LA
MIA FEDE DI LAVORATORE
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L'uomo,
mediante il lavoro si procura i pane quotidiano e contribuisce
al continuo progresso delle scienze e della tecnica e alla
elevazione culturale e morale della società in cui vive assieme
a tutti gli altri uomini. Con la parola
"lavoro" viene indicata ogni opera compiuta
dall'uomo, cioè ogni attività umana.
Il
lavoro è una delle caratteristiche che distinguono l'uomo dal
resto delle creature; solo l'uomo ne è capace e solo l'uomo lo
compie. Così il lavoro porta in sé un particolare segno
dell'uomo e dell'umanità, il segno della persona operante in
una comunità.
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Il
lavoro distingue l'uomo dal resto delle creature
Dato
che il lavoro nella sua dimensione soggettiva è sempre
un'azione personale, ne segue che ad esso partecipa
l'uomo intero, il corpo e lo spirito, indipendentemente dal
fatto che sia un lavoro manuale o intellettuale. All'uomo intero
è pure indirizzata la Parola del Dio vivo, il messaggio
evangelico della salvezza, nel quale troviamo molti contenuti
‑ come luci particolari ‑ dedicati al lavoro umano.
Ora, è necessaria un'adeguata assimilazione di questi
contenuti; occorre lo sforzo interiore dello spirito umano,
guidato dalla fede, dalla speranza e dalla carità, per dare
al lavoro dell'uomo concreto, con l'aiuto di questi
contenuti, quel significato che esso ha agli occhi di Dio, e
mediante il quale esso entra nell'opera della salvezza al pari
delle sue trame e componenti ordinarie e, al tempo stesso,
particolarmente importanti.
Il
Vangelo del lavoro
...
“per i credenti una cosa è certa: l'attività umana
individuale e collettiva, ossia quell'ingente sforzo col quale
gli uomini nel corso dei secoli cercano di migliorare le proprie
condizioni di vita, considerato in se stesso, corrisponde al
disegno di Dio. L'uomo infatti, creato a immagine di Dio, ha
ricevuto il comando di sottomettere a sé la terra con tutto
quanto essa contiene per governare il mondo nella giustizia e
nella santità....” (GS 34).
Nella
Parola della divina Rivelazione è iscritta molto profondamente
questa verità fondamentale, che l'uomo, creato a
immagine di Dio, mediante il suo lavoro partecipa all'opera
del Creatore, e a misura delle proprie possibilità, in un
certo senso, continua a svilupparla e la completa, avanzando
sempre più nella scoperta delle risorse e dei valori racchiusi
in tutto quanto il creato. Questa verità noi troviamo già
all'inizio stesso della Sacra Scrittura, nel Libro della Genesi,
dove l'opera stessa della creazione è presentata nella
forma di un “ lavoro” compiuto da Dio durante i “ sei
giorni ”, per “ riposare ” il settimo giorno.
Con
il lavoro e il riposo l'uomo imita Dio suo creatore
L'uomo
lavorando deve imitare Dio, suo Creatore, perché porta in sé
‑ egli solo ‑ il singolare elemento della
somiglianza con lui. L'uomo deve imitare Dio sia lavorando come
pure riposando, dato che Dio stesso ha voluto presentargli la
propria opera creatrice sotto la forma del lavoro e del
riposo. Perciò,
anche il lavoro umano non solo esige il riposo ogni “settimo
giorno ”, ma per di più non può consistere nel solo
esercizio delle forze umane; esso deve lasciare uno spazio
interiore, nel quale l'uomo, diventando sempre più ciò che per
volontà di Dio deve essere, si prepara a quel “ riposo ”
che il Signore riserva ai suoi servi ed amici.
Il
lavoro come prtecipazione all'opera del Creatore
La
coscienza che il lavoro umano sia una partecipazione all'opera
di Dio, deve permeare ‑ come insegna il Concilio ‑
anche “ le ordinarie attività quotidiane. Gli uomini
e le donne, infatti, che per procurarsi il sostentamento per sé
e per la famiglia, esercitano le proprie attività così da
prestare anche conveniente servizio alla società, possono a
buon diritto ritenere che col loro lavoro essi prolungano
l'opera del Creatore, si rendono utili ai propri fratelli e
danno un contributo personale alla realizzazione del piano
provvidenziale di Dio nella storia.
Bisogna,
dunque, che questa spiritualità cristiana del lavoro diventi
patrimonio comune di tutti. Bisogna che, specialmente nell'epoca
odierna, la spiritualità del lavoro dimostri quella
maturità, che esigono le tensioni e le inquietudini delle menti
e dei cuori.
Con
Dio o contro Dio?
I
cristiani, dunque, non solo non pensano di contrapporre le
conquiste dell'ingegno e della potenza dell'uomo alla potenza di
Dio, quasi che la creatura razionale sia rivale del Creatore;
ma, al contrario, essi piuttosto sono persuasi che le vittorie
dell'umanità sono segno della grandezza di Dio e frutto del suo
ineffabile disegno. E quanto più cresce la potenza degli
uomini, tanto più si estende e si allarga la loro responsabilità
individuale e collettiva.
Perchè
la fatica del lavoro?
Nel
lavoro umano il cristiano ritrova una piccola parte della croce
di Cristo e l'accetta nello stesso spirito di redenzione, nel
quale il Cristo
ha
accettato per noi la sua croce. Nel lavoro, grazie alla luce che
dalla risurrezione di Cristo penetra dentro di noi, troviamo
sempre un barlume della vita nuova, del nuovo bene, quasi
come un annuncio dei “ nuovi cieli e di una terra nuova
”," i quali proprio mediante la fatica del lavoro vengono
partecipati dall'uomo e dal mondo.
Mediante
la fatica ‑ e mai senza di essa. Questo conferma, da una
parte, l'indispensabilità della croce nella spiritualità del
lavoro umano;
d'altra
parte, però, si svela in questa croce e fatica un bene nuovo,
il quale prende inizio dal lavoro stesso: dal lavoro inteso in
profondità e - sotto tutti gli aspetti ‑ e mai senza di
esso.
Tuttavia,
l'attesa di una terra nuova non deve indebolire, bensì
stimolare piuttosto la sollecitudine a coltivare questa terra,
dove cresce quel corpo dell'umanità nuova che già, riesce ad
offrire una certa prefigurazione che adombra il mondo nuovo.
Lavoro
e preghiera, un binomio possibile?
Il
cristiano che sta in ascolto della parola del Dio vivo, unendo
il lavoro alla preghiera, sappia quale posto occupa il suo
lavoro non solo nel progresso terreno, ma anche nello
sviluppo del Regno di Dio, al quale siamo tutti chiamati
con la potenza dello Spirito Santo e con la parola del Vangelo.
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