CATECHESI
PER TUTTI
SINTESI LIBERA DEL
"CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA"
A CURA DI
P.FIORENZO
MASTROIANNI
Il
credo
PREFAZIONE
Non si può amare ciò che non si conosce.
L’amore nasce dalla conoscenza e conduce a una più profonda
conoscenza.
Dio, per farsi amare, si è "rivelato".
Dio ci ha inviato una Lettera d’amore, la Bibbia.
Dio ci parla e si rivela nella natura.
Dio sta in ogni uomo.
Ma qualcuno deve insegnarci a...leggere e a scoprire Dio.
Se si volesse "scrivere Dio", non basterebbe il mondo a
contenerne le pagine.
Se si volesse "dire Dio" non basterebbe l’eternità.
Ma anche il silenzio parla di Dio.
Eppure, Dio è in una sola parola: Amore!
Leggendo le Settecento pagine del "Catechismo della Chiesa
cattolica", ho notato che sono poche, pochissime!...
Ma ho notato anche che il tutto si può ridire in meno parole.
Così ho riassunto tutto in poche pagine.
Non so con quale risultato.
Ecco qui il primo libretto, che riassume la dottrina della Chiesa
espressa nel Simbolo Niceno-Costantinopolitano.
Seguiranno altri....per aiutare chi va sempre all’essenziale!...
1. L’UOMO VERSO DIO
Può l’uomo giungere alla conoscenza di Dio
con il solo lume della ragione?
La risposta è sì.
L’uomo aspira a Dio perché aspira all’infinito.
Infatti, quale uomo direbbe mai basta all’amore, alla verità,
alla felicità, alla bontà, alla bellezza?
Tutto questo, elevato all’infinito, si chiama Dio.
Inoltre, la ragione umana esige che all’inizio di ogni movimento
ci sia un motore, che ogni effetto abbia la sua causa, che il
contingente supponga il necessario, che l’ordine richieda un
ordinatore intelligente e buono, che ogni essere tenda al suo
fine.
Che dire, poi, del senso morale insito in ogni uomo? Che cosa è
bene e che è cosa è male? Solo Dio è norma certa, immutabile,
eterna.
Dunque, Dio DEVE esistere: lo esige l’intelligenza dell’uomo.
Ma oltre alla esistenza, che cosa può sapere di Dio la sola
ragione umana?
Ragionando per analogia, può attribuire a Dio tutto ciò che di
positivo vede intorno a sé: Dio deve essere infinita potenza,
infinita sapienza, infinita bontà e bellezza.....
2. DIO VERSO L’UOMO
Dio conosce le difficoltà
dell’intelligenza umana nel suo itinerario verso Dio, a causa
della sua trascendenza ineffabile, e a causa del peccato, della
cultura dominante.
L’uomo tenta persino di ignorare Dio e di scacciarlo dal mondo.
Ma Dio - Amore e Padre - non abbandona l’uomo, e gli si
autopropone, per farsi conoscere e amare.
La Rivelazione è l’itinerario di Dio "inaccessibile"
verso la mente e il cuore dell’uomo, reso da Lui capace di
conoscerLo e di amarLo, perché fatto a Sua immagine e
somiglianza.
La Rivelazione fa conoscere all’uomo anche ciò che mai avrebbe
potuto conoscere con il solo lume della ragione, come ad esempio
il suo essere uno e trino, la Sua volontà di incarnarsi per
essere il centro dell’universo, la Sua disponibilità a
coinvolgere l’uomo nel vortice della vita divina fino a renderlo
Suo figlio...
Tramite la grazia, poi, Dio potenzia e rafforza le capacità
naturali dell’uomo.
3. L’AUTORIVELAZIONE DI DIO
Dio non è stato mai visto da nessuno, e
nessuno può vederlo sulla terra senza morire.
L’uomo però conosce le parole e i gesti di Dio, con cui si
autorivelò nei tempi antichi, anzi fin dal principio
dell’umanità.
L’uomo sa che Dio strinse varie alleanze con l’umanità,
scelse Abramo e lo rese padre di tutti i credenti, anzi di un
popolo che si fregia del nome del Signore; stabilì patriarchi e
inviò profeti, diede una legge a Mosè sul Monte Sinai mentre
liberava dalla schiavitù d’Egitto il "Suo" popolo
regale, sacerdotale e profetico.
Duemila anni fa venne Dio stesso tra gli uomini, come
preannunciato nella Scrittura.
Assunta la carne umana, si rese visibile, udibile, palpabile.
Si fece chiamare Gesù, che vuole dire Salvatore.
Gesù è la Parola definitiva di Dio agli uomini.
Ma gli uomini non furono subito capaci di cogliere tutte le
profondità di quella divina Parola.
Perciò, dopo l’ascensione al cielo, Gesù inviò sulla terra lo
Spirito promesso, che introduce costantemente la Chiesa nella
comprensione di tutta la Verità.
La Verità biblica costituisce la rivelazione pubblica di Dio;
alla cui comprensione possono servire anche le così dette
rivelazioni "private", che però non possono aggiungere
nulla a quella pubblica e definitiva, e tanto meno contraddirla.
4. IL "DEPOSITO DELLA FEDE"
(1Tm 6,20)
Tutto ciò che Dio ha rivelato di se stesso
attraverso parole ed eventi, costituisce il "depositum fidei",
che gli apostoli ebbero l’incarico di trasmettere "a tutte
le creature" presenti e future.
Gli apostoli, fedeli all’incarico ricevuto ("guai a me se
non evangelizzerò" scrisse s.Paolo) predicarono la buona
novella a tutti coloro che riuscirono a contattare con la loro
stessa presenza, con la loro viva voce, con l’esempio della
propria vita, con la prassi liturgica, e tramite gli scritti.
5. LA TRASMISSIONE DEL "DEPOSITUM"
Il deposito della fede è un patrimonio
creato dal Divino Maestro, annunciato e scritto dagli apostoli e
da alcuni loro intimi, come Luca, Marco e lo stesso Paolo.
Tale patrimonio appartiene a tutta la Chiesa: quella del tempo
degli apostoli e quella dei secoli seguenti; quella di
Gerusalemme, di Antiochia, di Roma e di ogni angolo della terra.
Per questo, gli apostoli, I DODICI, prima di lasciare questo
mondo, pensarono di trasmettere quel deposito ai loro successori,
i VESCOVI, perché lo custodissero, lo insegnassero tramite il
loro Magistero, e lo trasmettessero integralmente ai loro
successori, fino alla fine dei secoli.
Poiché trasmettere, in latino si dice tradere, la trasmissione
del "depositum" di generazione in generazione si chiama
Tradizione; ma va sottolineato che per Tradizione si intende
ordinariamente la trasmissione vitale della fede della Chiesa,
espressa nei così detti "monumenti" della Tradizione,
cioè nelle forme liturgiche, nella riflessione scritta e orale
dei Padri, del Magistero, dei concili, della teologia,
dell’arte.
Tradizione e Scrittura (Antico e Nuovo Testamento) costituiscono
insieme e inseparabilmente il Depositum fidei della Chiesa.
6.
LA SACRA SCRITTURA
Dio ha parlato agli uomini, e la sua parola è stata scritta
nei libri sacri.
Il termine Bibbia è un plurale della lingua greca e vuol dire
"libriccini". La Bibbia, infatti, si compone di 72
opuscoli, distinti in Antico e Nuovo Testamento.
Non tutti i raggruppamenti cristiani riconoscono gli stessi
opuscoli, e perciò le Bibbie sono diverse non solo per le diverse
traduzioni ma anche per l’inclusione o esclusione di interi
libri.
L’elenco dei libri riconosciuti come Parola di Dio si chiama
"Canone".
Secondo la Chiesa Cattolica, l’Antico Testamento (AT) comprende:
Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio, Giosuè, Giudici,
Rut, Samuele I-II, Re I-II, Cronache I-II, Esdra e Neemia, Tobia,
Giuditta, Ester, Maccabei I-II, Giobbe, Salmi, Proverbi, Qoèlet
(o Ecclesiaste), Cantico, Sapienza, Siracide ( o Ecclesiastico),
Isaia, Geremia-Lamentazioni, Baruc, Ezechiele, Daniele, Osea,
Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo,
Zaccaria, Malachia. Sono 45 libri, o 46 se si si considerano le
Lametazioni a parte.
Sempre secondo la Chiesa Cattolica, il Nuovo Testamento (NT)
comprende: Vangeli di Matteo, Marco, Luca, Giovanni, Atti, Lettere
di s.Paolo (Romani, Corinzi I-II, Galati, Efesini, Filippesi,
Colossesi, Tessalonicesi I-II, Timoteo I-II, Tito, Filemone),
Lettera agli Ebrei, Lettera di Giacomo, di Pietro I-II, di
Giovanni I-II-III, di Giuda; Apocalisse.
7. IL MAGISTERO DELLA CHIESA
La vera Chiesa è quella fondata sul fondamento degli apostoli
e dei profeti.
La sola Chiesa che Gesù chiamò "mia" è quella
costruita sulla "firmam petram", cioè sulla roccia che
è Simon-Pietro e i suoi successori.
Chi non è legato a questa Pietra, può solo illudersi di far
parte della Chiesa che Gesù chiamò "mia".
Pietro ebbe il compito di "confirmare" gli altri
apostoli.
Perciò, coloro che hanno il compito, il diritto e il dovere di
insegnare nella Chiesa sono: il successore di Pietro, cioè il
Papa, e i successori degli apostoli, cioè i Vescovi uniti a
quella roccia che è il successore di Pietro. I Vescovi non uniti
al Papa e non "confermati" da lui, non appartengono alla
"mia" Chiesa, ma a un’altra.
La Parola di Dio non può essere liberamente interpretata da
ciascuno.
Se si ammette il principio della libera interpretazione della
Scrittura e della Tradizione, ne nascono mille Sette, ciascuna
delle quali ritiene di essere illuminata dallo Spirito Santo. Ma
lo Spirito di verità non può contraddire se stesso.
Solo chi è stato incaricato dal Divino Maestro di
"confermare", è il garante della Verità nella Chiesa
qui in terra.
Le verità, poi, espresse nei DOMMI, sono verità infallibili,
perché Cristo - che è nella "Sua" Chiesa fino alla
fine dei secoli - non può permettere che il suo Corpo mistico sia
sopraffatto dall’errore.
E’ ovvio, tuttavia, che l’infallibilità è una caratteristica
di tutta la Chiesa.
8. LA FEDE
La mente umana può conoscere le realtà materiali e le loro
leggi in maniera scientifica, cioè dimostrabile e ripetibile.
Ma la mente umana può conoscere anche le realtà spirituali, come
l’amore e la giustizia, la cui esistenza non si può dimostrare
scientificamente.
Un uomo e una donna si giocano la vita l’uno per l’altro perché
credono all’amore, senza pretendere "prove
scientifiche" impossibili, ma fondandosi su indizi, il cui
valore viene valutato solo da loro due.
San Giovanni definisce Dio "Caritas", cioè Amore;
pertanto Egli è una realtà spirituale, la cui esistenza si può
solo "intuire" attraverso segni, il cui valore è
valutabile solo da chi è capace di coglierli.
Dio è anche definito "Luce". Ma pochi sanno che la luce
è scura finché non tocca un oggetto da illuminare. Così, Dio è
invisibile finché non trova una mente disposta ad accoglierla.
9. LA FEDE E LA SPERANZA
La fede fonda la speranza.
Solo chi crede, infatti, può sperare.
In qualche modo, si può dire che chi crede ha già in mano ciò
che avrà pienamente nel futuro; la fede fa "provare",
assaggiare in anticipo ciò che non si vede ancora, non si
percepisce ancora.
Perciò, chi ha fede è già "beato", perché ha una
caparra dei beni che spera. E per questi beni, chi ha fede,
rinunzia a tutto ciò che ha adesso, se tale rinunzia comporta la
conquista di più grandi beni futuri.
Abramo lasciò la sua terra, e stava per sacrificare Isacco, suo
unico figlio, perché ebbe fede nella parola di Chi gli prometteva
una terra migliore e una progenie eterna.. E meritò di vedere il
"giorno" del Signore (sua discendenza), e ne "esultò".
Maria accettò di divenire madre e di lasciarsi trafiggere
l’anima, perché ebbe fede nella "potenza del braccio"
del Signore. Ed il suo spirito "esultò" in Dio suo
salvatore; e tutte le generazioni la chiamano "beata".
10. LA FEDE E L’AMORE
La fede e la fiducia conducono all’amore, e l’amore
conduce alla fiducia. Più forte è la fede, più grande diventa
l’amore. Più forte è l’amore e più fondata è la fede.
La vera fede induce l’uomo ad accettare - per amore e con amore
- tutto ciò che Dio gli rivela, giurando sulla sua autorità-fedeltà-verità,
per cui Egli non può né ingannarsi né ingannare. Accetta anche
le verità superiori ma non contrarie alla ragione, come il
mistero trinitario, cioè il mistero di Dio, uno nella sostanza e
trino nelle persone.
La fede è un dono dell’amore di Dio alla creatura. Se Dio non
concedesse questa "grazia", l’uomo non potrebbe
credere in Dio. La grazia agisce sulla volontà dell’uomo, e la
volontà sull’intelligenza.
L’intelligenza, però, non è schiava della volontà. Per il
rispetto che Dio ha verso la creaturalità, non impone
all’intelligenza di credere ciecamente, ma offre dei
"motivi" di credibilità, come ad esempio i miracoli.
Tali motivi non sono impellenti, nel senso che l’uomo resta
libero di lasciarsi muovere o no. E tuttavia "senza la fede
è impossibile essere graditi a Dio". Anzi, è necessario
perseverare nella fede "sino alla fine". In questo, ci
sono di aiuto i fratelli nella stessa fede, e cioè tutta la
Chiesa. La fede, anzi, che è dono dell’amore di Dio, è anche
un dono dell’amore di "Madre Chiesa", attraverso la
quale la fede ci viene comunicata e trasmessa.
11. LA FEDE E LA SCIENZA
La fede ha per oggetto le verità rivelate, le verità
relative allo spirito.
La scienza ha per oggetto le verità umane, relative alle cose
sperimentabili e dimostrabili.
Si pone una domanda: può Dio rivelare una verità che appaia
contraria alla verità scientifica?
La risposta è no, perché Dio è veritiero, perché Dio è
l’autore della scienza e dell’intelligenza umana, e l’ha
resa capace di conoscere la verità.
12. I SIMBOLI DELLA FEDE
Si richiede tutta l’eternità per conoscere Dio che è
infinito.
L’eternità consiste nello scandagliare le profondità di Dio,
sotto il lume dello Spirito Santo.
Ma già nel tempo è necessario conoscere Dio, nella misura
concessa alle capacità dell’uomo.
Le principali verità da credere da tutti e da ciascuno, sono
racchiuse in alcune formule o raccolte di verità, chiamate anche
"Simboli della fede", il cui etimo richiama appunto
l’idea di "mettere insieme".
I singoli "articoli" devono essere creduti e accettati
da chi vuole veramente essere gradito a Dio.
Dalle antiche chiese fino a Paolo VI, ne sono stati formulati
diversi, secondo le distinte sensibilità. Il così detto SIMBOLO
DEGLI APOSTOLI era professato nella Chiesa di Roma. Il SIMBOLO
NICENO-COSTANTINOPOLITANO espresse la fede professata negli
omonimi grandi concili ecumenici (Nicea 325, Costantinopoli 381).
Paolo VI, nel 1968, compose "Il Credo del Popolo di
Dio", per i fedeli di oggi.
13. DIO E’ UNO E TRINO
Il Dio dei cristiani non è "un" dio come gli dèi
pagani.
E’ Dio unico perché infinito.
Un Dio limitato nel suo essere e nei suoi poteri è inammissibile.
Dio o è onnipotente o non è Dio.
Dio stesso si è rivelato come l’Unico e il
Signore:"Ascolta, Israele, il Signore è uno solo.
Dio si è autodefinito come "Io-Sono" o come "Colui
che sono". La sua essenza occupa tutta l’esistenza.
Dio è la Bontà per essenza, perché l’Essere e il Bene si
identificano.
Dio è ogni bene: Verità, Giustizia, Amore...
Se non fosse così, ogni atomo sarebbe migliore di Dio. E un Dio
"non-buono" avrebbe già distrutto il bene che "per
l’universo si squaderna".
E se Dio è Amore, deve essere necessariamente trino. Quando si
parla di amore, infatti, si afferma anche l’esistenza di un
amante e di un amato. Questo non è un mistero.
Possiamo anche capire "come" l’unica sostanza diventi
trina: essendo sostanza spirituale, è pensiero, simile al
pensiero umano, il quale pensa se stesso e genera l’immagine di
se stesso in se stesso.
Il mistero esiste ed è grande quando si afferma - come fa la
rivelazione e come è definito dalla Chiesa - che Dio è Uno nella
sostanza e Trino nelle Persone ("Trinità
consustanziale").
Le tre Persone sono realmente distinte tra loro ma relative le une
alle altre.
E’ una verità superiore ma non contraria alla ragione.
14. DIO E’ PADRE
Quando si afferma che Dio è "padre" non si intende
caratterizzarne il sesso, perché Dio è spirito. In un’altra
cultura lo si chiamerebbe "madre".
La cultura ebraica e occidentale intende esprimere col titolo di
"padre" la forza originaria, la potenza, rispetto ai
"figli" da lui creati e assolutamente bisognosi di lui.
La "maternità" ne sottolineerebbe la tenerezza.
Gesù chiamò Dio "padre mio e padre vostro". Mai lo
chiamò "padre nostro", perché è padre suo per averlo
generato dall’eternità, ed è padre degli uomini per averli
chiamati all’essere creandoli dal nulla.
Dal Padre e dal Figlio (Filioque) procede lo Spirito Santo, come
viene professato dal simbolo Niceno-Costantinopolitano aggiornato
(tra sec.VIII-XI) dalla liturgia cattolica in base alla
confessione dommatica di papa san Leone Magno nel 447 e come
esplicitato dal Concilio di Firenze nel 1439.
Poiché Dio non è stato mai visto da nessuno, e "nessuno
conosce il Padre se non il Figlio" , solo il Figlio che sta
al seno del Padre Lo poteva rivelare. E solo lo Spirito Santo, che
penetra le profondità di Dio, conduce la Chiesa - nel tempo -
alla piena comprensione della Verità.
15. DIO E’ ONNIPOTENTE
"Nulla è impossibile a Dio" .
Dio può tutto perché Egli è all’origine di tutto, conosce
tutto ed è il più grande di tutti.
Dio non teme niente e nessuno. Proprio per questo, egli non teme
la libertà di cui approfitta satana, di cui godono gli angeli, di
cui si avvalgono gli uomini per "scegliere" il bene o il
male.
Satana non è il dio del male, ma una potente creatura di Dio.
Satana non è onnipotente; i suoi poteri non vanno oltre la libera
concessione di Dio, il quale sa trarre il bene persino dal male.
Solo un Dio onnipotente può essere infinitamente umile e
misericordioso: solo chi è molto in alto può scendere molto in
basso (incarnazione), e solo chi non teme nulla può perdonare
tutto.
16. DIO E’ CREATORE
Solo Dio non ha origine ed è eterno.
Da Lui procede tutto.
PER GENERAZIONE, da Lui procede solo Dio-Figlio.
PER SPIRAZIONE, dal Padre e dal Figlio procede lo Spirito Santo.
PER CREAZIONE, "dal nulla" (Conc.Later.IV) provengono
tutte le creature. L’opera della creazione viene effettuata in
sei periodi detti "giorni".
La dottrina della creazione fa conoscere all’uomo la sua
origine, e risponde alla legittima domanda: "Da dove
veniamo?".
E poiché Dio creò per amore verso se stesso e verso le creature,
l’uomo apprende che egli esiste per la gloria di Dio e che
esiste per solo infinito amore di un Dio. "La gloria di Dio
è l’uomo vivente". Né l’uomo né l’universo
aggiungono nulla alla gloria di Dio, ma la manifestano e la
comunicano (S.Bonaventura).
Riceve così anche la risposta adeguata alla domanda: "Perché
esisto e verso dove vado?". Anzi, poiché Dio è più grande
di ciò che ha creato, e "la sua grandezza non si può
misurare" noi
tutti "in Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" .Tali
risposte sono consolanti e vere, perché la dottrina della
creazione è dottrina rivelata da Dio e non è filsoofia umana,
come sono invece tutte le altre dottrine, compresa quella della
reincarnazione e della metempsicosi.
17. CREAZIONE: OPERA TRINITARIA
Dio Padre è la fonte di tutto.
"In principio, Dio creò il cielo e la terra" . E’ Lui
che "ha fatto cielo e terra".
Ma il Padre creò "per mezzo" del Figlio, come un
architetto che lavora tramite la propria scienza.
Dio Figlio, infatti, è la Sapienza del Padre.
"Tutto è stato fatto per mezzo di Lui (Verbo) e senza di Lui
niente è stato fatto"
Il Figlio mantiene in vita tutte le cose, poiché "tutte le
cose in Lui sussistono" .
Da Lui dipende l’essere e l’operare di tutte le cose.
"Senza di me non potere far nulla". Lui "suscita in
noi il volere e l’operare".
Lo Spirito Santo è il "digitus paternae dexterae",
Spirito creatore, datore di vita (Simb. Nic-Cost).
Il Figlio e lo Spirito sono come le due mani del Padre, secondo
una plastica immagine di S.Ireneo.
18. OLTRE IL CREAZIONISMO
La dottrina della creazione sfata il panteismo, per cui tutto
è Dio.
Le cose sono "cose", non Dio, e dipendono da Dio
nell’essere e nell’operare.
La creazione sfata anche l’emanatismo per cui tutto emana
necessariamente da Dio.
Dio non ha creato per necessità, ma liberamente.
La creazione sfata anche le dottrine pessimistiche e dualistiche,
per le quali esistono due principi, il Bene e il Male, in perenne
lotta tra loro.
Esiste solo il Dio del Bene.
Il creato uscì dalle sue mani buono e ordinato perché Egli è
onnisciente.
Al termine di ciascuno dei sei "giorni", Dio guarda il
creato e vede che è buono.
Il male non esiste come entità in sé, ma come rifiuto del bene,
e come conseguenza di ciò.
19. CIELO E TERRA
Dio è creatore del cielo e della terra, cioè delle cose
"visibili ed invisibili", la materia e gli essere
spirituali.
Tutti sono ordinati l’uno all’altro. Essere è "essere
con" e "essere per".
E sono costituiti gerarchicamente. L’uomo è il re del creato.
Le cose visibili costituiscono l’universo materiale: stelle,
pianeti e tutto ciò che è in essi.
Gli esseri spirituali - e perciò immortali - sono gli angeli,
esseri personali dotati di intelligenza e volontà.
Esistono gli angeli buoni e gli angeli cattivi.
Gli angeli cattivi si chiamano satana o demoni o diavoli.
Anch’essi furono creati buoni, ed erano i più belli e potenti.
Ma decisero di opporsi a Dio loro creatore. Dio sapeva che alcuni
angeli avrebbero operato questa scelta. Non avrebbe dovuto
crearli? Noi uomini avremmo deciso così. Ma Dio decise il
contrario, volendo rispettare le libere scelte delle sue creature.
Precipitati fuori del paradiso, si dedicano al male, cercando di
indurre anche gli uomini a ribellarsi al Creatore. Satana azzardò
persino di tentare il Figlio di Dio nel deserto . Essendo esseri
intelligentissimi, non torneranno mai indietro, e la decisione di
opporsi a Dio è irrevocabile. Ma pur essendo potentissimi, Dio è
infinitamente più grande e diede il potere agli angeli buoni di
vincere satana. Gesù stesso venne "per distruggere le opere
del diavolo".
Gli angeli buoni sono i veri angeli. Il nome stesso di
"angeli" caratterizza infatti il loro compito
principale, che è quello di essere "messaggeri" di Dio
e "potenti esecutori dei suoi comandi" .Gesù li chiama
"suoi angeli", perché creati - come tutte le altre cose
- "per mezzo" suo e "in vista" di Lui .
Gli angeli vedono sempre la faccia di Dio .
Pur essendo all’apice della creazione, essi appaiono spesso al
"servizio" di "coloro che devono ereditare la
salvezza".
Custodiscono ogni uomo che viene al mondo, stanno a guardia del
porta dell’Eden, soccorrono Lot, Agar, Isacco, portano messaggi
a Maria, a Zaccaria, a Giuseppe..., annunciano l’incarnazione e
la risurrezione, cantano per il neonato Bambino Gesù, lo servono
nel deserto e lo consolano nella passione..., suoneranno le trombe
nel giudizio universale...
20. LA DIVINA PROVVIDENZA
Ciò che, per venire all’essere, ha bisogno di essere
creato, ha bisogno anche di essere mantenuto in vita e condotto
alla perfezione.
Il creato, specie l’uomo, è un progetto che si realizza per
l’eternità. E finché non raggiunge la perfezione ("siate
perfetti come è perfetto il Padre"), esperimenta limiti
fisici (malattie) e morali (peccato).
Dio è Padre provvido, che sa in anticipo ciò di cui le creature
hanno bisogno.
Ma Dio vuole che le creature non ricevano passivamente.
Le vuole attive e le chiama a collaborare con Lui al
perfezionamento personale e del creato. In questo modo, l’uomo
avvertirà difficoltà e limiti, ma anche la gloria di costruirsi
da solo (se stesso e il suo habitat) secondo la sua volontà e le
sue esigenze. In questo possiamo solo ammirare la sapienza e la
bontà del creatore.
21. MASCHIO E FEMMINA
Tutto il creato è per l’uomo, l’uomo è per Cristo e
Cristo è per Dio.
L’uomo fu fatto a immagine di Dio, perché è persona, dotata
quindi di intelligenza e volontà. Sinolo di anima e di corpo. Un
solo essere "umano", tempio di Dio.
L’anima viene creata direttamente da Dio, è spirituale e perciò
immortale. San Paolo parla di "spirito, anima e corpo".
Dio fece l’uomo Ish e Ishà: "Maschio e femmina li creò".
L’uno per l’altro, costituiti in uguale dignità.
Ma la Donna è l’ultima pennellata della creazione, dopo di che
Dio fu pienamente soddisfatto.
Per l’ordine divino di crescere e moltiplicarsi, da un solo uomo
e da una sola donna è provenuto tutto il genere umano .
L’uomo è il dominus del creato, nel senso che deve ordinarlo e
perfezionarlo secondo i piani di Dio.
22. LA "GIUSTIZIA ORIGINALE"
L’uomo fu creato buono, anzi in stato di santità e di
giustizia originali.
La piena armonia con se stesso lo rendeva libero dalla triplice
consupiscenza degli occhi, della carne e della superbia della
vita.
L’armonia con Dio lo rendeva partecipe della vita divina, che
suppliva così ai limiti creaturali comportanti il dolore e la
morte.
L’armonia col creato lo rendeva signore, custode e continuatore
dell’opera creatrice di Dio, attraverso un lavoro-gioco senza
affaticamento.
23. IL PECCATO ORIGINALE
Il lavoro più arduo dello Spirito, appositamente inviato da
Cristo Risorto, è convincere il mondo di peccato.
Solo chi si convince di essere privo di giustizia e santità,
riconosce la necessità di un Redentore.
D’altra parte, solo la dottrina del peccato originale permette
di capire il perché e il come dell’ingresso del male nel mondo.
L’uomo, creato buono, cade per istigazione di satana,
"padre della menzogna" e "omicida" ,
"peccatore fin dal principio" .
Il peccato originale fu certamente un peccato di orgoglio.
Satana indusse i nostri progenitori a ribellarsi a Dio, poiché
satana aveva garantito loro: "Diventerete simili a Dio"
.
Come per gli angeli, anche per l’uomo, Dio sapeva che, dati i
limiti creaturali, l’uomo avrebbe potuto rifiutare il suo amore.
Non doveva crearlo? o almeno non crearlo libero? Ma Dio, creando
l’uomo libero, volle appunto creare un essere originale rispetto
a tutta la creazione.
Dio scelse di crearlo, accettandone le conseguenze.
Le conseguenze del peccato originale sono visibili nel mondo.
Il peccato delle origini, infatti, si trasmette con la concezione.
Non si trasmette quindi attraverso il cattivo esempio, come diceva
Pelagio, il quale riteneva che l’uomo nasce naturalmente buono e
viene corrotto dalla società.
No, l’uomo nasce con la tendenza al peccato e schiavo di satana
(Conc. di Trento). Tutto il mondo giace sotto il potere del
maligno.
24. LA "VENDETTA" DI DIO.
C’è stata una vendetta di Dio?
Non c’era bisogno. La scelta dell’uomo implicava la punizione:
se avesse scelto la Vita (Dio) non sarebbe morto; se avesse scelto
la Felicità che è Dio sarebbe vissuto col paradiso nell’anima.
La "vendetta" di Dio consiste nell’offrirgli il
perdono.
Già nel "Protovangelo", cioè subito dopo la caduta,
Dio prospetta ai progenitori un nuovo Adamo e una nuova Eva (Gesù
e la Madonna) che restituiranno all’umanità la dignità perduta
e a Dio la gloria per cui aveva creato l’uomo.
L’uomo può ancora una volta accettare o rifiutare Dio.
L’uomo può redimersi, poiché non è radicalmente corrotto,
come affermarono invece i riformatori protestanti.
La redenzione gli restituisce la grazia originale, trasformandolo
dall’interno e non solo esternamente.
Anzi, "dove abbondò il peccato, ha sovrabbondato la
grazia".
Proprio perché l’uomo ha la possibilità di scegliere, la sua
gloria sarà maggiore perché meritata. Senza tale possibilità
(che purtroppo implica anche quella di scegliere male), il
paradiso sarebbe stato un "dono", non un
"guadagno".
Non che l’uomo possa meritare Dio, ma Dio si è posto come
premio per l’uomo, ponendogli nel cuore quest’unica
aspirazione: "Ci hai fatti per te e il nostro cuore è
inquieto finché non riposa in te" (S.Agostino).
Felice l’uomo che accetta di stare con Dio, perché solo così
può coronare il sogno: "diventare come Dio"
avvicinandosi a Lui senza opporsi a Lui.
Guai all’uomo che rifiuta Dio, poiché fuori di Dio c’è
l’inferno dell’assenza totale della Sua felicità.
Il paradiso e l’inferno, sono caratterizzabili più come
"stati" che come luoghi.
Dio non è in paradiso ma è Egli stesso il paradiso.
L’assenza di Dio è l’inferno.
Non è l’uomo ad andare in paradiso o all’inferno, ma sono
questi a entrare in lui, nel momento stesso in cui opera il bene o
il male.
25. LA BUONA NOVELLA
Che cosa potrebbe l’uomo dare in cambio della salvezza
dell’anima?
Per fortuna c’è un "lieto messaggio" per lui !
Cristo è venuto per chiamare i peccatori, e in cielo si fa più
festa per un peccatore pentito che per 99 giusti .
Evangelo vuol dire Buona Novella, ed è la buona notizia della
salvezza in Cristo, predicata dagli apostoli e dagli evangelisti.
E’ il vangelo annunziato ai piccoli .
"Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e
ascoltato".
"Ciò che abbiamo udito, ciò che abbiamo visto coi nostri
occhi, ciò che abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani
hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è
fatta visibile, noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo
testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il
Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e
udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in
comunione con noi" .
Ciò che gli apostoli udirono da Gesù era dottrina del Padre:
"La mia dottrina non è mia ma di Colui che mi ha
mandato". Per questo, il Padre raccomandava alla folla:
"Ascoltatelo".
La Buona Novella riguarda la "sublimità della conoscenza di
Cristo" ,il "conoscere Lui, la potenza della sua
risurrezione", allo scopo di "guadagnare Cristo e di
essere trovato in Lui", con "la speranza di giungere
alla risurrezione".
Quanto fu scritto nel vangelo fu scritto "perché crediate
che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo,
abbiate la vita nel suo nome".
Gesù annunzia la Buona Novella predicando in parabole.
Ogni parabola contiene un insegnamento caratteristico valido per
tutti i tempi e tutti i luoghi: invito anzitutto ad accogliere la
sua parola in terreno buono, a seguire Lui, ad aderire a Lui, ad
alienare tutto per conquistarsi il Regno, a impiegare bene i
talenti ricevuti, a vigilare con le lampade accese...
La Buona Novella di Gesù era fatta di parole e di gesti, cioè di
"miracoli, prodigi e segni". I segni non erano fatti per
opera di Beelzebub , ma al contrario servivano a mostrare che il
regno di Dio era presente e che Gesù era il Messia, mandato dal
Padre e Figlio di Dio.
La Buona Novella annunciava la vittoria del Messia sul
"principe di questo mondo", che viene "cacciato
fuori".
26. GESU’
Questo nome fu imposto da Dio stesso a Maria e Giuseppe
per il Verbo fatto uomo.
In ebraico suona Jeshuà, e vuol dire "Dio salva"; e
infatti egli venne sulla terra "per dare la sua vita in
riscatto per molti" e salvò gli uomini dai loro peccati.
San Luca afferma che "non vi è altro nome dato agli uomini
sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere
salvati".
Poiché il peccato offende Dio, solo Dio può perdonarlo.
E’ Dio che riconcilia il mondo a sé in Cristo.
Jeshuà è il "nome che è al di sopra di ogni altro
nome" che fa tremare l’inferno che opera ogni sorta di
prodigi: "Nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno
lingue nuove...,imporranno le mani agli ammalati e questi
guariranno" poiché tutto ciò che viene chiesto nel suo
nome, il Padre lo concede.
27. IL CRISTO
Da Maria "nacque Gesù, chiamato Cristo".
Cristo, come crisma, vuol dire unto, consacrato con l’olio
benedetto.
Cristo venne aggiunto al vero nome del Figlio di Dio (Gesù)
perché fu il consacrato per eccellenza, il Messia, l’inviato.
Cristi, cioè unti erano tutti i re d’Israele, tutti i profeti e
tutti i sacerdoti ebraici.
E Gesù fu unto di Spirito Santo per essere sacerdote, re e
profeta insieme.
Gli angeli lo chiamarono così quando apparvero ai pastori al
momento della nascita di Gesù: "Oggi vi è nato nella città
di Davide un Salvatore che è il Cristo Signore".
San Giovanni afferma che Gesù è "colui che il Padre ha
consacrato e mandato nel mondo".
E San Pietro, nel giorno di pentecoste disse: "Sappia dunque
con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito
Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso".
28. FIGLIO DI DIO
Gesù è Figlio di Dio come lo sono tutti gli esseri
spirituali, compresi gli angeli, ma in maniera diversa da loro,
come spiegheremo subito.
Il vangelo di Marco inizia così: "Vangelo di Gesù Cristo
Figlio di Dio".
"Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente".
Egli è il "Figlio prediletto" del Padre.
Ma Gesù non si confondeva mai con gli altri uomini, e si
distingueva da loro, chiamando Dio "padre mio e padre
vostro"; mai disse: "padre nostro".
Nella parabola del re che uccise i coloni infedeli, il re mandò
prima i suoi servi e poi il suo proprio Figlio .
29. UNIGENITO
Mentre gli angeli e gli uomini sono detti figli di Dio in
quanto sono stati creati da Lui e da Lui dipendono in tutto, Gesù
è Figlio di Dio perché è generato da Lui. Per questo, Gesù si
dichiarò superiore agli angeli .
San Giovanni afferma: "Noi vedemmo la sua gloria, gloria come
di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità" .
Gesù stesso si proclamò "Figlio unigenito" del Padre .
Gesù fu ucciso perché si dichiarò Figlio di Dio nel senso di
Unigenito del Padre .
Quando ne parlava, gli ebrei comprendevano bene la distinzione che
Gesù faceva tra la filiazione ordinaria degli uomini e quella per
generazione che era eslcusivamente sua. Per questo cercavano di
lapidarlo, "perché tu che sei uomo ti fai Dio".
Se Egli è l’Unigenito, è figlio unico e non ha fratelli.
Egli è "il Figlio del Dio vivente", in una maniera
misteriosa, che non può essere colta dalla "carne e dal
sangue", ma solo rivelato dal "Padre mio che sta nei
cieli" , come attestò Gesù stesso a Pietro.
Paolo, che perseguitava la nuova religione come una deviazione da
quella ebraica, riconobbe che Dio stesso "si compiacque di
rivelare a me suo Figlio" .
Il centurione, vedendo Gesù come era morto e il terremoto,
esclamò: "Veramente quest’uomo era il Figlio di Dio"
.
Gesù tenne a precisare che "chi non crede nell’unigenito
Figlio di Dio" è già stato condannato .
30. DIO COME IL PADRE
Se è unigenito, non ci sono altri esseri generati dal
Padre.
Solo Lui è "disceso dal cielo" , ed è "venuto da
Dio" .
La vita che era presso il Padre "si è resa visibile" .
Se è generato dal Padre, ha la stessa natura del Padre. Egli è
"di natura divina" . Egli era "en morfè Theou",
cioè nella natura di Dio.
Natura viene da nascere: il nato dalla pecora è pecora, il nato
dall’uomo è uomo, il nato da Dio è Dio. Il Verbo fu
"generato, non creato, della stessa sostanza del Padre",
"homousios" (Concilio di Nicea del 325).
"Chi vede Lui vede il Padre" .
"Io e il Padre siamo una sola cosa" .
"Prima che Abramo fosse, Io Sono" .
In Lui "abita corporalmente la pienezza della divinità"
. Non un poco di divinità ma la pienezza. Non è un "piccolo
Dio" ma è "il grande Dio" . E "dalla sua
pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia" .
Gesù è "Dio da Dio, luce da luce" (Credo).
Sul Tabor diede un segno della sua vera natura: luce , e di ciò
che darà anche a noi quando "trasfigurerà il nostro misero
corpo per conformarlo al suo corpo glorioso" .
Lui, Gesù, "è Dio benedetto nei secoli" .
Solo Lui è "isa Theò" ,uguale al Padre, perché solo
il Padre è Dio e non ve n’è altri fuori di Lui. Gesù è
uguale a Dio Padre.
Contro Paolo di Samosata, la Chiesa insegnò che Gesù è Figlio
di Dio per natura e non per adozione.
E al Concilio di Nicea condannò Ario, che riteneva il Verbo
venuto dal nulla come ogni altra creatura.
A Lui e al Padre sono dovute - da ogni creatura terrena e celeste
- "benedizione, onore e gloria e potenza nei secoli dei
secoli" .
31: SIGNORE
Gesù è Signore perché tutto fu fatto per mezzo di Lui e
in vista di Lui. Perciò tutto gli appartiene.
Quando il principe di questo mondo, satana, s’impossessò di
ciò che apparteneva esclusivamente al Figlio, questi venne sulla
terra per riscattare ciò che era in potere del diavolo, e, quando
fu elevato sulla croce, riattirò "tutto" a sé.
Ma c’è di più.
Gli ebrei di lingua greca tradussero la bibbia in questa lingua, e
tradussero il nome YHWH (il nome di Dio) col termine
"Signore".
Gesù veniva comunemente chiamato con questo nome, specie quando
mostrava la sua potenza taumaturgica .
Gesù disse agli apostoli: "Voi mi chiamate Maestro e
Signore, e dite bene perché lo sono".
E che quel nome non fosse solo un titolo riverenziale, lo
sottindende Gesù nel quesito ai farisei: il profeta Davide nel
Salmo 110 chiamò il futuro Messia suo Signore . Se il Messia è
figlio di Davide, Gesù chiede ai farisei: "perché Davide lo
chiama suo Signore?"
La risposta era questa: il Messia era figlio di Davide secondo la
carne, ma era Signore di Davide in quanto Figlio di Dio.
Ispirato Davide, ispirata santa Elisabetta quando esclamò:
"Come è possibile che la madre del mio Signore venga a
me" .
Gli angeli stessi lo chiamano "Cristo Signore" .
Ed è Dio che rese questo Gesù "Signore e Cristo" .
Egli è il "grande Dio e Signore" è "il Signore
della gloria"
Quando dunque gli apostoli chiamavano Gesù Signore, e Gesù se ne
compiaceva, sapevano ciò che dicevano.
"Signore mio e Dio mio!" esclamò Tommaso vedendo Gesù
risorto
"E’ il Signore", esclamò Giovanni vedendo apparire
Gesù sulla spiaggia
Sempre nella liturgia la Chiesa conclude le sue preghiere dicendo
"Per il nostro Signore Gesù Cristo".
E fin dalle origini cristiane lo invoca "Maran atha" (Il
Signore viene) o "Marana tha" (Vieni, Signore)
"Amen, vieni, Signore Gesù
32: ANNUNCIATO DAI PROFETI
Nell’A.T. Dio preannunciò in molti modi e in tempi
diversi attraverso i profeti la venuta del suo Figlio Unigenito
sulla terra.
Fu Dio stesso che, nell’Eden, fu il primo a darne il primo
annuncio.
I profeti seppero indicare il tempo e il luogo di nascita del
Messia (Betlemme), la sua chiamata dall’Egitto, la sua vita a
Nazaret, la sua vendita per 30 denari, la fine dei suoi indumenti
sotto la croce...
L’ultimo profeta fu il Battista, chiamato da Zaccaria
"profeta dell’Altissimo" e da Gesù il più grande e
l’ultimo dei profeti.
Fin dal seno materno gioì per la presenza del bambino Gesù nel
grembo di Maria si autoproclamò "amico dello sposo" e
presentò agli ebrei il messia come "Agnello che toglie i
peccati del mondo" e come Figlio di Dio.
I profeti potettero predirlo perché tutta la vita di Gesù,
compresa la morte, fu un compimento di quanto Dio stesso, "la
tua mano e la tua volontà avevano preordinato che avvenisse"
. Cristo, dice san Paolo, "morì per i nostri peccati,
secondo le Scritture" .
Isaia aveva parlato del futuro Messia come "servo
sofferente" e tale profezia richiama Gesù in Matteo 20,28 e
Lc 24,25-27.44-45.
33. VERO UOMO
Il Figlio di Dio "venne nella carne"
"Egli si manifestò nella carne"
"Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a
noi" e fu chiamato "Figlio di Davide".
"Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo
Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge"
Pur essendo nella natura di Dio, il Verbo abbassò se stesso
assumendo la natura umana fino ad accettare la morte in croce
Gesù appare totalmente identificato come uomo: ne conosciamo la
genealogia, tracciata da Matteo e Luca, il luogo di nascita
(Betlemme), il tempo (sotto Ponzio Pilato), la professione
(falegname), la vita terrena e la morte tragica.
La prima eresia cristiana, detta dei Doceti, negava appunto
l’umanità di Gesù.
Ma è proprio l’umanità di Gesù che è "sacramento",
cioè segno sensibile ed efficace della grazia di Dio trasmessa
agli uomini attraverso di essa. E’ nel suo corpo che il Figlio
impassibile di Dio "ha preso le nostre infermità e si è
addossato le nostre malattie". Attraverso il corpo ha potuto
nascere, vivere e soffrire, e infine risuscitare. E’ nel suo
corpo che ha ricapitolato in sé tutto il mondo creato e l’ha
unito alla divinità. Egli è il Re universale. Tutto è per
l’uomo, l’uomo è per Cristo e Cristo è per Dio.
Gesù uomo fu modello vero (e non finto) per ogni altro uomo:
-modello di uomo perfetto: era chiamato "il santo di
Dio",
-modello di umiltà: si fa bambino per insegnare che
"se non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei
cieli" ;
-sottomissione e obbedienza a Maria e Giuseppe, segno della
sua perenne e totale obbedienza al Padre fino all’accettazione
della morte: "Non si faccia la mia ma la tua volontà"
-nascondimento a Nazaret
-operosità: falegname
-uomo orante: pernottava in orazione,
-resistente contro le tentazioni di satana
-osservante della legge mosaica: circoncisione,
presentazione al tempio,
-uomo sofferente: fame, sete stanchezza
-penitente : digiuna nel deserto
-perseguitato fin da bambino: fuga in Egitto,
-rifiutato: venne fra la sua gente ma i suoi non l’hanno
accolto.
-"provato in ogni cosa"
Solo come uomo è potuto essere l’"Agnello di Dio che
toglie i peccati del mondo" agnello pasquale . Servo
sofferente che si lascia condurre in silenzio al macello
Ed è con l’incarnazione che "il Figlio di Dio si è unito
in certo modo a ogni uomo"
Pertanto, credere in Gesù vero uomo non è meno importante
di credere in Gesù vero Dio. "Ogni spirito che riconosce che
Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio"
34. UOMO E DIO SENZA CONFUSIONE
Quando il Verbo si fece carne, non cambiò nulla in se
stesso. Come Dio non poteva cambiare e rimase perciò
assolutamente e totalmente Dio.
Divinità e umanità in Gesù rimasero distinte, senza alcuna
confusione.
Come uomo, Gesù aveva un corpo e un’anima.
Ebbe un CORPO, preso da Maria. Un corpo come il nostro, capace di
soffrire e di godere. Un corpo materiale che poteva toccare e
farsi toccare. Un corpo che poteva e può essere
"rappresentato" e può essere ritratto in
"venerande e sante immagini", come volle il Concilio
Costantinopolitano III del 681. Del corpo di Gesù fece parte il
CUORE, che venne trafitto sulla croce. Il Cuore di Gesù è il
simbolo del suo amore infinito per noi.
Gesù ebbe un’ANIMA razionale e volitiva. L’eretico Apollinare
di Laodicea pensò che in Gesù, al posto dell’anima, c’era il
Verbo di Dio.
Ma fu condannato.
San Luca poté infatti dire che Gesù "cresceva in sapienza,
età e grazia" . Cioè Gesù imparava giorno per giorno come
tutti gli altri uomini dalle esperienze che faceva.
Tuttavia "la natura umana del Figlio di Dio, non da sé ma
per la sua unione con il Verbo, conosceva e manifestava nella
Persona di Cristo tutto ciò che conviene a Dio" (S.Massimo
il Confessore). Perciò, quando Gesù affermava di ignorare
qualcosa era perché non era stato autorizzato dal Padre a
rivelarlo: "Non appartiene a voi - disse - conoscere i tempi
o i momenti, che il Padre ha in suo potere"
L’anima di Gesù aveva dunque delle conoscenze distinte da
quelle che mediava dalla natura divina.
E l’anima di Gesù aveva anche una volontà distinta da quella
divina.
In Gesù c’erano due volontà, come definì il Concilio
Costantinopolitano III del 681.
Però la volontà umana non si opponeva mai a quella divina,
essendoci perfetta armonia; la volontà umana "segue, senza
opposizione o riluttanza, o meglio, è sottoposta alla sua
volontà divina e onnipotente" (Conc.Cost.III).
"Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha
mandato"
35. DUE NATURE, UNA PERSONA
Benché, come uomo, Gesù fosse dotato di vero corpo e
vera anima intellettiva e volitiva, tuttavia questa perfetta
umanità non era una persona a parte rispetto alla persona divina,
come ritenne invece l’eretico Nestorio, contro cui si pronunziò
il Concilio di Efeso del 430.
Di umano, Gesù non ebbe la personalità ma solo la natura. Gesù
ebbe due nature (umana e divina) ma una sola persona, quella
divina.
In Lui "la natura umana è stata assunta, senza per questo
venir annientata"
Il "Soggetto" Gesù era Dio.
Tutto ciò che operò Gesù, anche nella sola natura umana, come
la morte, va attribuito alla persona divina; cioè fu Dio che
operò i miracoli, soffrì e morì, sebbene nella sola natura
umana e non certo in quella divina.
Era sempre il Figlio di Dio, Uno della Trinità, che "ha
lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha
agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo"
Il Concilio di Calcedonia del 451 stabilì: "Seguendo i Santi
Padri, all’unanimità noi insegniamo a confessare un solo e
medesimo Figlio, il Signore Gesù Cristo, perfetto nella sua
divinità e perfetto nella sua umanità, vero Dio e vero uomo, di
anima razionale e di corpo, consustanziale al Padre per le
divinità, e consustanziale a noi per l’umanità, "simile
in tutto a noi, fuorché nel peccato" , generato dal Padre
prima dei secoli secondo la divinità, e in questi ultimi tempi,
per noi e per la nostra salvezza, nato da Maria Vergine e Madre di
Dio, secondo l’umanità. Un solo e medesimo Cristo, Signore,
Figlio unigenito, che noi dobbiamo riconoscere in due nature,
senza confusione, senza mutamento, senza divisione, senza
separazione. La differenza delle nature non è affatto negata
dalla loro unione, ma piuttosto le proprietà di ciascuna sono
salvaguardate e riunite in una sola persona e una sola
ipostasi".
Anche il Concilio Costantinopolitano II, del 553, professò in
Gesù "una sola ipostasi".
36. UNICO SALVATORE
Dio ha tanto amato il mondo "da mandare il suo Figlio
come vittima di espiazione per i nostri peccati" e
"perché noi avessimo la vita per lui" "la vita
eterna"
"Il Padre ha mandato il suo Figlio come Salvatore del
mondo"
"Egli è apparso per togliere i peccati"
"Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me"
La sequela Christi è indispensabile alla salvezza personale.
Amare come lui ha amato rende gli uomini "partecipi della
natura divina" perché Dio è Amore.
37. LA MORTE DELL’UOMO-DIO
Chi morì sulla croce? Dio o l’uomo Gesù?
Sulla croce morì Dio, non nella natura divina poiché non era
possibile, ma nella natura umana, l’unica che poteva soffrire e
morire.
Era necessario che il Cristo fosse "riprovato da anziani,
sommi sacerdoti e scribi" fosse consegnato ai pagani,
schernito, flagellato, crocifisso, e morire "per entrare
nella sua gloria"
"Dio non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per
tutti noi" affinché tutti fossero "riconciliati con Lui
per mezzo della morte del Figlio suo"
"In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio,
ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima
di espiazione per i nostri peccati"
"Dio dimostra il suo amore verso di noi, perché mentre
eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi"
Avendo amato i suoi, "li amò sino alla fine" poiché
"nessuno ha un amore più grande di questo: dare la propria
vita per i propri amici" . "Nessuno mi toglie la vita,
ma la offro da me stesso" .
E propria "nella notte in cui egli venne tradito" da uno
dei suoi , volle intrattenersi con loro per l’ultima cena, nella
quale Gesù diede tutto se stesso in cibo spirituale: "Questo
è il mio corpo che è dato per voi" , "questo è il mio
sangue dell’Alleanza, versato per molti in remissione dei
peccati" . E lascia il suo corpo eucaristico come
"memoriale" suo personale: "fate questo in memoria
di me".
Resosi "obbediente fino alla morte" accetta il calice di
"portare i nostri peccati nel suo corpo sul legno della
croce" . Nel Getsemani dice: "Padre..., sia fatta non la
mia ma la tua volontà" .
La morte sulla croce è il sacrificio della Nuova ed eterna
Alleanza dopo della quale non c’è bisogno di altre, perché il
sacrificio di Gesù è perfetto ed unico.
38. GESU’ "SEGNO DI CONTRADDIZIONE"
Resosi "segno di contraddizione" tanto da poter
dire "chi non è con me è contro di me" da molti fu
accettato come profeta e come Figlio di Dio, da altri fu giudicato
pazzo, indemoniato, impostore, bestemmiatore, violatore della
Legge e del Tempio, e soprattutto della dottrina dell’unicità
di Dio poiché faceva di se stesso Dio.
In verità, Gesù non abolì la Legge ma la portò a compimento, a
perfezione, contro le interpretazioni letterali e sbagliate di
molti "Giudei". Con l’autorità che appariva evidente
a tutti usava ripetere: "Avete inteso che fu detto agli
antichi....Ma io vi dico..."
Se qualcosa abolì, furono le "tradizioni degli uomini"
quando contraddicevano "la Parola di Dio" . E ribadì il
primato dell’amore di Dio e del prossimo, non contro ma al di
là della Legge scritta, come ad es. circa il riposo sabatico.
Quanto al Tempio, dimostrò di avere per esso uno zelo divorante,
fino a cacciarne i mercanti che violavano quella che doveva essere
"casa di preghiera" . Lì si fece presentare in fasce ,
lì amava affermare la sua dottrina fin dall’età di 12 anni e
poi spesso durante la sua vita pubblica . Ne previde la
distruzione, ma solo perché Dio dovrà essere adorato d’ora in
poi non in case di pietra ma in spirito e verità, in Lui, nuovo
Tempio di Dio, di cui quello di pietra era stato il simbolo . Si
autoproclamò "più grande del Tempio"
Quanto alla bestemmia di farsi "uguale a Dio", non era
una bestemmia ma la verità. Ma fu per questa
"bestemmia" che Gesù fu giudicato "reo di
morte"
Ma non si deve pensare che tutto il sinedrio fosse contro Gesù.
Nicodemo aveva simpatia per il Maestro e dopo Pentecoste
"alcuni della setta dei farisei erano diventati
credenti" e "un gran numero di sacerdoti aderiva alla
fede" senza dire che "parecchie migliaia di Giudei sono
venuti alla fede e tutti sono gelosamente attaccati alla
Legge"
Gli stessi Giudei che gridarono "Crocifiggilo", lo
fecero perché manipolati e non erano né rappresentavano tutti i
correligionari di quel tempo o di oggi.
Oltre al fatto che Gesù li perdonò e Pietro li scusò per
"ignoranza" , lo stesso grido "Il suo sangue ricada
su di noi e sui nostri figli" non è segno di maledizione di
tutti gli appartenenti alla religione ebraica, in quanto essi
intesero solo approvare la condanna e non invocare la maledizione
sui propri figli.
Chiunque commette il peccato è il vero colpevole della morte
di Gesù.
39. SEPOLTO, DISCESO AGLI INFERI, RISUSCITATO
Quando Gesù morì era il venerdì precedente la pasqua.
Deposto dalla croce, fu adagiato in un sepolcro nuovo, di
proprietà di Giuseppe di Arimatea, dove il Signore riposò fino
alla mattina del giorno seguente il sabato, che i cristiani
chiamano Domenica, cioè Giorno del Signore.
Con il salmista, il Redentore poté dire: "Il mio corpo
riposa al sicuro, poiché non abbandonerai la mia vita nel
sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione"
Il Simbolo degli apostoli professa la fede della discesa di Gesù
negli inferi, nel senso che rimase tre giorni nella dimora dei
trapassati, chiamato dagli ebrei SHEOL o ade. "in spirito
andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano
in prigione"
Naturalmente fu annunziata la salvezza a coloro che ne erano
capaci, non quindi ai condannati alle pene eterne dell’inferno.
Così si deve intendere quanto dice san Pietro: "La Buona
Novella è stata annunciata anche ai morti"
Questo, il Signore poté farlo perché ha "potere sopra la
morte e sopra gl’inferi" e affinché davanti a Lui si
pieghi ogni ginocchio "nei cieli, sulla terra e sotto
terra". Gesù, mediante la sua mOrte, ha ridotto
"all’impotenza...colui che della morte ha il potere, cioè
il diavolo"
Ma la verità centrale della fede cristiana è la risurrezione di
Gesù, poiché "se Cristo non è risuscitato, allora è vana
la nostra predicazione e vana anche la vostra fede"
San Paolo scrive ai Corinzi: "Vi ho trasmesso dunque,
anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo
morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è
risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a
Cefa e quindi ai Dodici" . Il sepolcro vuoto insieme con le
apparizioni (alle donne e agli apostoli) attestano che Gesù è
risorto: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non
è qui, è risuscitato" . "Davvero il Signore è risorto
ed è apparso a Simone" .
Paolo riferisce che nei 40 giorni trascorsi ancora in terra prima
dell’ascensione al cielo, Gesù apparve anche a oltre 500
persone in una sola volta
Il corpo risorto di Gesù è lo stesso che era stato crocifisso,
dato che portava ancora i segni della passione, ed era reale e
concreto, palpabile e capace di prendere cibo.
Ma nello stesso tempo ha acquisito proprietà nuove di corpo
glorioso, in quanto può apparire e scomparire, passare attraverso
le porte chiuse, assumere sembianze diverse (di giardiniere, di
viandante).
Quindi, la risurrezione di Gesù non va paragonata a quella di
Lazzaro, che fu un semplice ritorno alla vita terrena, con
destinazione la seconda morte. Ora Cristo è fuori del tempo e
dello spazio. E’ "uomo celeste", come dice san Paolo ,
poiché il corpo umano "si semina corruttibile e risorge
incorruttibile; si semina ignobile e risorge glorioso, si semina
debole e risorge pieno di forza; si semina un corpo animale,
risorge un corpo spirituale"
Poiché il Verbo, incarnandosi "si è unito in qualche modo
ad ogni uomo", come afferma il Concilio ogni uomo morì
crocifisso con Cristo, e ogni uomo fu sepolto "insieme con
Lui nella morte" ed è risuscitato a vita nuova "Cristo
è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti...; e
come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in
Cristo"
40. SALI’ AL CIELO, SIEDE ALLA DESTRA DI DIO PADRE
ONNIPOTENTE
Sceso dal cielo "per noi uomini e per la nostra
salvezza" (Credo) , morto "per i nostri peccati"
risorto "per la nostra giustificazione" scese al cielo
per essere "nostro avvocato presso il Padre" dove resta
"sempre vivo per intercedere" per noi sempre "al
cospetto di Dio in nostro favore"
L’"Autore della vita" dice a Giovanni: "Io ero
morto, ma ora vivo per sempre"
"Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in
cielo e sedette alla destra di Dio" elevato "al di sopra
di ogni principato e autorità, di ogni potenza e
dominazione", anzi il Padre "ha sottomesso tutto ai suoi
piedi"
41. DI LA’ VERRA’ A GIUDICARE I VIVI E I MORTI
"Il Padre ha rimesso ogni giudizio al Figlio"
Verrà un giorno in cui saranno divisi i buoni dai cattivi, in
base alle opere concrete di amore verso Dio e verso il prossimo.
42. MARIA, MADRE DI DIO E MADRE NOSTRA
Nestorio riteneva, erroneamente, che Maria era
Christotokos, non Theotokos. Ma abbiamo già visto come Gesù
avesse due nature ma una sola persona, quella divina.
Poiché le donne generano persone, e non solo nature, Maria è
Madre della Persona divina di Gesù, pur avendolo generato nella
natura umana.
Maria era una vergine di Nazaret, promessa sposa a un uomo della
stirpe di Davide, di nome Giuseppe . Prevista già nel
protovangelo, e fin da allora associata alla missione di colui che
dovrà schiacciare il capo al serpente infernale; prefigurata da
donne straordinarie come Debora, Giuditta, Ester; ricolmata di
ogni grazia (piena di grazia) e resa immune da ogni peccato fin
dal concepimento, Maria fu scelta come terreno fecondo per dare
vita umana al Figlio dell’Altissimo, nella pienezza dei tempi.
In Maria, "panaghia", Gesù fu concepito per opera dello
Spirito Santo "che è Signore e dà la vita", sceso
sopra di lei . "Quel che è generato in lei - disse
l’angelo a Giuseppe - viene dallo Spirito santo"
Maria piacque a Dio per la sua verginità. Lei è la Vergine
prevista da Isaia quando disse: "Ecco la vergine concepirà e
partorirà un figlio!"
Ma divenne "madre del Signore" per la sua umiltà.
"Ecco la serva del Signore - disse all’angelo - avvenga in
me secondo la tua parola"
"E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a
noi".
Maria rimase vergine nel concepimento, nel parto e dopo il parto.
I così detti "fratelli di Gesù" non sono mai chiamati
figli di Maria. Si tratta di fratelli cugini, ne conosciamo i nomi
(Giacomo e Giuseppe) che risultano figli "dell’altra
Maria" che stava con la Maddalena sotto la croce e che con la
Maddalena andò al sepolcro di buon mattino il giorno di pasqua
Poiché Gesù doveva essere il "primogenito di molti
fratelli" sulla croce affidò tutti gli uomini a Maria, che
divenne così madre del genere umano.
Sotto la croce divenne la corredentrice dell’umanità perché
lei era stata redenta in anticipo, e poté offrirsi vittima
insieme con il Figlio Redentore.
Come a Gesù, anche a lei una spada trapassò il cuore, secondo la
profezia di Simeone.
Gesù fu il nuovo Adamo, Maria la nuova Eva, che hanno dato vita
alla nuova umanità.
43. LA CHIESA FONDATA SUGLI APOSTOLI
Gesù scelse 12 uomini che chiamò apostoli, cioè inviati
"ad annunziare il Regno di Dio e a guarire gli infermi"
dopo di averli curati e ammaestrati in modo del tutto speciale. Ai
Dodici, in privato, spiegava tutti i suoi insegnamenti.
Dopo che Simone ebbe confessato: "Tu sei il Cristo, il Figlio
del Dio vivente", Gesù gli rispose: "Tu sei Pietro e su
questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi
non prevarranno contro di essa"
Gli disse anche: "A te darò le chiavi del regno dei cieli, e
tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e
tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei
cieli"
A Pietro, Gesù diede anche il compito di confermare gli altri e
di pascere le "mie pecorelle"
44. LO SPIRITO SANTO (Ruah)
In ebraico si dice Ruah, e vuol dire Spirito, Soffio, Vento,
Impeto.
La Bibbia insegna che lo Spirito del Signore "aleggiava sulle
acque" all’inizio della creazione, e aleggiò su Maria
all’inizio della nuova creazione.
Lo Spirito diede forma all’abisso creato (universo) e
all’abisso increato, il Figlio di Dio fatto uomo.
Lo stesso Spirito aleggia su ogni uomo per renderla nuova creatura
all’atto del battesimo, allorché il Padre - unico vero Dio -
manda "nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida:
Abbà, Padre"
Senza lo Spirito non si può rinascere, perché non è possibile
riconoscere che Gesù è il Signore, se non sotto "l’azione
dello Spirito Santo"
Lui è "lo Spirito che dà la vita".
Lo Spirito Santo è la vera rivelazione neotestamentaria, Signore
del "regno" instaurato dal Figlio.
Lo Spirito Santo è, nell’insegnamento evangelico, una delle tre
Persone della Santissima Trinità, consustanziale al Padre e al
Figlio, e "con il Padre e il Figlio è adorato e
glorificato".
Adombrato nell’AT, allorché "parlò per mezzo dei
profeti", viene presentato da Gesù come il Maestro che deve
introdurre l’umanità alla conoscenza della verità tutta
intera. Infatti "i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti
conoscere se non lo Spirito di Dio"
Dunque, lo Spirito Santo, è Persona divina che parla nel tempo,
che dà corpo a Dio Figlio; che forma alla Chiesa Corpo di Cristo
e ne amalgama i membri attraverso i sacramenti; che ricorda e
ammaestra; che prega ed elargisce doni-carismi-ministeri; che dona
ardore missionario e santifica le anime.
Gesù lo chiama anche:
-"Paraclito", cioè "chiamato per stare
vicino" (ad-vocatus), e
-"Spirito di verità"
San Paolo lo chiama:
-"Spirito di Dio"
-"Spirito del Signore"
-"Spirito della promessa"
-"Spirito di adozione"
San Pietro lo chiama:
-"Spirito della gloria"
Dello Spirito Santo furono pieni:
-Maria: fu piena di grazia, cioè di Spirito che la rese feconda
di Dio.
-Gesù: "su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito
di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di conoscenza e di timore del Signore" . "Lo
Spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha
consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto
annunzio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a
proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei
prigionieri, a promulgare l’anno di misericordia del
Signore" . "L’uomo sul quale vedrai scendere e
rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo" .
-Giovanni Battista: fu "pieno di Spirito santo fin dal seno
di sua madre" e fu l’ultimo dei profeti ispirati.
-Gli apostoli nel cenacolo con Maria a pentecoste.
-La Chiesa: Gesù "alitò" il suo Spirito sugli
apostoli, germe della Chiesa, lo inviò su di loro a pentecoste.
Dio ha riversato tutto il suo amore nei nostri cuori "per
mezzo dello Spirito santo che ci è stato donato"
I SIMBOLI dello Spirito Santo sono: l’acqua, perché
siamo "battezzati in un solo Spirito" e siamo
"abbeverati a un solo Spirito" ;il fuoco, perché
Gesù fu presentato dal Battista come Colui che "battezzerà
in Spirito Santo e fuco", e perché Gesù stesso disse:
"Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e come vorrei
che fosse già acceso" ; lo Spirito Santo apparve sotto forma
di "lingue di fuoco" sugli apostoli ; e s.Paolo
raccomanda: "Non spegnete lo Spirito". La nube e la
luce: lo Spirito coprì Maria della "sua ombra" ; al
battesimo di Gesù e sul Tabor, dalla nube esce la voce
"Questi è il mio figlio prediletto, ascoltatelo"; e
sulla nube verrà Gesù alla fine del mondo. La mano:
imponendo le mani, Gesù e gli apostoli donano lo Spirito. Il
dito: digitus paternae dexterae. La colomba: la colomba di
Noè, la colomba che aleggia su Gesù nel battesimo.
45. CREDO LA CHIESA
La Chiesa è "il luogo dove fiorisce lo Spirito" (S.Ippolito
di Roma).
Il termine "Chiesa" viene dal greco ek-kalein, che
significa chiamare fuori, convocare.
Chiesa vuol dire dunque "assemblea dei convocati".
San Paolo usa tale termine per indicare l’assemblea liturgica,
la comunità locale, la comunità di tutti i credenti
Il tedesco Kirche e l’inglese Church si rifanno a Kyriakè,
cioè "del Signore"...
La Chiesa viene anche chiamata "ovile" la cui
unica porta è Cristo ; "gregge" guidato dal
divino pastore Gesù che ha dato la vita per le sue pecore ; campo
o vigna dove verdeggia la Vite che è Cristo coi
numerosi tralci che siamo noi cristiani ; edificio e tempio,
la cui pietra angolare è Cristo e il cui fondamento sono gli
apostoli e i profeti; città santa "preparata come una
sposa ornata per il suo sposo"; sposa amata da Cristo,
per la quale "ha dato se stesso, al fine di renderla
santa" che sempre "nutre e cura"
Secondo il Pastore di Erma, "il mondo fu creato in vista
della Chiesa", cioè in vista della partecipazione o
comunione con la vita divina.
Storicamente, la convocazione della Chiesa viene preparata in
Abramo, quando Dio gli promette che lo renderà "un grande
popolo"
Più immediatamente con l’elezione di Israele a Popolo di Dio
Ma quando Israele ripetutamente rompe l’alleanza, Dio ne
promette una nuova ed eterna nel Figlio suo Gesù Cristo, che
instaura il regno di Dio in terra., radunando intorno a sé
"un piccolo gregge" che forma la sua vera famiglia e che
già in germe ha tutta la struttura che avrà nel tempo futuro:
una sua gerarchia con Dodici responsabili e Pietro a capo ,
settantadue Discepoli , e i fedeli.
Simboleggiata dall’acqua e dal sangue sgorgati dal costato di
Cristo sulla croce, essa nacque così, come Eva dal costato di
Adamo.
Santificata dallo Spirito Santo a pentecoste, la Chiesa viene
continuamente assistita, santificata, arricchita di doni e carismi
a beneficio dell’umanità.
La Chiesa in terra si sente in esilio e in pellegrinaggio, e
aspira con tutte le sue forze a unirsi al suo Sposo nella gloria.
Formata da uomini visibili e palpabili sulla Terra, la Chiesa è
nella sua realtà profonda un "Mistero grande" da
guardare "con gli occhi della fede", come realtà
umano-divina.
La Chiesa è "sacramento universale di salvezza" ,
perché la Chiesa è Corpo di Cristo salvatore. Come tale, essa
significa e comunica la grazia propria di Cristo, è
"strumento della Redenzione di tutti" , segno e
strumento dell’unione intima degli uomini con Dio e tra loro.
Come "Popolo di Dio", nato "dall’alto", nato
"dall’acqua e dallo Spirito" , la Chiesa ha per Capo
il Cristo-Messia (per cui è Popolo messianico), come anima
lo Spirito santo, come legge il precetto dell’amore, come
fine ultimo il Regno di Dio, e come missione dare
senso e luce al mondo.
Il Popolo di Dio diventa Popolo sacerdotale con Cristo
sacerdote perché da Lui consacrati nello Spirito; Popolo
profetico con Cristo profeta perché chiamati a testimoniarlo
nel mondo; Popolo Regale con Cristo re e signore
dell’universo, venuto però in terra "per servire e dare la
sua vita in riscatto per molti" ; per il seguace di Cristo,
regnare è servire Cristro nei poveri e nei sofferenti.
Il Popolo di Dio è diventato Concorporeo con Cristo: "Io
sono la vite, voi i tralci" ;"Chi mangia la mia carne e
beve il mio sangue dimora in me e io in lui" . Anche dopo la
sua ascensione al cielo, l’unione è diventata più forte,
perché ha inviato il suo Spirito.
Ma Cristo non si unisce solo alle singole anime. Tutti gli uomini
sono uniti con Cristo e tra di loro, formando un solo Corpo
mistico, che in Cristo muore e risorge e di Cristo si nutre e
vive. Corpo mistico o Christus totus, Cristo totale, con membra e
capo.
Membra vive, pietre-persone. Ogni anima e tutte le anime
costituenti la Chiesa sono "Sposa" di Cristo, poiché
Lui stesso di definì Sposo; il Battista lo definì Sposo , san
Paolo vide la Chiesa come "fidanzata" di Cristo Signore
, l’Apocalisse la vede come Sposa senza macchia dell’Agnello
immacolato che l’ha amata e ha dato se stesso per renderla santa
e di cui Egli con cessa di curare come del suo proprio Corpo .
Per opera e virtù dello Spirito Santo, la Chiesa diventa "il
tempio del Dio vivente"
Lo Spirito opera nella Chiesa elargendo la Parola "che ha il
potere di edificare" il Battesimo che ci incorpora a Cristo ,
gli altri sacramenti che fanno crescere e guariscono le membra del
Corpo mistico, le virtù e le grazie speciali, i carismi concessi
per "utilità comune" e vanno esercitati col
discernimento dei Pastori, "ai quali spetta specialmente non
di estinguere lo Spirito ma di esaminare tutto e ritenere ciò che
è buono"
Maria è l’immagine viva della Chiesa. Come afferma Giovanni
Paolo II, "la dimensione mariana della Chiesa precede la sua
dimensione petrina"
La Chiesa che Gesù definì "la mia Chiesa" deve avere
queste quattro note, professate dal Simbolo
Niceno-Costantinopolitano: una, santa, cattolica e apostolica;
note non separabili tra loro.
46. CREDO LA CHIESA UNA
Una come Dio è uno, come Cristo suo fondatore è uno, come lo
Spiriro che la anima è uno. Tale unità non viene intaccata dalla
molteplicità dei carismi vissuta nell’unica Chiesa, né dalla
diversità dei popoli e delle culture, né dalla esistenza delle
Chiesa "particolari, che godono di proprie tradizioni"
Fin dagli inizi, però, non mancarono gli attentati all’unità,
se Paolo dovette esortare a "conservare l’unità dello
Spirito per mezzo del vincolo della pace"
L’unità viene mantenuta con "la carità, che è il vincolo
di perfezione"
L’unità viene mantenuta conservando la fede ricevuta e
trasmessa dagli Apostoli, il culto e i sacramenti, la successione
apostolica.
Rompono l’unità le eresie, l’apostasia, gli scismi. Tutte
queste cose avvengono per il peccato, ma di cui non si possono
incolpare coloro che poi "nascono in comunità sorte da tali
scissioni".
Gesù pregò per l’unità dei cristiani: "Come tu, Padre,
sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola,
perché il mondo creda che tu mi hai mandato"
Non si raggiungerà questo ideale del Cristo, senza un
rinnovamento permanente della Chiesa, senza conversione del cuore,
preghiera in comune, reciproca conoscenza fraterna, formazione
ecumenica dei sacerdoti e dei fedeli, dialogo tra teologi e
incontri tra cristiani di diverse Chiese, cooperazione nel
servizio agli uomini.
47. CREDO LA CHIESA SANTA
I membri del Corpo mistico della Chiesa sono santi perché
sono parti di Colui che è santo per natura.
Mentre è pellegrina sulla terra, tale santità dei membri è
imperfetta, ma vera. E benché la Chiesa di Cristo in terra sia
costituita di grano buono e di zizzania, di pesci buoni e di pesci
cattivi, è al suo interno che avviene la santificazione degli
stessi membri malati, attraverso i mezzi forniti dall’unico
Salvatore.
Essendo santa, la Chiesa santifica, poiché in essa si torva
"tutta la pienezza die mezzi di salvezza" e "per
mezzo della grazia di Dio acquistiamo la santità"
Coloro che vengono proclamati ufficialmente santi dall’autorità
costituita, dimostrano che la potenza dello Spirito è sempre
operante nella sua Chiesa, e conduce molti a vivere in maniera
eroica la fedeltà al proprio Creatore.
Solo in Gesù e in Maria, la Chiesa è tutta santa e immacolata.
48. CREDO LA CHIESA CATTOLICA
Cattolica vuol dire universale, nel senso che dove è
Cristo lì è la Chiesa e dove è la Chiesa lì è Cristo, e anche
nel senso che essa deve accogliere tutto il genere umano, perhé
si faccia un solo ovile sotto un solo pastore.
E’ chiaro che anche ogni chiesa particolare (diocesi, eparchia)
è "cattolica", poiché per chiesa particolare si
intende quella comunità di fedeli in Cristo in comunione di fede
e di sacramenti col vescovo ordinato nella successione apostolica,
e con la Chiesa Romana "che presiede alla carità" (s.Ignazio
di Antiochia).
Paolo VI avverte: "Ma dobbiamo ben guardarci dal concepire la
Chiesa universale come la somma o, per così dire, la federazione
di Chiese particolari. E’ la stessa Chiesa che, essendo
universale per vocazione e per missione, quando getta le sue
radici nella varietà dei terreni culturali, sociali, umani,
assume in ogni parte del mondo fisionomie ed espressioni esteriori
diverse"
Di questa "cattolica unità" si può far parte in misura
diversa: vi sono "pienamente incorporati" tutti coloro
che "avendo lo Spirito di Cristo, accettano integra la sua
struttura e tutti i mezzi di salvezza in essa istituiti, e nel suo
organismo visibile sono uniti con Cristo - che la dirige mediante
il sommo pontefice e i vescovi - dai vincoli della professione di
fede, dei sacramenti, del governo ecclesiastico e della
comunione"
Non appartiene veramente alla Chiesa e non potrà salvarsi,
"colui che, non perseverando nella carità, rimane sì in
seno alla Chiesa col "corpo" ma non col
"cuore"
Alle Chiese ortodosse "manca ben poco per raggiungere la
pienezza che autorizza una celebrazione comune della Eucaristia
del Signore"
"Con coloro che, battezzati, sono sì insigniti del nome
cristiano, ma non professano la fede integrale o non conservano
l’unità della comunione sotto il successore di Pietro, la
Chiesa sa di essere per più ragioni unita"
"Quelli che non hanno ancora ricevuto il Vangelo, in vari
modi sono ordinati al Popolo di Dio"
EBREI: appartiene ad essi "l’adozione a figli, la gloria,
le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse, i patriarchi;
da essi proviene Cristo secondo la carne" perché "i
doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili"
MUSULMANI: "Il disegno della salvezza abbraccia anche coloro
che riconoscono il Creatore, e tra questi in primo luogo i
Musulmani, i quali, professando di tenere la fede di Abramo,
adorano con noi un Dio unico, misericordioso, che giudicherà gli
uomini nel giorno finale"
La Chiesa considera "tutto ciò che di buono e di vero"
si trova nelle religioni non cristiane "come una preparazione
al Vangelo, e come dato da colui che illumina ogni uomo, affinché
abbia finalmente la vita"
"FUORI DELLA CHIESA NON C’E’ SALVEZZA": significa
che senza Cristo, presente nella Chiesa, non c’è salvezza.
"Perciò non potrebbero salvarsi quegli uomini, i quali, non
ignorando che la Chiesa cattolica è stata da Dio per mezzo di
Gesù Cristo fondata come necessaria, non avessero tuttavia voluto
entrare in essa o in essa perseverare"
"Infatti, quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di
Cristo e la sua Chiesa, e tuttavia cercano sinceramente Dio, e
sotto l’influsso della grazia si sforzano di compiere con le
opere la volontà di Dio, conosciuta attraverso il dettame della
coscienza, possono conseguire la salvezza eterna"
EVANGELIZZARE: "Benché Dio, attraverso vie a lui note, possa
portare gli uomini, che senza loro colpa ignorano il Vangelo, alla
fede, senza la quale è impossibile piacergli è tuttavia compito
imprescindibile della Chiesa, ed insieme sacro diritto,
evangelizzare"
"Inviata da Dio alle genti per essere sacramento universale
di salvezza, la Chiesa, per le esigenze più profonde della sua
cattolicità e obbedendo all’ordine del suo fondatore, si sforza
d’annunciare il Vangelo a tutti gli uomini" : Andate dunque
e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e
del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare
tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i
giorni, fino alla fine del mondo"
"La Chiesa pellegrinante per sua natura è missionaria, in
quanto essa trae origine dalla missione del Figlio e dalla
missione dello Spirito Santo, secondo il disegno di Dio
Padre" . FINE ULTIMO della msisione è rendere partecipi
tutti gli uomini della comunione trinitaria . "L’amore di
Cristo ci spinge" . Dio "vuole che tutti gli uomini
siano salvi e arrivino alla conoscenza della verità".
"Lo Spirito Santo è il protagonista di tutta la missione
ecclesiale"
49.
CREDO LA CHIESA APOSTOLICA
Come Gesù fu inviato dal Padre, così egli "chiamò
a sé quelli che volle...Ne costituì Dodici che stessero con lui
e anche per mandarli a predicare" . "Come il Padre ha
mandato me, così io mando voi" . "Chi accoglie voi,
accoglie me" . Essi soo costuiti "ministri adatti di una
Nuova Alleanza" "ministri di Dio"
"ambasciatori per Cristo", "ministri di Cristo e
amministratori dei misteri di Dio"
Certamente, soltanto quei Dodici ebbe l’opportunità di essere
testimoni scelti della risurrezione del Signore, e solo su di loro
il Fondatore Cristo pose la Sua Chiesa ("sul fondamento degli
Apostoli").
Chiaramente i loro successori non hanno queste prerogative.
E tuttavia Gesù promise a quei Dodici: "Ecco, io resterò
con voi fino alla fine del mondo". Come poteva fare tale
promessa, se Gesù non avesse visto nei loro successori loro
medesimi? FU per questo che gli apostoli si costituirono dei
successori
I vescovi "per divina istituzione sono succeduti al posto
degli Apostoli, quali pastori della Chiesa: chi li ascolta,
ascolta Cristo, chi li disprezza, disprezza Cristo e colui che
Cristo ha mandato"
Posta da Cristo "sul fondamento degli apostoli", la
Chiesa è custode del loro insegnamento e lo trasmette
incessantemente fino al ritorno di Cristo, mentre essa stessa
viene istruita, santificata e guidata dagli apostoli tramite i
loro diretti successori, cioè il papa come successore di Pietro,
e i vescovi uniti a lui e coadiuvati dai sacerdoti
Poiché tutta la Chiesa è apostolica, tutta la Chiesa è
"inviata", poiché apostolo vuol dire
"inviato". La fecondità di ogni apostolato dipende
dall’unione vitale con Cristo, e l’Eucaristia è
"l’anima di tutto l’apostolato"
50. LA CHIESA E’ GERARCHICA
Tutti i fedeli del Popolo di Dio sono uguali in dignità e
tutti partecipano dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale
di Cristo, ciascuno secondo la propria condizione. Per volontà di
Cristo, infatti, c’è infatti nella Chiesa "diversità di
ministeri, ma unità di missione".
Anzitutto è evidente che Cristo chiamò i Dodici e li inviò a
predicare e a operare "in persona Christi". I Dodici
nominarono i loro successori conferendo loro lo stesso mandato.
Nessuno poteva assumersi ed esercitare tale mandato, senza
riceverlo dagli Apostoli, attraverso uno specifico sacramento.
Il mandato ministeriale era ed è personale ("Tu seguimi"),
ma ha anche carattere collegiale, nel senso che deve essere
esercitato in comunione con tutti gli altri "inviati".
Gli apostoli furono scelti insieme, istruiti insieme, inviati
insieme.
IL PAPA è vescovo di Roma e successore di san Pietro, e "in
virtù del suo ufficio di vicario di Cristo e di pastore di tutta
la Chiesa, ha sulla Chiesa la potestà piena, suprema e
universale, che può sempre esercitare liberamente"
I VESCOVI: "Il collegio o corpo episcopale non ha...autorità,
se non lo si concepisce insieme con il romano pontefice...,quale
suo capo" . "I vesocvi...,singolarmente presi, sono il
principio visibile e il fondamento dell’unità nelle loro chiese
particolari"
CONCILIO ECUMENICO: "Il collegio dei vescovi esercita in modo
solenne la potestà sulla Chiesa universale nel Concilio
Ecumenico" . "Mai si ha Concilio Ecumenico, che come
tale non sia confermato o almeno accettato dal successore di
Pietro"
I PRESBITERI: insieme con i DIACONI, collaborano col proprio
vescovo.
Il papa, i vescovi, i presbiteri e i diaconi "hanno anzitutto
il dovere di annunziare a tutti il vangelo di Dio", come
"araldi della fede, che portano a Cristo nuovi
discepoli" e sono "rivestiti dell’autorità di
Cristo"
L’UFFICIO DI INSEGNARE viene esercitato infallibilmente dal
Magistero. "Di questa infallibilità il romano Pontefice,
capo del collegio dei vescovi, fruisce in virtù del suo ufficio,
quando, quale supremo pastore e dottore di tutti i fedeli, che
conferma nella fede i suoi fratelli, proclama con un atto
definitivo una dottrina riguardante la fede o la morale...L’infallibilità
promessa alla Chiesa risiede pure nel corpo episcopale, quando
questi esercita il supremo Magsitero col successore di
Pietro" . Quando il supremo Magistero propone qualche cosa
"da credere come rivelato da Dio" e come insegnamento di
Cristo, "a tali definizioni si deve aderire con l’ossequio
della fede" . L’infallibilità riguarda tutto il deposito
della divina Rivelazione
Agli insegnamenti proposti non in "maniera definitiva",
bisogna "aderire col religioso ossequi dello Spirito"
L’UFFICIO DI SANTIFICARE: "I vescovi e i presbiteri
santificano la Chiesa con la loro preghiera e il loro lavoro, con
il ministero della parola e dei sacramenti. La santificano con il
loro esempio" facendosi modelli del gregge
L’UFFICIO DI GOVERNARE: "I vescovi reggono le Chiese
particolari, come vicari e delegati di Cristo, col consiglio, la
persuasione, l’esempio, ma anche con l’autorità e la sacra
potestà" (LG 25), esercitata però in spirito di servizio.
"Questa potestà che personalmente esercitano in nome di
Cristo, è propria, ordinaria e immediata, quantunque il suo
esercizio sia in definitiva regolato dalla suprema autorità della
Chiesa"
51. I FEDELI LAICI
"Col nome di laici si intendono qui tutti i fedeli a
esclusione dei membri dell’ordine sacro e dello stato religioso
riconosciuto dalla Chiesa, i fedeli cioè, che, dopo essere stati
incorporati a Cristo col Battesimo e costituiti Popolo di Dio, e
nella loro misura resi partecipi della funzione sacerdotale,
profetica e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella
Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo
cristiano"
"Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il Regno di
Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio...A loro
quindi particolarmente spetta di illuminare e ordinare tutte le
realtà temporali, alle quali essi sono strettamente legati, in
modo che sempre siano fatte secondo Cristo, e crescano e siano di
lode al Creatore e al Redentore"
A loro spetta in modo particolare di permeare di senso cristiano
le realtà sociali, politiche ed economiche.
In forza del battesimo e della cresima, anche i laici devono
sentire l’obbligo di fare apostolato, specie in quegli ambiti
dove essi entrano più facilmente del clero.
In quanto partecipi dell’ufficio sacerdotale di Cristo,
essi, "operando santamente dappertutto come adoratori,
consacrano a Dio il mondo stesso" ; possono diventare
stabilmente lettori e accoliti, e, in mancanza di ministri, anche
senza essere lettori o accoliti, "possono supplire alcuni dei
loro uffici, cioè esercitare il ministero della Parola,
presiedere alle preghiere liturgiche, amministrare il battesimo e
distribuire la sacra Comunione, secondo le disposizioni del
diritto"
In quanto partecipi dell’ufficio profetico di Cristo, i
laici evangelizzano i credenti e i non credenti "con la
testimonianza della vita e con la parola", e possono
collaborare alla formazione catechistica, all’insegnamento delle
scienze sacre e ai mezzi di comunicazione sociale
"In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al
prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta
anche il dovere, di manifestare ai sacri pastori il loro pensiero
su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli
altri fedeli, salva restando l’integrità della fede e dei
costumi e il rispetto verso i pastori, tenendo inoltre presente
l’utilità comune e la dignità della persona"
In quanto partecipi dell’ufficio regale di Cristo,
bisogna che i laici, "con l’abnegazione di sé e la vita
santa vincano in se stessi il regno del peccato"
E devono impregnare "di valore morale la cultura e i lavori
dell’uomo"
Come afferma s.Ambrogio, "colui che sottomette il proprio
corpo e governa la sua anima senza lasciarsi sommergere dalle
passioni è padrone di sé: può essere chiamato re perché è
capace di governare la propria persona; è libero e indipendente e
non si lascia imprigionare da una colpevole schiavitù".
Inoltre, "i fedeli possono cooperare a norma del diritto
all’esercizio della potestà di governo"
52. LA VITA CONSACRATA
"Lo stato (di vita) che è costituito dalla
professione dei consiglie evangelici, pur non appartenendo alla
struttura gerarchica della Chiesa, interessa tuttavia
indiscutibilmente alla sua vita e alla sua santità"
I consigli evangelici e la perfezione della carità riguardano
tutti i fedeli.
La vita consacrata è tale per la professione dei medesimi
consigli in uno stato di vita stabile riconosciuto dalla Chiesa
La vita consacrata è come un albero dai molti rami, cioè vissuta
in molteplici forme, famiglie e spiritualità.
53. LA VITA EREMITICA
Gli eremiti non sempre professano pubblicamente i consigli
evangelici della castità, povertà e obbedienza, ma praticano
sempre una "più rigorosa separazione dal mondo", il
silenzio, la solitudine, la preghiera, la penitenza per la gloria
di Dio e la salvezza del mondo
54. LE VERGINI CONSACRATE
Ce ne furono fin dall’inizio del cristianesimo.
"Emettendo il santo proposito di seguire Cristo più da
vicino, dal vescovo diocesano sono consacrate a Dio secondo il
rito liturgico approvato e, unite in mistiche nozze a Cristo
Figlio di Dio, si dedicano al servizio della Chiesa"
55. LA VITA RELIGIOSA
I religiosi hanno vita fraterna in comune e fanno professione
pubblica dei consigli evangelici.. I religiosi, esenti o no,
cooperano col vescovo diocesano nel suo ufficio pastorale
56. GLI ISTITUTI SECOLARI
Sono istituti di vita consacrata i cui membri- vivendo un
proprio stile di comunione e di fraternità - tendono alla
perfezione della carità vivendo nel mondo per santificarlo
vivendo all’interno di esso , come fermento, partecipando alla
funzione evangelizzatrice della Chiesa.
57. LE SOCIETA’ DI VITA APOSTOLICA
I membri non emettono i voti religiosi, hanno una propria
vita fraterna in comune, con o senza l’assunzione dei consigli
evangelici nelle proprie costituzioni.
58. CREDO LA COMUNIONE DEI SANTI
I "santi" della Chiesa cattolica sono
distribuiti nei tre stati della Chiesa militante, Chiesa purgante
e Chiesa trionfante, tutti in strettissima comunione tra loro
(Comunione dei Santi), perché costituenti l’unico Corpo mistico
di Cristo.
Dall’unità del Capo, del Corpo, dello Spirito, nasce la
comunione dei "beni spirituali": stessa fede trasmessa
dagli apostoli, stessi sacramenti che rinsaldano la comunione
(specie l’Eucaristia), stessi carismi per l’edificazione
dell’unica Chiesa e per l’utilità comune , stessi beni
materiali di cui il cristiano si sente amministratore più che
proprietario, stessa carità che spinge a soffrire coi sofferenti
e a gioire coi gaudenti, poiché "la carità non cerca il suo
interesse"
La Comunione dei santi e la comunione dei beni spirituali porta un
grande beneficio a ciascun membro dello stesso Corpo, in qualunque
"stato" si trovi: gli uni intercedono per gli altri, e
tutti insieme glorificano il Padre celeste. In modo particolare,
è "santo e salutare il pensiero di pregare per i defunti
perché siano assolti dai peccati" . E tutti conosciamo quali
potenti intercessori abbiamo in cielo noi ancora pellegrini sulla
terra!
Il membro più eccellente, sovreminente e singolare di questo
Corpo mistico, dopo Gesù che ne è il Capo, è certamente Maria,
Madre del Capo e Madre delle membra, Madre di Cristo e Madre della
Chiesa.
Dopo di aver cooperato col Figlio nell’opera della redenzione
"dal momento della concezione verginale di Cristo fino alla
morte di Lui" sotto la croce viene proclamata nuova Donna o
nuova Eva, che in Giovanni accetta come figli tutti gli uomini
redenti ("Donna, ecco tuo figlio"). Dopo l’ascensione
di Gesù, essa implora con le sue preghiere il dono dello Spirito
e, assunta in cielo in anima e corpo, ed esaltata come la Regina
dell’universo, "con la sua molteplice intercessione
continua a ottenerci i doni della salvezza eterna" e
"per questo la beata Vergine è invocata nella Chiesa con i
titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice"
Maria viene riconosciuta come figura o tipo e icona escatologica
della Chiesa, chiamata "beata" da tutte le generazioni ,
venerata e pregata soprattutto con il santo Rosario, che è
"compendio di tutto quanto il Vangelo", come scrisse
Paolo VI nell’Esortazione apostolica "Marialis cultus"
(n.42).
59. CREDO LA REMISSIONE DEI PECCATI
Gesù disse agli apostoli: "Ricevete lo Spirito
santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li
rimetterete, resteranno non rimessi"
Gli apostoli e i sacerdoti rimettono i peccati, in forza dello
Spirito che hanno ricevuto dal Cristo, soprattutto attraverso tre
sacramenti.
Col battesimo: infatti "chi crederà e sarà battezzato sarà
salvo"
Col sacramento della penitenza: per rimettere i peccati posteriori
al battesimo, tutti i peccati, ogni specie di peccato, purché ci
sia pentimento e proposito di emendarsi.
60.
CREDO LA RISURREZIONE DELLA CARNE
Chi crede in Cristo, già sulla terra è morto e
risuscitato con Cristo, e con lui siede già nei cieli: "Con
lui infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui
anche siete stati insieme risuscitati". "Con lui, Dio ci
ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù".
"Certa è questa parola: se moriamo con lui, vivremo anche
con lui".
Scrisse san Paolo ai Corinzi: "Dio poi che ha risuscitato il
Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza" ; e ai
Romani: "Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai
morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà
la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito
che abita in voi"
Saranno dunque proprio i "corpi mortali" a diventare
immortali per la potenza dello Spirito.
Ma bisogna prima che i "corpi mortali" muoiano in
Cristo: "Ciò che tu semini non prende vita, se prima non
muore" . Bisogna prima "andare in esilio dal corpo"
; bisogna "essere sciolto" ; bisogna prima pagare il
"salario del peccato" , morendo con Cristo
L’uomo è per natura mortale, ma Dio non lo avrebbe fatto
passare attraverso la morte, se non avesse peccato. "La morte
corporale, dalla quale l’uomo sarebbe stato esentato se non
avesse peccato" è l’ultimo nemico" da debellare . Ma
Gesù trafsormò la maledizione della morte in benedizione , fino
a far ritenere che "il morire è un guadagno".
"Desidero dissolvermi ed essere con Cristo".
La morte, così, ha perso il suo "pungiglione" per i
cristiani, poiché "ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è
tolta ma trasformata, e mentre si distrugge la dimora di questo
esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel
cielo" (Prefazio dei defunti). San Francesco cantò: "Laudato
si, mi Signore, per sora nostra morte corporale".
Credere nella risurrezione della carne, è la sintesi di tutta la
fede cristiana: "Fiducia christianorum resurrectio mortuorum;
illam credentes, sumus", scriveva Tertulliano nel "De
resurrectione carnis". San Paolo lo aveva preceduto
scrivendo: "Come possono dire alcuni tra voi che non esiste
risurrezione dei morti? Se non esiste risurrezione da morti,
neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato,
allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra
fede...Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di
coloro che sono morti"
Gesù si appellò alle Scritture e alla potenza di Dio per
sostenere contro i Sadducei la certezza della risurrezione, quando
disse: "Non siste forse voi in errore dal momento che non
conoscete le Scritture né la potenza di Dio?"
La Scrittura insegnava già che "Dio non è un Dio dei morti,
ma dei viventi"
E anche i martiri Maccabei confidavano che "il Re del mondo,
dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita
nuova ed eterna". "E’ bello morire a causa degli
uomini, per attendere da Dio l’adempimento delle speranze di
essere da lui di nuovo risuscitati"
Gesù volle dare una prova del suo potere di risuscitare i corpi
risuscitando alcuni morti promettendo di risuscitare chiunque avrà
creduto in Lui e si sarà nutrito del suo corpo e del suo sangue ,
e risuscitando se stesso, anzi definendo se stesso "io sono
la Risurrezione e la Vita"
Gesù risorto mostra le mani e i piedi per dire "sono proprio
io" cioè esattamente il Cristo che era morto.
Come Gesù, "tutti risorgeranno coi corpi di cui ora sono
rivestiti", dissero i Padri del Concilio Lateranense IV; ma
è chiaro che il vecchio corpo risorgerà trasfigurato in corpo
glorioso anzi in "corpo spirituale" o spiritualizzato,
come spiegava già san Paolo ai Corinzi: "Ma qualcuno dirà:
"Come risuscitano i morti?" Con quale corpo
verranno?". Stolto! Ciò che tu semini non prende vita se
prima non muore, e quello che semini non è il corpo che nascerà,
ma un semplice chicco...Si semina corruttibile e risorge
incorruttibile...E’ necessario infatti che questo corpo
corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale
si vesta di immortalità"
Quando avverrà la risurrezione dei corpi? Quando ritornerà il
Cristo glorioso, nell’"ultimo giorno" "alla fine
del mondo"
Non bisogna pensare che risusciteranno solo i buoni, ma tutti, ma
giusti e ingiusti : "quanti fecero il bene per una
risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione
di condanna". San Francesco concluse il suo Cantico delle
creature con queste parole: "Guai a quelli che morranno ne le
peccata mortali; beati quelli che troverà ne le tue sanctissime
voluntati, ca la morte seconda no li farrà male".
I cristiani si raccomandano a Maria affrinché preghi per loro
nell’ora della morte. E pregano Dio di liberarli dalla morte
improvvisa (litanie dei santi).
61.CREDO LA VITA ETERNA
Subito dopo la morte c’è il giudizio, non c’è
reincarnazione, poiché "è stabilito per gli uomini che
muoiano una sola volta"
Che non tutti avranno la stessa sorte, lo dice Gesù nel parabola
del ricco epulone che cade nel fuoco eterno mentre il povero
Lazzao va a godere nel seno di Abramo e si ricava da altri passi
del N.T
Sarà Gesù stesso a giudicare, subito dopo la morte, se l’anima
può entare subito in cielo o se passare per il purgatorio o se
infine deve essere condannata per sempre.
Il paradiso consiste, nell’"essere in Cristo" nella
"visione beatifica", nel vedere Dio faccia a faccia
"così come egli è", e nella vita di comunione di amore
con tutti gli angeli e santi. Insieme con Cristo, i santi
"regneranno nei secoli dei secoli"
"Quelle cose che occhio non vide né orecchio udì né mai
entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che
lo amano"
I peccati commessi dagli uomini possono essere rimessi sulla terra
ed anche dopo la morte: Gesù infatti disse che la bestemmia
contro lo Spirito santo non può essere perdonata "né in
questo secolo né in quello futuro", rivelando così che gli
altri peccati possono essere rimessi anche nel "secolo
futuro", cioè dopo al morte.
I concili ecumenici di Firenze e di Trento parlarono
dell’esistenza del Purgatorio, basandosi anche su l brano
biblico in cui si parla di Giuda Maccabeo che fece offrire un
sacrificio di espiazione per i morti "perché fossero assolti
dal peccato"
Per aiutare le anime defunte a purificarsi, la Chiesa offre
soprattutto il santo sacrificio della Messa.
Se poi l’anima muore in disgrazia di Dio, Dio non può
ammetterla alla sua presenza così rifiutata e disprezzata.
L’assenza totale di Dio dalla vita dell’anima, si chiama
inferno.
Gesù lo chiama Geenna, fuoco inestinguibile, dove sia l’anima
che il corpo possono perire
Gli angeli inviata da Cristo giudice "raccoglieranno tutti
gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace
ardente" con la condanna definitiva del Giudice: "Via,
lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno"
Nessuno è predestinato all’inferno, ma ognuno lo sceglie
liberamente.
All’atto della morte avviene il giudizio particolare per
ciascun’anima.
Alla fine del mondo ci sarà il Giudizio finale.
Verrà infatti "l’ora in cui tutti coloro che sono nei
sepolcri udranno la sua voce (di Gesù) e ne usciranno"
Cristo "verrà nella sua gloria, con tutti i suoi angeli...E
saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà
gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e
porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra...E se ne
andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita
eterna"
Quando avverrà, lo sa solo il Padre.
Ma certamente quel giorno sarà sarà la ricapitolazione di tutte
le cose in Cristo, ricapitolazione che san Pietro chiama
"cieli nuovi e terra nuova" , e san Giovanni "Città
santa" dove Dio "tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno
perché le cose di prima sono passate"
In attesa di quel giorno, "la creazione stessa attende con
impazienza la rivelazione dei figli di Dio...e nutre la speranza
di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione...Sappiamo
bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi
nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che
possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente
aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro
corpo"
62. AMEN
Il Credo termina con questa breve parola, Amen, che è
anche l’ultima parola dell’Apocalisse, e l’ultima di quasi
tutte le preghiere liturgiche.
Amen richiama la parola iniziale, Credo, avendo la stessa radice.
Gesù diceva spesso "Amen, Amen", cioè "in verità,
in verità": quasi un giuramento su quanto egli diceva.
Amen vuol dire SI’, E’ COSI’, LO VOGLIO CREDERE, LO VOGLIO
FARE.
In questo senso Gesù è l’Amen cioè il SI’. "Tutte le
promesse di Dio in lui sono divenute SI’".
E per questo sempre attraverso lui sale a Dio il nostro Amen per
la sua gloria" |