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Re 2 - Capitolo 1
[1]Dopo la morte di Acab Moab si ribellò a Israele.
[2]Acazia cadde dalla finestra del piano di sopra in Samaria e
rimase ferito. Allora inviò messaggeri con quest'ordine: «Andate e
interrogate Baal-Zebub, dio di Ekròn, per sapere se guarirò da questa
infermità». [3]Ora l'angelo del Signore disse a Elia il Tisbita:
«Su, và incontro ai messaggeri del re di Samaria. Dì loro: Non c'è
forse un Dio in Israele, perché andiate a interrogare Baal-Zebub, dio
di Ekròn? [4]Pertanto così dice il Signore: Dal letto, in cui
sei salito, non scenderai, ma di certo morirai». Ed Elia se ne andò.
[5]I messaggeri ritornarono dal re, che domandò loro: «Perché
siete tornati?». [6]Gli dissero: «Ci è venuto incontro un
uomo, che ci ha detto: Su, tornate dal re che vi ha inviati e ditegli:
Così dice il Signore: Non c'è forse un Dio in Israele, perché tu
mandi a interrogare Baal-Zebub, dio di Ekròn? Pertanto, dal letto, in
cui sei salito, non scenderai, ma di certo morirai». [7]Domandò
loro: «Com'era l'uomo che vi è venuto incontro e vi ha detto simili
parole?». [8]Risposero: «Era un uomo peloso; una cintura di
cuoio gli cingeva i fianchi». Egli disse: «Quello è Elia il Tisbita!».
[9]Allora gli mandò il capo di una cinquantina con i suoi
cinquanta uomini. Questi andò da lui, che era seduto sulla cima del
monte, e gli disse: «Uomo di Dio, il re ti ordina di scendere!». [10]Elia
rispose al capo della cinquantina: «Se sono uomo di Dio, scenda il
fuoco dal cielo e divori te e i tuoi cinquanta». Scese un fuoco dal
cielo e divorò quello con i suoi cinquanta. [11]Il re mandò da
lui ancora un altro capo di una cinquantina con i suoi cinquanta uomini.
Questi andò da lui e gli disse: «Uomo di Dio, il re ti ordina di
scendere subito». [12]Elia rispose: «Se sono uomo di Dio,
scenda un fuoco dal cielo e divori te e i tuoi cinquanta». Scese un
fuoco dal cielo e divorò quello con i suoi cinquanta. [13]Il re
mandò ancora un terzo capo con i suoi cinquanta uomini. Questo terzo
capo di una cinquantina andò, si inginocchiò davanti ad Elia e supplicò:
«Uomo di Dio, valgano qualche cosa ai tuoi occhi la mia vita e la vita
di questi tuoi cinquanta servi. [14]Ecco è sceso il fuoco dal
cielo e ha divorato i due altri capi di cinquantina con i loro uomini.
Ora la mia vita valga qualche cosa ai tuoi occhi».
[15]L'angelo del Signore disse a Elia: «Scendi con lui e non
aver paura di lui». Si alzò e scese con lui dal re [16]e gli
disse: «Così dice il Signore: Poiché hai mandato messaggeri a
consultare Baal-Zebub, dio di Ekròn, come se in Israele ci fosse, fuori
di me, un Dio da interrogare, per questo, dal letto, su cui sei salito,
non scenderai, ma certamente morirai». [17]Difatti morì,
secondo la predizione fatta dal Signore per mezzo di Elia e al suo posto
divenne re suo fratello Ioram, nell'anno secondo di Ioram figlio di Giòsafat,
re di Giuda, perché egli non aveva figli.
[18]Le altre gesta di Acazia, le sue azioni, sono descritte
nel libro delle Cronache dei re di Israele.
Re 2 - Capitolo 2
VI. IL CICLO DI ELISEO
1. GLI INIZI
Rapimento di Elia, che ha per successore Eliseo
[1]Poi, volendo Dio rapire in cielo in un turbine Elia, questi
partì da Gàlgala con Eliseo. [2]Elia disse a Eliseo: «Rimani
qui, perché il Signore mi manda fino a Betel». Eliseo rispose: «Per
la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò». Scesero
fino a Betel. [3]I figli dei profeti che erano a Betel andarono
incontro a Eliseo e gli dissero: «Non sai tu che oggi il Signore ti
toglierà il tuo padrone?». Ed egli rispose: «Lo so anch'io, ma non lo
dite». [4]Elia gli disse: «Eliseo, rimani qui, perché il
Signore mi manda a Gerico». Quegli rispose: «Per la vita del Signore e
per la tua stessa vita, non ti lascerò». Andarono a Gerico. [5]I
figli dei profeti che erano in Gerico si avvicinarono a Eliseo e gli
dissero: «Non sai tu che oggi il Signore ti toglierà il tuo padrone?».
Rispose: «Lo so anch'io, ma non lo dite». [6]Elia gli disse: «Rimani
qui, perché il Signore mi manda al Giordano». Quegli rispose: «Per la
vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò». E tutti e
due si incamminarono.
[7]Cinquanta uomini, tra i figli dei profeti, li seguirono e
si fermarono a distanza; loro due si fermarono sul Giordano. [8]Elia
prese il mantello, l'avvolse e percosse con esso le acque, che si
divisero di qua e di là; i due passarono sull'asciutto. [9]Mentre
passavano, Elia disse a Eliseo: «Domanda che cosa io debba fare per te
prima che sia rapito lontano da te». Eliseo rispose: «Due terzi del
tuo spirito diventino miei». [10]Quegli soggiunse: «Sei stato
esigente nel domandare. Tuttavia, se mi vedrai quando sarò rapito
lontano da te, ciò ti sarà concesso; in caso contrario non ti sarà
concesso». [11]Mentre camminavano conversando, ecco un carro di
fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel
turbine verso il cielo. [12]Eliseo guardava e gridava: «Padre
mio, padre mio, cocchio d'Israele e suo cocchiere». E non lo vide più.
Allora afferrò le proprie vesti e le lacerò in due pezzi. [13]Quindi
raccolse il mantello, che era caduto a Elia, e tornò indietro,
fermandosi sulla riva del Giordano.
[14]Prese il mantello, che era caduto a Elia, e colpì con
esso le acque, dicendo: «Dove è il Signore, Dio di Elia?». Quando
ebbe percosso le acque, queste si separarono di qua e di là; così
Eliseo passò dall'altra parte. [15]Vistolo da una certa
distanza, i figli dei profeti di Gerico dissero: «Lo spirito di Elia si
è posato su Eliseo». Gli andarono incontro e si prostrarono a terra
davanti a lui. [16]Gli dissero: «Ecco, fra i tuoi servi ci sono
cinquanta uomini di valore; vadano a cercare il tuo padrone nel caso che
lo spirito del Signore l'avesse preso e gettato su qualche monte o in
qualche valle». Egli disse: «Non mandateli!». [17]Ma essi
insistettero tanto che egli confuso disse: «Mandateli!». Mandarono
cinquanta uomini che cercarono per tre giorni, ma non lo trovarono. [18]Tornarono
da Eliseo, che stava in Gerico. Egli disse loro: «Non vi avevo forse
detto: Non andate?».
Due miracoli di Eliseo
[19]Gli abitanti della città dissero a Eliseo: «Ecco è
bello soggiornare in questa città, come tu stesso puoi constatare,
signore, ma l'acqua è cattiva e la terra è sterile». [20]Ed
egli disse: «Prendetemi una pentola nuova e mettetevi del sale».
Gliela portarono. [21]Eliseo si recò alla sorgente dell'acqua e
vi versò il sale, pronunziando queste parole: «Dice il Signore: Rendo
sane queste acque; da esse non si diffonderanno più morte e sterilità».
[22]Le acque rimasero sane fino ad oggi, secondo la parola
pronunziata da Eliseo.
[23]Di lì Eliseo andò a Betel. Mentre egli camminava per
strada, uscirono dalla città alcuni ragazzetti che si burlarono di lui
dicendo: «Vieni su, pelato; vieni su, calvo!». [24]Egli si voltò,
li guardò e li maledisse nel nome del Signore. Allora uscirono dalla
foresta due orse, che sbranarono quarantadue di quei fanciulli. [25]Di
là egli andò al monte Carmelo e quindi tornò a Samaria.
Re 2 - Capitolo 3
2. LA GUERRA MOABITA
Il regno di Ioram in Israele (852-841)
[1]Ioram figlio di Acab divenne re d'Israele in Samaria l'anno
diciotto di Giòsafat, re di Giuda. Ioram regnò dodici anni. [2]Fece
ciò che è male agli occhi del Signore, ma non come suo padre e sua
madre. Egli allontanò la stele di Baal, eretta dal padre. [3]Ma
restò legato, senza allontanarsene, al peccato che Geroboamo, figlio di
Nebàt, aveva fatto commettere a Israele.
Spedizione di Israele e di Giuda contro Moab
[4]Mesa re di Moab era un allevatore di pecore. Egli inviava
al re di Israele centomila agnelli e la lana di centomila arieti. [5]Ma
alla morte di Acab, Mesa si ribellò al re di Israele. [6]Allora
il re Ioram uscì da Samaria e passò in rassegna tutto Israele. [7]Si
mosse e mandò a dire a Giòsafat re di Giuda: «Il re di Moab si è
ribellato contro di me; vuoi partecipare con me alla guerra contro Moab?».
Quegli rispose: «Ci verrò; conta su di me come su di te, sul mio
popolo come sul tuo, sui miei cavalli come sui tuoi». [8]«Per
quale strada muoveremo?», domandò Giòsafat. L'altro rispose: «Per la
strada del deserto di Edom». [9]Allora si misero in marcia il re
di Israele, il re di Giuda e il re di Edom. Girarono per sette giorni.
Non c'era acqua per l'esercito né per le bestie che lo seguivano. [10]Il
re di Israele disse: «Ah, il Signore ha chiamato questi tre re per
metterli nelle mani di Moab». [11]Giòsafat disse: «Non c'è
qui un profeta del Signore, per mezzo del quale possiamo consultare il
Signore?». Rispose uno dei ministri del re di Israele: «C'è qui
Eliseo, figlio di Safat, che versava l'acqua sulle mani di Elia». [12]Giòsafat
disse: «La parola del Signore è in lui». Scesero da costui il re di
Israele, Giòsafat e il re di Edom.
[13]Eliseo disse al re di Israele: «Che c'è fra me e te? Và
dai profeti di tuo padre e dai profeti di tua madre!». Il re di Israele
gli disse: «No, perché il Signore ha chiamato noi tre re per metterci
nelle mani di Moab». [14]Eliseo disse: «Per la vita del Signore
degli eserciti, alla cui presenza io sto, se non fosse per il rispetto
che provo verso Giòsafat re di Giuda, a te non avrei neppure badato, né
ti avrei guardato. [15]Ora cercatemi un suonatore di cetra».
Mentre il suonatore arpeggiava, cantando, la mano del Signore fu sopra
Eliseo. [16]Egli annunziò: «Dice il Signore: Scavate molte
fosse in questa valle, [17]perché dice il Signore: Voi non
sentirete il vento né vedrete la pioggia, eppure questa valle si
riempirà d'acqua; berrete voi, la vostra truppa e le vostre bestie da
soma. [18]Ciò è poca cosa agli occhi del Signore; egli metterà
anche Moab nelle vostre mani. [19]Voi distruggerete tutte le
fortezze e tutte le città più importanti; abbatterete ogni albero e
ostruirete tutte le sorgenti d'acqua; rovinerete ogni campo fertile
riempiendolo di pietre». [20]Al mattino, nell'ora dell'offerta,
ecco scorrere l'acqua dalla direzione di Edom; la zona ne fu inondata.
[21]Tutti i Moabiti, saputo che erano venuti i re per fare
loro guerra, arruolarono tutti gli uomini in età di maneggiare le armi
e si schierarono sulla frontiera. [22]Alzatisi presto al mattino,
quando il sole splendeva sulle acque, i Moabiti videro da lontano le
acque rosse come sangue. [23]Esclamarono: «Questo è sangue! I
re si sono azzuffati e l'uno ha ucciso l'altro. Ebbene, Moab, alla
preda!». [24]Andarono dunque nell'accampamento di Israele. Ma
gli Israeliti si alzarono e sconfissero i Moabiti, che fuggirono davanti
a loro. I vincitori si inoltrarono nel paese, incalzando e uccidendo i
Moabiti. [25]Ne demolirono le città; su tutti i campi fertili
ognuno gettò una pietra e li riempirono; otturarono tutte le sorgenti
d'acqua e tagliarono tutti gli alberi utili. Rimase soltanto Kir Careset;
i frombolieri l'aggirarono e l'assalirono. [26]Il re di Moab,
visto che la guerra era insostenibile per lui, prese con sé settecento
uomini che maneggiavano la spada per aprirsi un passaggio verso il re di
Edom, ma non ci riuscì. [27]Allora prese il figlio primogenito,
che doveva regnare al suo posto, e l'offrì in olocausto sulle mura. Si
scatenò una grande ira contro gli Israeliti, che si allontanarono da
lui e tornarono nella loro regione.
Re 2 - Capitolo 4
3. ALCUNI MIRACOLI DI ELISEO
L'olio della vedova
[1]Una donna, moglie di uno dei profeti, gridò a Eliseo: «Mio
marito, tuo servo, è morto; tu sai che il tuo servo temeva il Signore.
Ora è venuto il suo creditore per prendersi come schiavi i due miei
figli». [2]Eliseo le disse: «Che posso fare io per te? Dimmi
che cosa hai in casa». Quella rispose: «In casa la tua serva non ha
altro che un orcio di olio». [3]Le disse: «Su, chiedi in
prestito vasi da tutti i tuoi vicini, vasi vuoti, nel numero maggiore
possibile. [4]Poi entra in casa e chiudi la porta dietro a te e
ai tuoi figli; versa olio in tutti quei vasi; i pieni mettili da parte».
[5]Si allontanò da lui e chiuse la porta dietro a sé e ai suoi
figli; questi porgevano ed essa versava. [6]Quando i vasi furono
pieni, disse a un figlio: «Porgimi ancora un vaso». Le rispose: «Non
ce ne sono più». L'olio cessò. [7]Essa andò a riferire la
cosa all'uomo di Dio, che le disse: «Và, vendi l'olio e accontenta i
tuoi creditori; tu e i tuoi figli vivete con quanto ne resterà».
Eliseo, la Sunammita e suo figlio
[8]Un giorno Eliseo passava per Sunem, ove c'era una donna
facoltosa, che l'invitò con insistenza a tavola. In seguito, tutte le
volte che passava, si fermava a mangiare da lei. [9]Essa disse al
marito: «Io so che è un uomo di Dio, un santo, colui che passa sempre
da noi. [10]Prepariamogli una piccola camera al piano di sopra,
in muratura, mettiamoci un letto, un tavolo, una sedia e una lampada, sì
che, venendo da noi, vi si possa ritirare». [11]Recatosi egli un
giorno là, si ritirò nella camera e vi si coricò. [12]Egli
disse a Ghecazi suo servo: «Chiama questa Sunammita». La chiamò ed
essa si presentò a lui. [13]Eliseo disse al suo servo: «Dille
tu: Ecco hai avuto per noi tutta questa premura; che cosa possiamo fare
per te? C'è forse bisogno di intervenire in tuo favore presso il re
oppure presso il capo dell'esercito?». Essa rispose: «Io sto in mezzo
al mio popolo». [14]Eliseo replicò: «Che cosa si può fare per
lei?». Ghecazi disse: «Purtroppo essa non ha figli e suo marito è
vecchio». [15]Eliseo disse: «Chiamala!». La chiamò; essa si
fermò sulla porta. [16]Allora disse: «L'anno prossimo, in
questa stessa stagione, tu terrai in braccio un figlio». Essa rispose:
«No, mio signore, uomo di Dio, non mentire con la tua serva». [17]Ora
la donna rimase incinta e partorì un figlio, proprio alla data indicata
da Eliseo.
[18]Il bambino crebbe e un giorno uscì per andare dal padre
fra i mietitori. [19]Egli disse al padre: «La mia testa, la mia
testa!». Il padre ordinò a un servo: «Portalo dalla mamma». [20]Questi
lo prese e lo portò da sua madre. Il bambino stette sulle ginocchia di
costei fino a mezzogiorno, poi morì. [21]Essa salì a stenderlo
sul letto dell'uomo di Dio; chiuse la porta e uscì. [22]Chiamò
il marito e gli disse: «Su, mandami uno dei servi e un'asina; voglio
correre dall'uomo di Dio; tornerò subito». [23]Quegli domandò:
«Perché vuoi andare oggi? Non è il novilunio né sabato». Ma essa
rispose: «Addio». [24]Fece sellare l'asina e disse al proprio
servo: «Conducimi, cammina, non fermarmi durante il tragitto, a meno
che non te l'ordini io». [25]Si incamminò; giunse dall'uomo di
Dio sul monte Carmelo. Quando l'uomo di Dio la vide da lontano, disse a
Ghecazi suo servo: «Ecco la Sunammita! [26]Su, corrile incontro
e domandale: Stai bene? Tuo marito sta bene? E tuo figlio sta bene?».
Quella rispose: «Bene!». [27]Giunta presso l'uomo di Dio sul
monte, gli afferrò le ginocchia. Ghecazi si avvicinò per tirarla
indietro, ma l'uomo di Dio disse: «Lasciala stare, perché la sua anima
è amareggiata e il Signore me ne ha nascosto il motivo; non me l'ha
rivelato». [28]Essa disse: «Avevo forse domandato io un figlio
al mio signore? Non ti dissi forse: Non mi ingannare?».
[29]Eliseo disse a Ghecazi: «Cingi i tuoi fianchi, prendi il
mio bastone e parti. Se incontrerai qualcuno, non salutarlo; se qualcuno
ti saluta, non rispondergli. Metterai il mio bastone sulla faccia del
ragazzo». [30]La madre del ragazzo disse: «Per la vita del
Signore e per la tua vita, non ti lascerò». Allora quegli si alzò e
la seguì. [31]Ghecazi li aveva preceduti; aveva posto il bastone
sulla faccia del ragazzo, ma non c'era stato un gemito né altro segno
di vita. Egli tornò verso Eliseo e gli riferì: «Il ragazzo non si è
svegliato». [32]Eliseo entrò in casa. Il ragazzo era morto,
steso sul letto. [33]Egli entrò, chiuse la porta dietro a loro
due e pregò il Signore. [34]Quindi salì, si distese sul
ragazzo; pose la bocca sulla bocca di lui, gli occhi sugli occhi di lui,
le mani nelle mani di lui e si curvò su di lui. Il corpo del bambino
riprese calore. [35]Quindi si alzò e girò qua e là per la
casa; tornò a curvarsi su di lui; il ragazzo starnutì sette volte, poi
aprì gli occhi. [36]Eliseo chiamò Ghecazi e gli disse: «Chiama
questa Sunammita!». La chiamò e, quando essa gli giunse vicino, le
disse: «Prendi tuo figlio!». [37]Quella entrò, cadde ai piedi
di lui, gli si prostrò davanti, prese il figlio e uscì.
La pentola avvelenata
[38]Eliseo tornò in Gàlgala. Nella regione imperversava la
carestia. Mentre i figli dei profeti stavano seduti davanti a lui, egli
disse al suo servo: «Metti la pentola grande e cuoci una minestra per i
figli dei profeti». [39]Uno di essi andò in campagna per
cogliere erbe selvatiche e trovò una specie di vite selvatica: da essa
colse zucche agresti e se ne riempì il mantello. Ritornò e gettò i
frutti a pezzi nella pentola della minestra, non sapendo cosa fossero. [40]Si
versò da mangiare agli uomini, che appena assaggiata la minestra
gridarono: «Nella pentola c'è la morte, uomo di Dio!». Non ne
potevano mangiare. [41]Allora Eliseo ordinò: «Portatemi della
farina». Versatala nella pentola, disse: «Danne da mangiare alla gente».
Non c'era più nulla di cattivo nella pentola.
La moltiplicazione dei pani
[42]Da Baal-Salisa venne un individuo, che offrì primizie
all'uomo di Dio, venti pani d'orzo e farro che aveva nella bisaccia.
Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». [43]Ma colui che
serviva disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?».
Quegli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il
Signore: Ne mangeranno e ne avanzerà anche». [44]Lo pose
davanti a quelli, che mangiarono, e ne avanzò, secondo la parola del
Signore.
Re 2 - Capitolo 5
La guarigione di Nàaman
[1]Nàaman, capo dell'esercito del re di Aram, era un
personaggio autorevole presso il suo signore e stimato, perché per suo
mezzo il Signore aveva concesso la vittoria agli Aramei. Ma questo uomo
prode era lebbroso. [2]Ora bande aramee in una razzia avevano
rapito dal paese di Israele una giovinetta, che era finita al servizio
della moglie di Nàaman. [3]Essa disse alla padrona: «Se il mio
signore si rivolgesse al profeta che è in Samaria, certo lo libererebbe
dalla lebbra». [4]Nàaman andò a riferire al suo signore: «La
giovane che proviene dal paese di Israele ha detto così e così». [5]Il
re di Aram gli disse: «Vacci! Io invierò una lettera al re di Israele».
Quegli partì, prendendo con sé dieci talenti d'argento, seimila sicli
d'oro e dieci vestiti. [6]Portò la lettera al re di Israele,
nella quale si diceva: «Ebbene, insieme con questa lettera ho mandato
da te Nàaman, mio ministro, perché tu lo curi dalla lebbra». [7]Letta
la lettera, il re di Israele si stracciò le vesti dicendo: «Sono forse
Dio per dare la morte o la vita, perché costui mi mandi un lebbroso da
guarire? Sì, ora potete constatare chiaramente che egli cerca pretesti
contro di me».
[8]Quando Eliseo, uomo di Dio, seppe che il re si era
stracciate le vesti, mandò a dire al re: «Perché ti sei stracciate le
vesti? Quell'uomo venga da me e saprà che c'è un profeta in Israele».
[9]Nàaman arrivò con i suoi cavalli e con il suo carro e si
fermò alla porta della casa di Eliseo. [10]Eliseo gli mandò un
messaggero per dirgli: «Và, bagnati sette volte nel Giordano: la tua
carne tornerà sana e tu sarai guarito». [11]Nàaman si sdegnò
e se ne andò protestando: «Ecco, io pensavo: Certo, verrà fuori, si
fermerà, invocherà il nome del Signore suo Dio, toccando con la mano
la parte malata e sparirà la lebbra. [12]Forse l'Abana e il
Parpar, fiumi di Damasco, non sono migliori di tutte le acque di
Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per essere guarito?». Si voltò
e se ne partì adirato. [13]Gli si avvicinarono i suoi servi e
gli dissero: «Se il profeta ti avesse ingiunto una cosa gravosa, non
l'avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha detto: bagnati e
sarai guarito». [14]Egli, allora, scese e si lavò nel Giordano
sette volte, secondo la parola dell'uomo di Dio, e la sua carne
ridivenne come la carne di un giovinetto; egli era guarito.
[15]Tornò con tutto il seguito dall'uomo di Dio; entrò e si
presentò a lui dicendo: «Ebbene, ora so che non c'è Dio su tutta la
terra se non in Israele». Ora accetta un dono dal tuo servo». [16]Quegli
disse: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo
prenderò». Nàaman insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò. [17]Allora
Nàaman disse: «Se è no, almeno sia permesso al tuo servo di caricare
qui tanta terra quanta ne portano due muli, perché il tuo servo non
intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dei, ma solo
al Signore. [18]Tuttavia il Signore perdoni il tuo servo se,
quando il mio signore entra nel tempio di Rimmòn per prostrarsi, si
appoggia al mio braccio e se anche io mi prostro nel tempio di Rimmòn,
durante la sua adorazione nel tempio di Rimmòn; il Signore perdoni il
tuo servo per questa azione». [19]Quegli disse: «Và in pace».
Partì da lui e fece un bel tratto di strada.
[20]Ghecazi, servo dell'uomo di Dio Eliseo, disse fra sé: «Ecco,
il mio signore è stato tanto generoso con questo Nàaman arameo da non
prendere quanto egli aveva portato; per la vita del Signore, gli correrò
dietro e prenderò qualche cosa da lui». [21]Ghecazi inseguì Nàaman.
Questi, vedendolo correre verso di sé, scese dal carro per andargli
incontro e gli domandò: «Tutto bene?». [22]Quegli rispose: «Tutto
bene. Il mio signore mi ha mandato a dirti: Ecco, proprio ora, sono
giunti da me due giovani dalle montagne di Efraim, da parte dei figli
dei profeti. Dammi per essi un talento d'argento e due vestiti». [23]Nàaman
disse: «E' meglio che tu prenda due talenti» e insistette con lui. Legò
due talenti d'argento in due sacchi insieme con due vestiti e li diede a
due dei suoi giovani, che li portarono davanti a Ghecazi. [24]Giunto
all'Ofel, questi prese dalle loro mani il tutto e lo depose in casa,
quindi rimandò gli uomini, che se ne andarono. [25]Poi egli andò
a presentarsi al suo padrone. Eliseo gli domandò: «Ghecazi, da dove
vieni?». Rispose: «Il tuo servo non è andato in nessun luogo». [26]Quegli
disse: «Non era forse presente il mio spirito quando quell'uomo si voltò
dal suo carro per venirti incontro? Era forse il tempo di accettare
denaro e di accettare abiti, oliveti, vigne, bestiame minuto e grosso,
schiavi e schiave? [27]Ma la lebbra di Nàaman si attaccherà a
te e alla tua discendenza per sempre». Egli si allontanò da Eliseo,
bianco come la neve per la lebbra.
Re 2 - Capitolo 6
L'ascia perduta e ritrovata
[1]I figli dei profeti dissero a Eliseo: «Ecco, il luogo in
cui ci raduniamo alla tua presenza è troppo stretto per noi. [2]Andiamo
fino al Giordano; là prenderemo una trave per ciascuno e ci costruiremo
una residenza». Quegli rispose: «Andate!». [3]Uno disse: «Degnati
di venire anche tu con i tuoi servi». Egli rispose: «Ci verrò». [4]E
andò con loro. Giunti al Giordano, tagliarono alcuni alberi. [5]Ora,
mentre uno abbatteva un tronco, il ferro dell'ascia gli cadde in acqua.
Egli gridò: «Oh, mio signore! Era stato preso in prestito!». [6]L'uomo
di Dio domandò: «Dove è caduto?». Gli mostrò il posto. Eliseo,
allora, tagliò un legno e lo gettò in quel punto e il ferro venne a
galla. [7]Disse: «Prendilo!». Quegli stese la mano e lo prese.
4. GUERRE ARAMEE
Eliseo cattura un intero distaccamento arameo
[8]Mentre il re di Aram era in guerra contro Israele, in un
consiglio con i suoi ufficiali disse: «In quel tal posto sarà il mio
accampamento». [9]L'uomo di Dio mandò a dire al re di Israele:
«Guardati dal passare per quel punto, perché là stanno scendendo gli
Aramei». [10]Il re di Israele mandò a esplorare il punto
indicatogli dall'uomo di Dio. Questi l'avvertiva e il re si metteva in
guardia; ciò accadde non una volta o due soltanto. [11]Molto
turbato in cuor suo per questo fatto, il re di Aram convocò i suoi
ufficiali e disse loro: «Non mi potreste indicare chi dei nostri è per
il re di Israele?». [12]Uno degli ufficiali rispose: «No, re
mio signore, perché Eliseo profeta di Israele riferisce al re di
Israele quanto tu dici nella tua camera da letto». [13]Quegli
disse: «Andate, informatevi dove sia costui; io manderò a prenderlo».
Gli fu riferito: «Ecco, sta in Dotan». [14]Egli mandò là
cavalli, carri e un bel numero di soldati; vi giunsero di notte e
circondarono la città.
[15]Il giorno dopo, l'uomo di Dio, alzatosi di buon mattino,
uscì. Ecco, un esercito circondava la città con cavalli e carri. Il
suo servo disse: «Ohimè, mio signore, come faremo?». [16]Quegli
rispose: «Non temere, perché i nostri sono più numerosi dei loro». [17]Eliseo
pregò così: «Signore, apri i suoi occhi; egli veda». Il Signore aprì
gli occhi del servo, che vide. Ecco, il monte era pieno di cavalli e di
carri di fuoco intorno a Eliseo.
[18]Poiché gli Aramei scendevano verso di lui, Eliseo pregò
il Signore: «Oh, colpisci questa gente di cecità!». E il Signore li
colpì di cecità secondo la parola di Eliseo. [19]Disse loro
Eliseo: «Non è questa la strada e non è questa la città. Seguitemi e
io vi condurrò dall'uomo che cercate». Egli li condusse in Samaria. [20]Quando
giunsero in Samaria, Eliseo disse: «Signore, apri i loro occhi; essi
vedano!». Il Signore aprì i loro occhi ed essi videro. Erano in mezzo
a Samaria!
[21]Il re di Israele quando li vide, disse a Eliseo: «Li devo
uccidere, padre mio?». [22]Quegli rispose: «Non ucciderli.
Forse uccidi uno che hai fatto prigioniero con la spada e con l'arco?
Piuttosto metti davanti a loro pane e acqua; mangino e bevano, poi se ne
vadano dal loro padrone». [23]Fu imbandito loro un gran
banchetto. Dopo che ebbero mangiato e bevuto, li congedò ed essi se ne
andarono dal loro padrone. Le bande aramee non penetrarono più nel
paese di Israele.
La carestia in Samaria assediata
[24]Dopo tali cose Ben-Hadàd, re di Aram, radunò tutto il
suo esercito e venne ad assediare Samaria. [25]Ci fu una carestia
eccezionale in Samaria, mentre l'assedio si faceva più duro, tanto che
una testa d'asino si vendeva ottanta sicli d'argento e un quarto di qab
di tuberi cinque sicli. [26]Mentre il re di Israele passava sulle
mura, una donna gli gridò contro: «Aiuto, mio signore re!». [27]Rispose:
«Non ti aiuta neppure il Signore! Come potrei aiutarti io? Forse con il
prodotto dell'aia o con quello del torchio?». [28]Il re
aggiunse: «Che hai?». Quella rispose: «Questa donna mi ha detto:
Dammi tuo figlio; mangiamocelo oggi. Mio figlio ce lo mangeremo domani. [29]Abbiamo
cotto mio figlio e ce lo siamo mangiato. Il giorno dopo io le ho detto:
Dammi tuo figlio; mangiamocelo, ma essa ha nascosto suo figlio». [30]Quando
udì le parole della donna, il re si stracciò le vesti. Mentre egli
passava sulle mura, lo vide il popolo; ecco, aveva un sacco di sotto,
sulla carne. [31]Egli disse: «Dio mi faccia questo e anche di
peggio, se oggi la testa di Eliseo, figlio di Safat, resterà sulle sue
spalle».
Eliseo annunzia la fine imminente della prova
[32]Eliseo stava seduto in casa; con lui sedevano gli anziani.
Il re si fece precedere da un uomo. Prima che arrivasse il messaggero,
quegli disse agli anziani: «Avete visto? Quel figlio di assassino
ordina che mi si tolga la vita. Fate attenzione! Quando arriva il
messaggero, chiudete la porta; tenetelo fermo sulla porta. Forse dietro
non si sente il rumore dei piedi del suo padrone?». [33]Stava
ancora parlando con loro, quando il re scese da lui e gli disse: «Tu
vedi quanto male ci viene dal Signore; che aspetterò più io dal
Signore?».
Re 2 - Capitolo 7
[1]Ma Eliseo disse: «Ascolta la parola del Signore: Dice il
Signore: A quest'ora, domani, alla porta di Samaria una sea di
farina costerà un siclo e anche due sea di orzo costeranno un
siclo». [2]Ma lo scudiero, al cui braccio il re si appoggiava,
rispose all'uomo di Dio: «Gia, il Signore apre le finestre in cielo!
Avverrà mai una cosa simile?». Quegli disse: «Ecco, tu lo vedrai con
gli occhi, ma non ne mangerai».
Si scopre l'accampamento arameo abbandonato
[3]Ora c'erano quattro lebbrosi davanti alla porta. Essi
dicevano fra di loro: «Perché stiamo seduti qui ad attendere la morte?
[4]Se risolviamo di andare in città, in città c'è la fame e vi
moriremo. Se stiamo qui, moriremo ugualmente. Ora, su, andiamo
all'accampamento degli Aramei; se ci lasceranno in vita, vivremo; se ci
uccideranno, moriremo». [5]Si alzarono al crepuscolo per andare
all'accampamento degli Aramei e giunsero fino al limite del loro campo.
Ebbene, là non c'era nessuno. [6]Il Signore aveva fatto udire
nell'accampamento degli Aramei rumore di carri, scalpitio di cavalli e
chiasso di un grande esercito. Essi si erano detti l'un l'altro: «Ecco,
il re di Israele ha assoldato contro di noi i re degli Hittiti e i re
dell'Egitto per assalirci». [7]Alzatisi all'imbrunire, erano
fuggiti, lasciando le loro tende, i loro cavalli e i loro asini e il
campo come si trovava; erano fuggiti per mettersi in salvo. [8]Quei
lebbrosi, giunti al limite del campo, entrarono in una tenda e, dopo
aver mangiato e bevuto, portarono via argento, oro e vesti, che andarono
a nascondere. Ritornati, entrarono in un'altra tenda; portarono via
tutto e andarono a nasconderlo.
Fine dell'assedio e della carestia
[9]Si dissero: «Non è giusto quello che facciamo; oggi è
giorno di buone notizie, mentre noi ce ne stiamo zitti. Se attendiamo
fino all'alba di domani, potrebbe sopraggiungerci un castigo. Andiamo
ora, entriamo in città e annunziamolo alla reggia». [10]Vi
andarono; chiamarono le guardie della città e riferirono loro: «Siamo
andati nel campo degli Aramei; ecco, non c'era nessuno né si sentiva
voce umana. C'erano cavalli e asini legati e le tende intatte». [11]Le
guardie allora gridarono e la notizia fu portata dentro la reggia.
[12]Il re si alzò di notte e disse ai suoi ufficiali: «Vi
dirò quello che hanno fatto con noi gli Aramei. Sapendo che siamo
affamati, hanno abbandonato il campo per nascondersi in campagna,
dicendo: Appena usciranno dalla città, li prenderemo vivi e poi
entreremo in città». [13]Uno dei suoi ufficiali rispose: «Si
prendano i cinque cavalli che sono rimasti in questa città, caso mai
capiterà loro come alla moltitudine di Israele, e mandiamo a vedere». [14]Presero
allora due carri con i cavalli; il re li mandò a seguire l'esercito
degli Aramei, dicendo: «Andate e vedete». [15]Li seguirono fino
al Giordano; ecco tutta la strada era piena di abiti e di oggetti che
gli Aramei avevano gettato via nella fretta. I messaggeri tornarono e
riferirono al re.
[16]Allora uscirono tutti e saccheggiarono il campo degli
Aramei. Una sea di farina si vendette per un siclo, così pure
due sea di orzo si vendettero per un siclo, secondo la parola del
Signore. [17]Il re aveva messo a guardia della porta lo scudiero,
al cui braccio egli si appoggiava. Calpestato dalla folla presso la
porta, quegli morì come aveva predetto l'uomo di Dio quando parlò al
re che era sceso da lui. [18]Difatti, dopo che l'uomo di Dio
aveva detto al re: «A quest'ora, domani, alla porta di Samaria due sea
di orzo costeranno un siclo e anche una sea di farina costerà un
siclo», [19]lo scudiero aveva risposto all'uomo di Dio: «Gia,
Dio apre le finestre in cielo! Avverrà mai una cosa simile?». E quegli
aveva detto: «Ecco, tu lo vedrai con gli occhi, ma non ne mangerai». [20]A
lui capitò proprio questo: lo calpestò la folla alla porta ed egli morì.
Re 2 - Capitolo 8
Epilogo riguardante la Sunammita
[1]Eliseo aveva detto alla donna a cui aveva risuscitato il
figlio: «Alzati e vattene con la tua famiglia; dimora fuori del tuo
paese, dovunque troverai da star bene, perché il Signore ha chiamato la
carestia, che verrà sul paese per sette anni». [2]La donna si
era alzata e aveva fatto come aveva detto l'uomo di Dio. Se ne era
andata con la sua famiglia nel paese dei Filistei, per sette anni. [3]Al
termine dei sette anni, la donna tornò dal paese dei Filistei e andò
dal re a reclamare la sua casa e il suo campo. [4]Il re stava
parlando con Ghecazi, servo dell'uomo di Dio, e diceva: «Narrami tutte
le meraviglie compiute da Eliseo». [5]Costui stava narrando al
re come aveva risuscitato il morto, quand'ecco si presenta al re la
donna a cui aveva risuscitato il figlio, per riavere la sua casa e il
suo campo. Ghecazi disse: «Re, mio signore, questa è la donna e questo
è il figlio risuscitato da Eliseo». [6]Il re interrogò la
donna, che gli narrò il fatto. Il re l'affidò a un funzionario
dicendo: «Restituiscile quanto le appartiene e la rendita intera del
campo, dal giorno del suo abbandono del paese fino ad ora».
Eliseo e Cazaèl di Damasco
[7]Eliseo andò a Damasco. A Ben-Hadàd, re di Aram, che era
ammalato, fu riferito: «L'uomo di Dio è venuto fin qui». [8]Il
re disse a Cazaèl: «Prendi un dono e và incontro all'uomo di Dio e
per suo mezzo interroga il Signore, per sapere se guarirò o no da
questa malattia». [9]Cazaèl gli andò incontro prendendo con sé,
in regalo, tutte le cose più squisite di Damasco, con cui caricò
quaranta cammelli. Arrivato, si fermò davanti a lui e gli disse: «Tuo
figlio, Ben-Hadàd, re di Aram, mi ha mandato da te con la domanda:
Guarirò o no da questa malattia?». [10]Eliseo gli disse: «Và
a dirgli: Tu guarirai; ma il Signore mi ha mostrato che egli certamente
morirà». [11]Poi, con sguardo fisso, si irrigidì a lungo; alla
fine l'uomo di Dio si mise a piangere. [12]Cazaèl disse: «Signor
mio, perché piangi?». Quegli rispose: «Perché so quanto male farai
agli Israeliti: brucerai le loro fortezze, ucciderai di spada i loro
giovani, sfracellerai i loro bambini, sventrerai le loro donne incinte».
[13]Cazaèl disse: «Ma che sono io tuo servo? Un cane potrebbe
attuare questa grande predizione?». Eliseo rispose: «Il Signore mi ha
mostrato che tu diventerai re di Aram». [14]Quegli si separò da
Eliseo e ritornò dal suo padrone, che gli domandò: «Che ti ha detto
Eliseo?». Rispose: «Mi ha detto: Certo guarirai». [15]Il
giorno dopo costui prese una coperta, l'immerse nell'acqua e poi la
stese sulla faccia del re che morì. Al suo posto divenne re Cazaèl.
Regno di Ioram in Giuda (848-841)
[16]Nell'anno quinto di Ioram figlio di Acab, re di Israele,
divenne re Ioram figlio di Giòsafat re di Giuda. [17]Quando
divenne re aveva trentadue anni; regnò otto anni in Gerusalemme. [18]Camminò
per la strada dei re di Israele, come aveva fatto la famiglia di Acab,
perché sua moglie era figlia di Acab. Fece ciò che è male agli occhi
del Signore. [19]Il Signore, però, non volle distruggere Giuda a
causa di Davide suo servo, secondo la promessa fattagli di lasciargli
sempre una lampada per lui e per i suoi figli. [20]Durante il suo
regno Edom si ribellò al potere di Giuda e si elesse un re. [21]Allora
Ioram passò a Zeira con tutti i suoi carri. Egli si mosse di notte e
sconfisse gli Idumei che l'avevano accerchiato, insieme con gli
ufficiali dei carri; così il popolo fuggì nelle tende. [22]Edom,
ribellatosi al potere di Giuda, ancora oggi è indipendente. In quel
tempo anche Libna si ribellò.
[23]Le altre gesta di Ioram, tutte le sue azioni, sono
descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [24]Ioram si
addormentò con i suoi padri e fu sepolto con essi nella città di
Davide, e al suo posto divenne re suo figlio Acazia.
Regno di Acazia in Giuda (841)
[25]Nell'anno decimosecondo di Ioram figlio di Acab, re di
Israele, divenne re Acazia figlio di Ioram, re di Giuda. [26]Quando
divenne re, Acazia aveva ventidue anni; regnò un anno in Gerusalemme.
Sua madre si chiamava Atalia, figlia di Omri re di Israele. [27]Imitò
la condotta della casa di Acab; fece ciò che è male agli occhi del
Signore, come aveva fatto la casa di Acab, perché era imparentato con
la casa di Acab. [28]Egli con Ioram figlio di Acab andò in
guerra contro Cazaèl re di Aram, in Ramot di Gàlaad; ma gli Aramei
ferirono Ioram. [29]Allora il re Ioram andò a curarsi in Izrèel
per le ferite ricevute dagli Aramei in Ramot, mentre combatteva contro
Cazaèl re di Aram. Acazia figlio di Ioram, re di Giuda, scese a
visitare Ioram figlio di Acab in Izreèl, perché costui era malato.
Re 2 - Capitolo 9
5. STORIA DI IEU
Un discepolo di Eliseo dà l'unzione regale a Ieu
[1]Il profeta Eliseo chiamò uno dei figli dei profeti e gli
disse: «Cingiti i fianchi, prendi in mano questo vasetto d'olio e và
in Ramot di Gàlaad. [2]Appena giunto, cerca Ieu figlio di Giòsafat,
figlio di Nimsi. Entrato in casa, lo farai alzare dal gruppo dei suoi
compagni e lo condurrai in una camera interna. [3]Prenderai il
vasetto dell'olio e lo verserai sulla sua testa, dicendo: Dice il
Signore: Ti ungo re su Israele. Poi aprirai la porta e fuggirai senza
indugio». [4]Il giovane andò a Ramot di Gàlaad. [5]Appena
giunto, trovò i capi dell'esercito seduti insieme. Egli disse: «Ho un
messaggio per te, o capo». Ieu disse: «Per chi fra tutti noi?». Ed
egli rispose: «Per te, o capo». [6]Ieu si alzò ed entrò in
una camera; quegli gli versò l'olio sulla testa dicendogli: «Dice il
Signore, Dio di Israele: Ti ungo re sul popolo del Signore, su Israele. [7]Tu
demolirai la casa di Acab tuo signore; io vendicherò il sangue dei miei
servi i profeti e il sangue di tutti i servi del Signore sparso da
Gezabele. [8]Tutta la casa di Acab perirà; io eliminerò nella
famiglia di Acab ogni maschio, schiavo o libero in Israele. [9]Renderò
la casa di Acab come la casa di Geroboamo figlio di Nebàt, e come la
casa di Baasa figlio di Achia. [10]La stessa Gezabele sarà
divorata dai cani nella campagna di Izreèl; nessuno la seppellirà».
Quindi aprì la porta e fuggì.
Ieu è proclamato re
[11]Quando Ieu si presentò agli ufficiali del suo padrone,
costoro gli domandarono: «Va tutto bene? Perché questo pazzo è venuto
da te?». Egli disse loro: «Voi conoscete l'uomo e le sue chiacchiere».
[12]Gli dissero: «Baie! Su, raccontacelo!». Egli disse: «Mi ha
parlato così e così, affermando: Dice il Signore: Ti ungo re su
Israele». [13]Tutti presero in fretta i propri vestiti e li
stesero sotto di lui sugli stessi gradini, suonarono la tromba e
gridarono: «Ieu è re».
Ieu si prepara a usurpare il potere
[14]Ieu figlio di Giòsafat, figlio di Nimsi, congiurò contro
Ioram. (Ioram aveva difeso con tutto Israele Ramot di Gàlaad di fronte
a Cazaèl, re di Aram, [15]poi Ioram era tornato a curarsi in
Izreèl le ferite ricevute dagli Aramei nella guerra contro Cazaèl, re
di Aram). Ieu disse: «Se tale è il vostro sentimento, nessuno esca o
fugga dalla città per andare ad annunziarlo in Izreèl». [16]Ieu
salì su un carro e partì per Izreèl, perché là giaceva malato Ioram
e Acazia re di Giuda era sceso per visitarlo.
[17]La sentinella che stava sulla torre di Izreèl vide la
truppa di Ieu che avanzava e disse: «Vedo una truppa». Ioram disse: «Prendi
un cavaliere e mandalo loro incontro per domandare: Tutto bene?». [18]Uno
a cavallo andò loro incontro e disse: «Il re domanda: Tutto bene?».
Ieu disse: «Che importa a te come vada? Passa dietro a me e seguimi».
La sentinella riferì: «Il messaggero è arrivato da quelli, ma non
torna indietro». [19]Il re mandò un altro cavaliere che, giunto
da quelli, disse: «Il re domanda: Tutto bene?». Ma Ieu disse: «Che
importa a te come vada? Passa dietro a me e seguimi». [20]La
sentinella riferì: «E' arrivato da quelli, ma non torna indietro. Il
modo di guidare è quello di Ieu figlio di Nimsi; difatti guida
all'impazzata».
[21]Ioram disse: «Attacca i cavalli». Appena fu pronto il
suo carro, Ioram re di Israele, e Acazia re di Giuda, partirono, ognuno
sul proprio carro. Andarono incontro a Ieu, che raggiunsero nel campo di
Nabòt di Izreèl.
Assassinio di Ioram
[22]Quando Ioram vide Ieu, gli domandò: «Tutto bene, Ieu?».
Rispose: «Sì, tutto bene, finché durano le prostituzioni di Gezabele
tua madre e le sue numerose magie». [23]Allora Ioram si volse
indietro e fuggì, dicendo ad Acazia: «Siamo traditi, Acazia!». [24]Ieu,
impugnato l'arco, colpì Ioram nel mezzo delle spalle. La freccia gli
attraversò il cuore ed egli si accasciò sul carro. [25]Ieu
disse a Bidkar suo scudiero: «Sollevalo, gettalo nel campo che
appartenne a Nabòt di Izreèl; mi ricordo che una volta, mentre io e te
eravamo sullo stesso carro al seguito di suo padre Acab, il Signore
proferì su di lui questo oracolo: [26]Non ho forse visto ieri il
sangue di Nabòt e il sangue dei suoi figli? Oracolo del Signore. Ti
ripagherò in questo stesso campo. Oracolo del Signore. Sollevalo e
gettalo nel campo secondo la parola del Signore».
Assassinio di Acazia
[27]Visto ciò, Acazia re di Giuda fuggì per la strada di
Bet-Gan; Ieu l'inseguì e ordinò: «Colpite anche costui». Lo
colpirono sul carro nella salita di Gur, nelle vicinanze di Ibleam. Egli
fuggì a Meghìddo, ove morì. [28]I suoi ufficiali lo portarono
a Gerusalemme su un carro e lo seppellirono nel suo sepolcro, vicino ai
suoi padri, nella città di Davide.
[29]Acazia era divenuto re di Giuda nell'anno undecimo di
Ioram, figlio di Acab.
Assassinio di Gezabele
[30]Ieu arrivò in Izreèl. Appena lo seppe, Gezabele si truccò
gli occhi con stibio, si acconciò la capigliatura e si mise alla
finestra. [31]Mentre Ieu entrava per la porta, gli domando: «Tutto
bene, o Zimri, assassino del suo padrone?». [32]Ieu alzò lo
sguardo alla finestra e disse: «Chi è con me? Chi?». Due o tre
eunuchi si affacciarono a guardarlo. [33]Egli disse: «Gettatela
giù». La gettarono giù. Il suo sangue schizzò sul muro e sui
cavalli. Ieu passò sul suo corpo, [34]poi entrò, mangiò e
bevve; alla fine ordinò: «Andate a vedere quella maledetta e
seppellitela, perché era figlia di re». [35]Andati per
seppellirla, non trovarono altro che il cranio, i piedi e le palme delle
mani. [36]Tornati, riferirono il fatto a Ieu, che disse: «Si è
avverata così la parola che il Signore aveva detta per mezzo del suo
servo Elia il Tisbita: Nel campo di Izreèl i cani divoreranno la carne
di Gezabele. [37]E il cadavere di Gezabele nella campagna sarà
come letame, perché non si possa dire: Questa è Gezabele».
Re 2 - Capitolo 10
Massacro della famiglia reale di Israele
[1]In Samaria c'erano settanta figli di Acab. Ieu scrisse
lettere e le inviò in Samaria ai capi della città, agli anziani e ai
tutori dei figli di Acab. In esse diceva: [2]«Ora, quando
giungerà a voi questa lettera - voi, infatti, avete con voi i figli del
vostro signore, i carri, i cavalli, le fortezze e le armi - [3]scegliete
il figlio migliore e più capace del vostro signore e ponetelo sul trono
del padre; combattete per la casa del vostro signore». [4]Quelli
ebbero una grande paura e dissero: «Ecco, due re non hanno potuto
resistergli; come potremmo resistergli noi?». [5]Il maggiordomo,
il prefetto della città, gli anziani e i tutori mandarono a Ieu questo
messaggio: «Noi siamo tuoi servi; noi faremo quanto ci ordinerai. Non
nomineremo un re; fà quanto ti piace».
[6]Ieu scrisse loro quest'altra lettera: «Se siete dalla mia
parte e se obbedite alla mia parola, prendete le teste dei figli del
vostro signore e presentatevi a me domani a quest'ora in Izreèl». I
figli del re erano settanta; vivevano con i grandi della città, che li
allevavano. [7]Ricevuta la lettera, quelli presero i figli del re
e li uccisero - erano settanta -; quindi posero le loro teste in panieri
e le mandarono da lui in Izreèl. [8]Si presentò un messaggero
che riferì a Ieu: «Hanno portato le teste dei figli del re». Egli
disse: «Ponetele in due mucchi alla porta della città e ci restino
fino a domani mattina». [9]Il mattino dopo uscì, si fermò e
disse a tutto il popolo: «Voi siete innocenti; ecco io ho congiurato
contro il mio signore e l'ho ucciso. Ma chi ha colpito tutti questi? [10]Constatate
come neppure una parola che il Signore ha annunziato per mezzo del suo
servo Elia, sia venuta meno; il Signore ha attuato quanto aveva predetto
per mezzo di Elia, suo servo». [11]Ieu uccise poi tutti i
superstiti della famiglia di Acab in Izreèl, tutti i suoi grandi, i
suoi amici e i suoi sacerdoti, fino a non lasciarne neppure uno.
Massacro dei principi di Giuda
[12]Quindi si alzò e partì per Samaria. Passando per
Bet-Eked dei pastori, [13]Ieu trovò i fratelli di Acazia, re di
Giuda. Egli domandò: «Voi, chi siete?». Risposero: «Siamo fratelli
di Acazia; siamo scesi per salutare i figli del re e i figli della
regina». [14]Egli ordinò: «Prendeteli vivi». Li presero vivi,
li uccisero e li gettarono nel pozzo di Bet-Eked; erano quarantadue e
non ne rimase neppure uno.
Ieu e Ionadab
[15]Partito di lì, si imbattè in Ionadàb, figlio di Recàb,
che gli veniva incontro; Ieu lo salutò e gli disse: «Il tuo cuore è
retto verso di me, come il mio nei tuoi riguardi?». Ionadàb rispose:
«Sì». «Se sì, dammi la mano». Ionadàb gliela diede. Ieu allora lo
fece salire sul carro vicino a sé [16]e gli disse: «Vieni con
me e vedrai il mio zelo per il Signore». Lo portò con sé sul carro. [17]Entrò
in Samaria, ove uccise tutti i superstiti della casa di Acab fino ad
annientarla, secondo la parola che il Signore aveva comunicata a Elia.
Massacro dei fedeli di Baal e distruzione del suo tempio
[18]Ieu radunò tutto il popolo e gli disse: «Acab ha servito
Baal un poco; Ieu lo servirà molto. [19]Ora convocatemi tutti i
profeti di Baal, tutti i suoi fedeli e tutti i suoi sacerdoti; non ne
manchi neppure uno, perché intendo offrire un grande sacrificio a Baal.
Chi mancherà non sarà lasciato in vita». Ieu agiva con astuzia, per
distruggere tutti i fedeli di Baal. [20]Ieu disse: «Convocate
una festa solenne per Baal». La convocarono. [21]Ieu inviò
messaggeri per tutto Israele; si presentarono tutti i fedeli di Baal -
nessuno si astenne dal viaggio - e si radunarono nel tempio di Baal, che
ne risultò pieno da un'estremità all'altra. [22]Ieu disse al
guardarobiere: «Tira fuori le vesti per tutti i fedeli di Baal». Ed
egli le tirò fuori. [23]Ieu, accompagnato da Ionadàb figlio di
Recàb, entrò nel tempio di Baal e disse ai fedeli di Baal: «Badate
bene che non ci sia fra di voi nessuno dei fedeli del Signore, ma solo
fedeli di Baal».
[24]Mentre quelli si accingevano a compiere sacrifici e
olocausti, Ieu fece uscire ottanta suoi uomini con la minaccia: «Se
qualcuno farà fuggire uno degli uomini che io oggi metto nelle vostre
mani, pagherà con la sua vita la vita di lui». [25]Quando ebbe
finito di compiere l'olocausto, Ieu disse alle guardie e agli scudieri:
«Entrate, uccideteli. Nessuno scappi». Le guardie e gli scudieri li
passarono a fil di spada e li gettarono perfino nella cella del tempio
di Baal. [26]Penetrati in essa, portarono fuori il palo sacro del
tempio di Baal e lo bruciarono. [27]Fecero a pezzi la stele di
Baal, demolirono il tempio di Baal e lo ridussero un immondezzaio fino
ad oggi.
Regno di Ieu in Israele (841-814)
[28]Ieu fece scomparire Baal da Israele. [29]Ma Ieu non
si allontanò dai peccati che Geroboamo figlio di Nebàt aveva fatto
commettere a Israele e non abbandonò i vitelli d'oro che erano a Betel
e in Dan.
[30]Il Signore disse a Ieu: «Perché ti sei compiaciuto di
fare ciò che è giusto ai miei occhi e hai compiuto per la casa di Acab
quanto era nella mia intenzione, i tuoi figli - fino alla quarta
generazione - siederanno sul trono di Israele». [31]Ma Ieu non
si preoccupò di seguire la legge del Signore Dio di Israele con tutto
il cuore; non si allontanò dai peccati che Geroboamo aveva fatto
commettere a Israele.
[32]In quel tempo il Signore cominciò a ridurre il territorio
di Israele; Cazaèl sconfisse gli Israeliti in tutti i loro confini: [33]dal
Giordano, verso oriente, occupò tutta la regione di Gàlaad, dei Gaditi,
dei Rubeniti e dei Manassiti, da Aroer, che è presso il torrente Arnon,
a Gàlaad e a Basan.
[34]Le altre gesta di Ieu, tutte le sue azioni e le sue
prodezze, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [35]Ieu
si addormentò con i suoi padri e lo seppellirono in Samaria. Al suo
posto divenne re suo figlio Ioacaz. [36]La durata del regno di
Ieu su Israele, in Samaria, fu di ventotto anni.
Re 2 - Capitolo 11
6. DAL REGNO DI ATALIA ALLA MORTE DI ELISEO
Storia di Atalia (841-835)
[1]Atalia madre di Acazia, visto che era morto suo figlio, si
propose di sterminare tutta la discendenza regale. [2]Ma Ioseba,
figlia del re Ioram e sorella di Acazia, sottrasse Ioas figlio di Acazia
dal gruppo dei figli del re destinati alla morte e lo portò con la
nutrice nella camera dei letti; lo nascose così ad Atalia ed egli non
fu messo a morte. [3]Rimase sei anni nascosto presso di lei nel
tempio; intanto Atalia regnava sul paese.
[4]Il settimo anno Ioiada convocò i capi di centinaia dei
Carii e delle guardie e li fece venire nel tempio. Egli concluse con
loro un'alleanza, facendoli giurare nel tempio; quindi mostrò loro il
figlio del re. [5]Diede loro le seguenti disposizioni: «Questo
farete: un terzo di quelli che fra di voi iniziano il servizio di sabato
per fare la guardia alla reggia, [6]un altro terzo alla porta di
Sur e un terzo alla porta dietro i cursori; voi farete invece la guardia
alla casa di Massach, [7]gli altri due gruppi di voi, ossia
quanti smontano il sabato, faranno la guardia al tempio. [8]Circonderete
il re, ognuno con la sua arma in pugno e chi tenta di penetrare nello
schieramento sia messo a morte. Accompagnerete il re ovunque egli vada».
[9]I capi di centinaia fecero quanto aveva disposto il sacerdote
Ioiada. Ognuno prese i suoi uomini, quelli che entravano in servizio e
quelli che smontavano il sabato, e andarono dal sacerdote Ioiada. [10]Il
sacerdote consegnò ai capi di centinaia lance e scudi del re Davide,
che erano nel deposito del tempio. [11]Le guardie, ognuno con
l'arma in pugno, si disposero dall'angolo meridionale del tempio fino
all'angolo settentrionale, davanti all'altare e al tempio e intorno al
re. [12]Allora Ioiada fece uscire il figlio del re, gli impose il
diadema e le insegne; lo proclamò re e lo unse. Gli astanti batterono
le mani ed esclamarono: «Viva il re!».
[13]Atalia, sentito il clamore delle guardie e del popolo, si
diresse verso la moltitudine nel tempio. [14]Guardò: ecco, il re
stava presso la colonna secondo l'usanza; i capi e i trombettieri erano
intorno al re, mentre tutto il popolo del paese esultava e suonava le
trombe. Atalia si stracciò le vesti e gridò: «Tradimento, tradimento!».
[15]Il sacerdote Ioiada ordinò ai capi dell'esercito: «Fatela
uscire tra le file e chiunque la segua sia ucciso di spada». Il
sacerdote infatti aveva stabilito che non venisse uccisa nel tempio del
Signore. [16]Le misero le mani addosso ed essa raggiunse la
reggia attraverso l'ingresso dei Cavalli e là fu uccisa.
[17]Ioiada concluse un'alleanza fra il Signore, il re e il
popolo, con cui questi si impegnò a essere il popolo del Signore; ci fu
anche un'alleanza fra il re e il popolo. [18]Tutto il popolo del
paese penetrò nel tempio di Baal e lo demolì, frantumandone gli altari
e le immagini: uccisero dinanzi agli altari lo stesso Mattan, sacerdote
di Baal.
Il sacerdote Ioiada mise guardie intorno al tempio. [19]Egli
prese i capi di centinaia dei Carii e delle guardie e tutto il popolo
del paese; costoro fecero scendere il re dal tempio e attraverso la
porta delle Guardie lo condussero nella reggia, ove egli sedette sul
trono regale. [20]Tutto il popolo del paese fu in festa; la città
restò tranquilla. Atalia fu uccisa con la spada nella reggia.
Re 2 - Capitolo 12
Regno di Ioas in Giuda (835-796)
[1]Quando divenne re, Ioas aveva sette anni. [2]Divenne
re nell'anno settimo di Ieu e regnò quarant'anni in Gerusalemme. Sua
madre, di Bersabea, si chiamava Sibia. [3]Ioas fece ciò che è
giusto agli occhi del Signore per tutta la sua vita, perché era stato
educato dal sacerdote Ioiada. [4]Ma non scomparvero le alture,
infatti il popolo tuttora sacrificava e offriva incenso sulle alture.
[5]Ioas disse ai sacerdoti: «Tutto il denaro delle rendite
sacre, che viene portato nel tempio del Signore, il denaro che uno versa
per il proprio riscatto e tutto il denaro offerto spontaneamente al
tempio, [6]lo prendano i sacerdoti, ognuno dalla mano del proprio
conoscente; con esso eseguiscano le riparazioni del tempio, ovunque
appaiano necessarie».
[7]Ora nell'anno ventitrè del re Ioas i sacerdoti non avevano
ancora eseguito le riparazioni nel tempio. [8]Il re Ioas convocò
il sacerdote Ioiada e gli altri sacerdoti e disse loro: «Perché non
avete restaurato il tempio? D'ora innanzi non ritirerete più il denaro
dai vostri conoscenti, ma lo consegnerete per il restauro del tempio». [9]I
sacerdoti acconsentirono a non ricevere più il denaro dal popolo e a
non curare il restauro del tempio.
[10]Il sacerdote Ioiada prese una cassa, vi fece un buco nel
coperchio e la pose a lato dell'altare, a destra di chi entra nel
tempio. I sacerdoti custodi della soglia depositavano ivi tutto il
denaro portato al tempio. [11]Quando vedevano che nella cassa
c'era molto denaro, veniva il segretario del re, insieme con il sommo
sacerdote, che riducevano in verghe e contavano il denaro trovato nel
tempio. [12]Consegnavano il denaro controllato nelle mani degli
esecutori dei lavori nel tempio. Costoro lo distribuivano ai falegnami e
ai muratori, che lavoravano nel tempio, [13]ai muratori, ai
tagliapietre, ai fornitori del legname e delle pietre da taglio per il
restauro dei danni nel tempio, insomma per quanto era necessario per
riparare il tempio. [14]Ma con il denaro portato al tempio del
Signore non si dovevano fare né coppe d'argento, né strumenti
musicali, né coltelli, né vassoi, né trombe, insomma nessun oggetto
d'oro o d'argento. [15]Esso era consegnato solo agli esecutori
dei lavori, che l'usavano per restaurare il tempio. [16]Coloro
nelle cui mani si rimetteva il denaro perché lo dessero agli esecutori
dei lavori non dovevano renderne conto, perché la loro condotta
ispirava fiducia. [17]Il denaro dei sacrifici per il delitto e
per il peccato non era destinato al tempio, ma era lasciato ai
sacerdoti.
[18]In quel tempo Cazaèl re di Aram mosse guerra contro Gat e
la conquistò. Allora Cazaèl si preparò ad assalire Gerusalemme. [19]Ioas
re di Giuda prese tutti gli oggetti consacrati da Giòsafat, da Ioram e
da Acazia, suoi antenati, re di Giuda, e quelli consacrati da lui
stesso, insieme con tutto l'oro trovato nei tesori del tempio e della
reggia; egli mandò tutto ciò a Cazaèl re di Aram, che si allontanò
da Gerusalemme.
[20]Le altre gesta di Ioas e tutte le sue azioni sono
descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [21]I suoi
ufficiali si sollevarono organizzando una congiura; uccisero Ioas a
Bet-Millo, nella discesa verso Silla. [22]Iozabàd figlio di
Simeat e Iozabàd figlio di Somer, suoi ufficiali, lo colpirono ed egli
morì. Lo seppellirono con i suoi padri nella città di Davide. Al suo
posto divenne re suo figlio Amazia.
Re 2 - Capitolo 13
Regno di Ioacaz in Israele (814-798)
[1]Nell'anno ventitrè di Ioas figlio di Acazia, re di Giuda,
su Israele in Samaria divenne re Ioacaz figlio di Ieu, che regnò
diciassette anni. [2]Fece ciò che è male agli occhi del
Signore; imitò il peccato con cui Geroboamo figlio di Nebàt aveva
fatto peccare Israele, né mai se ne allontanò. [3]L'ira del
Signore divampò contro Israele e li mise nelle mani di Cazaèl re di
Aram e di Ben-Hadàd figlio di Cazaèl, per tutto quel tempo. [4]Ma
Ioacaz placò il volto del Signore. Il Signore lo ascoltò, perché
aveva visto come il re di Aram opprimeva gli Israeliti. [5]Il
Signore concesse un liberatore a Israele. Essi sfuggirono al potere di
Aram; gli Israeliti poterono abitare nelle loro tende come prima. [6]Ma
essi non si allontanarono dal peccato che la casa di Geroboamo aveva
fatto commettere a Israele; anzi lo ripeterono. Perfino il palo sacro
rimase in piedi in Samaria. [7]Pertanto, di tutte le truppe di
Ioacaz il Signore lasciò soltanto cinquanta cavalli, dieci carri e
diecimila fanti, perché li aveva distrutti il re di Aram, riducendoli
come la polvere che si calpesta.
[8]Le altre gesta di Ioacaz, tutte le sue azioni e prodezze,
sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [9]Ioacaz
si addormentò con i suoi padri e fu sepolto in Samaria. Al suo posto
divenne re suo figlio Ioas.
Regno di Ioas in Israele (798-783)
[10]Nell'anno trentasette di Ioas re di Giuda, su Israele in
Samaria divenne re Ioas, figlio di Ioacaz, che regnò sedici anni. [11]Fece
ciò che è male agli occhi del Signore; non si allontanò da tutti i
peccati che Geroboamo figlio di Nebàt aveva fatto commettere a Israele,
ma li ripetè.
[12]Le altre gesta di Ioas, tutte le sue azioni e prodezze, le
guerre combattute con Amazia re di Giuda, sono descritte nel libro delle
Cronache dei re di Israele. [13]Ioas si addormentò con i suoi
padri e sul suo trono salì Geroboamo. Ioas fu sepolto in Samaria
insieme con i re di Israele.
Morte di Eliseo
[14]Quando Eliseo si ammalò della malattia di cui morì, Ioas
re di Israele, sceso a visitarlo, scoppiò in pianto davanti a lui,
dicendo: «Padre mio, padre mio, carro di Israele e sua cavalleria». [15]Eliseo
gli disse: «Prendi arco e frecce». Egli prese arco e frecce. [16]Aggiunse
al re di Israele: «Impugna l'arco». Quando il re l'ebbe impugnato,
Eliseo mise la mano sulla mano del re, [17]quindi disse: «Apri
la finestra verso oriente». Aperta che fu la finestra, Eliseo disse: «Tira!».
Ioas tirò. Eliseo disse: «Freccia vittoriosa per il Signore, freccia
vittoriosa su Aram. Tu sconfiggerai, fino allo sterminio, gli Aramei in
Afek». [18]Eliseo disse: «Prendi le frecce». E quando quegli
le ebbe prese, disse al re di Israele: «Percuoti con le tue frecce la
terra» ed egli la percosse tre volte, poi si fermò. [19]L'uomo
di Dio s'indignò contro di lui e disse: «Avresti dovuto colpire cinque
o sei volte; allora avresti sconfitto l'Aram fino allo sterminio; ora,
invece, sconfiggerai l'Aram solo tre volte».
[20]Eliseo morì; lo seppellirono. All'inizio dell'anno nuovo
irruppero nel paese alcune bande di Moab. [21]Mentre seppellivano
un uomo, alcuni, visto un gruppo di razziatori, gettarono il cadavere
sul sepolcro di Eliseo e se ne andarono. L'uomo, venuto a contatto con
le ossa di Eliseo, risuscitò e si alzò in piedi.
Vittoria sugli Aramei
[22]Cazaèl re di Aram oppresse gli Israeliti finché visse
Ioacaz. [23]Alla fine il Signore si mostrò benevolo, ne ebbe
compassione e tornò a favorirli a causa della sua alleanza con Abramo,
Isacco e Giacobbe; per questo non volle distruggerli né scacciarli
davanti a sé, fino ad oggi. [24]Cazaèl re di Aram morì. Al suo
posto divenne re suo figlio Ben-Hadàd. [25]Allora Ioas figlio di
Ioacaz riprese a Ben-Hadàd, figlio di Cazaèl le città che Cazaèl
aveva tolte con le armi a suo padre Ioacaz. Ioas lo sconfisse tre volte;
così riconquistò le città di Israele.
Re 2 - Capitolo 14
VII. I DUE REGNI FINO ALLA CADUTA DI SAMARIA
Regno di Amazia in Giuda (796-781)
[1]Nell'anno secondo di Ioas figlio di Ioacaz, re di Israele,
divenne re Amazia figlio di Ioas, re di Giuda. [2]Quando divenne
re aveva venticinque anni; regnò ventinove anni in Gerusalemme. Sua
madre era di Gerusalemme e si chiamava Ioaddain. [3]Egli fece ciò
che è retto agli occhi del Signore, ma non come Davide suo antenato: agì
in tutto come suo padre Ioas. [4]Solo non scomparvero le alture;
il popolo ancora sacrificava e offriva incensi sulle alture. [5]Quando
il regno fu saldo nelle sue mani, uccise gli ufficiali che avevano
assassinato il re suo padre. [6]Ma non uccise i figli degli
assassini, secondo quanto è scritto nel libro della legge di Mosè, ove
il Signore prescrive: «I padri non moriranno per i figli né i figli
per i padri, perché ognuno morirà per il suo peccato». [7]Egli
sconfisse gli Idumei nella Valle del sale, uccidendone diecimila. In
tale guerra occupò Sela e la chiamò Iokteèl, come è chiamata fino ad
oggi.
[8]Allora Amazia mandò messaggeri a Ioas figlio di Ioacaz,
figlio di Ieu, re di Israele, per dirgli: «Su, guardiamoci in faccia».
[9]Ioas re di Israele fece rispondere ad Amazia re di Giuda: «Il
cardo del Libano mandò a dire al cedro del Libano: Dà in moglie tua
figlia a mio figlio. Ora passò una bestia selvatica del Libano e
calpestò il cardo. [10]Tu hai sconfitto Edom, per questo il tuo
cuore ti ha reso altero. Sii glorioso, ma resta nella tua casa. Perché
provocare una calamità? Potresti precipitare tu e Giuda con te». [11]Amazia
non lo ascoltò. Allora Ioas re di Israele si mise in marcia; si
guardarono in faccia, lui e Amazia re di Giuda, in Bet-Sèmes, che
appartiene a Giuda. [12]Giuda fu sconfitto di fronte a Israele e
ognuno fuggì nella propria tenda. [13]Ioas re di Israele in
Bet-Sèmes fece prigioniero Amazia re di Giuda figlio di Ioas, figlio di
Acazia. Quindi, andato in Gerusalemme, ne demolì le mura dalla porta di
Efraim fino alla porta dell'Angolo per quattrocento cubiti. [14]Prese
tutto l'oro e l'argento e tutti gli oggetti trovati nel tempio e nei
tesori della reggia, insieme con gli ostaggi, e tornò in Samaria.
[15]Le altre gesta di Ioas, le sue azioni, le sue prodezze e
le sue guerre con Amazia re di Giuda sono descritte nel libro delle
Cronache dei re di Israele. [16]Ioas si addormentò con i suoi
padri; fu sepolto in Samaria vicino ai re di Israele. Al suo posto
divenne re suo figlio Geroboamo.
[17]Amazia figlio di Ioas, re di Giuda, dopo la morte di Ioas
figlio di Ioacaz, re di Israele, visse quindici anni.
[18]Le altre gesta di Amazia sono descritte nel libro delle
Cronache dei re di Giuda. [19]Contro di lui si ordì una congiura
in Gerusalemme. Egli fuggì a Lachis; lo fecero inseguire fino a Lachis
e là l'uccisero. [20]Trasportato su dei cavalli, fu sepolto con
i suoi padri nella città di Davide. [21]Tutto il popolo di Giuda
prese Azaria, che aveva sedici anni, e lo proclamò re al posto di suo
padre Amazia. [22]Egli fortificò Elat, da lui riconquistata a
Giuda dopo che il re si era addormentato con i suoi padri.
Regno di Geroboamo II in Israele (783-743)
[23]Nell'anno quindici di Amazia figlio di Ioas, re di Giuda,
in Samaria divenne re Geroboamo figlio di Ioas, re di Israele, per
quarantun anni. [24]Egli fece ciò che è male agli occhi del
Signore; non si allontanò da nessuno dei peccati che Geroboamo figlio
di Nebàt aveva fatto commettere a Israele. [25]Egli ristabilì i
confini di Israele dall'ingresso di Amat fino al mare dell'Araba secondo
la parola del Signore Dio di Israele, pronunziata per mezzo del suo
servo il profeta Giona figlio di Amittai, di Gat-Chefer, [26]perché
il Signore aveva visto l'estrema miseria di Israele, in cui non c'era più
né schiavo né libero, né chi lo potesse soccorrere. [27]Egli
che aveva deciso di non far scomparire il nome di Israele sotto il
cielo, li liberò per mezzo di Geroboamo figlio di Ioas.
[28]Le altre gesta di Geroboamo, le sue azioni e le sue
prodezze in guerra, la sua riconquista di Damasco e di Amat in favore di
Israele, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [29]Geroboamo
si addormentò con i suoi padri; fu sepolto in Samaria con i re di
Israele. Al suo posto divenne re suo figlio Zaccaria.
Re 2 - Capitolo 15
Regno di Azaria in Giuda (781-740)
[1]Nell'anno ventisette di Geroboamo re di Israele, divenne re
Azaria figlio di Amazia, re di Giuda. [2]Quando divenne re aveva
sedici anni; regnò in Gerusalemme cinquantadue anni. Sua madre era di
Gerusalemme e si chiamava Iecolia. [3]Fece ciò che è retto agli
occhi del Signore, secondo quanto fece Amazia sua padre. [4]Ma
non scomparvero le alture. Il popolo ancora sacrificava e offriva
incenso sulle alture. [5]Il Signore colpì con la lebbra il re,
che rimase lebbroso fino al giorno della sua morte in una casa
appartata. Iotam figlio del re dirigeva la reggia e governava il popolo
del paese.
[6]Le altre gesta di Azaria, tutte le sue azioni, sono
descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [7]Azaria si
addormentò con i suoi padri e fu sepolto nella città di Davide. Al suo
posto divenne re suo figlio Iotam.
Regno di Zaccaria in Israele (743)
[8]Nell'anno trentotto di Azaria re di Giuda, in Samaria
divenne re d'Israele per sei mesi Zaccaria, figlio di Geroboamo. [9]Fece
ciò che è male agli occhi del Signore, come l'avevano fatto i suoi
padri; non si allontanò dai peccati che Geroboamo figlio di Nebàt
aveva fatto commettere a Israele. [10]Ma Sallùm figlio di Iabes
congiurò contro di lui, lo assalì in Ibleam, lo uccise e regnò al suo
posto.
[11]Le altre gesta di Zaccaria, ecco, sono descritte nel libro
delle Cronache dei re di Israele. [12]Così si avverò la parola
che il Signore aveva predetta a Ieu quando disse: «I tuoi figli
siederanno sul trono di Israele fino alla quarta generazione». E
avvenne proprio così.
Regno di Sallùm in Israele (743)
[13]Sallùm figlio di Iabes divenne re nell'anno trentanove di
Ozia re di Giuda; regnò un mese in Samaria. [14]Da Tirza avanzò
Menachem figlio di Gadi, entrò in Samaria e sconfisse Sallùm, figlio
di Iabes, l'uccise e divenne re al suo posto.
[15]Le altre gesta di Sallùm e la congiura da lui
organizzata, ecco, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di
Israele. [16]In quel tempo Menachem, venendo da Tirza, espugnò
Tifsach, uccise tutti i suoi abitanti e devastò tutto il suo
territorio, perché non gli avevano aperto le porte e fece sventrare
tutte le donne incinte.
Regno di Menachem in Israele (743-738)
[17]Nell'anno trentanove di Azaria re di Giuda, Menachem
figlio di Gadi divenne re d'Israele e regnò dieci anni in Samaria. [18]Fece
ciò che è male agli occhi del Signore; non si allontanò dai peccati
che Geroboamo figlio di Nebàt aveva fatto commettere a Israele. Durante
il suo regno [19]Pul re d'Assiria invase il paese. Menachem diede
a Pul mille talenti d'argento perché l'aiutasse a consolidare la
regalità. [20]Menachem impose una tassa, per quel denaro, su
Israele, sulle persone facoltose, sì da poterlo dare al re d'Assiria;
da ognuno richiese cinquanta sicli. Così il re d'Assiria se ne andò e
non rimase là nel paese.
[21]Le altre gesta di Menachem e tutte le sue azioni, ecco,
sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [22]Menachem
si addormentò con i suoi padri e al suo posto divenne re suo figlio
Pekachia.
Regno di Pekachia in Israele (738-737)
[23]Nell'anno cinquanta di Azaria re di Giuda, divenne re
Pekachia figlio di Menachem su Israele in Samaria; regnò due anni. [24]Fece
ciò che è male agli occhi del Signore; non si allontanò dai peccati
che Geroboamo, figlio di Nebàt, aveva fatto commettere a Israele. [25]Contro
di lui congiurò Pekach figlio di Romelia, suo scudiero. L'uccise in
Samaria nella torre della reggia insieme ad Argob e ad Arie e aveva con
sé cinquanta uomini di Gàlaad; l'uccise e si proclamò re al suo
posto.
[26]Le altre gesta di Pekachia e tutte le sue azioni, ecco,
sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele.
Regno di Pekach in Israele (737-732)
[27]Nell'anno cinquanta di Azaria re di Giuda, divenne re
Pekach figlio di Romelia su Israele in Samaria; regnò vent'anni. [28]Fece
ciò che è male agli occhi del Signore; non si allontanò dai peccati
che Geroboamo figlio di Nebàt aveva fatto commettere a Israele.
[29]Al tempo di Pekach re di Israele, venne Tiglat-Pilèzer re
di Assiria, che occupò Ijjon, Abel-Bet-Maaca, Ianoach, Kedes, Cazor, Gàlaad
e la Galilea e tutto il territorio di Nèftali, deportandone la
popolazione in Assiria. [30]Contro Pekach figlio di Romelia ordì
una congiura Osea figlio di Ela, che lo assalì e lo uccise, divenendo
re al suo posto, nell'anno venti di Iotam figlio di Ozia.
[31]Le altre gesta di Pekach e tutte le sue azioni, ecco sono
descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele.
Regno di Iotam in Giuda (740-736)
[32]Nell'anno secondo di Pekach figlio di Romelia, re di
Israele, divenne re Iotam figlio di Ozia, re di Giuda. [33]Quando
divenne re, aveva venticinque anni; regnò sedici anni in Gerusalemme.
Sua madre si chiamava Ierusa figlia di Zadòk. [34]Fece ciò che
è retto agli occhi del Signore, imitando in tutto la condotta di Ozia
suo padre. [35]Ma non scomparvero le alture; il popolo ancora
sacrificava e offriva incenso sulle alture. Egli costruì la porta
superiore del tempio.
[36]Le altre gesta di Iotam, le sue azioni, sono descritte nel
libro delle Cronache dei re di Giuda.
[37]In quel tempo il Signore cominciò a mandare contro Giuda
Rezin re di Aram e Pekach figlio di Romelia. [38]Iotam si
addormentò con i suoi padri, fu sepolto con essi nella città di Davide
suo antenato e al suo posto divenne re suo figlio Acaz.
Re 2 - Capitolo 16
Regno di Acaz in Giuda (736-716)
[1]Nell'anno diciassette di Pekach figlio di Romelia, divenne
re Acaz figlio di Iotam, re di Giuda. [2]Quando divenne re, aveva
vent'anni; regnò sedici anni in Gerusalemme. Non fece ciò che è retto
agli occhi del Signore suo Dio, come Davide suo antenato. [3]Camminò
sulla strada dei re di Israele; fece perfino passare per il fuoco suo
figlio, secondo gli abomini dei popoli che il Signore aveva scacciati di
fronte agli Israeliti. [4]Sacrificava e bruciava incenso sulle
alture, sui colli e sotto ogni albero verde.
[5]In quel tempo marciarono contro Gerusalemme Rezin re di
Aram, e Pekach figlio di Romelia, re di Israele; l'assediarono, ma non
riuscirono a espugnarla. [6]Ma il re di Edom approfittò di
quella occasione per riconquistare Elat e unirla al suo regno; ne scacciò
i Giudei e tornarono ad abitarvi gli Idumei fino ad oggi.
[7]Acaz mandò messaggeri a Tiglat-Pilèzer re di Assiria, per
dirgli: «Io sono tuo servo e tuo figlio; vieni, liberami dalla mano del
re di Aram e dalla mano del re di Israele, che sono insorti contro di me».
[8]Acaz, preso l'argento e l'oro che si trovava nel tempio e nei
tesori della reggia, lo mandò in dono al re di Assiria. [9]Il re
di Assur lo ascoltò e assalì Damasco e la prese, ne deportò la
popolazione a Kir e uccise Rezin.
[10]Il re Acaz andò incontro a Tiglat-Pilèzer re di Assiria
in Damasco e, visto l'altare che si trovava in Damasco, il re Acaz mandò
al sacerdote Uria il disegno dell'altare e il suo piano secondo il
lavoro. [11]Il sacerdote Uria costruì l'altare, prima che il re
Acaz tornasse da Damasco, facendolo proprio identico a quello che il re
Acaz gli aveva mandato da Damasco. [12]Tornato da Damasco, il re
vide l'altare, vi si avvicinò, vi salì, [13]vi bruciò
l'olocausto e l'offerta, vi versò la libazione e vi sparse il sangue
dei sacrifici di comunione collocati sull'altare. [14]Separò
l'altare di bronzo, che era di fronte al Signore, dalla fronte del
tempio, ossia dal punto fra l'altare e il tempio, e lo pose al fianco
del nuovo altare verso settentrione. [15]Il re Acaz ordinò al
sacerdote Uria: «Sull'altare grande brucerai l'olocausto del mattino,
l'offerta della sera, l'olocausto del re e la sua offerta, l'olocausto
di tutto il popolo del paese, la sua offerta e le sue libazioni, vi
verserai sopra tutto il sangue dell'olocausto e tutto il sangue dei
sacrifici di comunione; circa l'altare di bronzo io deciderò». [16]Il
sacerdote Uria eseguì a puntino l'ordine di Acaz.
[17]Il re Acaz smontò le basi, da cui rimosse le doghe e
tolse i bacini. Fece scendere il grande bacino dai buoi di bronzo che lo
sostenevano e lo collocò sul pavimento di pietre. [18]In
considerazione del re d'Assiria egli eliminò anche il portico del
sabato, che era stato costruito nel tempio, e l'ingresso esterno del re.
[19]Le altre gesta di Acaz, le sue azioni, ecco, sono
descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [20]Acaz si
addormentò con i suoi padri; fu sepolto nella città di Davide e al suo
posto divenne re suo figlio Ezechia.
Re 2 - Capitolo 17
Regno di Osea in Israele (732-724)
[1]Nell'anno decimosecondo di Acaz re di Giuda divenne re in
Samaria su Israele Osea figlio di Ela, il quale regnò nove anni. [2]Fece
ciò che è male agli occhi del Signore, ma non come i re di Israele che
erano stati prima di lui. [3]Contro di lui marciò Salmanassar re
d'Assiria; Osea divenne suo vassallo e gli pagò un tributo. [4]Poi
però il re d'Assiria scoprì una congiura di Osea, che aveva inviato
messaggeri a So re d'Egitto e non spediva più il tributo al re d'Assiria,
come faceva prima, ogni anno. Perciò il re d'Assiria lo fece
imprigionare e lo chiuse in carcere.
Presa di Samaria (721)
[5]Il re d'Assiria invase tutto il paese, andò in Samaria e
l'assediò per tre anni. [6]Nell'anno nono di Osea il re d'Assiria
occupò Samaria, deportò gli Israeliti in Assiria, destinandoli a
Chelach, alla zona intorno a Cabor, fiume del Gozan, e alle città della
Media.
Riflessioni sulla rovina del regno di Israele
[7]Ciò avvenne perché gli Israeliti avevano peccato contro
il Signore loro Dio, che li aveva fatti uscire dal paese d'Egitto,
liberandoli dal potere del faraone re d'Egitto; essi avevano temuto
altri dei. [8]Avevano seguito le pratiche delle popolazioni
distrutte dal Signore all'arrivo degli Israeliti e quelle introdotte dai
re di Israele. [9]Gli Israeliti avevano proferito contro il
Signore loro Dio cose non giuste e si erano costruiti alture in tutte le
loro città, dai più piccoli villaggi alle fortezze. [10]Avevano
eretto stele e pali sacri su ogni alto colle e sotto ogni albero verde. [11]Ivi
avevano bruciato incenso, come le popolazioni che il Signore aveva
disperso alla loro venuta; avevano compiuto azioni cattive, irritando il
Signore. [12]Avevano servito gli idoli, dei quali il Signore
aveva detto: «Non farete una cosa simile!».
[13]Eppure il Signore, per mezzo di tutti i suoi profeti e dei
veggenti, aveva ordinato a Israele e a Giuda: «Convertitevi dalle
vostre vie malvage e osservate i miei comandi e i miei decreti secondo
ogni legge, che io ho imposta ai vostri padri e che ho fatto dire a voi
per mezzo dei miei servi, i profeti». [14]Ma essi non
ascoltarono, anzi indurirono la nuca rendendola simile a quella dei loro
padri, i quali non avevano creduto al Signore loro Dio. [15]Rigettarono
i suoi decreti e le alleanze che aveva concluse con i loro padri, e le
testimonianze che aveva loro date; seguirono le vanità e diventarono
anch'essi fatui, a imitazione dei popoli loro vicini, dei quali il
Signore aveva comandato di non imitare i costumi. [16]Abbandonarono
tutti i comandi del Signore loro Dio; si eressero i due vitelli in
metallo fuso, si prepararono un palo sacro, si prostrarono davanti a
tutta la milizia celeste e venerarono Baal. [17]Fecero passare i
loro figli e le loro figlie per il fuoco; praticarono la divinazione e
gli incantesimi; si vendettero per compiere ciò che è male agli occhi
del Signore, provocandolo a sdegno. [18]Per questo il Signore si
adirò molto contro Israele e lo allontanò dalla sua presenza e non
rimase se non la sola tribù di Giuda. [19]Ma neppure quelli di
Giuda osservarono i comandi del Signore loro Dio, ma piuttosto seguirono
le usanze fissate da Israele. [20]Il Signore, perciò, rigettò
tutta la discendenza di Israele; li umiliò e li mise in balìa di
briganti, finché non li scacciò dalla sua presenza. [21]Difatti,
quando Israele fu strappato dalla casa di Davide, e proclamò re
Geroboamo, figlio di Nebàt, questi allontanò Israele dal seguire il
Signore e gli fece commettere un grande peccato. [22]Gli
Israeliti imitarono in tutto il peccato commesso da Geroboamo; non se ne
allontanarono, [23]finché il Signore allontanò Israele dalla
sua presenza, come aveva preannunziato per mezzo di tutti i suoi servi,
i profeti; fece deportare Israele dal suo paese in Assiria, dove è fino
ad oggi.
Origine dei Samaritani
[24]Il re d'Assiria mandò gente da Babilonia, da Cuta, da
Avva, da Amat e da Sefarvàim e la sistemò nelle città della Samaria
invece degli Israeliti. E quelli presero possesso della Samaria e si
stabilirono nelle sue città. [25]All'inizio del loro
insediamento non temevano il Signore ed Egli inviò contro di loro dei
leoni, che ne fecero strage. [26]Allora dissero al re d'Assiria:
«Le genti che tu hai trasferite e insediate nelle città della Samaria
non conoscono la religione del Dio del paese ed Egli ha mandato contro
di loro dei leoni, i quali ne fanno strage, perché quelle non conoscono
la religione del Dio del paese». [27]Il re d'Assiria ordinò: «Mandatevi
qualcuno dei sacerdoti che avete deportati di lì: vada, vi si
stabilisca e insegni la religione del Dio del paese». [28]Venne
uno dei sacerdoti deportati da Samaria che si stabilì a Betel e insegnò
loro come temere il Signore.
[29]Tuttavia ciascuna nazione si fabbricò i suoi dei e li
mise nei templi delle alture costruite dai Samaritani, ognuna nella città
ove dimorava. [30]Gli uomini di Babilonia si fabbricarono
Succot-Benòt; gli uomini di Cuta si fabbricarono Nergal; gli uomini di
Amat si fabbricarono Asima. [31]Quelli di Avva si fabbricarono
Nibcaz e Tartach; quelli di Sefarvàim bruciavano nel fuoco i propri
figli in onore di Adram-Mèlech e di Anam-Mèlech, dei di Sefarvàim. [32]Venerarono
anche il Signore; si scelsero i sacerdoti delle alture, presi qua e là,
e li collocavano nei templi delle alture. [33]Temevano il Signore
e servivano i loro dei secondo gli usi delle popolazioni, dalle quali
provenivano i deportati. [34]Fino ad oggi essi seguono questi usi
antichi: non venerano il Signore e non agiscono secondo i suoi statuti e
i suoi decreti né secondo la legge e il comando che il Signore ha dato
ai figli di Giacobbe, che chiamò Israele. [35]Il Signore aveva
concluso con loro un'alleanza e aveva loro ordinato: «Non venerate
altri dei, non prostratevi davanti a loro, non serviteli e non
sacrificate a loro, [36]ma temete il Signore, che vi ha fatti
uscire dal paese d'Egitto con grande potenza e con braccio teso: davanti
a lui solo prostratevi e a lui offrite sacrifici. [37]Osserverete
gli statuti, i decreti, la legge e il comando che egli vi ha prescritti,
mettendoli in pratica sempre; non venererete divinità straniere. [38]Non
vi dimenticherete dell'alleanza conclusa con voi e non venererete
divinità straniere, [39]ma venererete soltanto il Signore vostro
Dio, che vi libererà dal potere di tutti i vostri nemici». [40]Essi
però non ascoltarono: agirono sempre secondo i loro antichi costumi.
[41]Così quelle genti temevano il Signore e servivano i loro
idoli; i loro figli e nipoti continuano a fare oggi come hanno fatto i
loro padri.
Re 2 - Capitolo 18
VIII. GLI ULTIMI TEMPI DEL REGNO DI GIUDA
1. EZECHIA, IL PROFETA ISAIA E L'ASSIRIA
Introduzione al regno di Ezechia (716-687)
[1]Nell'anno terzo di Osea figlio di Ela, re di Israele,
divenne re Ezechia figlio di Acaz, re di Giuda. [2]Quando egli
divenne re, aveva venticinque anni; regnò ventinove anni in
Gerusalemme. Sua madre si chiamava Abi, figlia di Zaccaria. [3]Fece
ciò che è retto agli occhi del Signore, secondo quanto aveva fatto
Davide suo antenato. [4]Egli eliminò le alture e frantumò le
stele, abbattè il palo sacro e fece a pezzi il serpente di bronzo,
eretto da Mosè; difatti fino a quel tempo gli Israeliti gli bruciavano
incenso e lo chiamavano Necustan. [5]Egli confidò nel Signore,
Dio di Israele. Fra tutti i re di Giuda nessuno fu simile a lui, né fra
i suoi successori né fra i suoi predecessori. [6]Attaccato al
Signore, non se ne allontanò; osservò i decreti che il Signore aveva
dati a Mosè. [7]Il Signore fu con Ezechia e questi riuscì in
tutte le iniziative. Egli si ribellò al re d'Assiria e non gli fu
sottomesso. [8]Sconfisse i Filistei fino a Gaza e ai suoi
confini, dal più piccolo villaggio fino alle fortezze.
Riepilogo della presa di Samaria
[9]Nell'anno quarto del re Ezechia, cioè l'anno settimo di
Osea figlio di Ela, re di Israele, Salmanassar re di Assiria marciò
contro Samaria e la assediò. [10]Dopo tre anni la prese;
nell'anno sesto di Ezechia, cioè l'anno nono di Osea re di Israele,
Samaria fu presa. [11]Il re d'Assiria deportò gli Israeliti in
Assiria, destinandoli a Chelach, al Cabor, fiume del Gozan, e alle città
della Media. [12]Ciò accadde perché quelli non avevano
ascoltato la voce del Signore loro Dio e ne avevano trasgredito
l'alleanza e non avevano ascoltato né messo in pratica quanto aveva
loro comandato Mosè, servo di Dio.
Invasione di Sennàcherib
[13]Nell'anno quattordici del re Ezechia, Sennàcherib re di
Assiria assalì e prese tutte le fortezze di Giuda. [14]Ezechia,
re di Giuda, mandò a dire al re d'Assiria in Lachis: «Ho peccato;
allontànati da me e io sopporterò quanto mi imporrai». Il re di
Assiria impose a Ezechia re di Giuda trecento talenti d'argento e trenta
talenti d'oro. [15]Ezechia consegnò tutto il denaro che si
trovava nel tempio e nei tesori della reggia. [16]In quel tempo
Ezechia staccò dalle porte del tempio del Signore e dagli stipiti
l'oro, di cui egli stesso re di Giuda li aveva rivestiti, e lo diede al
re d'Assiria.
Missione del gran coppiere
[17]Il re d'Assiria mandò il tartan, il capo delle
guardie e il gran coppiere da Lachis a Gerusalemme, al re Ezechia, con
un grande esercito. Costoro salirono e giunsero a Gerusalemme; si
fermarono al canale della piscina superiore, sulla strada del campo del
lavandaio.
[18]Essi chiesero del re e incontro a loro vennero Eliakìm
figlio di Chelkia, il maggiordomo, Sebna lo scriba e Ioach figlio di
Asaf, l'archivista. [19]Il gran coppiere disse loro: «Riferite a
Ezechia: Dice il gran re, il re d'Assiria: Che fiducia è quella su cui
ti appoggi? [20]Pensi forse che la semplice parola possa
sostituire il consiglio e la forza nella guerra? Ora, in chi confidi
ribellandoti a me? [21]Ecco, tu confidi su questo sostegno di
canna spezzata, che è l'Egitto, che penetra nella mano, forandola, a
chi vi si appoggia; tale è il faraone re di Egitto per chiunque confida
in lui. [22]Se mi dite: Noi confidiamo nel Signore nostro Dio,
non è forse quello stesso del quale Ezechia distrusse le alture e gli
altari, ordinando alla gente di Giuda e di Gerusalemme: Vi prostrerete
soltanto davanti a questo altare in Gerusalemme? [23]Ora vieni al
mio signore, re d'Assiria; io ti darò duemila cavalli, se potrai
procurarti cavalieri per essi. [24]Come potresti fare retrocedere
uno solo dei più piccoli servi del mio signore? Eppure tu confidi
nell'Egitto per i carri e i cavalieri. [25]Ora, non è forse
secondo il volere del Signore che io sono venuto contro questo paese per
distruggerlo? Il Signore mi ha detto: Và contro questo paese e
distruggilo».
[26]Eliakìm figlio di Chelkia, Sebna e Ioach risposero al
gran coppiere: «Parla, ti prego, ai tuoi servi in aramaico, perché noi
lo comprendiamo; non parlare in ebraico, mentre il popolo che è sulle
mura ascolta». [27]Il gran coppiere replicò: «Forse io sono
stato inviato al tuo signore e a te dal mio signore per pronunziare tali
parole e non piuttosto agli uomini che stanno sulle mura, i quali
saranno ridotti a mangiare i loro escrementi e a bere la loro urina con
voi?». [28]Il gran coppiere allora si alzò e gridò a gran voce
in ebraico: «Udite la parola del gran re, del re d'Assiria: [29]Dice
il re: Non vi inganni Ezechia, poiché non potrà liberarvi dalla mia
mano. [30]Ezechia non vi induca a confidare nel Signore, dicendo:
Certo, il Signore ci libererà, questa città non sarà messa nelle mani
del re d'Assiria. [31]Non ascoltate Ezechia, poiché dice il re
d'Assiria: Fate la pace con me e arrendetevi; allora ognuno potrà
mangiare i frutti della sua vigna e dei suoi fichi, ognuno potrà bere
l'acqua della sua cisterna, [32]finché io non venga per condurvi
in un paese come il vostro, in un paese che produce frumento e mosto, in
un paese ricco di pane e di vigne, in un paese di ulivi e di miele; voi
vivrete e non morirete. Non ascoltate Ezechia che vi inganna, dicendovi:
Il Signore ci libererà! [33]Forse gli dei delle nazioni hanno
liberato ognuno il proprio paese dalla mano del re d'Assiria? [34]Dove
sono gli dei di Amat e di Arpad? Dove sono gli dei di Sefarvàim, di Ena
e di Ivva? Hanno essi forse liberato Samaria dalla mia mano? [35]Quali
mai, fra tutti gli dei di quelle nazioni, hanno liberato il loro paese
dalla mia mano? Potrà forse il Signore liberare Gerusalemme dalla mia
mano?».
[36]Quelli tacquero e non gli risposero neppure una parola,
perché l'ordine del re era: «Non rispondete loro».
[37]Eliakìm figlio di Chelkia, il maggiordomo, Sebna lo
scriba e Ioach figlio di Asaf, l'archivista, si presentarono a Ezechia
con le vesti stracciate e gli riferirono le parole del gran coppiere.
Re 2 - Capitolo 19
Ricorso al profeta Isaia
[1]Quando udì, il re Ezechia si lacerò le vesti, si coprì
di sacco e andò nel tempio. [2]Quindi mandò Eliadìm, il
maggiordomo, Sebna lo scriba e gli anziani dei sacerdoti coperti di
sacco dal profeta Isaia figlio di Amoz, [3]perché gli dicessero:
«Dice Ezechia: Giorno di angoscia, di castigo e di vergogna è questo,
poiché i bambini giungono al punto di venire alla luce, ma manca alla
partoriente la forza di partorire. [4]Forse il Signore tuo Dio ha
udito le parole del gran coppiere, che il re d'Assiria suo signore ha
inviato a insultare il Dio vivente e lo castigherà per le parole che il
Signore tuo Dio ha udito. Innalza ora una preghiera per quelli che
ancora sopravvivono».
[5]Così i ministri del re Ezechia andarono da Isaia. [6]Disse
loro Isaia: «Riferite al vostro padrone: Dice il Signore: Non temere le
cose che hai udite e con le quali i servitori del re d'Assiria mi hanno
ingiuriato. [7]Ecco io manderò in lui uno spirito tale che egli,
appena avrà udito una notizia, ritornerà nel suo paese e nel suo paese
io lo farò perire di spada».
Partenza del gran coppiere
[8]Il gran coppiere ritornò e trovò il re d'Assiria che
assaliva Libna, poiché aveva saputo che si era allontanato da Lachis. [9]Appena
Sennàcherib seppe che Tiraca re di Etiopia era uscito per muovergli
guerra, inviò di nuovo messaggeri a Ezechia per dirgli:
Lettera di Sennàcherib a Ezechia
[10]«Direte a Ezechia, re di Giuda: Non ti inganni il Dio in
cui confidi, dicendoti: Gerusalemme non sarà consegnata nelle mani del
re d'Assiria. [11]Ecco, tu sai ciò che hanno fatto i re di
Assiria in tutti i paesi che votarono allo sterminio. Soltanto tu ti
salveresti? [12]Gli dei delle nazioni che i miei padri
distrussero hanno forse salvato quelli di Gozan, di Carran, di Rezef e
le genti di Eden in Telassàr? [13]Dove sono il re di Amat e il
re di Arpad e il re della città di Sefarvàim, di Ena e di Ivva?».
[14]Ezechia prese la lettera dalle mani dei messaggeri e la
lesse, poi salì al tempio e, svolgendo lo scritto davanti al Signore, [15]pregò:
«Signore Dio di Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per
tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. [16]Porgi,
Signore, l'orecchio e ascolta; apri, Signore, gli occhi e vedi; ascolta
tutte le parole che Sennàcherib ha fatto dire per insultare il Dio
vivente. [17]E' vero, o Signore, che i re d'Assiria hanno
devastato tutte le nazioni e i loro territori; [18]hanno gettato
i loro dei nel fuoco; quelli però, non erano dei, ma solo opera delle
mani d'uomo, legno e pietra; perciò li hanno distrutti. [19]Ora,
Signore nostro Dio, liberaci dalla sua mano, perché sappiano tutti i
regni della terra che tu sei il Signore, il solo Dio».
Intervento di Isaia
[20]Allora Isaia figlio di Amoz mandò a dire a Ezechia: «Dice
il Signore, Dio di Israele: Ho udito quanto hai chiesto nella tua
preghiera riguardo a Sennàcherib re d'Assiria. [21]Questa è la
parola che il Signore ha pronunziato contro di lui:
Ti disprezza, ti deride
la vergine figlia di Sion.
Dietro a te scuote il capo
la figlia di Gerusalemme.
[22]Chi hai insultato e schernito?
Contro chi hai alzato la voce
e hai elevato, superbo, i tuoi occhi?
Contro il Santo di Israele!
[23]Per mezzo dei tuoi messaggeri hai insultato il
Signore
e hai detto: Con i miei carri numerosi
sono salito in cima ai monti,
sugli estremi gioghi del Libano:
ne ho tagliato i cedri più alti,
i suoi cipressi più belli;
sono penetrato nel suo angolo più remoto,
nella sua foresta lussureggiante.
[24]Io ho scavato e bevuto
acque straniere;
ho fatto inaridire con la pianta dei miei piedi
tutti i torrenti d'Egitto.
[25]Non hai forse udito? Da tempo
ho preparato questo;
da giorni remoti io l'ho progettato;
ora lo eseguisco.
Era deciso che tu riducessi un cumulo di rovine
le città fortificate;
[26]i loro abitanti impotenti
erano spaventati e confusi,
erano come l'erba dei campi,
come una giovane pianta verde,
come l'erba dei tetti,
bruciata dal vento d'oriente.
[27]Ti sieda, esca
o rientri, io ti conosco.
[28]Siccome infuri contro di me e la tua arroganza
è salita ai miei orecchi,
ti porrò il mio anello alle narici
e il mio morso alle labbra;
ti farò tornare per la strada,
per la quale sei venuto.
[29]Questo ti serva come segno:
si mangi quest'anno il frutto dei semi caduti,
nell'anno prossimo ciò che nasce da sé,
nel terzo anno semineranno e mieteranno,
pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto.
[30]Il resto della casa di Giuda che scamperà
continuerà a mettere radici di sotto
e a dar frutto in alto.
[31]Poiché da Gerusalemme uscirà il resto,
dal monte Sion il residuo.
Lo zelo del Signore farà ciò.
[32]Perciò dice il Signore contro il re d'Assiria:
Non entrerà in questa città
e non vi lancerà una freccia,
non l'affronterà con scudi
e non vi costruirà terrapieno.
[33]Ritornerà per la strada per cui è venuto;
non entrerà in questa città.
Oracolo del Signore.
[34]Proteggerò questa città per salvarla,
per amore di me e di Davide mio servo».
Disfatta e morte di Sennàcherib
[35]Ora in quella notte l'angelo del Signore scese e percosse
nell'accampamento degli Assiri centottantacinquemila uomini. Quando i
superstiti si alzarono al mattino, ecco, quelli erano tutti morti.
[36]Sennàcherib re d'Assiria levò le tende, fece ritorno e
rimase a Ninive. [37]Mentre pregava nel tempio di Nisroch suo
dio, Adram-Mèlech e Sarèzer suoi figli l'uccisero di spada, mettendosi
quindi al sicuro nel paese di Ararat. Al suo posto divenne re suo figlio
Assarhàddon.
Re 2 - Capitolo 20
Malattia e guarigione di Ezechia
[1]In quei giorni Ezechia si ammalò mortalmente. Il profeta
Isaia figlio di Amoz si recò da lui e gli parlò: «Dice il Signore: Dà
disposizioni per la tua casa, perché morirai e non guarirai». [2]Ezechia
allora voltò la faccia verso la parete e pregò il Signore: [3]«Su,
Signore, ricordati che ho camminato davanti a te con fedeltà e con
cuore integro e ho compiuto ciò che a te sembra bene». Ed Ezechia fece
un gran pianto.
[4]Prima che Isaia uscisse dal cortile centrale, il Signore
gli disse: [5]«Torna indietro e riferisci a Ezechia, principe
del mio popolo: Dice il Signore, Dio di Davide tuo padre: Ho udito la
tua preghiera e visto le tue lacrime; ecco io ti guarirò; il terzo
giorno salirai al tempio. [6]Aggiungerò alla durata della tua
vita quindici anni. Libererò te e questa città dalla mano del re d'Assiria;
proteggerò questa città per amore di me e di Davide mio servo». [7]Isaia
disse: «Prendete un impiastro di fichi». Lo presero e lo posero
sull'ulcera e il re guarì.
[8]Ezechia disse a Isaia: «Qual è il segno che il Signore mi
guarirà e che, il terzo giorno, salirò al tempio?». [9]Isaia
rispose: «Da parte del Signore questo ti sia come segno che il Signore
manterrà la promessa, fatta a te: Vuoi che l'ombra avanzi di dieci
gradi oppure che retroceda di dieci gradi?». [10]Ezechia disse:
«E' facile che l'ombra si allunghi di dieci gradi, non però che torni
indietro di dieci gradi». [11]Il profeta Isaia invocò il
Signore e l'ombra tornò indietro per i dieci gradi che essa aveva gia
scorsi sulla meridiana di Acaz.
Ambasciata di Merodak-Baladan
[12]In quel tempo Merodak-Baladan figlio di Baladan, re di
Babilonia, mandò lettere e doni a Ezechia, perché aveva saputo che
Ezechia era stato malato. [13]Ezechia gioì al loro arrivo. Egli
mostrò agli inviati tutta la camera del suo tesoro, l'argento e l'oro,
gli aromi e l'olio fino, il suo arsenale e quanto si trovava nei suoi
magazzini; non ci fu nulla che Ezechia non mostrasse nella reggia e in
tutto il suo regno.
[14]Allora il profeta Isaia si presentò al re Ezechia e gli
domandò: «Che hanno detto quegli uomini e da dove sono venuti a te?».
Ezechia rispose: «Sono venuti da una regione lontana, da Babilonia». [15]Quegli
soggiunse: «Che cosa han visto nella tua reggia?». Ezechia rispose: «Hanno
visto quanto si trova nella mia reggia; non c'è nulla nei miei
magazzini che io non abbia mostrato loro».
[16]Allora Isaia disse a Ezechia: «Ascolta la parola del
Signore! [17]Ecco giorni verranno in cui quanto si trova nella
tua reggia e quanto hanno accumulato i tuoi antenati fino ad oggi verrà
portato in Babilonia; non vi resterà nulla, dice il Signore. [18]Dei
figli, che da te saranno nati e che tu avrai generato, alcuni saranno
presi e saranno eunuchi nella reggia di Babilonia». [19]Ezechia
disse a Isaia: «Buona è la parola del Signore, che mi hai riferita».
Egli pensava: «Perché no? Almeno vi saranno pace e sicurezza durante
la mia vita».
Conclusione sul regno di Ezechia
[20]Le altre gesta di Ezechia, tutte le sue prodezze, la
costruzione della piscina e del canale, con cui portò l'acqua nella
città, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [21]Ezechia
si addormentò con i suoi padri. Al suo posto divenne re suo figlio Manàsse.
Re 2 - Capitolo 21
2. DUE RE EMPI
Regno di Manasse in Giuda (687-642)
[1]Quando divenne re, Manàsse aveva dodici anni; regnò
cinquantacinque anni in Gerusalemme; sua madre si chiamava Chefziba. [2]Fece
ciò che è male agli occhi del Signore, imitando gli abomini delle
popolazioni sterminate gia dal Signore all'arrivo degli Israeliti. [3]Ricostruì
le alture demolite dal padre Ezechia, eresse altari a Baal, innalzò un
palo sacro, come l'aveva fatto Acab, re di Israele. Si prostrò davanti
a tutta la milizia del cielo e la servì. [4]Costruì altari nel
tempio riguardo al quale il Signore aveva detto: «In Gerusalemme porrò
il mio nome». [5]Costruì altari a tutta la milizia del cielo
nei due cortili del tempio. [6]Fece passare suo figlio per il
fuoco, praticò la divinazione e la magìa, istituì i negromanti e gli
indovini. Compì in tante maniere ciò che è male agli occhi del
Signore, da provocare il suo sdegno. [7]Collocò l'immagine di
Asera, da lui fatta fare, nel tempio, riguardo al quale il Signore aveva
detto a Davide e al figlio Salomone: «In questo tempio e in
Gerusalemme, che mi sono scelta fra tutte le tribù di Israele, porrò
il mio nome per sempre. [8]Non sopporterò più che il piede
degli Israeliti vada errando lontano dal paese che io ho dato ai loro
padri, purché procurino di eseguire quanto ho comandato loro e tutta la
legge, che ha imposto loro il mio servo Mosè». [9]Ma essi non
ascoltarono. Manàsse li spinse ad agire peggio delle popolazioni
sterminate dal Signore alla venuta degli Israeliti.
[10]Allora il Signore disse per mezzo dei suoi servi i
profeti: [11]«Poiché Manàsse re di Giuda ha compiuto tali
abomini, peggiori di tutti quelli commessi dagli Amorrei prima di lui, e
ha indotto a peccare anche Giuda per mezzo dei suoi idoli, [12]per
questo dice il Signore Dio di Israele: Eccomi, mando su Gerusalemme e su
Giuda una tale sventura da far rintronare gli orecchi di chi l'udrà. [13]Stenderò
su Gerusalemme la cordicella di Samaria e il piombino della casa di Acab;
asciugherò Gerusalemme come si asciuga un piatto, che si asciuga e si
rovescia. [14]Rigetterò il resto della mia eredità; li metterò
nelle mani dei loro nemici; diventeranno preda e bottino di tutti i loro
nemici, [15]perché hanno fatto ciò che è male ai miei occhi e
mi hanno provocato a sdegno da quando i loro padri uscirono dall'Egitto
fino ad oggi».
[16]Manàsse versò anche sangue innocente in grande quantità
fino a riempirne Gerusalemme da un'estremità all'altra, oltre i peccati
che aveva fatto commettere a Giuda, facendo ciò che è male agli occhi
del Signore.
[17]Le altre gesta di Manàsse, tutte le sue azioni e le colpe
commesse, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [18]Manàsse
si addormentò con i suoi padri; fu sepolto nel giardino di casa sua,
nel giardino di Uzza. Al suo posto divenne re suo figlio Amon.
Regno di Amon in Giuda (642-640)
[19]Quando divenne re, Amon aveva ventidue anni; regnò due
anni in Gerusalemme. Sua madre, di Iotba, si chiamava Meshullemet figlia
di Caruz. [20]Fece ciò che è male agli occhi del Signore, come
l'aveva fatto il padre Manàsse. [21]Camminò su tutte le strade
su cui aveva camminato il padre e servì gli idoli che suo padre aveva
servito e si prostrò davanti ad essi. [22]Abbandonò il Signore,
Dio dei suoi padri, e non seguì la via del Signore.
[23]Contro Amon congiurarono i suoi ufficiali, che uccisero il
re nel suo palazzo. [24]Ma il popolo del paese uccise quanti
avevano congiurato contro il re Amon. Il medesimo popolo proclamò re al
suo posto il figlio Giosia.
[25]Le altre gesta di Amon, le sue azioni, sono descritte nel
libro delle Cronache dei re di Giuda. [26]Lo seppellirono nel suo
sepolcro, nel giardino di Uzza. Al suo posto divenne re suo figlio
Giosia.
Re 2 - Capitolo 22
3. GIOSIA E LA RIFORMA RELIGIOSA
Introduzione al regno di Giosia (640-609)
[1]Quando divenne re, Giosia aveva otto anni; regnò trentun
anni in Gerusalemme. Sua madre, di Boscat, si chiamava Iedida figlia di
Adaia. [2]Fece ciò che è retto agli occhi del Signore, imitando
in tutto la condotta di Davide, suo antenato, senza deviare né a destra
né a sinistra.
Scoperta del libro della legge
[3]Nell'anno diciotto del suo regno, Giosia mandò Safàn
figlio di Asalia, figlio di Mesullàm, scriba, nel tempio dicendogli: [4]«Và
da Chelkia sommo sacerdote; egli raccolga il denaro portato nel tempio,
che i custodi della soglia hanno raccolto dal popolo. [5]Lo
consegni agli esecutori dei lavori, addetti al tempio; costoro lo diano
a quanti compiono le riparazioni del tempio, [6]ossia ai
falegnami, ai costruttori e ai muratori e l'usino per acquistare legname
e pietre da taglio occorrenti per il restauro del tempio. [7]Non
c'è bisogno di controllare il denaro consegnato nelle mani di costoro,
perché la loro condotta ispira fiducia».
[8]Il sommo sacerdote Chelkia disse allo scriba Safàn: «Ho
trovato nel tempio il libro della legge». Chelkia diede il libro a Safàn,
che lo lesse. [9]Lo scriba Safàn quindi andò dal re e gli riferì:
«I tuoi servitori hanno versato il denaro trovato nel tempio e l'hanno
consegnato agli esecutori dei lavori, addetti al tempio». [10]Inoltre
lo scriba Safàn riferì al re: «Il sacerdote Chelkia mi ha dato un
libro». Safàn lo lesse davanti al re.
La profetessa Culda consultata
[11]Udite le parole del libro della legge, il re si lacerò le
vesti. [12]Egli comandò al sacerdote Chelkia, ad Achikam figlio
di Safàn, ad Acbor figlio di Michea, allo scriba Safàn e ad Asaia
ministro del re: [13]«Andate, consultate il Signore per me, per
il popolo e per tutto Giuda, intorno alle parole di questo libro ora
trovato; difatti grande è la collera del Signore, che si è accesa
contro di noi perché i nostri padri non hanno ascoltato le parole di
questo libro e nelle loro azioni non si sono ispirati a quanto è stato
scritto per noi».
[14]Il sacerdote Chelkia insieme con Achikam, Acbor, Safàn e
Asaia andarono dalla profetessa Culda moglie di Sallùm, figlio di Tikva,
figlio di Carcas, guardarobiere; essa abitava in Gerusalemme nel secondo
quartiere. [15]L'interrogarono ed essa rispose loro: «Dice il
Signore Dio di Israele: Riferite all'uomo che vi ha inviati da me: [16]Così
parla il Signore: Eccomi, io faccio piombare una sciagura su questo
luogo e sui suoi abitanti, attuando tutte le parole del libro lette dal
re di Giuda, [17]perché hanno abbandonato me e hanno bruciato
incenso ad altri dei per provocarmi a sdegno con tutte le opere delle
loro mani; la mia collera divamperà contro questo luogo e non si
spegnerà! [18]Al re di Giuda, che vi ha inviati a consultare il
Signore, riferirete: Queste cose dice il Signore Dio d'Israele: Quanto
alle parole che hai udito,... [19]poiché il tuo cuore si è
intenerito e ti sei umiliato davanti al Signore, udendo le mie parole
contro questo luogo e contro i suoi abitanti, che cioè diverranno una
desolazione e una maledizione, ti sei lacerate le vesti e hai pianto
davanti a me, anch'io ti ho ascoltato. Oracolo del Signore. [20]Per
questo, ecco, io ti riunirò ai tuoi padri; sarai composto nel tuo
sepolcro in pace; i tuoi occhi non vedranno tutta la sciagura che io farò
piombare su questo luogo». Quelli riferirono il messaggio al re.
Re 2 - Capitolo 23
Solenne lettura della legge
[1]Per suo ordine si radunarono presso il re tutti gli anziani
di Giuda e di Gerusalemme. [2]Il re salì al tempio del Signore
insieme con tutti gli uomini di Giuda e con tutti gli abitanti di
Gerusalemme, con i sacerdoti, con i profeti e con tutto il popolo, dal
più piccolo al più grande. Ivi fece leggere alla loro presenza le
parole del libro dell'alleanza, trovato nel tempio. [3]Il re, in
piedi presso la colonna, concluse un'alleanza davanti al Signore,
impegnandosi a seguire il Signore e a osservarne i comandi, le leggi e i
decreti con tutto il cuore e con tutta l'anima, mettendo in pratica le
parole dell'alleanza scritte in quel libro. Tutto il popolo aderì
all'alleanza.
Riforma religiosa in Giuda
[4]Il re comandò al sommo sacerdote Chelkia, ai sacerdoti del
secondo ordine e ai custodi della soglia di condurre fuori del tempio
tutti gli oggetti fatti in onore di Baal, di Asera e di tutta la milizia
del cielo; li bruciò fuori di Gerusalemme, nei campi del Cedron, e ne
portò la cenere a Betel. [5]Destituì i sacerdoti, creati dai re
di Giuda per offrire incenso sulle alture delle città di Giuda e dei
dintorni di Gerusalemme, e quanti offrivano incenso a Baal, al sole e
alla luna, alle stelle e a tutta la milizia del cielo. [6]Fece
portare il palo sacro dal tempio fuori di Gerusalemme, nel torrente
Cedron, e là lo bruciò e ne fece gettar la cenere nel sepolcro dei
figli del popolo. [7]Demolì le case dei prostituti sacri, che
erano nel tempio, e nelle quali le donne tessevano tende per Asera. [8]Fece
venire tutti i sacerdoti dalle città di Giuda, profanò le alture, dove
i sacerdoti offrivano incenso, da Gheba a Bersabea; demolì l'altura dei
satiri, che era davanti alla porta di Giosuè governatore della città,
a sinistra di chi entra per la porta della città.
[9]Però i sacerdoti delle alture non salirono più all'altare
del Signore in Gerusalemme, anche se mangiavano pane azzimo in mezzo ai
loro fratelli. [10]Giosia profanò il Tofet, che si trovava nella
valle di Ben-Hinnòn, perché nessuno vi facesse passare ancora il
proprio figlio o la propria figlia per il fuoco in onore di Moloch. [11]Fece
scomparire i cavalli che i re di Giuda avevano consacrati al sole
all'ingresso del tempio, nel locale dell'eunuco Netan-Mèlech, che era
nei cortili, e diede alle fiamme i carri del sole. [12]Demolì
gli altari sulla terrazza del piano di sopra di Acaz, eretti dai re di
Giuda, e gli altari eretti da Manàsse nei due cortili del tempio, li
frantumò e ne gettò la polvere nel torrente Cedron. [13]Il re
profanò le alture che erano di fronte a Gerusalemme, a sud del monte
della perdizione, erette da Salomone, re di Israele, in onore di Astàrte,
obbrobrio di quelli di Sidòne, di Càmos, obbrobrio dei Moabiti, e di
Milcom, abominio degli Ammoniti. [14]Fece a pezzi le stele e
tagliò i pali sacri, riempiendone il posto con ossa umane.
La riforma si estende all'antico regno del nord
[15]Demolì anche l'altare di Betel e l'altura eretta da
Geroboamo figlio di Nebàt, che aveva fatto commettere peccati a
Israele; demolì quest'altare e l'altura; di quest'ultima frantumò le
pietre, rendendole polvere; bruciò anche il palo sacro.
[16]Volgendo Giosia lo sguardo intorno vide i sepolcri che
erano sul monte; egli mandò a prendere le ossa dai sepolcri e le bruciò
sull'altare profanandolo secondo le parole del Signore pronunziate
dall'uomo di Dio quando Geroboamo durante la festa stava presso
l'altare. Quindi si voltò; alzato lo sguardo verso il sepolcro
dell'uomo di Dio che aveva preannunziato queste cose, [17]Giosia
domandò: «Che è quel monumento che io vedo?». Gli uomini della città
gli dissero: «E' il sepolcro dell'uomo di Dio che, partito da Giuda,
preannunziò quanto tu hai fatto contro l'altare di Betel». [18]Egli
disse: «Lasciatelo in pace; nessuno rimuova le sue ossa». Le ossa di
lui in tal modo furono risparmiate, insieme con le ossa del profeta
venuto da Samaria.
[19]Giosia eliminò anche tutti i templi delle alture,
costruiti dai re di Israele nelle città della Samaria per provocare a
sdegno il Signore. In essi ripetè quanto aveva fatto a Betel. [20]Immolò
sugli altari tutti i sacerdoti delle alture locali e vi bruciò sopra
ossa umane. Quindi ritornò in Gerusalemme.
Celebrazione della Pasqua
[21]Il re ordinò a tutto il popolo: «Celebrate la pasqua per
il Signore vostro Dio, con il rito descritto nel libro di questa
alleanza». [22]Difatti una pasqua simile non era mai stata
celebrata dal tempo dei Giudici, che governarono Israele, ossia per
tutto il periodo dei re di Israele e dei re di Giuda. [23]In
realtà, tale pasqua fu celebrata per il Signore, in Gerusalemme, solo
nell'anno diciotto di Giosia.
Conclusione sulla riforma religiosa
[24]Giosia fece poi scomparire anche i negromanti, gli
indovini, i terafim, gli idoli e tutti gli abomini, che erano nel
paese di Giuda e in Gerusalemme, per mettere in pratica le parole della
legge scritte nel libro trovato dal sacerdote Chelkia nel tempio. [25]Prima
di lui non era esistito un re che come lui si fosse convertito al
Signore con tutto il cuore e con tutta l'anima e con tutta la forza,
secondo tutta la legge di Mosè; dopo di lui non ne sorse un altro
simile.
[26]Tuttavia il Signore non attenuò l'ardore della sua grande
ira, che era divampata contro Giuda a causa di tutte le provocazioni di
Manàsse. [27]Perciò il Signore disse: «Anche Giuda allontanerò
dalla mia presenza, come ho allontanato Israele; respingerò questa città,
Gerusalemme, che mi ero scelta, e il tempio di cui avevo detto: Ivi sarà
il mio nome».
Fine del regno di Giosia
[28]Le altre gesta di Giosia e tutte le sue azioni sono
descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda.
[29]Durante il suo regno, il faraone Necao re di Egitto si
mosse per soccorrere il re d'Assiria sul fiume Eufrate. Il re Giosia gli
andò incontro, ma Necao l'uccise in Meghiddo al primo urto. [30]I
suoi ufficiali portarono su un carro il morto da Meghiddo a Gerusalemme
e lo seppellirono nel suo sepolcro. Il popolo del paese prese Ioacaz
figlio di Giosia, lo unse e lo proclamò re al posto di suo padre.
4. LA ROVINA DI GERUSALEMME
Regno di Ioacaz in Giudea (609)
[31]Quando divenne re, Ioacaz aveva trentitrè anni; regnò
tre mesi in Gerusalemme. Sua madre, di Libna, si chiamava Camutàl,
figlia di Geremia. [32]Egli fece ciò che è male agli occhi del
Signore, secondo quanto avevano fatto i suoi padri.
[33]Il faraone Necao l'imprigionò a Ribla, nel paese di Amat,
per non farlo regnare in Gerusalemme; al paese egli impose un gravame di
cento talenti d'argento e di un talento d'oro. [34]Il faraone
Necao nominò re Eliakìm figlio di Giosia, al posto di Giosia suo
padre, cambiandogli il nome in Ioiakìm. Quindi prese Ioacaz e lo deportò
in Egitto, ove morì. [35]Ioiakìm consegnò l'argento e l'oro al
faraone, avendo tassato il paese per pagare il denaro secondo la
disposizione del faraone. Con una tassa individuale, proporzionata ai
beni, egli riscosse l'argento e l'oro dal popolo del paese per
consegnarlo al faraone Necao.
Regno di Ioiakim in Giuda (609-598)
[36]Quando divenne re, Ioiakìm aveva venticinque anni; regnò
undici anni in Gerusalemme. Sua madre, di Ruma, si chiamava Zebida,
figlia di Pedaia. [37]Fece ciò che è male agli occhi del
Signore, secondo quanto avevano fatto i suoi padri.
Re 2 - Capitolo 24
[1]Durante il suo regno, Nabucodonosor re di Babilonia gli
mosse guerra; Ioiakìm gli fu sottomesso per tre anni, poi gli si ribellò.
[2]Il Signore mandò contro di lui bande armate di Caldei, di
Aramei, di Moabiti e di Ammoniti; le mandò in Giuda per annientarlo,
secondo la parola che il Signore aveva pronunziata per mezzo dei suoi
servi, i profeti. [3]Ciò avvenne in Giuda solo per volere del
Signore, che volle allontanarlo dalla sua presenza a causa del peccato
di Manàsse, per tutto ciò che aveva fatto, [4]e anche a causa
del sangue innocente versato quando aveva riempito di sangue innocente
Gerusalemme; per questo il Signore non volle placarsi.
[5]Le altre gesta di Ioiakìm e tutte le sue azioni sono
descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [6]Ioiakìm
si addormentò con i suoi padri e al suo posto divenne re suo figlio
Ioiachìn.
[7]Il re d'Egitto non uscì più dal suo paese, perché il re
di Babilonia, dal torrente di Egitto sino al fiume Eufrate, aveva
conquistato quanto una volta apparteneva al re d'Egitto.
Introduzione al regno di Ioiachin (598)
[8]Ioiachìn aveva diciotto anni, quando divenne re; regnò
tre mesi in Gerusalemme. Sua madre, di Gerusalemme, si chiamava Necusta,
figlia di Elnatàn. [9]Fece ciò che è male agli occhi del
Signore, secondo quanto aveva fatto suo padre.
La prima deportazione
[10]In quel tempo gli ufficiali di Nabucodònosor re di
Babilonia marciarono contro Gerusalemme; la città subì l'assedio. [11]Nabucodònosor
re di Babilonia giunse presso la città, mentre i suoi ufficiali
l'assediavano. [12]Ioiachìn re di Giuda si presentò con sua
madre, i suoi ministri, i suoi capi e i suoi eunuchi, al re di
Babilonia; questi, nell'anno ottavo del suo regno, lo fece prigioniero. [13]Il
re di Babilonia portò via di là tutti i tesori del tempio e i tesori
della reggia; fece a pezzi tutti gli oggetti d'oro, che Salomone re di
Israele aveva posti nel tempio. Così si adempì la parola del Signore. [14]Deportò
tutta Gerusalemme, cioè tutti i capi, tutti i prodi, in numero di
diecimila, tutti i falegnami e i fabbri; rimase solo la gente povera del
paese. [15]Deportò in Babilonia Ioiachìn, la madre del re, le
mogli del re, i suoi eunuchi e le guide del paese, conducendoli in
esilio da Gerusalemme in Babilonia. [16]Tutti gli uomini di
valore, in numero di settemila, i falegnami e i fabbri, in numero di
mille, e tutti i guerrieri più prodi furono condotti in esilio a
Babilonia dal re di Babilonia. [17]Il re di Babilonia nominò re,
al posto di Ioiachìn, Mattania suo zio, cambiandogli il nome in Sedecìa.
Introduzione al regno di Sedecia in Giuda (598-587)
[18]Quando divenne re, Sedecìa aveva ventun anni; regnò
undici anni in Gerusalemme. Sua madre, di Libna, si chiamava Camutàl,
figlia di Geremia. [19]Fece ciò che è male agli occhi del
Signore, secondo quanto aveva fatto Ioiakìm. [20]Ciò accadde in
Gerusalemme e in Giuda a causa dell'ira del Signore, tanto che infine li
allontanò da sé. Sedecìa poi si ribellò al re di Babilonia.
Re 2 - Capitolo 25
Assedio di Gerusalemme
[1]Nell'anno nono del suo regno, nel decimo mese, il dieci del
mese, Nabucodònosor re di Babilonia, con tutto l'esercito, marciò
contro Gerusalemme, la circondò da tutte le parti e le costruì intorno
opere d'assedio. [2]La città rimase assediata fino all'undecimo
anno del re Sedecìa. [3]Al nono giorno del quarto mese, quando
la fame dominava la città e non c'era più pane per la popolazione, [4]fu
aperta una breccia nelle mura della città. Allora tutti i soldati
fuggirono, uscendo dalla città di notte per la via della porta fra le
due mura, presso il giardino del re e, mentre i Caldei erano tutt'intorno
alla città, presero la via dell'Araba.
[5]I soldati dei Caldei inseguirono il re nelle steppe di
Gerico, mentre tutto il suo esercito si disperse abbandonandolo. [6]Il
re fu preso e condotto dal re di Babilonia a Ribla ove fu pronunziata
contro di lui la sentenza. [7]Furono uccisi alla presenza di
Sedecìa i suoi figli e a lui Nabucodònosor fece cavare gli occhi,
l'incatenò e lo condusse a Babilonia.
Saccheggio di Gerusalemme e seconda deportazione
[8]Il settimo giorno del quinto mese - era l'anno decimonono
del re Nabucodònosor re di Babilonia - Nabuzardàn, capo delle guardie,
ufficiale del re di Babilonia, entrò in Gerusalemme, [9]bruciò
il tempio, la reggia e tutte le case di Gerusalemme, dando alle fiamme
tutte le case di lusso. [10]Tutto l'esercito dei Caldei, che era
con il capo delle guardie, demolì il muro intorno a Gerusalemme. [11]Nabuzardàn
capo delle guardie deportò il resto del popolo che era stato lasciato
in città, quanti erano passati disertori al re di Babilonia e il resto
della moltitudine. [12]Il capo delle guardie lasciò alcuni fra i
più poveri del paese come vignaioli e come campagnoli. [13]I
Caldei fecero a pezzi le colonne di bronzo che erano nel tempio, le basi
e il bacino grande di bronzo, che erano ivi, e asportarono tutto il loro
bronzo in Babilonia. [14]Essi presero ancora le caldaie, le
palette, i coltelli, le coppe e tutte le suppellettili di bronzo che
servivano al culto. [15]Il capo delle guardie prese ancora i
bracieri e i bacini, quanto era d'oro puro e quanto era d'argento puro. [16]Quanto
alle due colonne, al grande bacino e alle basi, tutto opera di Salomone
per il tempio, non si poteva calcolare il peso del loro bronzo, cioè di
tutti questi oggetti. [17]Delle colonne, poi, ciascuna era alta
diciotto cubiti ed era sormontata da un capitello di bronzo, la cui
altezza era di cinque cubiti; tutto intorno al capitello c'erano un
reticolato e melagrane, tutto di bronzo; così pure era l'altra colonna.
[18]Il capo delle guardie prese Seraià, sacerdote capo, e
Zofonia, sacerdote del secondo ordine, insieme con tre custodi della
soglia. [19]Dalla città egli prese un funzionario, che era a
capo dei guerrieri, cinque uomini fra gli intimi del re, che furono
trovati in città, il segretario del capo dell'esercito, che arruolava
il popolo del paese, e sessanta uomini del popolo del paese, che si
trovavano in città. [20]Nabuzardàn capo delle guardie li prese
e li condusse al re di Babilonia, a Ribla. [21]Il re di Babilonia
li fece uccidere a Ribla, nel paese di Amat. Così fu deportato Giuda
dal suo paese.
Godolia, governatore di Giuda
[22]Quanto al popolo che restava nel paese di Giuda,
lasciatovi da Nabucodònosor re di Babilonia, gli fu posto a loro capo
Godolia figlio di Achikam, figlio di Safàn. [23]Quando tutti i
capi delle bande armate e i loro uomini seppero che il re di Babilonia
aveva fatto governatore Godolia, si presentarono a costui in Mizpà.
Essi erano: Ismaele figlio di Netania, Giovanni figlio di Kareach,
Seraia figlio di Tancumet, il Netofatita e Iaazania figlio del Maacateo,
insieme con i loro uomini. [24]Godolia giurò a loro e ai loro
uomini: «Non temete da parte degli ufficiali dei Caldei; rimanete nel
paese e servite il re di Babilonia; sarà per il vostro meglio».
[25]Nel settimo mese venne Ismaele figlio di Netania, figlio
di Elisama, di stirpe regale, con dieci uomini; costoro colpirono a
morte Godolia, i Giudei e i Caldei che erano con lui in Mizpà. [26]Tutti,
dal più piccolo al più grande, e tutti i capi delle bande armate si
mossero per andare in Egitto, perché temevano da parte dei Caldei.
La grazia al re Ioiachin
[27]Ora nell'anno trentasette della deportazione di Ioiachìn,
re di Giuda, nel decimosecondo mese, il ventisette del mese,
Evil-Merodach re di Babilonia, nell'anno in cui divenne re, fece grazia
a Ioiachìn re di Giuda e lo fece uscire dalla prigione. [28]Gli
parlò con benevolenza, gli assegnò un seggio superiore ai seggi dei re
che si trovavano con lui in Babilonia [29]e gli fece cambiare le
vesti che aveva portato nella prigione. Ioiachìn mangiò sempre dalla
tavola del re per tutto il resto della sua vita. [30]Il suo vitto
quotidiano gli fu assicurato sempre dal re di Babilonia, finché visse.
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