|  |   Samuele 1 - Capitolo 1 I. SAMUELE1. L'INFANZIA DI SAMUELEIl pellegrinaggio a Silo[1]C'era un uomo di Ramatàim, uno Zufita delle montagne di
        Efraim, chiamato Elkana, figlio di Ierocàm, figlio di Eliàu, figlio di
        Tòcu, figlio di Zuf, l'Efraimita. [2]Aveva due mogli, l'una
        chiamata Anna, l'altra Peninna. Peninna aveva figli mentre Anna non ne
        aveva. [3]Quest'uomo andava ogni anno dalla sua città per prostrarsi
        e sacrificare al Signore degli eserciti in Silo, dove stavano i due
        figli di Eli Cofni e Pìncas, sacerdoti del Signore. [4]Un giorno Elkana offrì il sacrificio. Ora egli aveva
        l'abitudine di dare alla moglie Peninna e a tutti i figli e le figlie di
        lei le loro parti. [5]Ad Anna invece dava una parte sola; ma egli
        amava Anna, sebbene il Signore ne avesse reso sterile il grembo. [6]La
        sua rivale per giunta l'affliggeva con durezza a causa della sua
        umiliazione, perché il Signore aveva reso sterile il suo grembo. [7]Così
        succedeva ogni anno: tutte le volte che salivano alla casa del Signore,
        quella la mortificava. Anna dunque si mise a piangere e non voleva prendere cibo. [8]Elkana
        suo marito le disse: «Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché
        è triste il tuo cuore? Non sono forse io per te meglio di dieci figli?». La preghiera di Anna[9]Anna, dopo aver mangiato in Silo e bevuto, si alzò e andò
        a presentarsi al Signore. In quel momento il sacerdote Eli stava sul
        sedile davanti a uno stipite del tempio del Signore. [10]Essa era
        afflitta e innalzò la preghiera al Signore, piangendo amaramente. [11]Poi
        fece questo voto: «Signore degli eserciti, se vorrai considerare la
        miseria della tua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la
        tua schiava e darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò
        al Signore per tutti i giorni della sua vita e il rasoio non passerà
        sul suo capo». [12]Mentre essa prolungava la preghiera davanti al Signore,
        Eli stava osservando la sua bocca. [13]Anna pregava in cuor suo e
        si muovevano soltanto le labbra, ma la voce non si udiva; perciò Eli la
        ritenne ubriaca. [14]Le disse Eli: «Fino a quando rimarrai
        ubriaca? Lìberati dal vino che hai bevuto!». [15]Anna rispose:
        «No, mio signore, io sono una donna affranta e non ho bevuto né vino né
        altra bevanda inebriante, ma sto solo sfogandomi davanti al Signore. [16]Non
        considerare la tua serva una donna iniqua, poiché finora mi ha fatto
        parlare l'eccesso del mio dolore e della mia amarezza». [17]Allora
        Eli le rispose: «Và in pace e il Dio d'Israele ascolti la domanda che
        gli hai fatto». [18]Essa replicò: «Possa la tua serva trovare
        grazia ai tuoi occhi». Poi la donna se ne andò per la sua via e il suo
        volto non fu più come prima. Nascita e consacrazione di Samuele[19]Il mattino dopo si alzarono e dopo essersi prostrati
        davanti al Signore tornarono a casa in Rama. Elkana si unì a sua moglie
        e il Signore si ricordò di lei. [20]Così al finir dell'anno
        Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele. «Perché -
        diceva - dal Signore l'ho impetrato». [21]Quando poi Elkana andò
        con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e
        a soddisfare il voto, [22]Anna non andò, perché diceva al
        marito: «Non verrò, finché il bambino non sia divezzato e io possa
        condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre». [23]Le
        rispose Elkana suo marito: «Fà pure quanto ti sembra meglio; rimani
        finché tu l'abbia divezzato; soltanto adempia il Signore la tua parola».
        La donna rimase e allattò il figlio, finché l'ebbe divezzato. [24]Dopo
        averlo divezzato, andò con lui, portando un giovenco di tre anni, un'efa
        di farina e un otre di vino e venne alla casa del Signore a Silo e il
        fanciullo era con loro. [25]Immolato il giovenco, presentarono il
        fanciullo a Eli [26]e Anna disse: «Ti prego, mio signore. Per la
        tua vita, signor mio, io sono quella donna che era stata qui presso di
        te a pregare il Signore. [27]Per questo fanciullo ho pregato e il
        Signore mi ha concesso la grazia che gli ho chiesto. [28]Perciò
        anch'io lo dò in cambio al Signore: per tutti i giorni della sua vita
        egli è ceduto al Signore». E si prostrarono là davanti al Signore. Samuele 1 - Capitolo 2 Cantico d'Anna[1]Allora Anna pregò: Il mio cuore esulta nel Signore,la mia fronte s'innalza grazie al mio Dio.
 Si apre la mia bocca contro i miei nemici,
 perché io godo del beneficio che mi hai concesso.
 [2]Non c'è santo come il Signore,
 non c'è rocca come il nostro Dio.
 [3]Non moltiplicate i discorsi superbi,
 dalla vostra bocca non esca arroganza;
 perché il Signore è il Dio che sa tutto
 e le sue opere sono rette.
 [4]L'arco dei forti s'è spezzato,
 ma i deboli sono rivestiti di vigore.
 [5]I sazi sono andati a giornata per un pane,
 mentre gli affamati han cessato di faticare.
 La sterile ha partorito sette volte
 e la ricca di figli è sfiorita.
 [6]Il Signore fa morire e fa vivere,
 scendere agli inferi e risalire.
 [7]Il Signore rende povero e arricchisce,
 abbassa ed esalta.
 [8]Solleva dalla polvere il misero,
 innalza il povero dalle immondizie,
 per farli sedere insieme con i capi del popolo
 e assegnar loro un seggio di gloria.
 Perché al Signore appartengono i cardini della terra
 e su di essi fa poggiare il mondo.
 [9]Sui passi dei giusti Egli veglia,
 ma gli empi svaniscono nelle tenebre.
 Certo non prevarrà l'uomo malgrado la sua forza.
 [10]Il Signore... saranno abbattuti i suoi avversari!
 L'Altissimo tuonerà dal cielo.
 Il Signore giudicherà gli estremi confini della
 terra;
 darà forza al suo re
 ed eleverà la potenza del suo Messia».
 [11]Poi Elkana tornò a Rama, a casa sua, e il fanciullo
        rimase a servire il Signore alla presenza del sacerdote Eli. I figli di Eli[12]Ora i figli di Eli erano uomini depravati; non tenevano in
        alcun conto il Signore, [13]né la retta condotta dei sacerdoti
        verso il popolo. Quando uno si presentava a offrire il sacrificio,
        veniva il servo del sacerdote mentre la carne cuoceva, con in mano un
        forchettone a tre denti, [14]e lo introduceva nella pentola o
        nella marmitta o nel tegame o nella caldaia e tutto ciò che il
        forchettone tirava su il sacerdote lo teneva per sé. Così facevano con
        tutti gli Israeliti che venivano là a Silo. [15]Prima che fosse
        bruciato il grasso, veniva ancora il servo del sacerdote e diceva a chi
        offriva il sacrificio: «Dammi la carne da arrostire per il sacerdote,
        perché non vuole avere da te carne cotta, ma cruda». [16]Se
        quegli rispondeva: «Si bruci prima il grasso, poi prenderai quanto
        vorrai!», replicava: «No, me la devi dare ora, altrimenti la prenderò
        con la forza». [17]Così il peccato di quei giovani era molto
        grande davanti al Signore perché disonoravano l'offerta del Signore. Samuele a Silo[18]Samuele prestava servizio davanti al Signore per quanto lo
        poteva un fanciullo e andava cinto di efod di lino. [19]Sua
        madre gli preparava una piccola veste e gliela portava ogni anno, quando
        andava con il marito a offrire il sacrificio annuale. [20]Eli
        allora benediceva Elkana e sua moglie ed esclamava: «Ti conceda il
        Signore altra prole da questa donna per il prestito che essa ha fatto al
        Signore». Essi tornarono a casa [21]e il Signore visitò Anna,
        che partorì ancora tre figli e due figlie. Frattanto il fanciullo
        Samuele cresceva presso il Signore. Ancora i figli di Eli[22]Eli era molto vecchio e gli veniva all'orecchio quanto i
        suoi figli facevano a tutto Israele e come essi si univano alle donne
        che prestavano servizio all'ingresso della tenda del convegno. [23]Perciò
        disse loro: «Perché dunque fate tali cose? Io sento infatti da parte
        di tutto il popolo le vostre azioni empie! [24]No, figli, non è
        bene ciò che io odo di voi, che cioè sviate il popolo del Signore. [25]Se un uomo pecca contro un altro uomo,Dio potrà intervenire in suo favore,
 ma se l'uomo pecca contro il Signore,
 chi potrà intercedere per lui?».
 Ma non ascoltarono la voce del padre, perché il Signore aveva deciso
        di farli morire. [26]Invece il giovane Samuele andava crescendo
        in statura e in bontà davanti al Signore e agli uomini. Annunzio del castigo[27]Un giorno venne un uomo di Dio da Eli e gli disse: «Così
        dice il Signore: Non mi sono forse rivelato alla casa di tuo padre,
        mentre erano in Egitto, in casa del faraone? [28]Non l'ho scelto
        da tutte le tribù d'Israele come mio sacerdote, perché salga l'altare,
        bruci l'incenso e porti l'efod davanti a me? Alla casa di tuo
        padre ho anche assegnato tutti i sacrifici consumati dal fuoco, offerti
        dagli Israeliti. [29]Perché dunque avete calpestato i miei
        sacrifici e le mie offerte che io ho ordinato per sempre e tu hai avuto
        maggior riguardo ai tuoi figli che a me e vi siete pasciuti in tal modo
        con le primizie di ogni offerta di Israele mio popolo? [30]Ecco
        dunque l'oracolo del Signore, Dio d'Israele: Avevo promesso alla tua
        casa e alla casa di tuo padre che avrebbero sempre camminato alla mia
        presenza. Ma ora - oracolo del Signore - non sia mai! Perché chi mi
        onorerà anch'io l'onorerò, chi mi disprezzerà sarà oggetto di
        disprezzo. [31]Ecco verranno giorni in cui io taglierò via il
        tuo braccio e il braccio della casa di tuo padre, sì che non vi sia più
        un anziano nella tua casa. [32]Guarderai sempre angustiato tutto
        il bene che farò a Israele, mentre non si troverà mai più un anziano
        nella tua casa. [33]Qualcuno dei tuoi tuttavia non lo strapperò
        dal mio altare, perché ti si consumino gli occhi e si strazi il tuo
        animo: ma chiunque sarà nato dalla tua famiglia morirà per la spada
        degli uomini. [34]Sarà per te un segno quello che avverrà ai
        tuoi due figli, a Cofni e Pìncas: nello stesso giorno moriranno tutti e
        due. [35]Dopo, farò sorgere al mio servizio un sacerdote fedele
        che agirà secondo il mio cuore e il mio desiderio. Io gli darò una
        casa stabile e camminerà alla mia presenza, come mio consacrato per
        sempre. [36]Chiunque sarà superstite nella tua casa, andrà a
        prostrarsi davanti a lui per una monetina d'argento e per un pezzo di
        pane e dirà: Ammettimi a qualunque ufficio sacerdotale, perché possa
        mangiare un tozzo di pane». Samuele 1 - Capitolo 3 La chiamata di Dio a Samuele[1]Il giovane Samuele continuava a servire il Signore sotto la
        guida di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni
        non erano frequenti. [2]In quel tempo Eli stava riposando in
        casa, perché i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più
        a vedere. [3]La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele
        era coricato nel tempio del Signore, dove si trovava l'arca di Dio. [4]Allora
        il Signore chiamò: «Samuele!» e quegli rispose: «Eccomi», [5]poi
        corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non
        ti ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire. [6]Ma
        il Signore chiamò di nuovo: «Samuele!» e Samuele, alzatosi, corse da
        Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Ma quegli rispose di nuovo:
        «Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!». [7]In realtà
        Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era
        stata ancora rivelata la parola del Signore. [8]Il Signore tornò
        a chiamare: «Samuele!» per la terza volta; questi si alzò ancora e
        corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese
        che il Signore chiamava il giovinetto. [9]Eli disse a Samuele: «Vattene
        a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché
        il tuo servo ti ascolta». Samuele andò a coricarsi al suo posto. [10]Venne
        il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come le
        altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose subito: «Parla,
        perché il tuo servo ti ascolta». [11]Allora il Signore disse a
        Samuele: «Ecco io sto per fare in Israele una cosa tale che chiunque
        udirà ne avrà storditi gli orecchi. [12]In quel giorno attuerò
        contro Eli quanto ho pronunziato riguardo alla sua casa, da cima a
        fondo. [13]Gli ho annunziato che io avrei fatto vendetta della
        casa di lui per sempre, perché sapeva che i suoi figli disonoravano Dio
        e non li ha puniti. [14]Per questo io giuro contro la casa di Eli:
        non sarà mai espiata l'iniquità della casa di Eli né con i sacrifici
        né con le offerte!». [15]Samuele si coricò fino al mattino,
        poi aprì i battenti della casa del Signore. Samuele però non osava
        manifestare la visione a Eli. [16]Eli chiamò Samuele e gli
        disse: «Samuele, figlio mio». Rispose: «Eccomi». [17]Proseguì:
        «Che discorso ti ha fatto? Non tenermi nascosto nulla. Così Dio agisca
        con te e anche peggio, se mi nasconderai una sola parola di quanto ti ha
        detto». [18]Allora Samuele gli svelò tutto e non tenne nascosto
        nulla. Eli disse: «Egli è il Signore! Faccia ciò che a lui pare bene». [19]Samuele acquistò autorità poiché il Signore era con
        lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. [20]Perciò
        tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele era stato
        costituito profeta del Signore. [21a]In seguito il Signore si
        mostrò altre volte a Samuele, dopo che si era rivelato a Samuele in
        Silo, (4,1a)e la parola di Samuele giunse a tutto Israele [21b]come
        parola del Signore. Samuele 1 - Capitolo 4 2. L'ARCA PRESSO I FILISTEIDisfatta degli Israeliti e cattura dell'arca[1b]La parola di Samuele si rivolse a tutto Israele. In quei giorni i Filistei si radunarono per combattere contro
        Israele. Allora Israele scese in campo a dar battaglia ai Filistei. Essi
        si accamparono presso Eben-Ezer mentre i Filistei s'erano accampati in
        Afèk. [2]I Filistei si schierarono per attaccare Israele e la
        battaglia divampò, ma Israele ebbe la peggio di fronte ai Filistei e
        caddero sul campo, delle loro schiere, circa quattromila uomini. [3]Quando il popolo fu rientrato nell'accampamento, gli
        anziani d'Israele si chiesero: «Perché ci ha percossi oggi il Signore
        di fronte ai Filistei? Andiamo a prenderci l'arca del Signore a Silo,
        perché venga in mezzo a noi e ci liberi dalle mani dei nostri nemici».
        [4]Il popolo mandò subito a Silo a prelevare l'arca del Dio
        degli eserciti che siede sui cherubini: c'erano con l'arca di Dio i due
        figli di Eli, Cofni e Pìncas. [5]Non appena l'arca del Signore
        giunse all'accampamento, gli Israeliti elevarono un urlo così forte che
        ne tremò la terra. [6]Anche i Filistei udirono l'eco di quell'urlo
        e dissero: «Che significa il risuonare di quest'urlo così forte
        nell'accampamento degli Ebrei?». Poi vennero a sapere che era arrivata
        nel loro campo l'arca del Signore. [7]I Filistei ne ebbero timore
        e si dicevano: «E' venuto il loro Dio nel loro campo!», ed
        esclamavano: «Guai a noi, perché non è stato così né ieri né
        prima. [8]Guai a noi! Chi ci libererà dalle mani di queste
        divinità così potenti? Queste divinità hanno colpito con ogni piaga
        l'Egitto nel deserto. [9]Risvegliate il coraggio e siate uomini,
        o Filistei, altrimenti sarete schiavi degli Ebrei, come essi sono stati
        vostri schiavi. Siate uomini dunque e combattete!». [10]Quindi i
        Filistei attaccarono battaglia, Israele fu sconfitto e ciascuno fu
        costretto a fuggire nella sua tenda. La strage fu molto grande: dalla
        parte d'Israele caddero tremila fanti. [11]In più l'arca di Dio
        fu presa e i due figli di Eli, Cofni e Pìncas, morirono. Morte di Eli[12]Uno della tribù di Beniamino fuggì dalle file e venne a
        Silo il giorno stesso, con le vesti stracciate e polvere sul capo. [13]Mentre
        giungeva, ecco Eli stava sul sedile presso la porta e scrutava la strada
        di Mizpa, perché aveva il cuore in ansia per l'arca di Dio. Venne
        dunque l'uomo e diede l'annuncio in città e tutta la città alzò
        lamenti. [14]Eli, sentendo il rumore delle grida, si chiese: «Che
        sarà questo grido di tumulto?». Intanto l'uomo si avanzò in gran
        fretta e narrò a Eli ogni cosa. [15]Eli era vecchio di
        novantotto anni, aveva gli occhi rigidi e non poteva più vedere. [16]Disse
        dunque quell'uomo a Eli: «Sono giunto dal campo. Sono fuggito oggi
        dalle schiere dei combattenti». Eli domandò: «Che è dunque accaduto,
        figlio mio?». [17]Rispose il messaggero: «Israele è fuggito
        davanti ai Filistei e nel popolo v'è stata grande strage; inoltre i
        tuoi due figli Cofni e Pìncas sono morti e l'arca di Dio è stata
        presa!». [18]Appena ebbe accennato all'arca di Dio, Eli cadde
        all'indietro dal sedile sul lato della porta, battè la nuca e morì,
        perché era vecchio e pesante. Egli aveva giudicato Israele per quarant'anni. Morte della moglie di Pincas[19]La nuora di lui, moglie di Pìncas, incinta e prossima al
        parto, quando sentì la notizia che era stata presa l'arca di Dio e che
        erano morti il suocero e il marito, s'accosciò e partorì, colta dalle
        doglie. [20]Mentre era sul punto di morire, le dicevano quelle
        che le stavano attorno: «Non temere, hai partorito un figlio». Ma essa
        non rispose e non ne fece caso. [21]Ma chiamò il bambino Icabod,
        cioè: «Se n'è andata lungi da Israele la gloria!» riferendosi alla
        cattura dell'arca di Dio e al suocero e al marito. [22]La donna
        disse: «Se n'è andata lungi da Israele la gloria», perché era stata
        presa l'arca di Dio. Samuele 1 - Capitolo 5 Fastidi causati dall'arca[1]I Filistei, catturata l'arca di Dio, la portarono da
        Eben-Ezer ad Asdod. [2]I Filistei poi presero l'arca di Dio e la
        introdussero nel tempio di Dagon. [3]Il giorno dopo i cittadini
        di Asdod si alzarono ed ecco Dagon giaceva con la faccia a terra davanti
        all'arca del Signore; essi presero Dagon e lo rimisero al suo posto. [4]Si
        alzarono il giorno dopo di buon mattino ed ecco Dagon con la faccia a
        terra davanti all'arca del Signore, mentre il capo di Dagon e le palme
        delle mani giacevano staccate sulla soglia; solo il tronco era rimasto a
        Dagon. [5]A ricordo di ciò i sacerdoti di Dagon e quanti entrano
        nel tempio di Dagon in Asdod non calpestano la soglia fino ad oggi. [6]Allora
        incominciò a pesare la mano del Signore sugli abitanti di Asdod, li
        devastò e li colpì con bubboni, Asdod e il suo territorio. [7]I
        cittadini di Asdod, vedendo che le cose si mettevano in tal modo,
        dissero: «Non rimanga con noi l'arca del Dio d'Israele, perché la sua
        mano è troppo dura contro Dagon nostro dio!». [8]Allora, fatti
        radunare presso di loro tutti i principi dei Filistei, dissero: «Che
        cosa si deve fare dell'arca del Dio d'Israele?». Dissero: «Si porti a
        Gat l'arca del Dio d'Israele». E portarono a Gat l'arca del Dio
        d'Israele. [9]Ma ecco, dopo che l'ebbero trasportata, la mano del
        Signore si fece sentire sulla città con terrore molto grande, colpendo
        gli abitanti della città dal più piccolo al più grande e provocando
        loro bubboni. [10]Allora mandarono l'arca di Dio ad Ekron; ma
        all'arrivo dell'arca di Dio ad Ekron, i cittadini protestarono: «Mi
        hanno portato qui l'arca del Dio d'Israele, per far morire me e il mio
        popolo!». [11]Fatti perciò radunare tutti i capi dei Filistei,
        dissero: «Mandate via l'arca del Dio d'Israele!». Infatti si era
        diffuso un terrore mortale in tutta la città, perché la mano di Dio
        era molto pesante. [12]Quelli che non morivano erano colpiti da
        bubboni e i lamenti della città salivano al cielo. Samuele 1 - Capitolo 6 Rinvio dell'arca[1]Rimase l'arca del Signore nel territorio dei Filistei sette
        mesi. [2]Poi i Filistei convocarono i sacerdoti e gli indovini e
        dissero: «Che dobbiamo fare dell'arca del Signore? Indicateci il modo
        di rimandarla alla sua sede». [3]Risposero: «Se intendete
        rimandare l'arca del Dio d'Israele, non rimandatela vuota, ma pagate un
        tributo in ammenda della vostra colpa. Allora guarirete e vi sarà noto
        perché non si è ritirata da voi la sua mano». [4]Chiesero: «Quale
        riparazione dobbiamo pagarle?». Risposero: «Secondo il numero dei capi
        dei Filistei, cinque bubboni d'oro e cinque topi d'oro, perché unico è
        stato il flagello per tutto il popolo e per i vostri capi. [5]Fate
        dunque immagini dei vostri bubboni e immagini dei vostri topi che
        infestano la terra e datele in omaggio al Dio d'Israele, sperando che
        sia tolto il peso della sua mano da voi, dal vostro dio e dal vostro
        paese. [6]Perché ostinarvi come si sono ostinati gli Egiziani e
        il faraone? Dopo essere stati colpiti dai flagelli, non li lasciarono
        forse andare, cosicché essi partirono? [7]Dunque fate un carro
        nuovo, poi prendete due vacche allattanti sulle quali non sia mai stato
        posto il giogo e attaccate queste vacche al carro, togliendo loro i
        vitelli e riconducendoli alla stalla. [8]Quindi prendete l'arca
        del Signore, collocatela sul carro e ponete gli oggetti d'oro che dovete
        pagarle in riparazione in una cesta appesa di fianco. Poi fatela partire
        e lasciate che se ne vada. [9]E state a vedere: se salirà a
        Bet-Sèmes per la via che porta al suo territorio, essa ci ha provocato
        tutti questi mali così grandi; se no, sapremo che non ci ha colpiti la
        sua mano, ma per puro caso abbiamo avuto questo incidente». [10]Quegli
        uomini fecero in tal modo. Presero due vacche allattanti, le attaccarono
        al carro e chiusero nella stalla i loro vitelli. [11]Quindi
        collocarono l'arca del Signore sul carro con la cesta e i topi d'oro e
        le immagini dei bubboni. [12]Le vacche andarono diritte per la
        strada di Bet-Sèmes percorrendo sicure una sola via e muggendo
        continuamente, ma non piegando né a destra né a sinistra. I capi dei
        Filistei le seguirono sino al confine con Bet-Sèmes. L'arca a Bet-Sèmes[13]Gli abitanti di Bet-Sèmes stavano facendo la mietitura
        del grano nella pianura. Alzando gli occhi, scorsero l'arca ed
        esultarono a quella vista. [14]Il carro giunse al campo di Giosuè
        di Bet-Sèmes e si fermò là dove era una grossa pietra. Allora fecero
        a pezzi i legni del carro e offrirono le vacche in olocausto al Signore.
        [15]I leviti avevano tolto l'arca del Signore e la cesta che vi
        era appesa, nella quale stavano gli oggetti d'oro, e l'avevano posta
        sulla grossa pietra. In quel giorno gli uomini di Bet-Sèmes offrirono
        olocausti e immolarono vittime al Signore. [16]I cinque capi dei
        Filistei stettero ad osservare, poi tornarono il giorno stesso ad Ekron.
        [17]Sono questi i bubboni d'oro che i Filistei pagarono in
        ammenda al Signore: uno per Asdod, uno per Gaza, uno per Ascalon, uno
        per Gat, uno per Ekron. [18]Invece i topi d'oro erano pari al
        numero delle città filistee appartenenti ai cinque capi, dalle fortezze
        sino ai villaggi di campagna. A testimonianza di tutto ciò rimane oggi
        nel campo di Giosuè a Bet-Sèmes la grossa pietra, sulla quale avevano
        deposto l'arca del Signore. [19]Ma il Signore percosse gli uomini di Bet-Sèmes, perché
        avevano guardato l'arca del Signore; colpì nel popolo settanta persone
        su cinquantamila e il popolo fu in lutto perché il Signore aveva
        inflitto alla loro gente questo grave castigo. L'arca a Kiriat-Iearim[20]Gli uomini di Bet-Sèmes allora esclamarono: «Chi mai
        potrà stare alla presenza del Signore, questo Dio così santo? La
        manderemo via da noi; ma da chi?». [21]Perciò inviarono
        messaggeri agli abitanti di Kiriat-Iearìm con questa ambasciata: «I
        Filistei hanno ricondotto l'arca del Signore. Scendete e portatela
        presso di voi». Samuele 1 - Capitolo 7 [1]Gli abitanti di Kiriat-Iearìm scesero a prendere l'arca
        del Signore e la introdussero nella casa di Abinadàb, sulla collina;
        consacrarono suo figlio Eleazaro perché custodisse l'arca del Signore.   Samuele giudice e liberatore[2]Erano trascorsi molti giorni da quando era stata collocata
        l'arca a Kiriat-Iearìm, erano passati venti anni, quando tutta la casa
        d'Israele alzò grida di lamento verso il Signore. [3]Allora
        Samuele si rivolse a tutta la casa d'Israele dicendo: «Se è proprio di
        tutto cuore che voi tornate al Signore, eliminate da voi tutti gli dei
        stranieri e le Astàrti; fate in modo che il vostro cuore sia
        indirizzato al Signore e servite lui, lui solo, ed egli vi libererà
        dalla mano dei Filistei». [4]Subito gli Israeliti eliminarono i
        Baal e le Astàrti e servirono solo il Signore. [5]Disse poi
        Samuele: «Radunate tutto Israele a Mizpa, perché voglio pregare il
        Signore per voi». [6]Si radunarono pertanto in Mizpa, attinsero
        acqua, la sparsero davanti al Signore e digiunarono in quel giorno,
        dicendo: «Abbiamo peccato contro il Signore!». A Mizpa Samuele fu
        giudice degli Israeliti. [7]Udirono anche i Filistei che gli
        Israeliti si erano radunati a Mizpa e i capi filistei mossero contro
        Israele. Quando gli Israeliti lo seppero, ebbero paura dei Filistei. [8]Dissero
        allora gli Israeliti a Samuele: «Non cessar di supplicare per noi il
        Signore Dio nostro perché ci liberi dalle mani dei Filistei». [9]Samuele
        prese un agnello da latte e lo offrì tutto intero in olocausto al
        Signore; lo stesso Samuele alzò grida al Signore per Israele e il
        Signore lo esaudì. [10]Mentre Samuele offriva l'olocausto, i Filistei si
        accostarono in ordine di battaglia a Israele; ma in quel giorno il
        Signore tuonò con voce potente contro i Filistei, li disperse ed essi
        furono sconfitti davanti a Israele. [11]Gli Israeliti uscirono da
        Mizpa per inseguire i Filistei e li batterono fin sotto Bet-Car. [12]Samuele
        prese allora una pietra e la pose tra Mizpa e Iesana e la chiamò
        Eben-Ezer, dicendo: «Fin qui ci ha soccorso il Signore». [13]Così
        i Filistei furono umiliati e non invasero più il territorio d'Israele:
        la mano del Signore fu contro i Filistei per tutto il periodo di
        Samuele. [14]Tornarono anche in possesso d'Israele le città che
        i Filistei avevano sottratto agli Israeliti, da Ekron a Gat: Israele
        liberò il loro territorio dal dominio dei Filistei. Ci fu anche pace
        tra Israele e l'Amorreo. [15]Samuele fu giudice d'Israele per tutto il tempo della sua
        vita. [16]Ogni anno egli compiva il giro di Bètel, Gàlgala e
        Mizpa, esercitando l'ufficio di giudice d'Israele in tutte queste
        località. [17]Poi ritornava a Rama, perché là era la sua casa
        e anche là giudicava Israele. In quel luogo costruì anche un altare al
        Signore. Samuele 1 - Capitolo 8 II. SAMUELE E SAUL1. ISTITUZIONE DELLA REGALITA'Il popolo domanda un re[1]Quando Samuele fu vecchio, stabilì giudici di Israele i
        suoi figli. [2]Il primogenito si chiamava Ioèl, il secondogenito
        Abià; esercitavano l'ufficio di giudici a Bersabea. [3]I figli
        di lui però non camminavano sulle sue orme, perché deviavano dietro il
        lucro, accettavano regali e sovvertivano il giudizio. [4]Si
        radunarono allora tutti gli anziani d'Israele e andarono da Samuele a
        Rama. [5]Gli dissero: «Tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non
        ricalcano le tue orme. Ora stabilisci per noi un re che ci governi, come
        avviene per tutti i popoli». [6]Agli occhi di Samuele era cattiva la proposta perché
        avevano detto: «Dacci un re che ci governi». Perciò Samuele pregò il
        Signore. [7]Il Signore rispose a Samuele: «Ascolta la voce del
        popolo per quanto ti ha detto, perché costoro non hanno rigettato te,
        ma hanno rigettato me, perché io non regni più su di essi. [8]Come
        si sono comportati dal giorno in cui li ho fatti uscire dall'Egitto fino
        ad oggi, abbandonando me per seguire altri dei, così intendono fare a
        te. [9]Ascolta pure la loro richiesta, però annunzia loro
        chiaramente le pretese del re che regnerà su di loro». Gli inconvenienti della regalità[10]Samuele riferì tutte le parole del Signore al popolo che
        gli aveva chiesto un re. [11]Disse loro: «Queste saranno le
        pretese del re che regnerà su di voi: prenderà i vostri figli per
        destinarli ai suoi carri e ai suoi cavalli, li farà correre davanti al
        suo cocchio, [12]li farà capi di migliaia e capi di cinquantine;
        li costringerà ad arare i suoi campi, a mietere le sue messi, ad
        apprestargli armi per le sue battaglie e attrezzature per i suoi carri. [13]Prenderà
        anche le vostre figlie per farle sue profumiere e cuoche e fornaie. [14]Si
        farà consegnare ancora i vostri campi, le vostre vigne, i vostri
        oliveti più belli e li regalerà ai suoi ministri. [15]Sulle
        vostre sementi e sulle vostre vigne prenderà le decime e le darà ai
        suoi consiglieri e ai suoi ministri. [16]Vi sequestrerà gli
        schiavi e le schiave, i vostri armenti migliori e i vostri asini e li
        adopererà nei suoi lavori. [17]Metterà la decima sui vostri
        greggi e voi stessi diventerete suoi schiavi. [18]Allora
        griderete a causa del re che avrete voluto eleggere, ma il Signore non
        vi ascolterà». [19]Il popolo non diede retta a Samuele e rifiutò
        di ascoltare la sua voce, ma gridò: «No, ci sia un re su di noi. [20]Saremo
        anche noi come tutti i popoli; il nostro re ci farà da giudice, uscirà
        alla nostra testa e combatterà le nostre battaglie». [21]Samuele
        ascoltò tutti i discorsi del popolo e li riferì all'orecchio del
        Signore. [22]Rispose il Signore a Samuele: «Ascoltali; regni
        pure un re su di loro». Samuele disse agli Israeliti: «Ciascuno torni
        alla sua città!». Samuele 1 - Capitolo 9 Saul e le asine di suo padre[1]C'era un uomo di Beniamino, chiamato Kis - figlio di Abièl,
        figlio di Zeròr, figlio di Becoràt, figlio di Afìach, figlio di un
        Beniaminita -, un prode. [2]Costui aveva un figlio chiamato Saul,
        alto e bello: non c'era nessuno più bello di lui tra gli Israeliti;
        superava dalla spalla in su chiunque altro del popolo. [3]Ora le
        asine di Kis, padre di Saul, si smarrirono e Kis disse al figlio Saul:
        «Su, prendi con te uno dei servi e parti subito in cerca delle asine».
        [4]I due attraversarono le montagne di Efraim, passarono al paese
        di Salisa, ma non le trovarono. Si recarono allora nel paese di Saàlim,
        ma non c'erano; poi percorsero il territorio di Beniamino e anche qui
        non le trovarono. [5]Quando arrivarono nel paese di Zuf, Saul
        disse al compagno che era con lui: «Su, torniamo indietro, perché non
        vorrei che mio padre avesse smesso di pensare alle asine e ora fosse
        preoccupato di noi». [6]Gli rispose: «Ecco in questa città c'è un uomo di Dio,
        tenuto in molta considerazione: quanto egli dice, di certo si avvera.
        Ebbene, andiamoci! Forse ci indicherà la via che dobbiamo battere». [7]Rispose
        Saul: «Sì, andiamo! Ma che daremo a quell'uomo? Il pane nelle nostre
        sporte è finito e non abbiamo alcun dono da portare all'uomo di Dio;
        infatti che abbiamo?». [8]Ma il servo rispondendo a Saul
        soggiunse: «Guarda: mi son trovato in mano un quarto di siclo
        d'argento. Dallo all'uomo di Dio e ci indicherà la nostra via». [9]In
        passato in Israele, quando uno andava a consultare Dio, diceva: «Su,
        andiamo dal veggente», perché quello che oggi si dice profeta allora
        si diceva veggente. [10]Disse dunque Saul al servo: «Hai detto
        bene; su, andiamo» e si diressero alla città dove era l'uomo di Dio. Saul incontra Samuele[11]Mentre essi salivano il pendio della città, trovarono
        ragazze che uscivano ad attingere acqua e chiesero loro: «E' qui il
        veggente?». [12]Quelle risposero dicendo: «Sì, c'è; ecco, vi
        ha preceduto di poco: ora, proprio ora è rientrato in città, perché
        oggi il popolo celebra un sacrificio sull'altura. [13]Entrando in
        città lo troverete subito, prima che salga all'altura per il banchetto,
        perché il popolo non si mette a mangiare, finché egli non sia
        arrivato; egli infatti deve benedire la vittima, e dopo gli invitati
        mangiano. Presto, salite e lo troverete subito». [14]Salirono
        dunque alla città. Mentre essi giungevano in mezzo alla porta, ecco,
        Samuele usciva in direzione opposta per salire all'altura. [15]Il
        Signore aveva detto all'orecchio di Samuele, un giorno prima che
        giungesse Saul: [16]«Domani a quest'ora ti manderò un uomo
        della terra di Beniamino e tu lo ungerai come capo del mio popolo
        Israele. Egli libererà il mio popolo dalle mani dei Filistei, perché
        io ho guardato il mio popolo, essendo giunto fino a me il suo grido». [17]Quando
        Samuele vide Saul, il Signore gli rivelò: «Ecco l'uomo di cui ti ho
        parlato; costui avrà potere sul mio popolo». [18]Saul si accostò
        a Samuele in mezzo alla porta e gli chiese: «Vuoi indicarmi la casa del
        veggente?». [19]Samuele rispose a Saul: «Sono io il veggente.
        Precedimi su all'altura. Oggi voi due mangerete con me. Ti congederò
        domani mattina e ti manifesterò quanto pensi; [20]riguardo poi
        alle tue asine smarrite tre giorni fa, non stare in pensiero, perché
        sono state ritrovate. A chi del resto appartiene il meglio d'Israele, se
        non a te e a tutta la casa di tuo padre?». [21]Rispose Saul: «Non
        sono io forse un Beniaminita, della più piccola tribù d'Israele? E la
        mia famiglia non è forse la più piccola fra tutte le famiglie della
        tribù di Beniamino? Perché hai voluto farmi questo discorso?». [22]Ma
        Samuele prese Saul e il suo servo e li fece entrare nella sala e assegnò
        loro il posto a capo degli invitati che erano una trentina. [23]Quindi
        Samuele disse al cuoco: «Portami la porzione che ti avevo dato
        dicendoti: Conservala presso di te». [24]Il cuoco portò la
        coscia e la coda e le pose davanti a Saul, mentre Saul diceva: «Ecco,
        ciò che è avanzato ti è posto davanti, mangia, perché proprio per te
        è stato serbato, perché lo mangiassi con gli invitati». Così quel
        giorno Saul mangiò con Samuele. [25]Scesero poi dall'altura in città; fu allestito un
        giaciglio per Saul sulla terrazza [26]ed egli vi si coricò. La consacrazione di SaulAl sorgere dell'aurora Samuele chiamò Saul che era sulla terrazza,
        dicendo: «Alzati, perché devo congedarti». Saul si alzò e i due, cioè
        lui e Samuele, uscirono. [27]Quando furono scesi alla periferia
        della città, Samuele disse a Saul: «Ordina al servo che ci oltrepassi
        e vada avanti» e il servo passò oltre. «Tu fermati un momento, perché
        io ti faccia intendere la parola di Dio». Samuele 1 - Capitolo 10 [1]Samuele prese allora l'ampolla dell'olio e gliela versò
        sulla testa, poi lo baciò dicendo: «Ecco: il Signore ti ha unto capo
        sopra Israele suo popolo. Tu avrai potere sul popolo del Signore e tu lo
        libererai dalle mani dei nemici che gli stanno intorno. Questo ti sarà
        il segno che proprio il Signore ti ha unto capo sulla sua casa: [2]oggi,
        quando sarai partito da me, troverai due uomini presso il sepolcro di
        Rachele sul confine con Beniamino in Zelzach. Essi ti diranno: Sono
        state ritrovate le asine che sei andato a cercare. Ecco tuo padre non
        bada più alla faccenda delle asine, ma è preoccupato di voi e va
        dicendo: Che devo fare per mio figlio? [3]Passerai in fretta di là
        e andrai oltre; quando arriverai alla quercia del Tabor, vi troverete
        tre uomini in viaggio per salire a Dio in Betel: uno porterà tre
        capretti, l'altro porterà tre pani rotondi, il terzo porterà un otre
        di vino. [4]Ti domanderanno se stai bene e ti daranno due pani,
        che tu prenderai dalle loro mani. [5]Giungerai poi a Gàbaa di
        Dio, dove c'è una guarnigione di Filistei e mentre entrerai in città,
        incontrerai un gruppo di profeti che scenderanno dall'altura preceduti
        da arpe, timpani, flauti e cetre, in atto di fare i profeti. [6]Lo
        spirito del Signore investirà anche te e ti metterai a fare il profeta
        insieme con loro e sarai trasformato in un altro uomo. [7]Quando
        questi segni che ti riguardano saranno accaduti, farai come vorrai,
        perché Dio sarà con te. [8]Tu poi scenderai a Gàlgala
        precedendomi. Io scenderò in seguito presso di te per offrire olocausti
        e immolare sacrifici di comunione. Sette giorni aspetterai, finché io
        verrò a te e ti indicherò quello che dovrai fare». Ritorno di Saul[9]Ed ecco, quando quegli ebbe voltato le spalle per partire
        da Samuele, Dio gli mutò il cuore e tutti questi segni si verificarono
        il giorno stesso. [10]I due arrivarono là a Gàbaa ed ecco,
        mentre una schiera di profeti avanzava di fronte a loro, lo spirito di
        Dio lo investì e si mise a fare il profeta in mezzo a loro. [11]Allora quanti lo avevano conosciuto prima, vedendolo d'un
        tratto fare il profeta con i profeti, si dissero l'un l'altro fra la
        gente: «Che è accaduto al figlio di Kis? E' dunque anche Saul tra i
        profeti?». [12]Uno del luogo disse: «E chi è il loro padre?».
        Per questo passò in proverbio l'espressione: «E' dunque anche Saul tra
        i profeti?». [13]Quando ebbe terminato di profetare andò
        sull'altura. [14]Lo zio di Saul chiese poi a lui e al suo servo:
        «Dove siete andati?». Rispose: «A cercare le asine e, vedendo che non
        c'erano, ci siamo recati da Samuele». [15]Lo zio di Saul
        soggiunse: «Suvvia, raccontami quello che vi ha detto Samuele». [16]Saul
        rispose allo zio: «Ci ha assicurato che le asine erano state ritrovate».
        Ma non gli riferì il discorso del regno, che gli aveva tenuto Samuele. Saul è sorteggiato re[17]Samuele radunò il popolo davanti a Dio in Mizpa [18]e
        disse a tutti gli Israeliti: «Dice il Signore Dio d'Israele: Io ho
        fatto uscire Israele dall'Egitto e l'ho liberato dalla mano degli
        Egiziani e dalla mano di tutti i regni che vi opprimevano. [19]Ma
        voi oggi avete ripudiato il vostro Dio, il quale solo vi salva da tutti
        i vostri mali e da tutte le angosce. E avete detto: No, costituisci un
        re sopra di noi! Ora presentatevi a Dio distinti per tribù e per
        famiglie». [20]Samuele fece accostare ogni tribù d'Israele e fu
        sorteggiata la tribù di Beniamino. [21]Fece poi accostare la
        tribù di Beniamino distinta per famiglie e fu sorteggiata la famiglia
        di Matri. Fece allora venire la famiglia di Matri per singoli individui
        e fu sorteggiato Saul figlio di Kis. Si misero a cercarlo ma non si
        riuscì a trovarlo. [22]Allora consultarono di nuovo il Signore:
        «E' venuto qui l'uomo o no?». Rispose il Signore: «Eccolo nascosto in
        mezzo ai bagagli». [23]Corsero a prenderlo di là e fu
        presentato al popolo: egli sopravanzava dalla spalla in su tutto il
        popolo. [24]Samuele disse a tutta la folla: «Vedete dunque che
        l'ha proprio eletto il Signore, perché non c'è nessuno in tutto il
        popolo come lui». Tutto il popolo proruppe in un grido: «Viva il re!».
        [25]Samuele espose a tutto il popolo i diritti del regno e li
        scrisse in un libro che depositò davanti al Signore. Poi Samuele congedò
        tutto il popolo perché andasse ognuno a casa sua. [26]Anche Saul
        tornò a casa in Gàbaa e con lui si accompagnarono uomini valenti ai
        quali Dio aveva toccato il cuore. [27]Ma altri, individui
        spregevoli, dissero: «Potrà forse salvarci costui?». Così lo
        disprezzarono e non vollero portargli alcun dono. Samuele 1 - Capitolo 11 Vittoria contro gli Ammoniti[1]Circa un mese dopo, Nacas l'Ammonita si mosse e pose il
        campo contro Iabes di Gàlaad. Tutti i cittadini di Iabes di Gàlaad
        dissero allora a Nacas: «Vieni a patti con noi e ti saremo sudditi». [2]Rispose
        loro Nacas l'Ammonita: «A queste condizioni mi alleerò con voi: possa
        io cavare a tutti voi l'occhio destro e porre tale gesto a sfregio di
        tutto Israele». [3]Di nuovo chiesero gli anziani di Iabes: «Lasciaci
        sette giorni per inviare messaggeri in tutto il territorio d'Israele. Se
        nessuno verrà a salvarci, usciremo incontro a te». [4]I
        messaggeri arrivarono a Gàbaa di Saul e riferirono quelle parole
        davanti al popolo e tutto il popolo levò la voce e pianse. [5]Or
        ecco Saul veniva dalla campagna dietro l'armento. Chiese dunque Saul: «Che
        ha il popolo da piangere?». Riferirono a lui le parole degli uomini di
        Iabes. [6]Lo spirito di Dio investì allora Saul ed egli, appena
        udite quelle parole, si irritò molto. [7]Poi prese un paio di
        buoi, li fece a pezzi e ne inviò in tutto il territorio d'Israele
        mediante messaggeri con questo proclama: «Se qualcuno non uscirà
        dietro Saul e dietro Samuele, la stessa cosa avverrà dei suoi buoi».
        Si sparse lo spavento del Signore nel popolo e si mossero come un sol
        uomo. [8]Saul li passò in rassegna a Bèzek e risultarono
        trecentomila Israeliti e trentamila di Giuda. [9]Dissero allora
        ai messaggeri che erano giunti: «Direte ai cittadini di Iabes di Gàlaad:
        Domani, quando il sole comincerà a scaldare, avverrà la vostra
        salvezza». I messaggeri partirono e riferirono agli uomini di Iabes, che ne
        ebbero grande gioia. [10]Allora gli uomini di Iabes diedero
        risposta a Nacas: «Domani usciremo incontro a voi e ci farete quanto
        sembrerà bene ai vostri occhi». [11]Il giorno dopo Saul divise
        il grosso in tre schiere e irruppe in mezzo al campo nemico sul far del
        mattino; batterono gli Ammoniti finché il giorno si fece caldo. Quelli
        che scamparono furono dispersi talmente che non ne rimasero due insieme. Saul è proclamato re[12]Il popolo allora disse a Samuele: «Chi ha detto: Dovrà
        forse regnare Saul su di noi? Consegnaci costoro e li faremo morire». [13]Ma
        Saul disse: «Oggi non si deve far morire nessuno, perché in questo
        giorno il Signore ha operato una liberazione in Israele». [14]Samuele
        ordinò al popolo: «Su, andiamo a Gàlgala: là inaugureremo il regno».
        [15]Tutto il popolo si portò a Gàlgala e là davanti al Signore
        in Gàlgala riconobbero Saul come re; qui ancora offrirono sacrifici di
        comunione davanti al Signore e qui fecero grande festa Saul e tutti gli
        Israeliti. Samuele 1 - Capitolo 12 Samuele si ritira davanti a Saul[1]Allora Samuele disse a tutto Israele: «Ecco ho ascoltato
        la vostra voce in tutto quello che mi avete chiesto e ho costituito su
        di voi un re. [2]Da questo momento ecco il re procede davanti a
        voi. Quanto a me sono diventato vecchio e canuto e i miei figli eccoli
        tra di voi. Io ho vissuto dalla mia giovinezza fino ad oggi sotto i
        vostri occhi. [3]Eccomi, pronunciatevi a mio riguardo alla
        presenza del Signore e del suo consacrato. A chi ho portato via il bue?
        A chi ho portato via l'asino? Chi ho trattato con prepotenza? A chi ho
        fatto offesa? Da chi ho accettato un regalo per chiudere gli occhi a suo
        riguardo? Sono qui a restituire!». [4]Risposero: «Non ci hai
        trattato con prepotenza, né ci hai fatto offesa, né hai preso nulla da
        nessuno». [5]Egli soggiunse loro: «E' testimonio il Signore
        contro di voi ed è testimonio oggi il suo consacrato, che non trovate
        niente in mano mia?». Risposero: «Sì, è testimonio». [6]Allora Samuele disse al popolo: «E' testimonio il Signore
        che ha stabilito Mosè e Aronne e che ha fatto uscire i vostri padri dal
        paese d'Egitto. [7]Ora state qui raccolti e io voglio discutere con voi
        davanti al Signore a causa di tutti i benefici che il Signore ha operato
        con voi e con i vostri padri. [8]Quando Giacobbe andò in Egitto
        e gli Egiziani li oppressero e i vostri padri gridarono al Signore, il
        Signore mandò loro Mosè e Aronne che li fecero uscire dall'Egitto e li
        ricondussero in questo luogo. [9]Ma poiché avevano dimenticato
        il Signore loro Dio, li abbandonò in potere di Sisara, capo
        dell'esercito di Cazor e in potere dei Filistei e in potere del re di
        Moab, che mossero loro guerra. [10]Essi gridarono al Signore:
        Abbiamo peccato, perché abbiamo abbandonato il Signore e abbiamo
        servito i Baal e le Astàrti! Ma ora liberaci dalle mani dei nostri
        nemici e serviremo te. [11]Allora il Signore vi mandò Ierub-Baal
        e Barak e Iefte e Samuele e vi liberò dalle mani dei nemici che vi
        circondavano e siete tornati a vita tranquilla. [12]Eppure quando
        avete visto che Nacas re degli Ammoniti muoveva contro di voi, mi avete
        detto: No, vogliamo che un re regni sopra di noi, mentre il Signore
        vostro Dio è vostro re. [13]Ora eccovi il re che avete scelto e
        che avevate chiesto. Vedete che il Signore ha costituito un re sopra di
        voi. [14]Dunque se temerete il Signore, se lo servirete e
        ascolterete la sua voce e non sarete ribelli alla parola del Signore,
        voi e il re che regna su di voi vivrete con il Signore vostro Dio. [15]Se
        invece non ascolterete la voce del Signore e sarete ribelli alla sua
        parola, la mano del Signore peserà su di voi, come pesò sui vostri
        padri.   [16]Ora, state attenti e osservate questa grande cosa che il
        Signore vuole operare sotto i vostri occhi. [17]Non è forse
        questo il tempo della mietitura del grano? Ma io griderò al Signore ed
        Egli manderà tuoni e pioggia. Così vi persuaderete e constaterete che
        grande è il peccato che avete fatto davanti al Signore chiedendo un re
        per voi». [18]Samuele allora invocò il Signore e il Signore
        mandò subito tuoni e pioggia in quel giorno. Tutto il popolo fu preso
        da grande timore del Signore e di Samuele. [19]Tutto il popolo
        perciò disse a Samuele: «Prega il Signore tuo Dio per noi tuoi servi
        che non abbiamo a morire, poiché abbiamo aggiunto a tutti i nostri
        errori il peccato di aver chiesto per noi un re». [20]Samuele
        rispose al popolo: «Non temete: voi avete fatto tutto questo male, ma
        almeno in seguito non allontanatevi dal Signore, anzi servite lui, il
        Signore, con tutto il cuore. [21]Non allontanatevi per seguire
        vanità che non possono giovare né salvare, perché appunto sono vanità.
        [22]Certo il Signore non abbandonerà il suo popolo, per riguardo
        al suo nome che è grande, perché il Signore ha cominciato a fare di
        voi il suo popolo. [23]Quanto a me, non sia mai che io pecchi
        contro il Signore, tralasciando di supplicare per voi e di indicarvi la
        via buona e retta. [24]Vogliate soltanto temere il Signore e
        servirlo fedelmente con tutto il cuore, perché dovete ben riconoscere
        le grandi cose che ha operato con voi. [25]Se invece vorrete fare
        il male, voi e il vostro re sarete spazzati via». Samuele 1 - Capitolo 13 2. INIZI DEL REGNO DI SAULSollevazione contro i Filistei[1]Saul aveva trent'anni quando cominciò a regnare e regnò
        vent'anni su Israele... [2]Egli si scelse tremila uomini da
        Israele: duemila stavano con Saul in Micmas e sul monte di Betel e mille
        stavano con Giònata a Gàbaa di Beniamino; rimandò invece il resto del
        popolo ciascuno alla sua tenda. [3]Allora Giònata sconfisse la
        guarigione dei Filistei che era in Gàbaa e i Filistei lo seppero
        subito. Ma Saul suonò la tromba in tutta la regione gridando: «Ascoltino
        gli Ebrei!». [4]Tutto Israele udì e corse la voce: «Saul ha
        battuto la guarnigione dei Filistei e ormai Israele s'è urtato con i
        Filistei». Il popolo si radunò dietro Saul a Gàlgala. [5]Anche
        i Filistei si radunarono per combattere Israele, con tremila carri e
        seimila cavalieri e una moltitudine numerosa come la sabbia che è sulla
        spiagga del mare. Così si mossero e posero il campo a Micmas a oriente
        di Bet-Aven. [6]Quando gli Israeliti si accorsero di essere in
        difficoltà, perché erano stretti dal nemico, cominciarono a
        nascondersi in massa nelle grotte, nelle macchie, fra le rocce, nelle
        fosse e nelle cisterne. [7]Alcuni Ebrei passarono oltre il
        Giordano nella terra di Gad e Gàlaad. Rottura tra Samuele e SaulSaul restava in Gàlgala e tutto il popolo che stava con lui era
        impaurito. [8]Aspettò tuttavia sette giorni secondo il tempo
        fissato da Samuele. Ma Samuele non arrivava a Gàlgala e il popolo si
        disperdeva lontano da lui. [9]Allora Saul diede ordine: «Preparatemi
        l'olocausto e i sacrifici di comunione». Quindi offrì l'olocausto. [10]Ed
        ecco, appena ebbe finito di offrire l'olocausto, giunse Samuele e Saul
        gli uscì incontro per salutarlo. [11]Samuele disse subito: «Che
        hai fatto?». Saul rispose: «Vedendo che il popolo si disperdeva
        lontano da me e tu non venivi al termine dei giorni fissati, mentre i
        Filistei si addensavano in Micmas, [12]ho detto: ora scenderanno
        i Filistei contro di me in Gàlgala mentre io non ho ancora placato il
        Signore. Perciò mi sono fatto ardito e ho offerto l'olocausto». [13]Rispose
        Samuele a Saul: «Hai agito da stolto, non osservando il comando che il
        Signore Dio tuo ti aveva imposto, perché in questa occasione il Signore
        avrebbe reso stabile il tuo regno su Israele per sempre. [14]Ora
        invece il tuo regno non durerà. Il Signore si è gia scelto un uomo
        secondo il suo cuore e lo costituirà capo del suo popolo, perché tu
        non hai osservato quanto ti aveva comandato il Signore». [15]Samuele
        poi si alzò e salì da Gàlgala per andarsene per la sua strada. Il
        resto del popolo salì dietro a Saul incontro ai guerrieri e vennero da
        Gàlgala a Gàbaa di Beniamino; Saul contò la gente che era rimasta con
        lui: erano seicento uomini. Preparativi di guerra[16]Saul e Giònata e la gente rimasta con loro stavano a Gàbaa
        di Beniamino e i Filistei erano accampati in Micmas. [17]Dall'accampamento
        filisteo uscì una pattuglia d'assalto divisa in tre schiere: una si
        diresse sulla via di Ofra verso il paese di Suàl; [18]un'altra
        si diresse sulla via di Bet-Coron; la terza schiera si diresse sulla via
        del confine che sovrasta la valle di Zeboìm verso il deserto. [19]Allora
        non si trovava un fabbro in tutto il paese d'Israele: «Perché -
        dicevano i Filistei - gli Ebrei non fabbrichino spade o lance». [20]Così
        gli Israeliti dovevano sempre scendere dai Filistei per affilare chi il
        vomere, chi la zappa, chi la scure o la falce. [21]L'affilatura
        costava due terzi di siclo per i vomeri e le zappe e un terzo
        l'affilatura delle scuri e dei pungoli. [22]Nel giorno della
        battaglia, in tutta la gente che stava con Saul e Giònata, non si trovò
        in mano ad alcuno né spada né lancia. Si potè averne solo per Saul e
        suo figlio Giònata. [23]Intanto una guarnigione di Filistei era
        uscita verso il passo di Micmas. Samuele 1 - Capitolo 14 Gionata attacca l'appostamento[1]Un giorno Giònata, figlio di Saul, disse al suo scudiero:
        «Su vieni, portiamoci fino all'appostamento dei Filistei che sta qui di
        fronte». Ma non disse nulla a suo padre. [2]Saul se ne stava al
        limitare di Gàbaa sotto il melograno che si trova in Migròn; la sua
        gente era di circa seicento uomini. [3]Achià figlio di Achitùb,
        fratello di Icabòd, figlio di Pìncas, figlio di Eli, sacerdote del
        Signore in Silo, portava l'efod e il popolo non sapeva che Giònata
        era andato. [4]Tra i varchi per i quali Giònata cercava di
        passare, puntando sull'appostamento dei Filistei, vi era una sporgenza
        rocciosa da una parte e una sporgenza rocciosa dall'altra parte: una si
        chiamava Bòzez, l'altra Sène. [5]Una delle rocce sporgenti era
        di fronte a Micmas a settentrione, l'altra era di fronte a Gàbaa a
        meridione. [6]Giònata disse allo scudiero: «Su, vieni, passiamo
        all'appostamento di questi non circoncisi; forse il Signore ci aiuterà,
        perché non è difficile per il Signore salvare con molti o con pochi».
        [7]Lo scudiero gli rispose: «Fà quanto hai in animo. Avvìati e
        và! Eccomi con te: come il tuo cuore, così è il mio». [8]Allora
        Giònata disse: «Ecco, noi passeremo verso questi uomini e ci
        mostreremo loro. [9]Se ci diranno: Fermatevi finché veniamo a
        raggiungervi, restiamo in basso e non saliamo da loro. [10]Se
        invece ci diranno: Venite su da noi!, saliamo, perché il Signore ce li
        ha messi nelle mani e questo sarà per noi il segno». [11]Quindi
        i due si lasciarono scorgere dall'appostamento filisteo e i Filistei
        dissero: «Ecco gli Ebrei che escono dalle caverne dove si erano
        nascosti». [12]Poi gli uomini della guarnigione dissero a Giònata
        e al suo scudiero: «Salite da noi, che abbiamo qualche cosa da dirvi!».
        Giònata allora disse al suo scudiero: «Sali dopo di me, perché il
        Signore li ha messi nelle mani di Israele». [13]Giònata saliva
        aiutandosi con le mani e con i piedi e lo scudiero lo seguiva; quelli
        cadevano davanti a Giònata e, dietro, lo scudiero li finiva. [14]Questa
        fu la prima strage nella quale Giònata e il suo scudiero colpirono una
        ventina di uomini, entro quasi metà di un campo arabile. Battaglia generale[15]Si sparse così il terrore nell'accampamento, nella
        regione e in tutto il popolo. Anche la guarnigione e i suoi uomini
        d'assalto furono atterriti e la terra tremò e ci fu un terrore divino. [16]Le vedette di Saul che stavano in Gàbaa di Beniamino
        guardarono e videro la moltitudine che fuggiva qua e là. [17]Allora
        Saul ordinò alla gente che era con lui: «Su, cercate e indagate chi
        sia partito da noi». Cercarono ed ecco non c'erano né Giònata né il
        suo scudiero. [18]Saul disse ad Achia: «Avvicina l'efod!»
        - egli infatti allora portava l'efod davanti agli Israeliti -. [19]Mentre
        Saul parlava al sacerdote, il tumulto che era sorto nel campo filisteo
        andava propagandosi e crescendo. Saul disse al sacerdote: «Ritira la
        mano». [20]A loro volta Saul e la gente che era con lui alzarono
        grida e mossero all'attacco, ma ecco trovarono che la spada dell'uno si
        rivolgeva contro l'altro in una confusione molto grande. [21]Anche
        quegli Ebrei che erano con i Filistei da qualche tempo e che erano
        saliti con loro all'accampamento, si voltarono, per mettersi con Israele
        che era là con Saul e Giònata. [22]Inoltre anche tutti gli
        Israeliti che si erano nascosti sulle montagne di Efraim, quando seppero
        che i Filistei erano in fuga, si unirono a inseguirli e batterli. [23]Così
        il Signore in quel giorno salvò Israele e la battaglia si estese fino a
        Bet-Aven. Una proibizione di Saul violata da Gionata[24]Gli Israeliti erano sfiniti in quel giorno e Saul impose
        questo giuramento a tutto il popolo: «Maledetto chiunque gusterà cibo
        prima di sera, prima che io mi sia vendicato dei miei nemici». E
        nessuno del popolo gustò cibo. [25]Tutta la gente passò per una
        selva dove c'erano favi di miele sul suolo. [26]Il popolo passò
        per la selva ed ecco si vedeva colare il miele, ma nessuno stese la mano
        e la portò alla bocca, perché il popolo temeva il giuramento. [27]Ma
        Giònata non aveva saputo che suo padre aveva fatto giurare il popolo,
        quindi allungò la punta del bastone che teneva in mano e la intinse nel
        favo di miele, poi riportò la mano alla bocca e i suoi occhi si
        rischiararono. [28]Uno del gruppo s'affrettò a dire: «Tuo padre
        ha fatto fare questo solenne giuramento al popolo: Maledetto chiunque
        toccherà cibo quest'oggi!, sebbene il popolo fosse sfinito». [29]Rispose
        Giònata: «Mio padre vuol rovinare il paese! Guardate come si sono
        rischiarati i miei occhi, perché ho gustato un poco di questo miele. [30]Dunque
        se il popolo avesse mangiato oggi qualche cosa dei viveri presi ai
        nemici, quanto maggiore sarebbe stata ora la rotta dei Filistei!». Colpa rituale del popolo[31]In quel giorno percossero i Filistei da Micmas fino ad
        Aialon e il popolo era sfinito. [32]Quelli del popolo si
        gettarono sulla preda e presero pecore, buoi e vitelli e li macellarono
        e li mangiarono con il sangue. [33]La cosa fu annunziata a Saul:
        «Ecco il popolo pecca contro il Signore, mangiando con il sangue».
        Rispose: «Avete prevaricato! Rotolate subito qui una grande pietra». [34]Allora
        Saul soggiunse: «Passate tra il popolo e dite a tutti: Ognuno conduca
        qua il suo bue e il suo montone e li macelli su questa pietra, poi
        mangiatene; così non peccherete contro il Signore, mangiando le carni
        con il sangue». In quella notte ogni uomo del popolo condusse a mano ciò
        che aveva e là lo macellò. [35]Saul innalzò un altare al
        Signore. Fu questo il primo altare che egli edificò al Signore. Gionata riconosciuto colpevole è salvato dal popolo[36]Quindi Saul disse: «Scendiamo dietro i Filistei questa
        notte stessa e deprediamoli fino al mattino e non lasciamo scampare uno
        solo di loro». Gli risposero: «Fà quanto ti sembra bene». Ma il
        sacerdote disse: «Accostiamoci qui a Dio». [37]Saul dunque
        interrogò Dio: «Devo scendere dietro i Filistei? Li consegnerai in
        mano di Israele?». Ma quel giorno non gli rispose. [38]Allora
        Saul disse: «Accostatevi qui voi tutti capi del popolo. Cercate ed
        esaminate da chi sia stato commesso oggi il peccato, [39]perché
        per la vita del Signore salvatore d'Israele certamente costui morirà,
        anche se si tratta di Giònata mio figlio». Ma nessuno del popolo gli
        rispose. [40]Perciò disse a tutto Israele: «Voi state da una
        parte: io e mio figlio Giònata staremo dall'altra». Il popolo rispose
        a Saul: «Fà quanto ti sembra bene». [41]Saul parlò al
        Signore: «Dio d'Israele, fà conoscere l'innocente». Furono designati
        Giònata e Saul e il popolo restò libero. [42]Saul soggiunse: «Tirate
        a sorte tra me e mio figlio Giònata». Fu sorteggiato Giònata. [43]Saul
        disse a Giònata: «Narrami quello che hai fatto». Giònata raccontò:
        «Realmente ho assaggiato un pò di miele con la punta del bastone che
        avevo in mano. Ecco, morirò». [44]Saul disse: «Faccia Dio a me
        questo e anche di peggio, se non andrai a morte, Giònata!». [45]Ma
        il popolo disse a Saul: «Dovrà forse morire Giònata che ha ottenuto
        questa grande vittoria in Israele? Non sia mai! Per la vita del Signore,
        non cadrà a terra un capello del suo capo, perché in questo giorno
        egli ha agito con Dio». Così il popolo salvò Giònata che non fu
        messo a morte. [46]Saul cessò dall'inseguire i Filistei e questi
        raggiunsero il loro paese. Regno di Saul[47]Saul si assicurò il regno su Israele e mosse contro tutti
        i nemici all'intorno: contro Moab e gli Ammoniti, contro Edom e i re di
        Zoba e i Filistei e dovunque si volgeva aveva successo. [48]Compì
        imprese brillanti, battè gli Amaleciti e liberò Israele dalle mani
        degli oppressori. [49]Figli di Saul furono Giònata, Isbàal e
        Malkisùa; le sue due figlie si chiamavano Merab la maggiore e Mikal la
        più piccola. [50]La moglie di Saul si chiamava Achinòam, figlia
        di Achimàaz. Il capo delle sue milizie si chiamava Abner figlio di Ner,
        zio di Saul. [51]Kis padre di Saul e Ner padre di Abner erano
        figli di Abièl. [52]Durante tutto il tempo di Saul vi fu guerra
        aperta con i Filistei; se Saul scorgeva un uomo valente o un giovane
        coraggioso, lo prendeva al suo seguito. Samuele 1 - Capitolo 15 Guerra santa contro gli Amaleciti[1]Samuele disse a Saul: «Il Signore ha inviato me per
        consacrarti re sopra Israele suo popolo. Ora ascolta la voce del
        Signore. [2]Così dice il Signore degli eserciti: Ho considerato
        ciò che ha fatto Amalek a Israele, ciò che gli ha fatto per via,
        quando usciva dall'Egitto. [3]Và dunque e colpisci Amalek e vota
        allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da
        compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi
        e pecore, cammelli e asini». [4]Saul convocò il popolo e passò
        in rassegna le truppe in Telaìm: erano duecentomila fanti e diecimila
        uomini di Giuda. [5]Saul venne alla città di Amalek e tese
        un'imboscata nella valle. [6]Disse inoltre Saul ai Keniti: «Andate
        via, ritiratevi dagli Amaleciti prima che vi travolga insieme con loro,
        poiché avete usato benevolenza con tutti gli Israeliti, quando uscivano
        dall'Egitto». I Keniti si ritirarono da Amalek. [7]Saul colpì
        Amalek da Avila procedendo verso Sur, che è di fronte all'Egitto. [8]Egli
        prese vivo Agag, re di Amalek, e passò a fil di spada tutto il popolo. [9]Ma
        Saul e il popolo risparmiarono Agag e il meglio del bestiame minuto e
        grosso, gli animali grassi e gli agnelli, cioè tutto il meglio, e non
        vollero sterminarli; invece votarono allo sterminio tutto il bestiame
        scadente e patito. Saul è respinto dal Signore[10]Allora fu rivolta a Samuele questa parola del Signore: [11]«Mi
        pento di aver costituito Saul re, perché si è allontanato da me e non
        ha messo in pratica la mia parola». Samuele rimase turbato e alzò
        grida al Signore tutta la notte. [12]Al mattino presto Samuele si alzò per andare incontro a
        Saul, ma fu annunziato a Samuele: «Saul è andato a Carmel, ed ecco si
        è fatto costruire un trofeo, poi è tornato passando altrove ed è
        sceso a Gàlgala». [13]Samuele raggiunse Saul e Saul gli disse:
        «Benedetto tu davanti al Signore; ho eseguito gli ordini del Signore».
        [14]Rispose Samuele: «Ma che è questo belar di pecore, che mi
        giunge all'orecchio, e questi muggiti d'armento che odo?». [15]Disse
        Saul: «Li hanno condotti qui dagli Amaleciti, come il meglio del
        bestiame grosso e minuto, che il popolo ha risparmiato per sacrificarli
        al Signore, tuo Dio. Il resto l'abbiamo votato allo sterminio». [16]Rispose
        Samuele a Saul: «Basta! Lascia che ti annunzi ciò che il Signore mi ha
        rivelato questa notte». E Saul gli disse: «Parla!». [17]Samuele
        cominciò: «Non sei tu capo delle tribù d'Israele, benché piccolo ai
        tuoi stessi occhi? Non ti ha forse il Signore consacrato re d'Israele? [18]Il
        Signore ti aveva mandato per una spedizione e aveva detto: Và, vota
        allo sterminio quei peccatori di Amaleciti, combattili finché non li
        avrai distrutti. [19]Perché dunque non hai ascoltato la voce del
        Signore e ti sei attaccato al bottino e hai fatto il male agli occhi del
        Signore?». [20]Saul insistè con Samuele: «Ma io ho obbedito
        alla parola del Signore, ho fatto la spedizione che il Signore mi ha
        ordinato, ho condotto Agag re di Amalek e ho sterminato gli Amaleciti. [21]Il
        popolo poi ha preso dal bottino pecore e armenti, primizie di ciò che
        è votato allo sterminio per sacrificare al Signore tuo Dio in Gàlgala».
        [22]Samuele esclamò: «Il Signore forse gradisce gli olocausti e isacrifici
 come obbedire alla voce del Signore?
 Ecco, obbedire è meglio del sacrificio,
 essere docili è più del grasso degli arieti.
 [23]Poiché peccato di divinazione è la ribellione,
 e iniquità e terafim l'insubordinazione.
 Perché hai rigettato la parola del Signore,
 Egli ti ha rigettato come re».
 Saul implora invano il perdono[24]Saul disse allora a Samuele: «Ho peccato per avere
        trasgredito il comando del Signore e i tuoi ordini, mentre ho temuto il
        popolo e ho ascoltato la sua voce. [25]Ma ora, perdona il mio
        peccato e ritorna con me, perché mi prostri al Signore». [26]Ma
        Samuele rispose a Saul: «Non posso ritornare con te, perché tu stesso
        hai rigettato la parola del Signore e il Signore ti ha rigettato perché
        tu non sia più re sopra Israele». [27]Samuele si voltò per
        andarsene ma Saul gli afferrò un lembo del mantello, che si strappò. [28]Samuele
        gli disse: «Il Signore ha strappato da te il regno d'Israele e l'ha
        dato ad un altro migliore di te. [29]D'altra parte la Gloria di
        Israele non mentisce né può ricredersi, perché Egli non è uomo per
        ricredersi». [30]Saul disse: «Ho peccato sì, ma onorami
        davanti agli anziani del mio popolo e davanti a Israele; ritorna con me
        perché mi prostri al Signore tuo Dio». [31]Samuele ritornò con
        Saul e questi si prostrò al Signore. Morte di Agag e partenza di Samuele[32]Poi Samuele disse: «Conducetemi Agag, re di Amalek».
        Agag avanzò verso di lui tutto tremante, dicendo: «Certo è passata l'amarezza della morte!». [33]Samuele l'apostrofò: «Come la tua spada ha privato di figli le donne,così sarà privata di figli tra le donne tua madre».
 Poi Samuele trafisse Agag davanti al Signore in Gàlgala. [34]Samuele
        andò quindi a Rama e Saul salì a casa sua a Gàbaa di Saul. [35]Né
        Samuele tornò a rivedere Saul fino al giorno della sua morte, ma
        Samuele piangeva per Saul, perché il Signore si era pentito di aver
        fatto regnare Saul su Israele. Samuele 1 - Capitolo 16 III. SAUL E DAVIDE1. DAVIDE ALLA CORTEUnzione di Davide[1]E il Signore disse a Samuele: «Fino a quando piangerai su
        Saul, mentre io l'ho rigettato perché non regni su Israele? Riempi di
        olio il tuo corno e parti. Ti ordino di andare da Iesse il Betlemmita,
        perché tra i suoi figli mi sono scelto un re». [2]Samuele
        rispose: «Come posso andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà».
        Il Signore soggiunse: «Prenderai con te una giovenca e dirai: Sono
        venuto per sacrificare al Signore. [3]Inviterai quindi Iesse al
        sacrificio. Allora io ti indicherò quello che dovrai fare e tu ungerai
        colui che io ti dirò». [4]Samuele fece quello che il Signore
        gli aveva comandato e venne a Betlemme; gli anziani della città gli
        vennero incontro trepidanti e gli chiesero: «E' di buon augurio la tua
        venuta?». [5]Rispose: «E' di buon augurio. Sono venuto per
        sacrificare al Signore. Provvedete a purificarvi, poi venite con me al
        sacrificio». Fece purificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al
        sacrificio. [6]Quando furono entrati, egli osservò Eliab e
        chiese: «E' forse davanti al Signore il suo consacrato?». [7]Il
        Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né
        all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo
        ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il
        cuore». [8]Iesse fece allora venire Abìnadab e lo presentò a
        Samuele, ma questi disse: «Nemmeno su costui cade la scelta del Signore».
        [9]Iesse fece passare Samma e quegli disse: «Nemmeno su costui
        cade la scelta del Signore». [10]Iesse presentò a Samuele i
        suoi sette figli e Samuele ripetè a Iesse: «Il Signore non ha scelto
        nessuno di questi». [11]Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti
        i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo che ora sta
        a pascolare il gregge». Samuele ordinò a Iesse: «Manda a prenderlo,
        perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». [12]Quegli
        mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e
        gentile di aspetto. Disse il Signore: «Alzati e ungilo: è lui!». [13]Samuele
        prese il corno dell'olio e lo consacrò con l'unzione in mezzo ai suoi
        fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in
        poi. Samuele poi si alzò e tornò a Rama. Davide a servizio di Saul[14]Lo spirito del Signore si era ritirato da Saul ed egli
        veniva atterrito da uno spirito cattivo, da parte del Signore. [15]Allora
        i servi di Saul gli dissero: «Vedi, un cattivo spirito sovrumano ti
        turba. [16]Comandi il signor nostro ai ministri che gli stanno
        intorno e noi cercheremo un uomo abile a suonare la cetra. Quando il
        sovrumano spirito cattivo ti investirà, quegli metterà mano alla cetra
        e ti sentirai meglio». [17]Saul rispose ai ministri: «Ebbene
        cercatemi un uomo che suoni bene e fatelo venire da me». [18]Rispose
        uno dei giovani: «Ecco, ho visto il figlio di Iesse il Betlemmita: egli
        sa suonare ed è forte e coraggioso, abile nelle armi, saggio di parole,
        di bell'aspetto e il Signore è con lui». [19]Saul mandò
        messaggeri a Iesse con quest'invito: «Mandami Davide tuo figlio, quello
        che sta con il gregge». [20]Iesse preparò un asino e provvide
        pane e un otre di vino e un capretto, affidò tutto a Davide suo figlio
        e lo inviò a Saul. [21]Davide giunse da Saul e cominciò a stare
        alla sua presenza. Saul gli si affezionò molto e Davide divenne suo
        scudiero. [22]E Saul mandò a dire a Iesse: «Rimanga Davide con
        me, perché ha trovato grazia ai miei occhi». [23]Quando dunque
        lo spirito sovrumano investiva Saul, Davide prendeva in mano la cetra e
        suonava: Saul si calmava e si sentiva meglio e lo spirito cattivo si
        ritirava da lui. Samuele 1 - Capitolo 17   Golia sfida l'esercito israelita[1]I Filistei radunarono di nuovo l'esercito per la guerra e
        si ammassarono a Soco di Giuda e si accamparono tra Soco e Azeka, a
        Efes-Dammìm. [2]Anche Saul e gli Israeliti si radunarono e si
        accamparono nella valle del Terebinto e si schierarono a battaglia di
        fronte ai Filistei. [3]I Filistei stavano sul monte da una parte
        e Israele sul monte dall'altra parte e in mezzo c'era la valle. [4]Dall'accampamento dei Filistei uscì un campione, chiamato
        Golia, di Gat; era alto sei cubiti e un palmo. [5]Aveva in testa
        un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso
        era di cinquemila sicli di bronzo. [6]Portava alle gambe
        schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle. [7]L'asta
        della sua lancia era come un subbio di tessitori e la lama dell'asta
        pesava seicento sicli di ferro; davanti a lui avanzava il suo scudiero. [8]Egli
        si fermò davanti alle schiere d'Israele e gridò loro: «Perché siete
        usciti e vi siete schierati a battaglia? Non sono io Filisteo e voi
        servi di Saul? Scegliete un uomo tra di voi che scenda contro di me. [9]Se
        sarà capace di combattere con me e mi abbatterà, noi saremo vostri
        schiavi. Se invece prevarrò io su di lui e lo abbatterò, sarete voi
        nostri schiavi e sarete soggetti a noi». [10]Il Filisteo
        aggiungeva: «Io ho lanciato oggi una sfida alle schiere d'Israele.
        Datemi un uomo e combatteremo insieme». [11]Saul e tutto Israele
        udirono le parole del Filisteo; ne rimasero colpiti ed ebbero grande
        paura. Davide giunge all'accampamento[12]Davide era figlio di un Efratita da Betlemme di Giuda
        chiamato Iesse, che aveva otto figli. Al tempo di Saul, quest'uomo era
        anziano e avanti negli anni. [13]I tre figli maggiori di Iesse
        erano andati con Saul in guerra. Di questi tre figli, che erano andati
        in guerra, il maggiore si chiamava Eliab, il secondo Abìnadab, il terzo
        Samma. [14]Davide era ancor giovane quando i tre maggiori erano
        partiti dietro Saul. [15]Egli andava e veniva dal seguito di Saul
        e badava al gregge di suo padre in Betlemme. [16]Il Filisteo avanzava mattina e sera; continuò per
        quaranta giorni a presentarsi. [17]Ora Iesse disse a Davide suo
        figlio: «Prendi su per i tuoi fratelli questa misura di grano tostato e
        questi dieci pani e portali in fretta ai tuoi fratelli
        nell'accampamento. [18]Al capo di migliaia porterai invece queste
        dieci forme di cacio. Informati della salute dei tuoi fratelli e prendi
        la loro paga. [19]Saul con essi e tutto l'esercito di Israele
        sono nella valle del Terebinto a combattere contro i Filistei». [20]Davide
        si alzò di buon mattino: lasciò il gregge alla cura di un guardiano,
        prese la roba e partì come gli aveva ordinato Iesse. Arrivò
        all'accampamento quando le truppe uscivano per schierarsi e lanciavano
        il grido di guerra. [21]Si disposero in ordine Israele e i
        Filistei: schiera contro schiera. [22]Davide si tolse il fardello
        e l'affidò al custode dei bagagli, poi corse tra le file e domandò ai
        suoi fratelli se stavano bene. [23]Mentre egli parlava con loro,
        ecco il campione, chiamato Golia, il Filisteo di Gat, uscì dalle
        schiere filistee e tornò a dire le sue solite parole e Davide le
        intese. [24]Tutti gli Israeliti, quando lo videro, fuggirono
        davanti a lui ed ebbero grande paura. [25]Ora un Israelita disse: «Vedete quest'uomo che avanza?
        Viene a sfidare Israele. Chiunque lo abbatterà, il re lo colmerà di
        ricchezze, gli darà in moglie sua figlia ed esenterà la casa di suo
        padre da ogni gravame in Israele». [26]Davide domandava agli
        uomini che stavano attorno a lui: «Che faranno dunque all'uomo che
        eliminerà questo Filisteo e farà cessare la vergogna da Israele? E chi
        è mai questo Filisteo non circonciso per insultare le schiere del Dio
        vivente?». [27]Tutti gli rispondevano la stessa cosa: «Così e
        così si farà all'uomo che lo eliminerà». [28]Lo sentì Eliab,
        suo fratello maggiore, mentre parlava con gli uomini, ed Eliab si irritò
        con Davide e gli disse: «Ma perché sei venuto giù e a chi hai
        lasciato quelle poche pecore nel deserto? Io conosco la tua boria e la
        malizia del tuo cuore: tu sei venuto per vedere la battaglia». [29]Davide
        rispose: «Che ho dunque fatto? Non si può fare una domanda?». [30]Si
        allontanò da lui, si rivolse a un altro e fece la stessa domanda e
        tutti gli diedero la stessa risposta. [31]Sentendo le domande che faceva Davide, pensarono di
        riferirle a Saul e questi lo fece venire a sé. Davide si offre per accettare la sfida[32]Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d'animo a causa di
        costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo». [33]Saul
        rispose a Davide: «Tu non puoi andare contro questo Filisteo a batterti
        con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d'armi fin dalla sua
        giovinezza». [34]Ma Davide disse a Saul: «Il tuo servo
        custodiva il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a
        portar via una pecora dal gregge. [35]Allora lo inseguivo, lo
        abbattevo e strappavo la preda dalla sua bocca. Se si rivoltava contro
        di me, l'afferravo per le mascelle, l'abbattevo e lo uccidevo. [36]Il
        tuo servo ha abbattuto il leone e l'orso. Codesto Filisteo non
        circonciso farà la stessa fine di quelli, perché ha insultato le
        schiere del Dio vivente». [37]Davide aggiunse: «Il Signore che
        mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell'orso, mi
        libererà anche dalle mani di questo Filisteo». Saul rispose a Davide:
        «Ebbene và e il Signore sia con te». [38]Saul rivestì Davide
        della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e gli fece
        indossare la corazza. [39]Poi Davide cinse la spada di lui sopra
        l'armatura, ma cercò invano di camminare, perché non aveva mai
        provato. Allora Davide disse a Saul: «Non posso camminare con tutto
        questo, perché non sono abituato». E Davide se ne liberò. La singolar tenzone[40]Poi prese in mano il suo bastone, si scelse cinque
        ciottoli lisci dal torrente e li pose nel suo sacco da pastore che gli
        serviva da bisaccia; prese ancora in mano la fionda e mosse verso il
        Filisteo. [41]Il Filisteo avanzava passo passo, avvicinandosi a Davide,
        mentre il suo scudiero lo precedeva. [42]Il Filisteo scrutava
        Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era un
        ragazzo, fulvo di capelli e di bell'aspetto. [43]Il Filisteo gridò
        verso Davide: «Sono io forse un cane, perché tu venga a me con un
        bastone?». E quel Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dei. [44]Poi
        il Filisteo gridò a Davide: «Fatti avanti e darò le tue carni agli
        uccelli del cielo e alle bestie selvatiche». [45]Davide rispose
        al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta.
        Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere
        d'Israele, che tu hai insultato. [46]In questo stesso giorno, il
        Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e staccherò la
        testa dal tuo corpo e getterò i cadaveri dell'esercito filisteo agli
        uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi
        è un Dio in Israele. [47]Tutta questa moltitudine saprà che il
        Signore non salva per mezzo della spada o della lancia, perché il
        Signore è arbitro della lotta e vi metterà certo nelle nostre mani». [48]Appena
        il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse
        prontamente al luogo del combattimento incontro al Filisteo. [49]Davide
        cacciò la mano nella bisaccia, ne trasse una pietra, la lanciò con la
        fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s'infisse nella fronte
        di lui che cadde con la faccia a terra. [50]Così Davide ebbe il
        sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra e lo colpì e
        uccise, benché Davide non avesse spada. [51]Davide fece un salto
        e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi
        con quella gli tagliò la testa. I Filistei videro che il loro eroe era
        morto e si diedero alla fuga. [52]Si levarono allora gli uomini d'Israele e di Giuda alzando
        il grido di guerra e inseguirono i Filistei fin presso Gat e fino alle
        porte di Ekron. I Filistei caddero e lasciarono i loro cadaveri lungo la
        via fino a Saaràim, fino a Gat e fino ad Ekron. [53]Quando gli
        Israeliti furono di ritorno dall'inseguimento dei Filistei,
        saccheggiarono il loro campo. [54]Davide prese la testa del
        Filisteo e la portò a Gerusalemme. Le armi di lui invece le pose nella
        sua tenda. Davide vincitore e presentato a Saul[55]Saul, mentre guardava Davide uscire incontro al Filisteo,
        aveva chiesto ad Abner capo delle milizie: «Abner, di chi è figlio
        questo giovane?». Rispose Abner: «Per la tua vita, o re, non lo so». [56]Il
        re soggiunse: «Chiedi tu di chi sia figlio quel giovinetto». [57]Quando
        Davide tornò dall'uccisione del Filisteo, Abner lo prese e lo condusse
        davanti a Saul mentre aveva ancora in mano la testa del Filisteo. [58]Saul
        gli chiese: «Di chi sei figlio, giovane?». Rispose Davide: «Di Iesse
        il Betlemmita, tuo servo». Samuele 1 - Capitolo 18 [1]Quando Davide ebbe finito di parlare con Saul, l'anima di
        Giònata s'era gia talmente legata all'anima di Davide, che Giònata lo
        amò come se stesso. [2]Saul in quel giorno lo prese con sé e
        non lo lasciò tornare a casa di suo padre. [3]Giònata strinse
        con Davide un patto, perché lo amava come se stesso. [4]Giònata
        si tolse il mantello che indossava e lo diede a Davide e vi aggiunse i
        suoi abiti, la sua spada, il suo arco e la cintura. [5]Davide
        riusciva in tutti gli incarichi che Saul gli affidava, così che Saul lo
        pose al comando dei guerrieri ed era gradito a tutto il popolo e anche
        ai ministri di Saul. Il sorgere della gelosia di Saul[6]Al loro rientrare, mentre Davide tornava dall'uccisione del
        Filisteo, uscirono le donne da tutte le città d'Israele a cantare e a
        danzare incontro al re Saul, accompagnandosi con i timpani, con grida di
        gioia e con sistri. [7]Le donne danzavano e cantavano
        alternandosi: «Saul ha ucciso i suoi mille,Davide i suoi diecimila».
 [8]Saul ne fu molto irritato e gli parvero cattive quelle
        parole. Diceva: «Hanno dato a Davide diecimila, a me ne hanno dato
        mille. Non gli manca altro che il regno». [9]Così da quel
        giorno in poi Saul si ingelosì di Davide. [10]Il giorno dopo, un
        cattivo spirito sovrumano s'impossessò di Saul, il quale si mise a
        delirare in casa. Davide suonava la cetra come i giorni precedenti e
        Saul teneva in mano la lancia. [11]Saul impugnò la lancia,
        pensando: «Inchioderò Davide al muro!». Ma Davide gli sfuggì davanti
        per due volte. [12]Saul cominciò a sentir timore di fronte a
        Davide, perché il Signore era con lui, mentre si era ritirato da Saul. [13]Saul
        lo allontanò da sé e lo fece capo di migliaia e Davide andava e veniva
        alla testa del suo gruppo. [14]Davide riusciva in tutte le sue
        imprese, poiché il Signore era con lui. [15]Saul, vedendo che
        riusciva proprio sempre, aveva timore di lui. [16]Ma tutto
        Israele e Giuda amavano Davide, perché egli si muoveva alla loro testa. Matrimonio di Davide[17]Ora Saul disse a Davide: «Ecco Merab, mia figlia
        maggiore. La do in moglie a te. Tu dovrai essere il mio guerriero e
        combatterai le battaglie del Signore». Saul pensava: «Non sia contro
        di lui la mia mano, ma contro di lui sia la mano dei Filistei». [18]Davide
        rispose a Saul: «Chi sono io e che importanza ha la famiglia di mio
        padre in Israele, perché io possa diventare genero del re?». [19]Ma
        ecco, quando venne il tempo di dare Merab, figlia di Saul, a Davide, fu
        data invece in moglie ad Adriel di Mecola. [20]Intanto Mikal, l'altra figlia di Saul, s'invaghì di
        Davide; ne riferirono a Saul e la cosa gli piacque. [21]Saul
        diceva: «Gliela darò, ma sarà per lui una trappola e la mano dei
        Filistei cadrà su di lui». E Saul disse a Davide: «Oggi hai una
        seconda occasione per diventare mio genero». [22]Quindi Saul
        ordinò ai suoi ministri: «Dite di nascosto a Davide: Ecco, tu piaci al
        re e i suoi ministri ti amano. Su, dunque, diventa genero del re». [23]I
        ministri di Saul sussurrarono all'orecchio di Davide queste parole e
        Davide rispose: «Vi pare piccola cosa divenir genero del re? Io sono
        povero e uomo di bassa condizione». [24]I ministri di Saul gli
        riferirono: «Davide ha risposto in questo modo». [25]Allora
        Saul disse: «Riferite a Davide: Il re non pretende il prezzo nuziale,
        ma solo cento prepuzi di Filistei, perché sia fatta vendetta dei nemici
        del re». Saul pensava di far cadere Davide in mano ai Filistei. [26]I
        ministri di lui riferirono a Davide queste parole e piacque a Davide
        tale condizione per diventare genero del re. Non erano ancora passati i
        giorni fissati, [27]quando Davide si alzò, partì con i suoi
        uomini e uccise tra i Filistei duecento uomini. Davide riportò i loro
        prepuzi e li contò davanti al re per diventare genero del re. Saul gli
        diede in moglie la figlia Mikal. [28]Saul si accorse che il
        Signore era con Davide e che Mikal figlia di Saul lo amava. [29]Saul
        ebbe ancor più paura nei riguardi di Davide; Saul fu nemico di Davide
        per tutti i suoi giorni. [30]I capi dei Filistei facevano
        sortite, ma Davide, ogni volta che uscivano, riportava successi maggiori
        di tutti i ministri di Saul e in tal modo si acquistò grande fama. Samuele 1 - Capitolo 19 Gionata intercede per Davide[1]Saul comunicò a Giònata suo figlio e ai suoi ministri di
        aver deciso di uccidere Davide. Ma Giònata figlio di Saul nutriva
        grande affetto per Davide. [2]Giònata informò Davide dicendo:
        «Saul mio padre cerca di ucciderti. Stà in guardia da domani all'alba,
        stà fermo in un luogo nascosto e non farti vedere. [3]Io uscirò
        e starò al fianco di mio padre nella campagna dove sarai tu e parlerò
        in tuo favore a mio padre. Vedrò ciò che succede e te lo farò sapere».
        [4]Giònata parlò difatti a Saul suo padre in favore di Davide e
        gli disse: «Non si macchi il re contro il suo servo, contro Davide, che
        non si è macchiato contro di te, che anzi ti ha reso un servizio molto
        grande. [5]Egli ha esposto la vita, quando sconfisse il Filisteo,
        e il Signore ha concesso una grande vittoria a tutto Israele. Hai visto
        e hai gioito. Dunque, perché pecchi contro un innocente, uccidendo
        Davide senza motivo?». [6]Saul ascoltò la voce di Giònata e
        giurò: «Per la vita del Signore, non morirà!». [7]Giònata
        chiamò Davide e gli riferì questo colloquio. Poi Giònata introdusse
        presso Saul Davide, che rimase al suo seguito come prima. 2. FUGA DI DAVIDEAttentato di Saul contro Davide[8]La guerra si riaccese e Davide uscì a combattere i
        Filistei e inflisse loro una grande sconfitta, sicché si dettero alla
        fuga davanti a lui. [9]Ma un sovrumano spirito cattivo si
        impadronì di Saul. Egli stava in casa e teneva in mano la lancia,
        mentre Davide suonava la cetra. [10]Saul tentò di colpire Davide
        con la lancia contro il muro. Ma Davide si scansò da Saul, che infisse
        la lancia nel muro. Davide fuggì e quella notte fu salvo. Davide salvato da Mikal[11]Saul mandò messaggeri alla casa di Davide per
        sorvegliarlo e ucciderlo il mattino dopo. Mikal moglie di Davide lo
        avvertì dicendo: «Se non metti al sicuro la tua vita questa notte,
        domani sarai ucciso». [12]Mikal calò Davide dalla finestra e
        quegli partì di corsa e si mise in salvo. [13]Mikal prese allora
        i terafim e li pose presso il letto. Mise dalla parte del capo un
        tessuto di pelo di capra e coprì il letto con una coltre. [14]Saul
        mandò dunque messaggeri a prendere Davide ma essa disse: «E' malato».
        [15]Saul rimandò i messaggeri a vedere Davide con questo ordine:
        «Portatelo qui da me nel suo letto, perché lo faccia morire». [16]Tornarono
        i messaggeri ed ecco presso il letto c'erano i terafim e il
        tessuto di pelo di capra dalla parte del capo. [17]Saul disse a
        Mikal: «Perché mi hai ingannato a questo modo e hai fatto fuggire il
        mio nemico, perché si mettesse in salvo?». Rispose Mikal a Saul: «Egli
        mi ha detto: Lasciami fuggire, altrimenti ti uccido». Saul e Davide presso Samuele[18]Davide dunque fuggì e si mise in salvo. Andò da Samuele
        in Rama e gli narrò quanto gli aveva fatto Saul; poi Davide e Samuele
        andarono ad abitare a Naiot. [19]La cosa fu riferita a Saul: «Ecco,
        Davide sta a Naiot presso Rama». [20]Allora Saul spedì
        messaggeri a catturare Davide, ma quando videro profetare la comunità
        dei profeti, mentre Samuele stava in piedi alla loro testa, lo spirito
        di Dio investì i messaggeri di Saul e anch'essi fecero i profeti. [21]Annunziarono
        a Saul questa cosa ed egli spedì altri messaggeri, ma anch'essi fecero
        i profeti. Saul mandò di nuovo messaggeri per la terza volta, ma
        anch'essi fecero i profeti. [22]Allora venne egli stesso a Rama e
        si portò alla grande cisterna che si trova a Secu e domandò: «C'è
        qui forse Samuele con Davide?». Gli risposero: «Eccoli: sono a Naiot
        di Rama». [23]Egli si incamminò verso Naiot di Rama, ma cadde
        anche su di lui lo spirito di Dio e andava avanti facendo il profeta
        finché giunse a Naiot di Rama. [24]Anch'egli si tolse gli abiti
        e continuò a fare il profeta davanti a Samuele; poi crollò e restò
        nudo tutto quel giorno e tutta la notte. Da qui è venuto il detto: «Anche
        Saul è tra i profeti?». Samuele 1 - Capitolo 20 Gionata favorisce la partenza di Davide[1]Davide lasciò di nascosto Naiot di Rama, si recò da Giònata
        e gli disse: «Che ho fatto, che delitto ho commesso, che colpa ho avuto
        nei riguardi di tuo padre, perché attenti così alla mia vita?». [2]Rispose:
        «Non sia mai. Non morirai. Vedi, mio padre non fa nulla di grande o di
        piccolo senza confidarmelo. Perché mi avrebbe nascosto questa cosa? Non
        è possibile!». [3]Ma Davide giurò ancora: «Tuo padre sa
        benissimo che ho trovato grazia ai tuoi occhi e dice: Giònata non deve
        sapere questa cosa perché si angustierebbe. Ma, per la vita del Signore
        e per la tua vita, c'è un sol passo tra me e la morte». [4]Giònata
        disse: «Che cosa desideri che io faccia per te?». [5]Rispose
        Davide: «Domani è la luna nuova e io dovrei sedere a tavola con il re.
        Ma tu mi lascerai partire e io resterò nascosto nella campagna fino
        alla terza sera. [6]Se tuo padre mi cercherà, dirai: Davide mi
        ha chiesto di lasciarlo andare in fretta a Betlemme sua città perché
        vi si celebra il sacrificio annuale per tutta la famiglia. [7]Se
        dirà: Va bene, allora il tuo servo può stare in pace. Se invece andrà
        in collera, sii certo che è stato deciso il peggio da parte sua. [8]Mostra
        la tua bontà verso il tuo servo, perché hai voluto legare a te il tuo
        servo con un patto del Signore: se ho qualche colpa, uccidimi tu; ma per
        qual motivo dovresti condurmi da tuo padre?». [9]Giònata
        rispose: «Lungi da te! Se certo io sapessi che da parte di mio padre è
        stata decisa una cattiva sorte per te, non te lo farei forse sapere?». [10]Davide
        disse a Giònata: «Chi mi avvertirà se tuo padre ti risponde
        duramente?». [11]Giònata rispose a Davide: «Vieni, andiamo in
        campagna». Uscirono tutti e due nei campi. [12]Allora Giònata disse a
        Davide: «Per il Signore, Dio d'Israele, domani o il terzo giorno a
        quest'ora indagherò le intenzioni di mio padre. Se saranno favorevoli a
        Davide e io non manderò subito a riferirlo al tuo orecchio, [13]tanto
        faccia il Signore a Giònata e ancora di peggio. Se invece sembrerà
        bene a mio padre decidere il peggio a tuo riguardo, io te lo confiderò
        e ti farò partire. Tu andrai tranquillo e il Signore sarà con te come
        è stato con mio padre. [14]Fin quando sarò in vita, usa verso
        di me la benevolenza del Signore. Se sarò morto, [15]non
        ritirare mai la tua benevolenza dalla mia casa; quando il Signore avrà
        sterminato dalla terra ogni uomo nemico di Davide, [16]non sia
        eliminato il nome di Giònata dalla casa di Davide: il Signore ne
        chiederà conto ai nemici di Davide». [17]Giònata volle ancor
        giurare a Davide, perché gli voleva bene e lo amava come se stesso. [18]Giònata
        disse a Davide: «Domani è la luna nuova e la tua assenza sarà notata
        perché si guarderà al tuo posto. [19]Aspetterai il terzo
        giorno, poi scenderai in fretta e ti recherai al luogo dove ti sei
        nascosto il giorno di quel fatto e resterai presso quella collinetta. [20]Io
        tirerò tre frecce da quella parte, come se tirassi al bersaglio per mio
        conto. [21]Poi manderò il ragazzo gridando: Và a cercare le
        frecce! Se dirò al ragazzo: Guarda, le frecce sono più in qua da dove
        ti trovi, prendile!, allora vieni, perché tutto va bene per te; per la
        vita del Signore, non ci sarà niente di grave. [22]Se invece dirò
        al giovane: Guarda, le frecce sono più avanti di dove ti trovi!, allora
        và perché il Signore ti fa partire. [23]Riguardo alle parole
        che abbiamo detto io e tu, ecco è testimonio il Signore tra me e te per
        sempre». [24]Davide dunque si nascose nel campo. Arrivò la luna nuova
        e il re sedette a tavola per mangiare. [25]Il re sedette come al
        solito sul sedile contro il muro; Giònata stette di fronte, Abner si
        sedette al fianco del re e il posto di Davide rimase vuoto. [26]Ma
        Saul non disse nulla quel giorno, perché pensava: «Gli sarà successo
        un inconveniente: non sarà mondo. Certo, non è mondo». [27]Ed
        ecco l'indomani, il secondo giorno della luna nuova, il posto di Davide
        era ancora vuoto. Saul disse allora a Giònata suo figlio: «Perché il
        figlio di Iesse non è venuto a tavola né ieri né oggi?». [28]Giònata
        rispose a Saul: «Davide mi ha chiesto con insistenza di lasciarlo
        andare a Betlemme. [29]Mi ha detto: Lasciami andare, perché
        abbiamo in città il sacrificio di famiglia e mio fratello me ne ha
        fatto un obbligo. Se dunque ho trovato grazia ai tuoi occhi, lasciami
        libero, perché possa vedere i miei fratelli. Per questo non è venuto
        alla tavola del re». [30]Saul si adirò molto con Giònata e gli
        gridò: «Figlio d'una donna perduta, non so io forse che tu prendi le
        parti del figlio di Iesse, a tua vergogna e a vergogna della nudità di
        tua madre? [31]Perché fino a quando vivrà il figlio di Iesse
        sulla terra, non avrai sicurezza né tu né il tuo regno. Manda dunque a
        prenderlo e conducilo qui da me, perché deve morire». [32]Rispose
        Giònata a Saul suo padre: «Perché deve morire? Che ha fatto?». [33]Saul
        afferrò la lancia contro di lui per colpirlo e Giònata capì che
        l'uccisione di Davide era cosa ormai decisa da parte di suo padre. [34]Giònata
        si alzò dalla tavola acceso d'ira e non volle prendere cibo in quel
        secondo giorno della luna nuova. Era rattristato per riguardo a Davide
        perché suo padre ne violava i diritti. [35]Il mattino dopo Giònata uscì in campagna, per dare le
        indicazioni a Davide. Era con lui un ragazzo ancora piccolo. [36]Egli
        disse al ragazzo: «Corri a cercare le frecce che io tirerò». Il
        ragazzo corse ed egli tirò la freccia più avanti di lui. [37]Il
        ragazzo corse fino al luogo dov'era la freccia che Giònata aveva tirata
        e Giònata gridò al ragazzo: «La freccia non è forse più avanti di
        te?». [38]Giònata gridò ancora al ragazzo: «Corri svelto e
        non fermarti!». Il ragazzo di Giònata raccolse le frecce e le portò
        al suo padrone. [39]Il ragazzo non aveva capito niente; soltanto
        Giònata e Davide sapevano la cosa. [40]Allora diede le armi al
        ragazzo che era con lui e gli disse: «Và e riportale in città». [41]Partito
        il ragazzo, Davide si mosse da dietro la collinetta, cadde con la faccia
        a terra e si prostrò tre volte, poi si baciarono l'un l'altro e
        piansero l'uno insieme all'altro, finché per Davide si fece tardi. [42]Allora
        Giònata disse a Davide: «Và in pace, ora che noi due abbiamo giurato
        nel nome del Signore: il Signore sia con me e con te, con la mia
        discendenza e con la tua discendenza per sempre». Samuele 1 - Capitolo 21 [1]Davide si alzò e partì e Giònata tornò in città. La sosta a Nob[2]Davide si recò a Nob dal sacerdote Achimelech. Achimelech,
        turbato, andò incontro a Davide e gli disse: «Perché sei solo e non
        c'è nessuno con te?». [3]Rispose Davide al sacerdote Achimelech:
        «Il re mi ha ordinato e mi ha detto: Nessuno sappia niente di questa
        cosa per la quale ti mando e di cui ti ho dato incarico. Ai miei uomini
        ho dato appuntamento al tal posto. [4]Ora però se hai a
        disposizione cinque pani, dammeli, o altra cosa che si possa trovare». [5]Il
        sacerdote rispose a Davide: «Non ho sottomano pani comuni, ho solo pani
        sacri: se i tuoi giovani si sono almeno astenuti dalle donne, potete
        mangiarne». [6]Rispose Davide al sacerdote: «Ma certo! Dalle
        donne ci siamo astenuti da tre giorni. Come sempre quando mi metto in
        viaggio, i giovani sono mondi, sebbene si tratti d'un viaggio profano;
        tanto più oggi essi sono mondi». [7]Il sacerdote gli diede il
        pane sacro, perché non c'era là altro pane che quello dell'offerta,
        ritirato dalla presenza del Signore, per essere sostituito con pane
        fresco nel giorno in cui si toglie. [8]Ma era là in quel giorno
        uno dei ministri di Saul, trattenuto presso il Signore, di nome Doeg,
        Idumeo, capo dei pastori di Saul. [9]Davide disse ad Achimelech:
        «Non hai per caso sottomano una lancia o una spada? Io non ho preso con
        me né la lancia né altra arma, perché l'incarico del re era urgente».
        [10]Il sacerdote rispose: «Guarda, c'è la spada di Golia, il
        Filisteo che tu hai ucciso nella valle del Terebinto; è là dietro l'efod,
        avvolta in un manto. Se vuoi, portala via, prendila, perché qui non c'è
        altra spada che questa». Rispose Davide: «Non ce n'è una migliore;
        dammela». Davide presso i Filistei[11]Quel giorno Davide si alzò e si allontanò da Saul e
        giunse da Achis, re di Gat. [12]I ministri di Achis gli dissero:
        «Non è costui Davide, il re del paese? Non cantavano in coro in onore
        di lui: Ha ucciso Saul i suoi millee Davide i suoi diecimila?».
 [13]Davide si preoccupò di queste parole e temette molto
        Achis re di Gat. [14]Allora cominciò a fare il pazzo ai loro
        occhi, a fare il folle tra le loro mani; tracciava segni sui battenti
        delle porte e lasciava colare la saliva sulla barba. [15]Achis
        disse ai ministri: «Ecco, vedete anche voi che è un pazzo. Perché lo
        avete condotto da me? Non ho abbastanza pazzi io perché mi conduciate
        anche costui per fare il folle davanti a me? Dovrebbe entrare in casa
        mia un uomo simile?». Samuele 1 - Capitolo 22 3. DAVIDE CAPOBANDADavide comincia la vita errante[1]Davide partì di là e si rifugiò nella grotta di Adullàm.
        Lo seppero i suoi fratelli e tutta la casa di suo padre e scesero là. [2]Si
        radunarono allora con lui quanti erano in strettezze, quelli che avevano
        debiti e tutti gli scontenti, ed egli diventò loro capo. Stettero così
        con lui circa quattrocento uomini. [3]Davide partì di là e andò
        a Mizpa di Moab e disse al re di Moab: «Permetti che restino con voi
        mio padre e mia madre, finché sappia che cosa Dio vuol fare di me». [4]Li
        presentò al re di Moab e rimasero con lui finché Davide rimase nel
        rifugio. [5]Il profeta Gad disse a Davide: «Non restare più in
        questo rifugio. Parti e và nel paese di Giuda». Davide partì e andò
        nella foresta di Cheret. Massacro dei sacerdoti di Nob[6]Saul venne a sapere che era stato avvistato Davide con gli
        uomini che erano con lui. Saul era seduto in Gàbaa, sotto il tamarisco
        sull'altura, con la lancia in mano e i ministri intorno. [7]Saul
        disse allora ai ministri che gli stavano intorno: «Ascoltate, voi
        Beniaminiti, voi tutti che siete qui. Forse il figlio di Iesse darà a
        tutti voi campi e vigne, vi farà capi di migliaia e capi di centinaia, [8]perché
        voi tutti siate d'accordo contro di me? Nessuno mi avverte dell'alleanza
        di mio figlio con il figlio di Iesse, nessuno di voi si interessa di me
        e nessuno mi confida che mio figlio ha sollevato il mio servo contro di
        me per ordire insidie, come avviene oggi». [9]Rispose Doeg l'Idumeo,
        che stava con i ministri di Saul: «Ho visto il figlio di Iesse quando
        venne a Nob da Achimelech figlio di Achitub [10]e costui ha
        consultato il Signore per lui, gli ha dato da mangiare e gli ha
        consegnato la spada di Golia il Filisteo». [11]Il re subito
        convocò il sacerdote Achimelech figlio di Achitub e tutti i sacerdoti
        della casa di suo padre che erano in Nob ed essi vennero tutti dal re. [12]Disse
        Saul: «Ascolta, figlio di Achitub». Rispose: «Eccomi, signor mio». [13]Saul
        gli disse: «Perché vi siete accordati contro di me, tu e il figlio di
        Iesse, dal momento che gli hai fornito pane e spada e hai consultato
        l'oracolo di Dio per lui, allo scopo di sollevarmi oggi un nemico?». [14]Achimelech
        rispose al re: «E chi è come Davide tra tutti i ministri del re? E'
        fedele, è genero del re, capo della tua guardia e onorato in casa tua. [15]E'
        forse oggi la prima volta che consulto Dio per lui? Lungi da me! Non
        getti il re questa colpa sul suo servo né su tutta la casa di mio
        padre, poiché il tuo servo non sapeva di questa faccenda cosa alcuna, né
        piccola né grande». [16]Ma il re disse: «Devi morire,
        Achimelech, tu e tutta la casa di tuo padre». [17]Il re disse ai
        corrieri che stavano attorno a lui: «Accostatevi e mettete a morte i
        sacerdoti del Signore, perché hanno prestato mano a Davide e non mi
        hanno avvertito pur sapendo che egli fuggiva». Ma i ministri del re non
        vollero stendere le mani per colpire i sacerdoti del Signore. [18]Allora
        il re disse a Doeg: «Accostati tu e colpisci i sacerdoti». Doeg l'Idumeo
        si fece avanti e colpì di sua mano i sacerdoti e uccise in quel giorno
        ottantacinque uomini che portavano l'efod di lino. [19]Saul
        passò a fil di spada Nob, la città dei sacerdoti: uomini e donne,
        fanciulli e lattanti; anche buoi, asini e pecore passò a fil di spada. [20]Scampò
        un figlio di Achimelech, figlio di Achitub, che si chiamava Ebiatar, il
        quale fuggì presso Davide. [21]Ebiatar narrò a Davide che Saul
        aveva trucidato i sacerdoti del Signore. [22]Davide rispose ad
        Ebiatar: «Quel giorno sapevo, data la presenza di Doeg l'Idumeo, che
        avrebbe riferito tutto a Saul. Io devo rispondere di tutte le vite della
        casa di tuo padre. [23]Rimani con me e non temere: chiunque vorrà
        la tua vita, vorrà la mia, perché tu starai presso di me come un
        deposito da custodire». Samuele 1 - Capitolo 23 Davide a Keila[1]Riferirono a Davide: «Ecco i Filistei assediano Keila e
        saccheggiano le aie». [2]Davide consultò il Signore chiedendo:
        «Devo andare? Riuscirò a battere questi Filistei?». Rispose il
        Signore: «Và perché sconfiggerai i Filistei e libererai Keila». [3]Ma
        gli uomini di Davide gli dissero: «Ecco, noi abbiamo gia da temere qui
        in Giuda, tanto più se andremo a Keila contro le forze dei Filistei». [4]Davide
        consultò di nuovo il Signore e il Signore gli rispose: «Muoviti e
        scendi a Keila, perché io metterò i Filistei nelle tue mani». [5]Davide
        con i suoi uomini scese a Keila, assalì i Filistei, portò via il loro
        bestiame e inflisse loro una grande sconfitta. Così Davide liberò gli
        abitanti di Keila. [6]Quando Ebiatar figlio di Achimelech si era
        rifugiato presso Davide, l'efod era nelle sue mani e con quello
        era sceso a Keila. [7]Fu riferito a Saul che Davide era giunto a
        Keila e Saul disse: «Dio l'ha messo nelle mie mani, perché si è messo
        in una trappola venendo in una città con porte e sbarre». [8]Saul
        chiamò tutto il popolo alle armi per scendere a Keila e assediare
        Davide e i suoi uomini. [9]Quando Davide seppe che Saul veniva
        contro di lui macchinando disegni iniqui, disse al sacerdote Ebiatar: «Porta
        qui l'efod». [10]Davide disse: «Signore, Dio d'Israele,
        il tuo servo ha sentito dire che Saul cerca di venire contro Keila e di
        distruggere la città per causa mia. [11]Mi metteranno nelle sue
        mani i cittadini di Keila? Scenderà Saul, come ha saputo il tuo servo?
        Signore, Dio d'Israele, fallo sapere al tuo servo». Il Signore rispose:
        «Scenderà». [12]Davide aggiunse: «I cittadini di Keila mi
        consegneranno nelle mani di Saul con i miei uomini?». Il Signore
        rispose: «Ti consegneranno». [13]Davide si alzò e uscì da
        Keila con la truppa, circa seicento uomini, e andò vagando senza mèta.
        Fu riferito a Saul che Davide era fuggito da Keila ed egli rinunziò
        all'azione. [14]Davide andò a dimorare nel deserto in luoghi impervii, in
        zona montuosa, nel deserto di Zif e Saul lo ricercava sempre; ma Dio non
        lo mise mai nelle sue mani. Davide a Corsa. Visita di Gionata[15]Davide sapeva che Saul era uscito a cercare la sua vita.
        Intanto Davide stava nel deserto di Zif, a Corsa. [16]Allora Giònata
        figlio di Saul si alzò e andò da Davide a Corsa e ne rinvigorì il
        coraggio in Dio. [17]Poi gli disse: «Non temere: la mano di Saul
        mio padre non potrà raggiungerti e tu regnerai su Israele mentre io sarò
        a te secondo. Anche Saul mio padre lo sa bene». [18]Essi
        strinsero un patto davanti al Signore. Davide rimase a Corsa e Gionata
        tornò a casa. Davide sfugge di un soffio a Saul[19]Ma alcuni uomini di Zif vennero a Gàbaa da Saul per
        dirgli: «Non sai che Davide è nascosto presso di noi fra i dirupi? [20]Ora,
        atteso il tuo desiderio di scendere, o re, scendi e sapremo metterlo
        nelle mani del re». [21]Rispose Saul: «Benedetti voi nel nome
        del Signore, perché vi siete presi a cuore la mia causa. [22]Andate
        dunque, informatevi ancora, accertatevi bene del luogo dove muove i suoi
        passi e chi lo ha visto là, perché mi hanno detto che egli è molto
        astuto. [23]Cercate di conoscere tutti i nascondigli nei quali si
        rifugia e tornate a me con la conferma. Allora verrò con voi e, se sarà
        nel paese, lo ricercherò in tutti i villaggi di Giuda». [24]Si
        alzarono e tornarono a Zif precedendo Saul. Davide e i suoi uomini erano
        nel deserto di Maon, nell'Araba a meridione della steppa. [25]Saul
        andò con i suoi uomini per ricercarlo. Ma la cosa fu riferita a Davide,
        il quale scese presso la rupe, rimanendo nel deserto di Maon. Lo seppe
        Saul e seguì le tracce di Davide nel deserto di Maon. [26]Saul
        procedeva sul fianco del monte da una parte e Davide e i suoi uomini sul
        fianco del monte dall'altra parte. Davide cercava in ogni modo di
        sfuggire a Saul e Saul e i suoi uomini accerchiavano Davide e i suoi
        uomini per prenderli. [27]Ma arrivò un messaggero a dire a Saul:
        «Vieni in fretta, perché i Filistei hanno invaso il paese». [28]Allora
        Saul cessò di inseguire Davide e andò contro i Filistei. Per questo
        chiamarono quel luogo: Rupe della separazione. Samuele 1 - Capitolo 24 Davide risparmia Saul[1]Davide da quel luogo salì ad abitare nel deserto di Engàddi.
        [2]Quando Saul tornò dall'azione contro i Filistei, gli
        riferirono: «Ecco, Davide è nel deserto di Engàddi». [3]Saul
        scelse tremila uomini valenti in tutto Israele e partì alla ricerca di
        Davide di fronte alle Rocce dei caprioli. [4]Arrivò ai recinti
        dei greggi lungo la strada, ove c'era una caverna. Saul vi entrò per un
        bisogno naturale, mentre Davide e i suoi uomini se ne stavano in fondo
        alla caverna. [5]Gli uomini di Davide gli dissero: «Ecco il
        giorno in cui il Signore ti dice: Vedi, metto nelle tue mani il tuo
        nemico, trattalo come vuoi». Davide si alzò e tagliò un lembo del
        mantello di Saul, senza farsene accorgere. [6]Ma ecco, dopo aver
        fatto questo, Davide si sentì battere il cuore per aver tagliato un
        lembo del mantello di Saul. [7]Poi disse ai suoi uomini: «Mi
        guardi il Signore dal fare simile cosa al mio signore, al consacrato del
        Signore, dallo stendere la mano su di lui, perché è il consacrato del
        Signore». [8]Davide dissuase con parole severe i suoi uomini e
        non permise che si avventassero contro Saul. Saul uscì dalla caverna e
        tornò sulla via. [9]Dopo questo fatto, Davide si alzò, uscì dalla grotta e
        gridò a Saul: «O re, mio signore»; Saul si voltò indietro e Davide
        si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò. [10]Davide
        continuò rivolgendosi a Saul: «Perché ascolti la voce di chi dice:
        Ecco Davide cerca la tua rovina? [11]Ecco, in questo giorno i
        tuoi occhi hanno visto che il Signore ti aveva messo oggi nelle mie mani
        nella caverna. Mi fu suggerito di ucciderti, ma io ho avuto pietà di te
        e ho detto: Non stenderò la mano sul mio signore, perché egli è il
        consacrato del Signore. [12]Guarda, padre mio, il lembo del tuo
        mantello nella mia mano: quando ho staccato questo lembo dal tuo
        mantello nella caverna, vedi che non ti ho ucciso. Riconosci dunque e
        vedi che non c'è in me alcun disegno iniquo né ribellione, né ho
        peccato contro di te; invece tu vai insidiando la mia vita per
        sopprimerla. [13]Sia giudice il Signore tra me e te e mi faccia
        giustizia il Signore nei tuoi confronti, poiché la mia mano non si
        stenderà su di te. [14]Come dice il proverbio antico: Dagli empi esce l'empietàe la mia mano non sarà contro di te.
 [15]Contro chi è uscito il re d'Israele? Chi insegui? Un cane
        morto, una pulce. [16]Il Signore sia arbitro e giudice tra me e
        te, veda e giudichi la mia causa e mi faccia giustizia di fronte a te».
        [17]Quando Davide ebbe finito di pronunziare verso Saul queste
        parole, Saul disse: «E' questa la tua voce, Davide figlio mio?». Saul
        alzò la voce e pianse. [18]Poi continuò verso Davide: «Tu sei
        stato più giusto di me, perché mi hai reso il bene, mentre io ti ho
        reso il male. [19]Oggi mi hai dimostrato che agisci bene con me,
        che il Signore mi aveva messo nelle tue mani e tu non mi hai ucciso. [20]Quando
        mai uno trova il suo nemico e lo lascia andare per la sua strada in
        pace? Il Signore ti renda felicità per quanto hai fatto a me oggi. [21]Or
        ecco sono persuaso che, certo, regnerai e che sarà saldo nelle tue mani
        il regno d'Israele. [22]Ma tu giurami ora per il Signore che non
        sopprimerai dopo di me la mia discendenza e non cancellerai il mio nome
        dalla casa di mio padre». [23]Davide giurò a Saul. Saul tornò
        a casa, mentre Davide con i suoi uomini salì al rifugio. Samuele 1 - Capitolo 25 La morte di Samuele. Storia di Nabal e Abigail[1]Samuele morì, e tutto Israele si radunò e lo pianse. Lo
        seppellirono presso la sua casa in Rama. Davide si alzò e scese al
        deserto di Paran. [2]Vi era in Maon un uomo che possedeva beni a Carmel; costui
        era molto ricco, aveva un gregge di tremila pecore e mille capre e si
        trovava a Carmel per tosare il gregge. [3]Quest'uomo si chiamava
        Nabal e sua moglie Abigail. La donna era di buon senso e di bell'aspetto,
        ma il marito era brutale e cattivo; era un Calebita. [4]Davide
        nel deserto sentì che Nabal era alla tosatura del gregge. [5]Allora
        Davide inviò dieci giovani; Davide disse a questi giovani: «Salite a
        Carmel, andate da Nabal e chiedetegli a mio nome se sta bene. [6]Voi
        direte così a mio fratello: Pace a te e pace alla tua casa e pace a
        quanto ti appartiene! [7]Ho sentito appunto che stanno tosando le
        tue pecore. Ebbene, quando i tuoi pastori sono stati con noi, non li
        abbiamo molestati e niente delle loro cose ha subito danno finché sono
        stati a Carmel. [8]Interroga i tuoi uomini e ti informeranno.
        Questi giovani trovino grazia ai tuoi occhi, perché siamo giunti in un
        giorno lieto. Dà, ti prego, quanto puoi dare ai tuoi servi e al tuo
        figlio Davide». [9]Gli uomini di Davide andarono e fecero a
        Nabal tutto quel discorso a nome di Davide e attesero. [10]Ma
        Nabal rispose ai servi di Davide: «Chi è Davide e chi è il figlio di
        Iesse? Oggi sono troppi i servi che scappano dai loro padroni. [11]Devo
        prendere il pane, l'acqua e la carne che ho preparato per i tosatori e
        darli a gente che non so da dove venga?». [12]Gli uomini di Davide rifecero la strada, tornarono
        indietro e gli riferirono tutto questo discorso. [13]Allora
        Davide disse ai suoi uomini: «Cingete tutti la spada!». Tutti cinsero
        la spada e Davide cinse la sua e partirono dietro Davide circa
        quattrocento uomini. Duecento rimasero a guardia dei bagagli. [14]Ma Abigail, la moglie di Nabal, fu avvertita da uno dei
        servi, che le disse: «Ecco Davide ha inviato messaggeri dal deserto per
        salutare il nostro padrone, ma egli ha inveito contro di essi. [15]Veramente
        questi uomini sono stati molto buoni con noi; non ci hanno molestati e
        non ci è venuto a mancare niente finché siamo stati con loro, quando
        eravamo in campagna. [16]Sono stati per noi come un muro di
        difesa di notte e di giorno, finché siamo stati con loro a pascolare il
        gregge. [17]Sappilo dunque e vedi ciò che devi fare, perché
        pende qualche guaio sul nostro padrone e su tutta la sua casa. Egli poi
        è troppo cattivo e non gli si può dire una parola». [18]Abigail
        allora prese in fretta duecento pani, due otri di vino, cinque arieti
        preparati, cinque misure di grano tostato, cento grappoli di uva passa e
        duecento schiacciate di fichi secchi e li caricò sugli asini. [19]Poi
        disse ai servi: «Precedetemi, io vi seguirò». Ma non disse nulla al
        marito Nabal. [20]Ora, mentre essa sul dorso di un asino scendeva lungo un
        sentiero nascosto della montagna, Davide e i suoi uomini scendevano di
        fronte a lei ed essa s'incontrò con loro. [21]Davide andava
        dicendo: «Ho dunque custodito invano tutto ciò che appartiene a costui
        nel deserto; niente fu danneggiato di ciò che gli appartiene ed egli mi
        rende male per bene. [22]Tanto faccia Dio ai nemici di Davide e
        ancora peggio, se di tutti i suoi io lascerò sopravvivere fino al
        mattino un solo maschio!». [23]Appena Abigail vide Davide, smontò
        in fretta dall'asino, cadde con la faccia davanti a Davide e si prostrò
        a terra. [24]Cadde ai suoi piedi e disse: «Sono io colpevole,
        mio signore. Lascia che parli la tua schiava al tuo orecchio e tu dègnati
        di ascoltare le parole della tua schiava. [25]Non faccia caso il
        mio signore di quell'uomo cattivo che è Nabal, perché egli è come il
        suo nome: stolto si chiama e stoltezza è in lui; io tua schiava non
        avevo visto i tuoi giovani, o mio signore, che avevi mandato. [26]Ora,
        mio signore, per la vita del Signore e per la tua vita, poiché il
        Signore ti ha impedito di venire al sangue e farti giustizia con la tua
        mano, siano appunto come Nabal i tuoi nemici e coloro che cercano di
        fare il male al mio signore. [27]Quanto a questo dono che la tua
        schiava porta al mio signore, fà che sia dato agli uomini che seguono i
        tuoi passi, mio signore. [28]Perdona la colpa della tua schiava.
        Certo il Signore concederà a te, mio signore, una casa duratura, perché
        il mio signore combatte le battaglie del Signore, né si troverà alcun
        male in te per tutti i giorni della tua vita. [29]Se qualcuno
        insorgerà a perseguitarti e a cercare la tua vita, la tua anima, o mio
        signore, sarà conservata nello scrigno della vita presso il Signore tuo
        Dio, mentre l'anima dei tuoi nemici Egli la scaglierà come dal cavo
        della fionda. [30]Certo, quando il Signore ti avrà concesso
        tutto il bene che ha detto a tuo riguardo e ti avrà costituito capo
        d'Israele, [31]non sia di angoscia o di rimorso al tuo cuore
        questa cosa: l'aver versato invano il sangue e l'aver fatto giustizia
        con la tua mano, mio signore. Il Signore ti farà prosperare, mio
        signore, ma tu vorrai ricordarti della tua schiava». [32]Davide
        esclamò rivolto ad Abigail: «Benedetto il Signore, Dio d'Israele, che
        ti ha mandato oggi incontro a me. [33]Benedetto il tuo senno e
        benedetta tu che mi hai impedito oggi di venire al sangue e di fare
        giustizia da me. [34]Viva sempre il Signore, Dio d'Israele, che
        mi ha impedito di farti il male; perché se non fossi venuta in fretta
        incontro a me, non sarebbe rimasto a Nabal allo spuntar del giorno un
        solo maschio». [35]Davide prese poi dalle mani di lei quanto gli
        aveva portato e le disse: «Torna a casa in pace. Vedi: ho ascoltato la
        tua voce e ho rasserenato il tuo volto». [36]Abigail tornò da Nabal: questi teneva in casa un
        banchetto come un banchetto da re. Il suo cuore era allegro ed egli era
        ubriaco fradicio. Essa non gli disse né tanto né poco fino allo
        spuntar del giorno. [37]Il mattino dopo, quando Nabal ebbe
        smaltito il vino, la moglie gli narrò la faccenda; il cuore gli si
        tramortì nel petto ed egli rimase come una pietra. [38]Dieci
        giorni dopo il Signore colpì Nabal ed egli morì. [39]Quando
        Davide sentì che Nabal era morto, esclamò: «Benedetto il Signore che
        ha fatto giustizia dell'ingiuria che ho ricevuto da Nabal; ha trattenuto
        il suo servo dal male e ha rivolto sul capo di Nabal la sua iniquità».
        Poi Davide mandò messaggeri e annunziò ad Abigail che voleva prenderla
        in moglie. [40]I servi di Davide andarono a Carmel e le dissero:
        «Davide ci ha mandati a prenderti perché tu sia sua moglie». [41]Essa
        si alzò, si prostrò con la faccia a terra e disse: «Ecco, la tua
        schiava sarà come una schiava per lavare i piedi ai servi del mio
        signore». [42]Abigail si preparò in fretta poi salì su un
        asino e, seguita dalle sue cinque giovani ancelle, tenne dietro ai
        messaggeri di Davide e divenne sua moglie. [43]Davide aveva preso
        anche Achinoàm da Izreèl e furono tutte e due sue mogli. [44]Saul
        aveva dato Mikal sua figlia, gia moglie di Davide, a Palti figlio di
        Lais, che abitava in Gallìm. Samuele 1 - Capitolo 26 Davide risparmia Saul[1]Gli abitanti di Zif si recarono da Saul in Gàbaa e gli
        dissero: «Non è forse Davide nascosto sull'altura di Cachilà, di
        fronte al deserto?». [2]Saul si mosse e scese al deserto di Zif
        conducendo con sé tremila uomini scelti di Israele, per ricercare
        Davide nel deserto di Zif. [3]Saul si accampò sull'altura di
        Cachilà di fronte al deserto presso la strada mentre Davide si trovava
        nel deserto. Quando si accorse che Saul lo inseguiva nel deserto, [4]Davide
        mandò alcune spie ed ebbe conferma che Saul era arrivato davvero. [5]Allora
        Davide si alzò e venne al luogo dove era giunto Saul; là Davide notò
        il posto dove dormivano Saul e Abner figlio di Ner, capo dell'esercito
        di lui. Saul riposava tra i carriaggi e la truppa era accampata
        all'intorno. [6]Davide si rivolse ad Achimelech, l'Hittita e ad
        Abisài, figlio di Zeruià, fratello di Ioab, dicendo: «Chi vuol
        scendere con me da Saul nell'accampamento?». Rispose Abisài: «Scenderò
        io con te». [7]Davide e Abisài scesero tra quella gente di
        notte ed ecco Saul giaceva nel sonno tra i carriaggi e la sua lancia era
        infissa a terra a capo del suo giaciglio mentre Abner con la truppa
        dormiva all'intorno. [8]Abisài disse a Davide: «Oggi Dio ti ha
        messo nelle mani il tuo nemico. Lascia dunque che io l'inchiodi a terra
        con la lancia in un sol colpo e non aggiungerò il secondo». [9]Ma
        Davide disse ad Abisài: «Non ucciderlo! Chi mai ha messo la mano sul
        consacrato del Signore ed è rimasto impunito?». [10]Davide
        soggiunse: «Per la vita del Signore, solo il Signore lo toglierà di
        mezzo o perché arriverà il suo giorno e morirà o perché scenderà in
        battaglia e sarà ucciso. [11]Il Signore mi guardi dallo stendere
        la mano sul consacrato del Signore! Ora prendi la lancia che sta a capo
        del suo giaciglio e la brocca dell'acqua e andiamocene». [12]Così
        Davide portò via la lancia e la brocca dell'acqua che era dalla parte
        del capo di Saul e tutti e due se ne andarono; nessuno vide, nessuno se
        ne accorse, nessuno si svegliò: tutti dormivano, perché era venuto su
        di loro un torpore mandato dal Signore. [13]Davide passò dall'altro lato e si fermò lontano sulla
        cima del monte; vi era grande spazio tra di loro. [14]Allora
        Davide gridò alla truppa e ad Abner, figlio di Ner: «Non risponderai,
        Abner?». Abner rispose: «Chi sei tu che gridi verso il re?». [15]Davide
        rispose ad Abner: «Non sei un uomo tu? E chi è come te in Israele? E
        perché non hai fatto guardia al re tuo signore? E' venuto infatti uno
        del popolo per uccidere il re tuo signore. [16]Non hai fatto
        certo una bella cosa. Per la vita del Signore, siete degni di morte voi
        che non avete fatto guardia al vostro signore, all'unto del Signore. E
        ora guarda dov'è la lancia del re e la brocca che era presso il suo
        capo». [17]Saul riconobbe la voce di Davide e gridò: «E'
        questa la tua voce, Davide, figlio mio?». Rispose Davide: «E' la mia
        voce, o re mio signore». [18]Aggiunse: «Perché il mio signore
        perseguita il suo servo? Che ho fatto? Che male si trova in me? [19]Ascolti
        dunque il re mio signore la parola del suo servo: se il Signore ti
        eccita contro di me, voglia accettare il profumo di un'offerta. Ma se
        sono gli uomini, siano maledetti davanti al Signore, perché oggi mi
        scacciano lontano, impedendomi di partecipare all'eredità del Signore.
        E' come se dicessero: Và a servire altri dei. [20]Almeno non sia
        versato sulla terra il mio sangue lontano dal Signore, ora che il re
        d'Israele è uscito in campo per ricercare una pulce, come si insegue
        una pernice sui monti». [21]Il re rispose: «Ho peccato,
        ritorna, Davide figlio mio. Non ti farò più del male, perché la mia
        vita oggi è stata tanto preziosa ai tuoi occhi. Ho agito da sciocco e
        mi sono molto, molto ingannato». [22]Rispose Davide: «Ecco la
        lancia del re, passi qui uno degli uomini e la prenda! [23]Il
        Signore renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà,
        dal momento che oggi il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho
        voluto stendere la mano sul consacrato del Signore. [24]Ed ecco,
        come è stata preziosa oggi la tua vita ai miei occhi, così sia
        preziosa la mia vita agli occhi del Signore ed egli mi liberi da ogni
        angoscia». [25]Saul rispose a Davide: «Benedetto tu sia, Davide
        figlio mio. Certo saprai fare e riuscirai in tutto». Davide andò per
        la sua strada e Saul tornò alla sua dimora. Samuele 1 - Capitolo 27 4. DAVIDE PRESSO I FILISTEIDavide si rifugia a Gat[1]Davide pensò: «Certo un giorno o l'altro perirò per mano
        di Saul. Non ho miglior via d'uscita che cercare scampo nel paese dei
        Filistei; Saul rinunzierà a ricercarmi in tutto il territorio d'Israele
        e sfuggirò dalle sue mani». [2]Così Davide si mosse e si portò,
        con i seicento uomini che aveva con sé, presso Achis, figlio di Moach,
        re di Gat. [3]Davide rimase presso Achis in Gat, lui e i suoi
        uomini, ciascuno con la famiglia; Davide con le due mogli, Achinoàm di
        Izreèl e Abigail, gia moglie di Nabal da Carmel. [4]Fu riferito
        a Saul che Davide si era rifugiato in Gat e non lo cercò più. Davide vassallo dei Filistei[5]Davide disse ad Achis: «Se ho trovato grazia ai tuoi
        occhi, mi sia concesso un luogo in una città del tuo territorio dove io
        possa abitare. Perché dovrà stare il tuo servo presso di te nella tua
        città reale?». [6]E Achis quello stesso giorno gli diede Ziklàg;
        per questo Ziklàg è rimasta in possesso di Giuda fino a oggi. [7]La
        durata del soggiorno di Davide nel territorio dei Filistei fu di un anno
        e quattro mesi. [8]Davide e i suoi uomini partivano a fare razzie
        contro i Ghesuriti, i Ghirziti e gli Amaleciti: questi appunto sono gli
        abitanti di quel territorio che si estende da Telam verso Sur fino al
        paese d'Egitto. [9]Davide batteva quel territorio e non lasciava
        in vita né uomo né donna; prendeva greggi e armenti, asini e cammelli
        e vesti, poi tornava indietro e veniva da Achis. [10]Quando Achis
        chiedeva: «Dove avete fatto scorrerie oggi?», Davide rispondeva: «Contro
        il Negheb di Giuda, contro il Negheb degli Ierahmeeliti, contro il
        Negheb dei Keniti». [11]Davide non lasciava sopravvivere né
        uomo né donna da portare a Gat, pensando: «Non vorrei che riferissero
        contro di noi: Così ha fatto Davide». Tale fu la sua condotta finché
        dimorò nel territorio dei Filistei. [12]Achis faceva conto su
        Davide, pensando: «Certo si è attirato l'odio del suo popolo, di
        Israele e così sarà per sempre mio servo». Samuele 1 - Capitolo 28 I Filistei muovono guerra contro Israele[1]In quei giorni i Filistei radunarono l'esercito per
        combattere contro Israele e Achis disse a Davide: «Tieni bene a mente
        che devi uscire in campo con me insieme con i tuoi uomini». [2]Davide
        rispose ad Achis: «Tu sai gia quello che farà il tuo servo». Achis
        disse: «Bene! Ti faccio per sempre mia guardia del corpo». Saul e la pitonessa di Endor[3]Samuele era morto e tutto Israele aveva fatto il lamento su
        di lui; poi l'avevano seppellito in Rama sua città. Saul aveva bandito
        dal paese i negromanti e gl'indovini. [4]I Filistei si radunarono, si mossero e posero il campo in
        Sunàm. Saul radunò tutto Israele e si accampò sul Gelboe. [5]Quando
        Saul vide il campo dei Filistei, rimase atterrito e il suo cuore tremò
        di paura. [6]Saul consultò il Signore e il Signore non gli
        rispose né attraverso sogni, né mediante gli Urim, né per
        mezzo dei profeti. [7]Allora Saul disse ai suoi ministri: «Cercatemi
        una negromante, perché voglio andare a consultarla». I suoi ministri
        gli risposero: «Vi è una negromante nella città di Endor». [8]Saul
        si camuffò, si travestì e partì con due uomini. Arrivò da quella
        donna di notte. Disse: «Pratica la divinazione per me con uno spirito.
        Evocami colui che io ti dirò». [9]La donna gli rispose: «Tu
        sai bene quello che ha fatto Saul: ha eliminato dal paese i negromanti e
        gli indovini e tu perché tendi un tranello alla mia vita per uccidermi?».
        [10]Saul le giurò per il Signore: «Per la vita del Signore, non
        avrai alcuna colpa per questa faccenda». [11]Essa disse: «Chi
        devo evocarti?». Rispose: «Evocami Samuele». [12]La donna vide Samuele e proruppe in un forte grido e disse
        quella donna a Saul: «Perché mi hai ingannata? Tu sei Saul!». [13]Le
        rispose il re: «Non aver paura, che cosa vedi?». La donna disse a
        Saul: «Vedo un essere divino che sale dalla terra». [14]Le
        domandò: «Che aspetto ha?». Rispose: «E' un uomo anziano che sale ed
        è avvolto in un mantello». Saul comprese che era veramente Samuele e
        si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò. [15]Allora
        Samuele disse a Saul: «Perché mi hai disturbato e costretto a salire?».
        Saul rispose: «Sono in grande difficoltà. I Filistei mi muovono guerra
        e Dio si è allontanato da me; non mi ha più risposto né per mezzo dei
        profeti, né per mezzo dei sogni; perciò ti ho evocato, perché tu mi
        manifesti quello che devo fare». [16]Samuele rispose: «Perché
        mi vuoi consultare, quando il Signore si è allontanato da te ed è
        divenuto tuo nemico? [17]Il Signore ha fatto nei tuoi riguardi
        quello che ha detto per mia bocca. Il Signore ha strappato da te il
        regno e l'ha dato al tuo prossimo, a Davide. [18]Poiché non hai
        ascoltato il comando del Signore e non hai dato effetto alla sua ira
        contro Amalek, per questo il Signore ti ha trattato oggi in questo modo.
        [19]Il Signore abbandonerà inoltre Israele insieme con te nelle
        mani dei Filistei. Domani tu e i tuoi figli sarete con me; il Signore
        consegnerà anche l'accampamento d'Israele in mano ai Filistei». [20]All'istante
        Saul cadde a terra lungo disteso, pieno di terrore per le parole di
        Samuele; inoltre era gia senza forze perché non aveva mangiato niente
        tutto quel giorno e la notte. [21]Allora la donna si accostò a
        Saul e vedendolo tutto spaventato, gli disse: «Ecco, la tua serva ha
        ascoltato i tuoi ordini. Ho esposto al pericolo la vita per obbedire
        alla parola che mi hai detto. [22]Ma ora ascolta anche tu la voce
        della tua serva. Ti ho preparato un pezzo di pane: mangia e riprenderai
        le forze, perché devi rimetterti in viaggio». [23]Egli
        rifiutava e diceva: «Non mangio». Ma i suoi servi insieme alla donna
        lo costrinsero e accettò di mangiare. Si alzò da terra e sedette sul
        letto. [24]La donna aveva in casa un vitello da ingrasso; si
        affrettò a ucciderlo, poi prese la farina, la impastò e gli fece
        cuocere pani azzimi. [25]Mise tutto davanti a Saul e ai suoi
        servi. Essi mangiarono, poi si alzarono e partirono quella stessa notte. Samuele 1 - Capitolo 29 Davide è congedato dai capi filistei[1]I Filistei avevano concentrato tutte le forze in Afek,
        mentre gli Israeliti erano accampati presso la sorgente che si trova in
        Izreèl. [2]I capi dei Filistei marciavano con le loro centinaia
        e le migliaia. Davide e i suoi uomini marciavano alla retroguardia con
        Achis. [3]I capi dei Filistei domandarono: «Che cosa fanno
        questi Ebrei?». Achis rispose ai capi dei Filistei: «Non è forse
        costui Davide servo di Saul re d'Israele? E' stato con me un anno o due
        e non ho trovato in lui nulla da ridire dal giorno della sua venuta fino
        ad oggi». [4]I capi dei Filistei furono tutti contro di lui e
        gli intimarono: «Rimanda quest'uomo: torni al luogo che gli hai
        assegnato. Non venga con noi in guerra, perché non diventi nostro
        nemico durante il combattimento. Come riacquisterà costui il favore del
        suo signore, se non con la testa di questi uomini? [5]Non è
        costui quel Davide a cui cantavano tra le danze: «Saul ha ucciso i suoi millee Davide i suoi diecimila?».
 [6]Achis chiamò Davide e gli disse: «Per la vita del
        Signore, tu sei leale e io vedo con piacere che tu vada e venga con me
        in guerra, perché non ho trovato in te alcuna malizia, da quando sei
        arrivato fino ad oggi. Ma non sei gradito agli occhi dei capi. [7]Quindi
        torna indietro, per non passare come nemico agli occhi dei capi dei
        Filistei». [8]Rispose Davide ad Achis: «Che cosa ho fatto e che
        cosa hai trovato nel tuo servo, da quando sono venuto alla tua presenza
        fino ad oggi, perché io non possa venire a combattere contro i nemici
        del re mio signore?». [9]Rispose Achis a Davide: «So bene che
        tu mi sei prezioso come un inviato di Dio; ma i capi dei Filistei mi
        hanno detto: Non deve venire con noi a combattere. [10]Alzatevi
        dunque domani mattina tu e i servi del tuo signore che sono venuti con
        te. Alzatevi presto e allo spuntar del giorno partite». [11]Il
        mattino dopo Davide e i suoi uomini si alzarono presto per partire e
        tornarono nel territorio dei Filistei. I Filistei salirono ad Izreèl. Samuele 1 - Capitolo 30 Campagna contro gli Amaleciti[1]Quando Davide e i suoi uomini arrivarono a Ziklàg il terzo
        giorno, gli Amaleciti avevano fatto una razzia nel Negheb e a Ziklàg.
        Avevano distrutto Ziklàg appiccandole il fuoco. [2]Avevano
        condotto via le donne e quanti vi erano, piccoli e grandi; non avevano
        ucciso nessuno, ma li avevano fatti prigionieri e se n'erano andati. [3]Tornò
        dunque Davide e gli uomini che erano con lui ed ecco la città era in
        preda alle fiamme; le loro donne, i loro figli e le loro figlie erano
        stati condotti via. [4]Davide e la sua gente alzarono la voce e
        piansero finché ne ebbero forza. [5]Le due mogli di Davide,
        Achinoàm di Izrèel e Abigail, gia moglie di Nabal da Carmel, erano
        state condotte via. [6]Davide fu in grande angoscia perché tutta quella gente
        parlava di lapidarlo. Tutti avevano l'animo esasperato, ciascuno per i
        suoi figli e le sue figlie. Ma Davide ritrovò forza e coraggio nel
        Signore suo Dio. [7]Allora Davide disse al sacerdote Ebiatar
        figlio di Achimelech: «Portami l'efod». Ebiatar accostò l'efod
        a Davide. [8]Davide consultò il Signore e chiese: «Devo
        inseguire questa banda? La raggiungerò?». Gli rispose: «Inseguila, la
        raggiungerai e libererai i prigionieri». [9]Davide e i seicento
        uomini che erano con lui partirono e giunsero al torrente di Besor, dove
        quelli rimasti indietro si fermarono. [10]Davide continuò
        l'inseguimento con quattrocento uomini: si fermarono invece duecento
        uomini che erano troppo affaticati per passare il torrente di Besor. [11]Trovarono
        nella campagna un Egiziano e lo portarono a Davide. Gli diedero da
        mangiare pane e gli diedero da bere acqua. [12]Gli diedero anche
        una schiacciata di fichi secchi e due grappoli di uva passa. Mangiò e
        si sentì rianimato, perché non aveva preso cibo e non aveva bevuto
        acqua da tre giorni e da tre notti. [13]Davide gli domandò: «A
        chi appartieni tu e di dove sei?». Rispose: «Sono un giovane egiziano,
        schiavo di un Amalecita. Il mio padrone mi ha abbandonato perché tre
        giorni fa mi sono ammalato. [14]Noi abbiamo depredato il Negheb
        dei Cretei, quello di Giuda e il Negheb di Caleb e abbiamo appiccato il
        fuoco a Ziklàg». [15]Davide gli disse: «Vuoi tu guidarmi verso
        quella banda?». Rispose: «Giurami per Dio che non mi ucciderai e non
        mi riconsegnerai al mio padrone e ti condurrò da quella banda». [16]Così
        fece da guida ed ecco, erano sparsi sulla distesa di quella regione a
        mangiare e a bere e a far festa con tutto l'ingente bottino che avevano
        preso dal paese dei Filistei e dal paese di Giuda. [17]Davide li
        battè dalle prime luci dell'alba fino alla sera del giorno dopo e non
        sfuggì alcuno di essi, se non quattrocento giovani, che montarono sui
        cammelli e fuggirono. [18]Davide liberò tutti coloro che gli
        Amaleciti avevano preso e in particolare Davide liberò le sue due
        mogli. [19]Non mancò nessuno tra di essi, né piccolo né
        grande, né figli né figlie, né la preda né ogni altra cosa che era
        stata presa loro: Davide ricuperò tutto. [20]Davide prese tutto
        il bestiame minuto e grosso: spingevano davanti a lui tutto questo
        bestiame e gridavano: «Questo è il bottino di Davide». [21]Davide poi giunse ai duecento uomini che erano troppo
        sfiniti per seguire Davide e aveva fatto rimanere al torrente di Besor.
        Essi andarono incontro a Davide e a tutta la sua gente: Davide con la
        truppa si accostò e domandò loro come stavano le cose. [22]Ma
        tutti i cattivi e gli iniqui tra gli uomini che erano andati con Davide
        si misero a dire: «Poiché non sono venuti con noi, non si dia loro
        niente della preda, eccetto le mogli e i figli di ciascuno; li conducano
        via e se ne vadano». [23]Davide rispose: «Non fate così,
        fratelli miei, con quello che il Signore ci ha dato, salvandoci tutti e
        mettendo nelle nostre mani quella torma che era venuta contro di noi. [24]Chi
        vorrà seguire questo vostro parere? Perché quale la parte di chi
        scende a battaglia, tale è la parte di chi fa la guardia ai bagagli:
        insieme faranno le parti». [25]Da quel giorno in poi stabilì
        questo come regola e statuto in Israele fino ad oggi. [26]Quando
        fu di ritorno a Ziklàg, Davide mandò parte del bottino agli anziani di
        Giuda suoi amici, con queste parole: «Eccovi un dono proveniente dal
        bottino dei nemici del Signore»: [27]a quelli di Betele a quelli di Rama nel Negheb,
 a quelli di Iattìr,
 [28]a quelli di Aroer,
 a quelli di Sifmòt,
 a quelli di Estemoà,
 [29]a quelli di Ràcal,
 a quelli delle città degli Ieracmeeliti,
 a quelli delle città dei Keniti,
 [30]a quelli di Cormà,
 a quelli di Bor-Asàn,
 a quelli di Atach,
 [31]a quelli di Ebron e a quelli di tutti i luoghi
 per cui era
 passato Davide con i suoi uomini.
 Samuele 1 - Capitolo 31 Battaglia di Gelboe. Morte di Saul[1]I Filistei vennero a battaglia con Israele, ma gli
        Israeliti fuggirono davanti ai Filistei e ne caddero trafitti sul monte
        Gelboe. [2]I Filistei si strinsero attorno a Saul e ai suoi figli
        e colpirono a morte Giònata, Abinadàb e Malkisuà, figli di Saul. [3]La
        lotta si aggravò contro Saul: gli arcieri lo presero di mira con gli
        archi ed egli fu ferito gravemente dagli arcieri. [4]Allora Saul
        disse al suo scudiero: «Sfodera la spada e trafiggimi, prima che
        vengano quei non circoncisi a trafiggermi e a schernirmi». Ma lo
        scudiero non volle, perché era troppo spaventato. Allora Saul prese la
        spada e vi si gettò sopra. [5]Quando lo scudiero vide che Saul
        era morto, si gettò anche lui sulla sua spada e morì con lui. [6]Così
        morirono insieme in quel giorno Saul e i suoi tre figli, lo scudiero e
        ancora tutti i suoi uomini. [7]Quando gli Israeliti che erano
        dall'altra parte della valle e quelli che erano oltre il Giordano,
        videro che l'esercito d'Israele era in fuga ed erano morti Saul e i suoi
        figli, abbandonarono le loro città e fuggirono. I Filistei vennero e vi
        si stabilirono. [8]Il giorno dopo, quando i Filistei vennero per
        depredare i cadaveri, trovarono Saul e i suoi tre figli caduti sul monte
        Gelboe. [9]Essi tagliarono la testa di lui, lo spogliarono
        dell'armatura e inviarono queste cose nel paese dei Filistei, girando
        dovunque per dare il felice annunzio ai templi dei loro idoli e a tutto
        il popolo. [10]Posero poi le sue armi nel tempio di Astàrte e
        appesero il suo corpo alle mura di Beisan. [11]I cittadini di
        Iabes di Gàlaad vennero a sapere quello che i Filistei avevano fatto a
        Saul. [12]Allora tutti gli uomini valorosi si mossero: partirono
        nel pieno della notte e sottrassero il corpo di Saul e i corpi dei suoi
        figli dalle mura di Beisan, li portarono a Iabes e qui li bruciarono. [13]Poi
        presero le loro ossa, le seppellirono sotto il tamarisco che è in Iabes
        e fecero digiuno per sette giorni.  
         
        
          
       |