di Ràcal,
a quelli delle città degli Ieracmeeliti,
a quelli delle città dei Keniti,
[30]a quelli di Cormà,
a quelli di Bor-Asàn,
a quelli di Atach,
[31]a quelli di Ebron e a quelli di tutti i luoghi
per cui era
passato Davide con i suoi uomini.
Samuele 1 - Capitolo 31
Battaglia di Gelboe. Morte di Saul
[1]I Filistei vennero a battaglia con Israele, ma gli
Israeliti fuggirono davanti ai Filistei e ne caddero trafitti sul monte
Gelboe. [2]I Filistei si strinsero attorno a Saul e ai suoi figli
e colpirono a morte Giònata, Abinadàb e Malkisuà, figli di Saul. [3]La
lotta si aggravò contro Saul: gli arcieri lo presero di mira con gli
archi ed egli fu ferito gravemente dagli arcieri. [4]Allora Saul
disse al suo scudiero: «Sfodera la spada e trafiggimi, prima che
vengano quei non circoncisi a trafiggermi e a schernirmi». Ma lo
scudiero non volle, perché era troppo spaventato. Allora Saul prese la
spada e vi si gettò sopra. [5]Quando lo scudiero vide che Saul
era morto, si gettò anche lui sulla sua spada e morì con lui. [6]Così
morirono insieme in quel giorno Saul e i suoi tre figli, lo scudiero e
ancora tutti i suoi uomini. [7]Quando gli Israeliti che erano
dall'altra parte della valle e quelli che erano oltre il Giordano,
videro che l'esercito d'Israele era in fuga ed erano morti Saul e i suoi
figli, abbandonarono le loro città e fuggirono. I Filistei vennero e vi
si stabilirono. [8]Il giorno dopo, quando i Filistei vennero per
depredare i cadaveri, trovarono Saul e i suoi tre figli caduti sul monte
Gelboe. [9]Essi tagliarono la testa di lui, lo spogliarono
dell'armatura e inviarono queste cose nel paese dei Filistei, girando
dovunque per dare il felice annunzio ai templi dei loro idoli e a tutto
il popolo. [10]Posero poi le sue armi nel tempio di Astàrte e
appesero il suo corpo alle mura di Beisan. [11]I cittadini di
Iabes di Gàlaad vennero a sapere quello che i Filistei avevano fatto a
Saul. [12]Allora tutti gli uomini valorosi si mossero: partirono
nel pieno della notte e sottrassero il corpo di Saul e i corpi dei suoi
figli dalle mura di Beisan, li portarono a Iabes e qui li bruciarono. [13]Poi
presero le loro ossa, le seppellirono sotto il tamarisco che è in Iabes
e fecero digiuno per sette giorni.
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