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Romani - Capitolo 1
Indirizzo
[1]Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione,
prescelto per annunziare il vangelo di Dio, [2]che egli aveva
promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture, [3]riguardo
al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, [4]costituito
Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante
la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore. [5]Per
mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia dell'apostolato per ottenere
l'obbedienza alla fede da parte di tutte le genti, a gloria del suo
nome; [6]e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo. [7]A
quanti sono in Roma diletti da Dio e santi per vocazione, grazia a voi e
pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
Ringraziamento e preghiera
[8]Anzitutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo
riguardo a tutti voi, perché la fama della vostra fede si espande in
tutto il mondo. [9]Quel Dio, al quale rendo culto nel mio spirito
annunziando il vangelo del Figlio suo, mi è testimone che io mi ricordo
sempre di voi, [10]chiedendo sempre nelle mie preghiere che per
volontà di Dio mi si apra una strada per venire fino a voi. [11]Ho
infatti un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono
spirituale perché ne siate fortificati, [12]o meglio, per
rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in comune,
voi e io. [13]Non voglio pertanto che ignoriate, fratelli, che più
volte mi sono proposto di venire fino a voi - ma finora ne sono stato
impedito - per raccogliere qualche frutto anche tra voi, come tra gli
altri Gentili. [14]Poiché sono in debito verso i Greci come
verso i barbari, verso i dotti come verso gli ignoranti: [15]sono
quindi pronto, per quanto sta in me, a predicare il vangelo anche a voi
di Roma.
LA SALVEZZA MEDIANTE LA FEDE
1. LA GIUSTIFICAZIONE
Enunciazione della tesi
[16]Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di
Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco.
[17]E' in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede,
come sta scritto: Il giusto vivrà mediante la fede.
A. I pagani e i giudei sotto l'ira di Dio
I pagani oggetto dell'ira di Dio
[18]In realtà l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni
empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità
nell'ingiustizia, [19]poiché ciò che di Dio si può conoscere
è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. [20]Infatti,
dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono
essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la
sua eterna potenza e divinità; [21]essi sono dunque inescusabili,
perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno
reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si
è ottenebrata la loro mente ottusa. [22]Mentre si dichiaravano
sapienti, sono diventati stolti [23]e hanno cambiato la gloria
dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo
corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
[24]Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i
desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, [25]poiché
essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e
adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli.
Amen.
[26]Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le
loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura.
[27]Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale
con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri,
commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se
stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. [28]E
poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in
balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è
indegno, [29]colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di
malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di
rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, [30]maldicenti,
nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male,
ribelli ai genitori, [31]insensati, sleali, senza cuore, senza
misericordia. [32]E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè
gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle,
ma anche approvano chi le fa.
Romani - Capitolo 2
I Giudei a loro volta oggetto dell'ira divina
[1]Sei dunque inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che giudichi;
perché mentre giudichi gli altri, condanni te stesso; infatti, tu che
giudichi, fai le medesime cose. [2]Eppure noi sappiamo che il
giudizio di Dio è secondo verità contro quelli che commettono tali
cose. [3]Pensi forse, o uomo che giudichi quelli che commettono
tali azioni e intanto le fai tu stesso, di sfuggire al giudizio di Dio? [4]O
ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza e
della sua pazienza, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge
alla conversione? [5]Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore
impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell'ira e della
rivelazione del giusto giudizio di Dio, [6]il quale renderà a
ciascuno secondo le sue opere: [7]la vita eterna a coloro che
perseverando nelle opere di bene cercano gloria, onore e incorruttibilità;
[8]sdegno ed ira contro coloro che per ribellione resistono alla
verità e obbediscono all'ingiustizia. [9]Tribolazione e angoscia
per ogni uomo che opera il male, per il Giudeo prima e poi per il Greco;
[10]gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il
Giudeo prima e poi per il Greco, [11]perché presso Dio non c'è
parzialità.
Malgrado la legge
[12]Tutti quelli che hanno peccato senza la legge, periranno
anche senza la legge; quanti invece hanno peccato sotto la legge,
saranno giudicati con la legge. [13]Perché non coloro che
ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in
pratica la legge saranno giustificati. [14]Quando i pagani, che
non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non
avendo legge, sono legge a se stessi; [15]essi dimostrano che
quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla
testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che
ora li accusano ora li difendono. [16]Così avverrà nel giorno
in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo,
secondo il mio vangelo.
[17]Ora, se tu ti vanti di portare il nome di Giudeo e ti
riposi sicuro sulla legge, e ti glori di Dio, [18]del quale
conosci la volontà e, istruito come sei dalla legge, sai discernere ciò
che è meglio, [19]e sei convinto di esser guida dei ciechi, luce
di coloro che sono nelle tenebre, [20]educatore degli ignoranti,
maestro dei semplici, perché possiedi nella legge l'espressione della
sapienza e della verità... [21]ebbene, come mai tu, che insegni
agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi di non rubare,
rubi? [22]Tu che proibisci l'adulterio, sei adultero? Tu che
detesti gli idoli, ne derubi i templi? [23]Tu che ti glori della
legge, offendi Dio trasgredendo la legge? [24]Infatti il nome
di Dio è bestemmiato per causa vostra tra i pagani, come sta
scritto.
Malgrado la circoncisione
[25]La circoncisione è utile, sì, se osservi la legge; ma se
trasgredisci la legge, con la tua circoncisione sei come uno non
circonciso. [26]Se dunque chi non è circonciso osserva le
prescrizioni della legge, la sua non circoncisione non gli verrà forse
contata come circoncisione? [27]E così, chi non è circonciso
fisicamente, ma osserva la legge, giudicherà te che, nonostante la
lettera della legge e la circoncisione, sei un trasgressore della legge.
[28]Infatti, Giudeo non è chi appare tale all'esterno, e la
circoncisione non è quella visibile nella carne; [29]ma Giudeo
è colui che lo è interiormente e la circoncisione è quella del cuore,
nello spirito e non nella lettera; la sua gloria non viene dagli uomini
ma da Dio.
Romani - Capitolo 3
Malgrado le promesse di Dio
-[1]Qual è dunque la superiorità del Giudeo? O quale l'utilità
della circoncisione?
-[2]Grande, sotto ogni aspetto. Anzitutto perché a loro sono
state affidate le rivelazioni di Dio.
-[3]Che dunque? Se alcuni non hanno creduto, la loro
incredulità può forse annullare la fedeltà di Dio?
-[4]Impossibile! Resti invece fermo che Dio è verace e ogni
uomo mentitore, come sta scritto:
Perché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole
e trionfi quando sei giudicato.
-[5]Se però la nostra ingiustizia mette in risalto la
giustizia di Dio, che diremo? Forse è ingiusto Dio quando riversa su di
noi la sua ira? Parlo alla maniera umana.
-[6]Impossibile! Altrimenti, come potrà Dio giudicare il
mondo?
-[7]Ma se per la mia menzogna la verità di Dio risplende per
sua gloria, perché dunque sono ancora giudicato come peccatore? [8]Perché
non dovremmo fare il male affinchè venga il bene, come alcuni - la cui
condanna è ben giusta - ci calunniano, dicendo che noi lo affermiamo?
[9]Che dunque? Dobbiamo noi ritenerci superiori? Niente
affatto! Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che Giudei e Greci,
tutti, sono sotto il dominio del peccato, [10]come sta scritto:
Non c'è nessun giusto, nemmeno uno,
[11]non c'è sapiente, non c'è chi cerchi Dio!
[12]Tutti hanno traviato e si son pervertiti;
non c'è chi compia il bene, non ce n'è neppure uno.
[13]La loro gola è un sepolcro spalancato,
tramano inganni con la loro lingua,
veleno di serpenti è sotto le loro labbra,
[14]la loro bocca è piena di maledizione e di
amarezza.
[15]I loro piedi corrono a versare il sangue;
[16]strage e rovina è sul loro cammino
[17]e la via della pace non conoscono.
[18]Non c'è timore di Dio davanti ai loro occhi.
[19]Ora, noi sappiamo che tutto ciò che dice la legge lo dice
per quelli che sono sotto la legge, perché sia chiusa ogni bocca e
tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio. [20]Infatti
in virtù delle opere della legge nessun uomo sarà giustificato
davanti a lui, perché per mezzo della legge si ha solo la
conoscenza del peccato.
B. La giustizia di Dio e la fede
Rivelazione della giustizia di Dio
[21]Ora invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata
la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti; [22]giustizia
di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che
credono. E non c'è distinzione: [23]tutti hanno peccato e sono
privi della gloria di Dio, [24]ma sono giustificati gratuitamente
per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù.
[25]Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione
per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua
giustizia, dopo la tolleranza usata verso i peccati passati, [26]nel
tempo della divina pazienza. Egli manifesta la sua giustizia nel tempo
presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù.
La funzione della fede
[27]Dove sta dunque il vanto? Esso è stato escluso! Da quale
legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede. [28]Noi
riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per la fede
indipendentemente dalle opere della legge. [29]Forse Dio è Dio
soltanto dei Giudei? Non lo è anche dei pagani? Certo, anche dei
pagani! [30]Poiché non c'è che un solo Dio, il quale
giustificherà per la fede i circoncisi, e per mezzo della fede anche i
non circoncisi. [31]Togliamo dunque ogni valore alla legge
mediante la fede? Nient'affatto, anzi confermiamo la legge.
Romani - Capitolo 4
C. L'esempio di Abramo
Abramo giustificato dalla fede
[1]Che diremo dunque di Abramo, nostro antenato secondo la carne?
[2]Se infatti Abramo è stato giustificato per le opere, certo ha
di che gloriarsi, ma non davanti a Dio. [3]Ora, che cosa dice la
Scrittura? Abramo ebbe fede in Dio e ciò gli fu accreditato come
giustizia. [4]A chi lavora, il salario non viene calcolato
come un dono, ma come debito; [5]a chi invece non lavora, ma
crede in colui che giustifica l'empio, la sua fede gli viene accreditata
come giustizia. [6]Così anche Davide proclama beato l'uomo a cui
Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle opere:
[7]Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate
e i peccati sono stati ricoperti;
[8]beato l'uomo al quale il Signore non mette in conto
il peccato!
Indipendentemente dalla circoncisione
[9]Orbene, questa beatitudine riguarda chi è circonciso o anche
chi non è circonciso? Noi diciamo infatti che la fede fu accreditata
ad Abramo come giustizia. [10]Come dunque gli fu accreditata?
Quando era circonciso o quando non lo era? Non certo dopo la
circoncisione, ma prima. [11]Infatti egli ricevette il segno
della circoncisione quale sigillo della giustizia derivante dalla
fede che aveva gia ottenuta quando non era ancora circonciso; questo
perché fosse padre di tutti i non circoncisi che credono e perché
anche a loro venisse accreditata la giustizia [12]e fosse padre
anche dei circoncisi, di quelli che non solo hanno la circoncisione, ma
camminano anche sulle orme della fede del nostro padre Abramo prima
della sua circoncisione.
Indipendentemente dalla legge
[13]Non infatti in virtù della legge fu data ad Abramo o alla
sua discendenza la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù
della giustizia che viene dalla fede; [14]poiché se diventassero
eredi coloro che provengono dalla legge, sarebbe resa vana la fede e
nulla la promessa. [15]La legge infatti provoca l'ira; al
contrario, dove non c'è legge, non c'è nemmeno trasgressione. [16]Eredi
quindi si diventa per la fede, perché ciò sia per grazia e così la
promessa sia sicura per tutta la discendenza, non soltanto per quella
che deriva dalla legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di
Abramo, il quale è padre di tutti noi. [17]Infatti sta scritto: Ti
ho costituito padre di molti popoli; (è nostro padre) davanti al
Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all'esistenza le
cose che ancora non esistono.
La fede di Abramo e la fede del cristiano
[18]Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre
di molti popoli, come gli era stato detto: Così sarà la tua
discendenza. [19]Egli non vacillò nella fede, pur vedendo
gia come morto il proprio corpo - aveva circa cento anni - e morto il
seno di Sara. [20]Per la promessa di Dio non esitò con
incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, [21]pienamente
convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a
compimento. [22]Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.
[23]E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu
accreditato come giustizia, [24]ma anche per noi, ai quali sarà
egualmente accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato
dai morti Gesù nostro Signore, [25]il quale è stato messo a
morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra
giustificazione.
Romani - Capitolo 5
2. LA SALVEZZA
La giustificazione pegno della salvezza
[1]Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per
mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; [2]per suo mezzo abbiamo
anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella
quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. [3]E
non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben
sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù
provata [4]e la virtù provata la speranza. [5]La speranza
poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri
cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
[6]Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì
per gli empi nel tempo stabilito. [7]Ora, a stento si trova chi
sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il
coraggio di morire per una persona dabbene. [8]Ma Dio dimostra il
suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo
è morto per noi. [9]A maggior ragione ora, giustificati per il
suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui. [10]Se
infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per
mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati,
saremo salvati mediante la sua vita. [11]Non solo, ma ci gloriamo
pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ora
abbiamo ottenuto la riconciliazione.
A. Liberazione dal peccato, dalla morte e dalla legge
Adamo e Gesù Cristo
[12]Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato
nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto
tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. [13]Fino alla
legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il peccato non può
essere imputato quando manca la legge, [14]la morte regnò da
Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una
trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che
doveva venire.
[15]Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per
la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e
il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono
riversati in abbondanza su tutti gli uomini. [16]E non è
accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il
giudizio partì da un solo atto per la condanna, il dono di grazia
invece da molte cadute per la giustificazione. [17]Infatti se per
la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo,
molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono
della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
[18]Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su
tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di
uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita.
[19]Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono
stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo
tutti saranno costituiti giusti.
[20]La legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della
caduta, ma laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia, [21]perché
come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia
con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro
Signore.
Romani - Capitolo 6
Il battesimo
[1]Che diremo dunque? Continuiamo a restare nel peccato perché
abbondi la grazia? [2]E' assurdo! Noi che gia siamo morti al
peccato, come potremo ancora vivere nel peccato? [3]O non sapete
che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati
battezzati nella sua morte? [4]Per mezzo del battesimo siamo
dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu
risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi
possiamo camminare in una vita nuova. [5]Se infatti siamo stati
completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche
con la sua risurrezione. [6]Sappiamo bene che il nostro uomo
vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo
del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. [7]Infatti
chi è morto, è ormai libero dal peccato.
[8]Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo
con lui, [9]sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più;
la morte non ha più potere su di lui. [10]Per quanto riguarda la
sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il
fatto che egli vive, vive per Dio. [11]Così anche voi
consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
A servizio del peccato e a servizio della giustizia
[12]Non regni più dunque il peccato nel vostro corpo mortale, sì
da sottomettervi ai suoi desideri; [13]non offrite le vostre
membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma offrite voi stessi a
Dio come vivi tornati dai morti e le vostre membra come strumenti di
giustizia per Dio. [14]Il peccato infatti non dominerà più su
di voi poiché non siete più sotto la legge, ma sotto la grazia.
Il cristiano è liberato dal peccato
[15]Che dunque? Dobbiamo commettere peccati perché non siamo più
sotto la legge, ma sotto la grazia? E' assurdo! [16]Non sapete
voi che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per
obbedirgli, siete schiavi di colui al quale servite: sia del peccato che
porta alla morte, sia dell'obbedienza che conduce alla giustizia? [17]Rendiamo
grazie a Dio, perché voi eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito
di cuore a quell'insegnamento che vi è stato trasmesso [18]e così,
liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia.
[19]Parlo con esempi umani, a causa della debolezza della
vostra carne. Come avete messo le vostre membra a servizio dell'impurità
e dell'iniquità a pro dell'iniquità, così ora mettete le vostre
membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione.
I frutti del peccato e della giustizia
[20]Quando infatti eravate sotto la schiavitù del peccato,
eravate liberi nei riguardi della giustizia. [21]Ma quale frutto
raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Infatti il loro
destino è la morte. [22]Ora invece, liberati dal peccato e fatti
servi di Dio, voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione
e come destino avete la vita eterna. [23]Perché il salario del
peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù
nostro Signore.
Romani - Capitolo 7
Il cristiano è liberato dalla legge
[1]O forse ignorate, fratelli - parlo a gente esperta di legge -
che la legge ha potere sull'uomo solo per il tempo in cui egli vive? [2]La
donna sposata, infatti, è legata dalla legge al marito finché egli
vive; ma se il marito muore, è libera dalla legge che la lega al
marito. [3]Essa sarà dunque chiamata adultera se, mentre vive il
marito, passa a un altro uomo, ma se il marito muore, essa è libera
dalla legge e non è più adultera se passa a un altro uomo. [4]Alla
stessa maniera, fratelli miei, anche voi, mediante il corpo di Cristo,
siete stati messi a morte quanto alla legge, per appartenere ad un
altro, cioè a colui che fu risuscitato dai morti, affinchè noi
portiamo frutti per Dio. [5]Quando infatti eravamo nella carne,
le passioni peccaminose, stimolate dalla legge, si scatenavano nelle
nostre membra al fine di portare frutti per la morte. [6]Ora però
siamo stati liberati dalla legge, essendo morti a ciò che ci teneva
prigionieri, per servire nel regime nuovo dello Spirito e non nel regime
vecchio della lettera.
La funzione della legge
[7]Che diremo dunque? Che la legge è peccato? No certamente! Però
io non ho conosciuto il peccato se non per la legge, né avrei
conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non
desiderare. [8]Prendendo pertanto occasione da questo
comandamento, il peccato scatenò in me ogni sorta di desideri. Senza la
legge infatti il peccato è morto [9]e io un tempo vivevo senza
la legge. Ma, sopraggiunto quel comandamento, il peccato ha preso vita [10]e
io sono morto; la legge, che doveva servire per la vita, è divenuta per
me motivo di morte. [11]Il peccato infatti, prendendo occasione
dal comandamento, mi ha sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte.
[12]Così la legge è santa e santo e giusto e buono è il
comandamento. [13]Ciò che è bene è allora diventato morte per
me? No davvero! E' invece il peccato: esso per rivelarsi peccato mi ha
dato la morte servendosi di ciò che è bene, perché il peccato
apparisse oltre misura peccaminoso per mezzo del comandamento.
La lotta interiore
[14]Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono
di carne, venduto come schiavo del peccato. [15]Io non riesco a
capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio,
ma quello che detesto. [16]Ora, se faccio quello che non voglio,
io riconosco che la legge è buona; [17]quindi non sono più io a
farlo, ma il peccato che abita in me. [18]Io so infatti che in
me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio
del bene, ma non la capacità di attuarlo; [19]infatti io non
compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. [20]Ora, se
faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato
che abita in me. [21]Io trovo dunque in me questa legge: quando
voglio fare il bene, il male è accanto a me. [22]Infatti
acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, [23]ma nelle mie
membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente
e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. [24]Sono
uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? [25]Siano
rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque,
con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del
peccato.
Romani - Capitolo 8
B. La vita del cristiano nello Spirito
La vita nello Spirito
[1]Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in
Cristo Gesù. [2]Poiché la legge dello Spirito che dà vita in
Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. [3]Infatti
ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva
impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una
carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha
condannato il peccato nella carne, [4]perché la giustizia della
legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma
secondo lo Spirito.
[5]Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle
cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose
dello Spirito. [6]Ma i desideri della carne portano alla morte,
mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. [7]Infatti
i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non si
sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero. [8]Quelli
che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio.
[9]Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello
Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non
ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. [10]E se Cristo è
in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è
vita a causa della giustificazione. [11]E se lo Spirito di colui
che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha
risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali
per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
[12]Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la
carne per vivere secondo la carne; [13]poiché se vivete secondo
la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate
morire le opere del corpo, vivrete.
Figli di Dio grazie allo Spirito
[14]Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio,
costoro sono figli di Dio. [15]E voi non avete ricevuto uno
spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno
spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!».
[16]Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli
di Dio. [17]E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio,
coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per
partecipare anche alla sua gloria.
Destinati alla gloria
[18]Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente
non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in
noi.
[19]La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione
dei figli di Dio; [20]essa infatti è stata sottomessa alla
caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha
sottomessa - e nutre la speranza [21]di essere lei pure liberata
dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della
gloria dei figli di Dio. [22]Sapppiamo bene infatti che tutta la
creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; [23]essa
non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito,
gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del
nostro corpo. [24]Poiché nella speranza noi siamo stati salvati.
Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò
che uno gia vede, come potrebbe ancora sperarlo? [25]Ma se
speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.
[26]Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla
nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente
domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con
gemiti inesprimibili; [27]e colui che scruta i cuori sa quali
sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti
secondo i disegni di Dio.
Il piano della salvezza
[28]Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro
che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. [29]Poiché
quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad
essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il
primogenito tra molti fratelli; [30]quelli poi che ha
predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche
giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.
Inno all'amore di Dio
[31]Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà
contro di noi? [32]Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio,
ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con
lui? [33]Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. [34]Chi
condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta
alla destra di Dio e intercede per noi? [35]Chi ci separerà
dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la
persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? [36]Proprio
come sta scritto:
Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo trattati come pecore da macello.
[37]Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per
virtù di colui che ci ha amati. [38]Io sono infatti persuaso che
né morte né vita, né angeli né principati, né presente né
avvenire, [39]né potenze, né altezza né profondità, né
alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo
Gesù, nostro Signore.
Romani - Capitolo 9
C. Situazione di Israele
I privilegi di Israele
[1]Dico la verità in Cristo, non mentisco, e la mia coscienza me
ne dà testimonianza nello Spirito Santo: [2]ho nel cuore un
grande dolore e una sofferenza continua. [3]Vorrei infatti essere
io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli,
miei consanguinei secondo la carne. [4]Essi sono Israeliti e
possiedono l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione,
il culto, le promesse, [5]i patriarchi; da essi proviene Cristo
secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli.
Amen.
Dio non è infedele
[6]Tuttavia la parola di Dio non è venuta meno. Infatti non
tutti i discendenti di Israele sono Israele, [7]né per il fatto
di essere discendenza di Abramo sono tutti suoi figli. No, ma: in
Isacco ti sarà data una discendenza, [8]cioè: non sono
considerati figli di Dio i figli della carne, ma come discendenza sono
considerati solo i figli della promessa. [9]Queste infatti sono
le parole della promessa: Io verrò in questo tempo e Sara avrà un
figlio. [10]E non è tutto; c'è anche Rebecca che ebbe figli
da un solo uomo, Isacco nostro padre: [11]quando essi ancora non
eran nati e nulla avevano fatto di bene o di male - perché rimanesse
fermo il disegno divino fondato sull'elezione non in base alle opere, ma
alla volontà di colui che chiama - [12]le fu dichiarato: Il
maggiore sarà sottomesso al minore, [13]come sta scritto:
Ho amato Giacobbe
e ho odiato Esaù.
Dio non è ingiusto
[14]Che diremo dunque? C'è forse ingiustizia da parte di Dio? No
certamente! [15]Egli infatti dice a Mosè:
Userò misericordia con chi vorrò,
e avrò pietà di chi vorrò averla.
[16]Quindi non dipende dalla volontà né dagli sforzi
dell'uomo, ma da Dio che usa misericordia. [17]Dice infatti la
Scrittura al faraone: Ti ho fatto sorgere per manifestare in te la
mia potenza e perché il mio nome sia proclamato in tutta la terra. [18]Dio
quindi usa misericordia con chi vuole e indurisce chi vuole
[19]Mi potrai però dire: «Ma allora perché ancora
rimprovera? Chi può infatti resistere al suo volere?». [20]O
uomo, tu chi sei per disputare con Dio? Oserà forse dire il vaso
plasmato a colui che lo plasmò: «Perché mi hai fatto così?». [21]Forse
il vasaio non è padrone dell'argilla, per fare con la medesima pasta un
vaso per uso nobile e uno per uso volgare? [22]Se pertanto Dio,
volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha
sopportato con grande pazienza vasi di collera, gia pronti per la
perdizione, [23]e questo per far conoscere la ricchezza della sua
gloria verso vasi di misericordia, da lui predisposti alla gloria, [24]cioè
verso di noi, che egli ha chiamati non solo tra i Giudei ma anche tra i
pagani, che potremmo dire?
Infedeltà e chiamata previste dall'AT
[25]Esattamente come dice Osea:
Chiamerò mio popolo quello che non era mio popolo
e mia diletta quella che non era la diletta.
[26]E avverrà che nel luogo stesso dove fu detto
loro:
«Voi non siete mio popolo»,
là saranno chiamati figli del Dio vivente.
[27]E quanto a Israele, Isaia esclama:
Se anche il numero dei figli d'Israele
fosse come la sabbia del mare,
sarà salvato solo il resto;
[28]perché con pienezza e rapidità
il Signore compirà la sua parola sopra la terra.
[29]E ancora secondo ciò che predisse Isaia:
Se il Signore degli eserciti
non ci avesse lasciato una discendenza,
saremmo divenuti come Sòdoma
e resi simili a Gomorra.
[30]Che diremo dunque? Che i pagani, che non ricercavano la
giustizia, hanno raggiunto la giustizia: la giustizia però che deriva
dalla fede; [31]mentre Israele, che ricercava una legge che gli
desse la giustizia, non è giunto alla pratica della legge. [32]E
perché mai? Perché non la ricercava dalla fede, ma come se derivasse
dalle opere. Hanno urtato così contro la pietra d'inciampo, [33]come
sta scritto:
Ecco che io pongo in Sion una pietra di scandalo
e un sasso d'inciampo;
ma chi crede in lui non sarà deluso.
Romani - Capitolo 10
I Giudei hanno misconosciuto la giustizia di Dio
[1]Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia preghiera sale a
Dio per la loro salvezza. [2]Rendo infatti loro testimonianza che
hanno zelo per Dio, ma non secondo una retta conoscenza; [3]poiché,
ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si
sono sottomessi alla giustizia di Dio. [4]Ora, il termine della
legge è Cristo, perché sia data la giustizia a chiunque crede.
Annunziata da Mosè
[5]Mosè infatti descrive la giustizia che viene dalla legge così:
L'uomo che la pratica vivrà per essa. [6]Invece la
giustizia che viene dalla fede parla così: Non dire nel tuo cuore:
Chi salirà al cielo? Questo significa farne discendere Cristo; [7]oppure:
Chi discenderà nell'abisso? Questo significa far risalire Cristo
dai morti. [8]Che dice dunque? Vicino a te è la parola, sulla
tua bocca e nel tuo cuore: cioè la parola della fede che noi
predichiamo. [9]Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù
è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai
morti, sarai salvo. [10]Con il cuore infatti si crede per
ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per
avere la salvezza. [11]Dice infatti la Scrittura: Chiunque
crede in lui non sarà deluso. [12]Poiché non c'è
distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di
tutti, ricco verso tutti quelli che l'invocano. [13]Infatti: Chiunque
invocherà il nome del Signore sarà salvato.
Sono senza scusa
[14]Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui?
Ecome potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno
sentirne parlare senza uno che lo annunzi? [15]E come lo
annunzieranno, senza essere prima inviati? Come sta scritto: Quanto
son belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene!
[16]Ma non tutti hanno obbedito al vangelo. Lo dice Isaia:
Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione? [17]La
fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si
attua per la parola di Cristo. [18]Ora io dico: Non hanno forse
udito? Tutt'altro:
per tutta la terra è corsa la loro voce,
e fino ai confini del mondo le loro parole.
[19]E dico ancora: Forse Israele non ha compreso? Gia per
primo Mosè dice:
Io vi renderò gelosi di un popolo che non è popolo;
contro una nazione senza intelligenza
susciterò il vostro sdegno.
[20]Isaia poi arriva fino ad affermare:
Sono stato trovato da quelli che non mi cercavano,
mi sono manifestato a quelli che non si rivolgevano a
me,
[21]mentre di Israele dice: Tutto il giorno ho steso le
mani verso un popolo disobbediente e ribelle!
Romani - Capitolo 11
Il resto di Israele
[1]Io domando dunque: Dio avrebbe forse ripudiato il suo
popolo? Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della
discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino. [2]Dio non
ha ripudiato il suo popolo, che egli ha scelto fin da principio. O
non sapete forse ciò che dice la Scrittura, nel passo in cui Elia
ricorre a Dio contro Israele?
[3]Signore, hanno ucciso i tuoi profeti,
hanno rovesciato i tuoi altari
e io sono rimasto solo e ora vogliono la mia vita.
[4]Cosa gli risponde però la voce divina?
Mi sono riservato settemila uomini, quelli che non hanno piegato
il ginocchio davanti a Baal.
[5]Così anche al presente c'è un resto, conforme a
un'elezione per grazia. [6]E se lo è per grazia, non lo è per
le opere; altrimenti la grazia non sarebbe più grazia.
[7]Che dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che
cercava; lo hanno ottenuto invece gli eletti; gli altri sono stati
induriti, [8]come sta scritto:
Dio ha dato loro uno spirito di torpore,
occhi per non vedere e orecchi per non sentire,
fino al giorno d'oggi.
[9]E Davide dice:
Diventi la lor mensa un laccio, un tranello
e un inciampo e serva loro di giusto castigo!
[10]Siano oscurati i loro occhi sì da non vedere,
e fà loro curvare la schiena per sempre!
La restaurazione futura
[11]Ora io domando: Forse inciamparono per cadere per sempre?
Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta ai
pagani, per suscitare la loro gelosia. [12]Se pertanto la loro
caduta è stata ricchezza del mondo e il loro fallimento ricchezza dei
pagani, che cosa non sarà la loro partecipazione totale!
[13]Pertanto, ecco che cosa dico a voi, Gentili: come apostolo
dei Gentili, io faccio onore al mio ministero, [14]nella speranza
di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. [15]Se
infatti il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo, quale
potrà mai essere la loro riammissione, se non una risurrezione dai
morti?
L'oleastro e l'olivo buono
[16]Se le primizie sono sante, lo sarà anche tutta la pasta; se
è santa la radice, lo saranno anche i rami. [17]Se però alcuni
rami sono stati tagliati e tu, essendo oleastro, sei stato innestato al
loro posto, diventando così partecipe della radice e della linfa
dell'olivo, [18]non menar tanto vanto contro i rami! Se ti vuoi
proprio vantare, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la
radice che porta te.
[19]Dirai certamente: Ma i rami sono stati tagliati perché vi
fossi innestato io! [20]Bene; essi però sono stati tagliati a
causa dell'infedeltà, mentre tu resti lì in ragione della fede. Non
montare dunque in superbia, ma temi! [21]Se infatti Dio non ha
risparmiato quelli che erano rami naturali, tanto meno risparmierà te!
[22]Considera dunque la bontà e la severità di Dio: severità
verso quelli che sono caduti; bontà di Dio invece verso di te, a
condizione però che tu sia fedele a questa bontà. Altrimenti anche tu
verrai reciso. [23]Quanto a loro, se non persevereranno
nell'infedeltà, saranno anch'essi innestati; Dio infatti ha la potenza
di innestarli di nuovo! [24]Se tu infatti sei stato reciso
dall'oleastro che eri secondo la tua natura e contro natura sei stato
innestato su un olivo buono, quanto più essi, che sono della medesima
natura, potranno venire di nuovo innestati sul proprio olivo!
La conversione di Israele
[25]Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero,
perché non siate presuntuosi: l'indurimento di una parte di Israele è
in atto fino a che saranno entrate tutte le genti. [26]Allora
tutto Israele sarà salvato come sta scritto:
Da Sion uscirà il liberatore,
egli toglierà le empietà da Giacobbe.
[27]Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati.
[28]Quanto al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio;
ma quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri, [29]perché
i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! [30]Come voi un
tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia
per la loro disobbedienza, [31]così anch'essi ora sono diventati
disobbedienti in vista della misericordia usata verso di voi, perché
anch'essi ottengano misericordia. [32]Dio infatti ha rinchiuso
tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia!
Inno alla sapienza misericordiosa
[33]O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza
di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le
sue vie!
[34]Infatti, chi mai ha potuto conoscere il pensiero
del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?
[35]O chi gli ha dato qualcosa per primo,
sì che abbia a riceverne il contraccambio?
[36]Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose.
A lui la gloria nei secoli. Amen.
Romani - Capitolo 12
PARENESI
Il culto spirituale
[1]Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad
offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio;
è questo il vostro culto spirituale. [2]Non conformatevi alla
mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra
mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui
gradito e perfetto.
Umiltà e carità nella comunità
[3]Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di
voi: non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma
valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione, ciascuno
secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. [4]Poiché, come
in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la
medesima funzione, [5]così anche noi, pur essendo molti, siamo
un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni
degli altri. [6]Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia
data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti
secondo la misura della fede; [7]chi ha un ministero attenda al
ministero; chi l'insegnamento, all'insegnamento; [8]chi
l'esortazione, all'esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità; chi
presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le
compia con gioia.
[9]La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore,
attaccatevi al bene; [10]amatevi gli uni gli altri con affetto
fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. [11]Non siate
pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il
Signore. [12]Siate lieti nella speranza, forti nella
tribolazione, perseveranti nella preghiera, [13]solleciti per le
necessità dei fratelli, premurosi nell'ospitalità.
Carità verso tutti, anche verso i nemici
[14]Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite.
[15]Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con
quelli che sono nel pianto. [16]Abbiate i medesimi sentimenti gli
uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a
quelle umili. Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi.
[17]Non rendete a nessuno male per male. Cercate di
compiere il bene davanti a tutti gli uomini. [18]Se
possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. [19]Non
fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'ira
divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò,
dice il Signore. [20]Al contrario, se il tuo nemico ha fame,
dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti,
ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo. [21]Non
lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male.
Romani - Capitolo 13
Sottomissione ai poteri civili
[1]Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché
non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da
Dio. [2]Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine
stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la
condanna. [3]I governanti infatti non sono da temere quando si fa
il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l'autorità? Fà
il bene e ne avrai lode, [4]poiché essa è al servizio di Dio
per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa
porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di
chi opera il male. [5]Perciò è necessario stare sottomessi, non
solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza. [6]Per
questo dunque dovete pagare i tributi, perché quelli che sono dediti a
questo compito sono funzionari di Dio. [7]Rendete a ciascuno ciò
che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le
tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto il rispetto.
La carità, riassunto della legge
[8]Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un
amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. [9]Infatti
il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non
desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste
parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. [10]L'amore
non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore.
Il cristiano è il figlio della luce
[11]Questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di
svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di
quando diventammo credenti. [12]La notte è avanzata, il giorno
è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le
armi della luce. [13]Comportiamoci onestamente, come in pieno
giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e
licenze, non in contese e gelosie. [14]Rivestitevi invece del
Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri.
Romani - Capitolo 14
Carità verso i deboli
[1]Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne
le esitazioni. [2]Uno crede di poter mangiare di tutto, l'altro
invece, che è debole, mangia solo legumi. [3]Colui che mangia
non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non giudichi male chi
mangia, perché Dio lo ha accolto. [4]Chi sei tu per giudicare un
servo che non è tuo? Stia in piedi o cada, ciò riguarda il suo
padrone; ma starà in piedi, perché il Signore ha il potere di farcelo
stare.
[5]C'è chi distingue giorno da giorno, chi invece li giudica
tutti uguali; ciascuno però cerchi di approfondire le sue convinzioni
personali. [6]Chi si preoccupa del giorno, se ne preoccupa per il
Signore; chi mangia, mangia per il Signore, dal momento che rende grazie
a Dio; anche chi non mangia, se ne astiene per il Signore e rende grazie
a Dio. [7]Nessuno di noi, infatti, vive per se stesso e nessuno
muore per se stesso, [8]perché se noi viviamo, viviamo per il
Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia
che moriamo, siamo dunque del Signore. [9]Per questo infatti
Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei
morti e dei vivi.
[10]Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? E anche tu, perché
disprezzi il tuo fratello? Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di
Dio, [11]poiché sta scritto:
Come è vero che io vivo, dice il Signore,
ogni ginocchio si piegherà davanti a me
e ogni lingua renderà gloria a Dio.
[12]Quindi ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso. [13]Cessiamo
dunque di giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non esser causa
di inciampo o di scandalo al fratello.
[14]Io so, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che nulla è
immondo in se stesso; ma se uno ritiene qualcosa come immondo, per lui
è immondo. [15]Ora se per il tuo cibo il tuo fratello resta
turbato, tu non ti comporti più secondo carità. Guardati perciò dal
rovinare con il tuo cibo uno per il quale Cristo è morto! [16]Non
divenga motivo di biasimo il bene di cui godete! [17]Il regno di
Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace
e gioia nello Spirito Santo: [18]chi serve il Cristo in queste
cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini. [19]Diamoci
dunque alle opere della pace e alla edificazione vicendevole. [20]Non
distruggere l'opera di Dio per una questione di cibo! Tutto è mondo,
d'accordo; ma è male per un uomo mangiare dando scandalo. [21]Perciò
è bene non mangiare carne, né bere vino, né altra cosa per la quale
il tuo fratello possa scandalizzarsi.
[22]La fede che possiedi, conservala per te stesso davanti a
Dio. Beato chi non si condanna per ciò che egli approva. [23]Ma
chi è nel dubbio, mangiando si condanna, perché non agisce per fede;
tutto quello, infatti, che non viene dalla fede è peccato.
Romani - Capitolo 15
[1]Noi che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare
l'infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi. [2]Ciascuno
di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per edificarlo. [3]Cristo
infatti non cercò di piacere a se stesso, ma come sta scritto: gli
insulti di coloro che ti insultano sono caduti sopra di me. [4]Ora,
tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per
nostra istruzione, perché in virtù della perseveranza e della
consolazione che ci vengono dalle Scritture teniamo viva la nostra
speranza. [5]E il Dio della perseveranza e della consolazione vi
conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti ad
esempio di Cristo Gesù, [6]perché con un solo animo e una voce
sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
[7]Accoglietevi perciò gli uni gli altri come Cristo accolse
voi, per la gloria di Dio. [8]Dico infatti che Cristo si è fatto
servitore dei circoncisi in favore della veracità di Dio, per compiere
le promesse dei padri; [9]le nazioni pagane invece glorificano
Dio per la sua misericordia, come sta scritto:
Per questo ti celebrerò tra le nazioni pagane,
e canterò inni al tuo nome.
[10]E ancora:
Rallegratevi, o nazioni, insieme al suo popolo.
[11]E di nuovo:
Lodate, nazioni tutte, il Signore;
i popoli tutti lo esaltino.
[12]E a sua volta Isaia dice:
Spunterà il rampollo di Iesse,
colui che sorgerà a giudicare le nazioni:
in lui le nazioni spereranno.
[13]Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace
nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello
Spirito Santo.
EPILOGO
Il ministero di Paolo
[14]Fratelli miei, sono anch'io convinto, per quel che vi
riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e
capaci di correggervi l'un l'altro. [15]Tuttavia vi ho scritto
con un pò di audacia, in qualche parte, come per ricordarvi quello che
gia sapete, a causa della grazia che mi è stata concessa da parte di
Dio [16]di essere un ministro di Gesù Cristo tra i pagani,
esercitando l'ufficio sacro del vangelo di Dio perché i pagani
divengano una oblazione gradita, santificata dallo Spirito Santo. [17]Questo
è in realtà il mio vanto in Gesù Cristo di fronte a Dio; [18]non
oserei infatti parlare di ciò che Cristo non avesse operato per mezzo
mio per condurre i pagani all'obbedienza, con parole e opere, [19]con
la potenza di segni e di prodigi, con la potenza dello Spirito. Così da
Gerusalemme e dintorni fino all'Illiria, ho portato a termine la
predicazione del vangelo di Cristo. [20]Ma mi sono fatto un punto
di onore di non annunziare il vangelo se non dove ancora non era giunto
il nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui, [21]ma
come sta scritto:
Lo vedranno coloro ai quali non era stato annunziato
e coloro che non ne avevano udito parlare,
comprenderanno.
Progetti di viaggio
[22]Per questo appunto fui impedito più volte di venire da voi. [23]Ora
però, non trovando più un campo d'azione in queste regioni e avendo
gia da parecchi anni un vivo desiderio di venire da voi, [24]quando
andrò in Spagna spero, passando, di vedervi, e di esser da voi aiutato
per recarmi in quella regione, dopo avere goduto un poco della vostra
presenza.
[25]Per il momento vado a Gerusalemme, a rendere un servizio a
quella comunità; [26]la Macedonia e l'Acaia infatti hanno voluto
fare una colletta a favore dei poveri che sono nella comunità di
Gerusalemme. [27]L'hanno voluto perché sono ad essi debitori:
infatti, avendo i pagani partecipato ai loro beni spirituali, sono in
debito di rendere un servizio sacro nelle loro necessità materiali. [28]Fatto
questo e presentato ufficialmente ad essi questo frutto, andrò in
Spagna passando da voi. [29]E so che, giungendo presso di voi,
verrò con la pienezza della benedizione di Cristo. [30]Vi esorto
perciò, fratelli, per il Signore nostro Gesù Cristo e l'amore dello
Spirito, a lottare con me nelle preghiere che rivolgete per me a Dio, [31]perché
io sia liberato dagli infedeli della Giudea e il mio servizio a
Gerusalemme torni gradito a quella comunità, [32]sicché io
possa venire da voi nella gioia, se così vuole Dio, e riposarmi in
mezzo a voi. Il Dio della pace sia con tutti voi. Amen.
Romani - Capitolo 16
Raccomandazioni e saluti
[1]Vi raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa della Chiesa di
Cencre: [2]ricevetela nel Signore, come si conviene ai credenti,
e assistetela in qualunque cosa abbia bisogno; anch'essa infatti ha
protetto molti, e anche me stesso.
[3]Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù;
per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa, [4]e ad
essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili; [5]salutate
anche la comunità che si riunisce nella loro casa.
Salutate il mio caro Epèneto, primizia dell'Asia per Cristo. [6]Salutate
Maria, che ha faticato molto per voi. [7]Salutate Andronìco e
Giunia, miei parenti e compagni di prigionia; sono degli apostoli
insigni che erano in Cristo gia prima di me. [8]Salutate
Ampliato, mio diletto nel Signore. [9]Salutate Urbano, nostro
collaboratore in Cristo, e il mio caro Stachi. [10]Salutate
Apelle che ha dato buona prova in Cristo. Salutate i familiari di Aristòbulo.
[11]Salutate Erodione, mio parente. Salutate quelli della casa di
Narcìso che sono nel Signore. [12]Salutate Trifèna e Trifòsa
che hanno lavorato per il Signore. Salutate la carissima Pèrside che ha
lavorato per il Signore. [13]Salutate Rufo, questo eletto nel
Signore, e la madre sua che è anche mia. [14]Salutate Asìncrito,
Flego\'sìnte, Erme, Pàtroba, Erma e i fratelli che sono con loro. [15]Salutate
Filòlogo e Giulia, Nèreo e sua sorella e Olimpas e tutti i credenti
che sono con loro. [16]Salutatevi gli uni gli altri con il bacio
santo. Vi salutano tutte le chiese di Cristo.
Avvertimento. Primo post-scriptum
[17]Mi raccomando poi, fratelli, di ben guardarvi da coloro che
provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che avete appreso:
tenetevi lontani da loro. [18]Costoro, infatti, non servono
Cristo nostro Signore, ma il proprio ventre e con un parlare solenne e
lusinghiero ingannano il cuore dei semplici.
[19]La fama della vostra obbedienza è giunta dovunque; mentre
quindi mi rallegro di voi, voglio che siate saggi nel bene e immuni dal
male. [20]Il Dio della pace stritolerà ben presto satana sotto i
vostri piedi. La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con voi.
Ultimi saluti. Secondo post-scriptum
[21]Vi saluta Timòteo mio collaboratore, e con lui Lucio,
Giasone, Sosìpatro, miei parenti. [22]Vi saluto nel Signore
anch'io, Terzo, che ho scritto la lettera. [23]Vi saluta Gaio,
che ospita me e tutta la comunità. Vi salutano Erasto, tesoriere della
città, e il fratello Quarto.
Dossologia
[25]A colui che ha il potere di confermarvi
secondo il vangelo che io annunzio e il messaggio di
Gesù Cristo,
secondo la rivelazione del mistero taciuto per secoli
eterni,
[26]ma rivelato ora e annunziato mediante le scritture
profetiche,
per ordine dell'eterno Dio, a tutte le genti
perché obbediscano alla fede,
[27]a Dio che solo è sapiente,
per mezzo di Gesù Cristo,
la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
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