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PARTE PRIMA -
LA PROFESSIONE DELLA
FEDE
SEZIONE PRIMA - “IO CREDO” - “NOI CREDIAMO”
CAPITOLO TERZO -
LA RISPOSTA DELL'UOMO
A DIO
142 Con la sua Rivelazione “Dio invisibile nel suo
immenso amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi
per invitarli ed ammetterli alla comunione con sé” [Conc. Ecum. Vat.
II, Dei Verbum, 2]. La risposta adeguata a questo invito è la fede.
143 Con
la fede l'uomo sottomette pienamente a Dio la propria intelligenza e la
propria volontà. Con tutto il suo essere l'uomo dà il proprio assenso
a Dio rivelatore [Cf ibid., 5].
La Sacra Scrittura
chiama “obbedienza della fede” questa risposta dell'uomo a Dio che
rivela [Cf Rm 1,5; Rm 16,26 ].
Articolo
1
IO CREDO
I. L'obbedienza della fede
144
Obbedire (ob-audire”) nella fede è sottomettersi liberamente alla
Parola ascoltata, perché la sua verità è garantita da Dio, il quale
è
la Verità
stessa. Il modello di questa obbedienza propostoci dalla Sacra Scrittura
è Abramo.
La Vergine Maria
ne è la realizzazione più perfetta.
Abramo - “il padre di tutti i credenti”
145
La Lettera
agli Ebrei, nel solenne elogio della fede degli antenati, insiste
particolarmente sulla fede di Abramo: “Per fede Abramo, chiamato da
Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e
partì senza sapere dove andava” ( Eb 11,8 ) [Cf Gen 12,1-4 ]. Per
fede soggiornò come straniero e pellegrino nella Terra promessa [Cf Gen
23,4 ]. Per fede Sara ricevette la possibilità di concepire il figlio
della promessa. Per fede, infine, Abramo offrì in sacrificio il suo
unico figlio [Cf Eb 11,17 ].
146
Abramo realizza così la definizione della fede data dalla Lettera agli
Ebrei: “La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di
quelle che non si vedono” ( Eb 11,1 ). “Abramo ebbe fede in Dio e ciò
gli fu accreditato come giustizia” ( Rm 4,3 ) [Cf Gen 15,6 ]. Grazie a
questa forte fede, [Cf Rm 4,20 ] Abramo è diventato “padre” di
tutti coloro che credono ( Rm 4,11; Rm 4,18 ) [Cf Gen 15,5 ].
147 Di
questa fede, l'Antico Testamento è ricco di testimonianze.
La Lettera
agli Ebrei fa l'elogio della fede esemplare degli antichi che
“ricevettero” per essa “una buona testimonianza” ( Eb 11,2; Eb
11,39 ). Tuttavia “Dio aveva in vista qualcosa di meglio per noi”:
la grazia di credere nel suo Figlio Gesù, “autore e perfezionatore
della fede” ( Eb 11,40; 147 Eb 12,2 ).
Maria - “Beata colei che ha creduto”
148
La Vergine Maria
realizza nel modo più perfetto l'obbedienza della fede. Nella fede,
Maria accolse l'annunzio e la promessa a Lei portati dall'angelo
Gabriele, credendo che “nulla è impossibile a Dio” ( Lc 1,37 ), [Cf
Gen 18,14 ] e dando il proprio consenso: “Sono la serva del Signore,
avvenga di me quello che hai detto” ( Lc 1,38 ). Elisabetta la salutò
così: “Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del
Signore” ( Lc 1,45 ). Per questa fede tutte le generazioni la
chiameranno beata [Cf Lc 1,48 ].
149
Durante tutta la sua vita, e fino all'ultima prova, [Cf Lc 2,35 ] quando
Gesù, suo Figlio, morì sulla croce, la sua fede non ha mai vacillato.
Maria non ha cessato di credere “nell'adempimento” della Parola di
Dio. Ecco perché
la Chiesa
venera in Maria la più pura realizzazione della fede.
II. “So a chi ho creduto” ( 2Tm 1,12 )
Credere in un solo Dio
150 La
fede è innanzi tutto una adesione personale dell'uomo a Dio; al tempo
stesso ed inseparabilmente, è l'assenso libero a tutta la verità che
Dio ha rivelato. In quanto adesione personale a Dio e assenso alla verità
da Lui rivelata, la fede cristiana differisce dalla fede in una persona
umana. E' bene e giusto affidarsi completamente a Dio e credere
assolutamente a ciò che Egli dice. Sarebbe vano e fallace riporre una
simile fede in una creatura [Cf Ger 17,5-6; 150 Sal 40,5; Sal 146,3-4 ].
Credere in Gesù Cristo, Figlio di Dio
151 Per
il cristiano, credere in Dio è inseparabilmente credere in Colui che
Egli ha mandato, “il suo Figlio prediletto” nel quale si è
compiaciuto ( Mc 1,11 ); Dio ci ha detto di ascoltarlo [Cf Mc 9,7 ]. Il
Signore stesso dice ai suoi discepoli: “Abbiate fede in Dio e abbiate
fede anche in me” ( Gv 14,1 ). Possiamo credere in Gesù Cristo perché
Egli stesso è Dio, il Verbo fatto carne: “Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, Lui lo ha
rivelato” ( Gv 1,18 ). Poiché Egli “ha visto il Padre” ( Gv 6,46
), è il solo a conoscerlo e a poterlo rivelare [Cf Mt 11,27 ].
Credere nello Spirito Santo
152 Non
si può credere in Gesù Cristo se non si ha parte al suo Spirito. E' lo
Spirito Santo che rivela agli uomini chi è Gesù. Infatti “nessuno può
dire: "Gesù è Signore" se non sotto l'azione dello Spirito
Santo” ( 1Cor 12,3 ). “Lo Spirito scruta ogni cosa, anche le
profondità di Dio... Nessuno ha mai potuto conoscere i segreti di Dio
se non lo Spirito di Dio” ( 1Cor 2,10-11 ). Dio solo conosce
pienamente Dio. Noi crediamo nello Spirito Santo perché è Dio.
La Chiesa
non cessa di confessare la sua fede in un solo Dio,
Padre, Figlio e Spirito Santo.
III. Le caratteristiche della fede
La fede è una grazia
153
Quando san Pietro confessa che Gesù è “il Cristo, il Figlio del Dio
vivente”, Gesù gli dice: “Né la carne né il sangue te l'hanno
rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli” ( Mt 16,17 ) [Cf Gal
1,15; 153 Mt 11,25 ]. La fede è un dono di Dio, una virtù
soprannaturale da Lui infusa. “Perché si possa prestare questa fede,
è necessaria la grazia di Dio che previene e soccorre, e gli aiuti
interiori dello Spirito Santo, il quale muova il cuore e lo rivolga a
Dio, apra gli occhi della mente, e dia "a tutti dolcezza nel
consentire e nel credere alla verità"” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei
Verbum, 5].
La fede è un atto umano
154 E'
impossibile credere senza la grazia e gli aiuti interiori dello Spirito
Santo. Non è però meno vero che credere è un atto autenticamente
umano. Non è contrario né alla libertà né all'intelligenza dell'uomo
far credito a Dio e aderire alle verità da lui rivelate. Anche nelle
relazioni umane non è contrario alla nostra dignità credere a ciò che
altre persone ci dicono di sé e delle loro intenzioni, e far credito
alle loro promesse (come, per esempio, quando un uomo e una donna si
sposano), per entrare così in reciproca comunione. Conseguentemente,
ancor meno è contrario alla nostra dignità “prestare, con la fede,
la piena sottomissione della nostra intelligenza e della nostra volontà
a Dio quando si rivela” [Concilio Vaticano I: Denz.-Schönm., 3008] ed
entrare in tal modo in intima comunione con lui.
155 Nella
fede, l'intelligenza e la volontà umane cooperano con la grazia divina:
“Credere est actus intellectus assentientis veritati divinae ex
imperio voluntatis a Deo motae per gratiam - Credere è un atto
dell'intelletto che, sotto la spinta della volontà mossa da Dio per
mezzo della grazia, dà il proprio consenso alla verità divina” [San
Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, II-II, 2, 9; cf Concilio Vaticano I:
Denz.-Schönm., 3010].
La fede e l'intelligenza
156 Il
motivo di credere non consiste nel fatto che le verità rivelate
appaiano come vere e intelligibili alla luce della nostra ragione
naturale. Noi crediamo “per l'autorità di Dio stesso che le rivela,
il quale non può né ingannarsi né ingannare”. “Nondimeno, perché
l'ossequio della nostra fede fosse conforme alla ragione, Dio ha voluto
che agli interiori aiuti dello Spirito Santo si accompagnassero anche
prove esteriori della sua Rivelazione” [Concilio Vaticano I: Denz.-
Schönm., 3009]. Così i miracoli di Cristo e dei santi [Cf Mc 16,20; Eb
2,4 ] le profezie, la diffusione e la santità della Chiesa, la sua
fecondità e la sua stabilità “sono segni certissimi della divina
Rivelazione, adatti ad ogni intelligenza”, sono “motivi di
credibilità” i quali mostrano che l'assenso della fede non è
“affatto un cieco moto dello spirito” [Concilio Vaticano I: Denz.-Schönm.,
3008-3010].
157 La
fede è certa, più certa di ogni conoscenza umana, perché si fonda
sulla Parola stessa di Dio, il quale non può mentire. Indubbiamente, le
verità rivelate possono sembrare oscure alla ragione e all'esperienza
umana, ma “la certezza data dalla luce divina è più grande di quella
offerta dalla luce della ragione naturale” [San Tommaso d'Aquino,
Summa teologiae, II-II, 171, 5, ad 3]. “Diecimila difficoltà non
fanno un solo dubbio” [John Henry Newman, Apologia pro vita sua].
158 “La
fede cerca di comprendere ”: [Sant'Anselmo d'Aosta, Proslogion, proem:
PL 153, 225A] è caratteristico della fede che il credente desideri
conoscere meglio colui nel quale ha posto la sua fede, e comprendere
meglio ciò che egli ha rivelato; una conoscenza più penetrante
richiederà a sua volta una fede più grande, sempre più ardente
d'amore. La grazia della fede apre “gli occhi della mente” ( Ef 1,18
) per una intelligenza viva dei contenuti della Rivelazione, cioè
dell'insieme del disegno di Dio e dei misteri della fede, dell'intima
connessione che li lega tra loro e con Cristo, centro del Mistero
rivelato. Ora, “affinché l'intelligenza della Rivelazione diventi
sempre più profonda, lo stesso Spirito Santo perfeziona continuamente
la fede per mezzo dei suoi doni” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 5].
Così, secondo il detto di sant'Agostino, “credo per comprendere e
comprendo per meglio credere” [Sant'Agostino, Sermones, 43, 7, 9: PL
38, 258].
159 Fede
e scienza. “Anche se la fede è sopra la ragione, non vi potrà mai
essere vera divergenza tra fede e ragione: poiché lo stesso Dio che
rivela i misteri e comunica la fede, ha anche deposto nello spirito
umano il lume della ragione, questo Dio non potrebbe negare se stesso, né
il vero contraddire il vero” [Concilio Vaticano I: Denz. -Schönm.,
3017]. “Perciò la ricerca metodica di ogni disciplina, se procede in
maniera veramente scientifica e secondo le norme morali, non sarà mai
in reale contrasto con la fede, perché le realtà profane e le realtà
della fede hanno origine dal medesimo Dio. Anzi, chi si sforza con umiltà
e perseveranza di scandagliare i segreti della realtà, anche senza che
egli se ne avveda, viene come condotto dalla mano di Dio, il quale,
mantenendo in esistenza tutte le cose, fa che siano quello che sono” [Conc.
Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 36, 2].
La libertà della fede
160 Per
essere umana, la risposta della fede data dall'uomo a Dio deve essere
volontaria; “nessuno quindi può essere costretto ad abbracciare la
fede contro la sua volontà. Infatti l'atto di fede è volontario per
sua stessa natura” [Conc. Ecum. Vat. II, Dignitatis humanae, 10; cf
Codice di Diritto Canonico, 748, 2]. “Dio chiama certo gli uomini a
servire lui in spirito e verità, per cui essi sono vincolati in
coscienza ma non coartati... Ciò è apparso in sommo grado in Cristo
Gesù” [Conc. Ecum. Vat. II, Dignitatis humanae, 11]. Infatti, Cristo
ha invitato alla fede e alla conversione, ma a ciò non ha affatto
costretto. Ha reso testimonianza alla verità”, ma non ha voluto
“imporla con la forza a coloro che la respingevano. Il suo regno ...
cresce in virtù dell'amore, con il quale Cristo, esaltato in croce,
trae a sé gli uomini” [Conc. Ecum. Vat. II, Dignitatis humanae, 11].
La necessità della fede
161
Credere in Gesù Cristo e in colui che l'ha mandato per la nostra
salvezza, è necessario per essere salvati [Cf Mc 16,16; Gv 3,36; Gv
6,40 e. a]. “Poiché "senza la fede è impossibile essere graditi
a Dio" ( Eb 11,6 ) e condividere le condizioni di suoi figli,
nessuno può essere mai giustificato senza di essa e nessuno conseguirà
la vita eterna se non "persevererà in essa sino alla fine" (
Mt 10,22; 161 Mt 24,13 )” [Concilio Vaticano I: Denz. -Schönm. ,
3012; cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., ].
La perseveranza nella fede
162 La
fede è un dono che Dio fa all'uomo gratuitamente. Noi possiamo perdere
questo dono inestimabile. San Paolo, a questo proposito, mette in
guardia Timoteo: Combatti “la buona battaglia con fede e buona
coscienza, poiché alcuni che l'hanno ripudiata hanno fatto naufragio
nella fede” ( 1Tm 1,18-19 ). Per vivere, crescere e perseverare nella
fede sino alla fine, dobbiamo nutrirla con
la Parola
di Dio; dobbiamo chiedere al Signore di accrescerla; [Cf Mc 9,24; Lc
17,5; Lc 22,32 ] essa deve operare “per mezzo della carità” ( Gal
5,6 ), [Cf Gc 2,14-26 ] essere sostenuta dalla speranza [Cf Rm 15,13 ]
ed essere radicata nella fede della Chiesa.
La fede - inizio della vita eterna
163 La
fede ci fa gustare come in anticipo la gioia e la luce della visione
beatifica, fine del nostro pellegrinare quaggiù. Allora vedremo Dio
“a faccia a faccia” ( 1Cor 13,12 ), “così come egli è” ( 1Gv
3,2 ). ( 1Gv 3,2 ). La fede, quindi, è già l'inizio della vita eterna:
Fin d'ora
contempliamo come in uno specchio, quasi fossero già presenti, le realtà
meravigliose che ci riservano le promesse e che, per la fede, attendiamo
di godere [San Basilio di Cesarea, Liber de Spiritu Sancto, 15, 36: PG
32, 132; cf San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, II-II, 4, 1].
164 Ora,
però, “camminiamo nella fede e non ancora in visione” ( 2Cor 5,7 ),
e conosciamo Dio “come in uno specchio, in maniera confusa..., in modo
imperfetto” ( 1Cor 13,12 ). La fede, luminosa a motivo di Colui nel
quale crede, sovente è vissuta nell'oscurità. La fede può essere
messa alla prova. Il mondo nel quale viviamo pare spesso molto lontano
da ciò di cui la fede ci dà la certezza; le esperienze del male e
della sofferenza, delle ingiustizie e della morte sembrano contraddire
la Buona Novella
, possono far vacillare la fede e diventare per essa una tentazione.
165
Allora dobbiamo volgerci verso i testimoni della fede: Abramo, che
credette, “sperando contro ogni speranza” ( Rm 4,18 );
la Vergine Maria
che, nel “cammino della fede”, [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium,
58] è giunta fino alla “notte della fede” [Giovanni Paolo II, Lett.
enc. Redemptoris Mater, 18] partecipando alla sofferenza del suo Figlio
e alla notte della sua tomba; e molti altri testimoni della fede.
“Circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò
che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza
nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù,
autore e perfezionatore della fede” ( Eb 12,1-2 )
Articolo
2
NOI
CREDIAMO
166 La
fede è un atto personale: è la libera risposta dell'uomo
all'iniziativa di Dio che si rivela. La fede però non è un atto
isolato. Nessuno può credere da solo, così come nessuno può vivere da
solo. Nessuno si è dato la fede da se stesso, così come nessuno da se
stesso si è dato l'esistenza. Il credente ha ricevuto la fede da altri
e ad altri la deve trasmettere. Il nostro amore per Gesù e per gli
uomini ci spinge a parlare ad altri della nostra fede. In tal modo ogni
credente è come un anello nella grande catena dei credenti. Io non
posso credere senza essere sorretto dalla fede degli altri, e, con la
mia fede, contribuisco a sostenere la fede degli altri.
167 “Io
credo”: [Simbolo degli Apostoli] è la fede della Chiesa professata
personalmente da ogni credente, soprattutto al momento del Battesimo.
“Noi crediamo”: [Simbolo di Nicea-Costantinopoli, nell'originale
greco] è la fede della Chiesa confessata dai vescovi riuniti in
Concilio, o, più generalmente, dall'assemblea liturgica dei credenti.
“Io credo”: è anche
la Chiesa
, nostra Madre, che risponde a Dio con la sua fede e che ci insegna a
dire: “Io credo”, “Noi crediamo”.
I. “Guarda, Signore, alla fede della tua Chiesa”
168 E'
innanzi tutto
la Chiesa
che crede, e che così regge, nutre e sostiene la mia fede. E' innanzi
tutto
la Chiesa
che, ovunque, confessa il Signore, [Te per orbem terrarum sancta
confitetur Ecclesia - Te la santa Chiesa confessa su tutta la terra] e
con essa e in essa, anche noi siamo trascinati e condotti a confessare:
“Io credo”, “Noi crediamo”. Dalla Chiesa riceviamo la fede e la
vita nuova in Cristo mediante il Battesimo. Nel “Rituale Romano” il
ministro del Battesimo domanda al catecumeno: “Che cosa chiedi alla
Chiesa di Dio?”. E la risposta è: “La fede”. “Che cosa ti dona
la fede?”. “La vita eterna”.
169 La
salvezza viene solo da Dio; ma, poiché riceviamo la vita della fede
attraverso
la Chiesa
, questa è nostra Madre: “Noi crediamo
la Chiesa
come Madre della nostra nuova nascita, e non nella Chiesa come se essa
fosse l'autrice della nostra salvezza” [Fausto di Riez, De Spiritu
Sancto, 1, 2: CSEL 21, 104]. Essendo nostra Madre,
la Chiesa
è anche l'educatrice della nostra fede.
II. Il linguaggio della fede
170 Noi
non crediamo in alcune formule, ma nelle realtà che esse esprimono e
che la fede ci permette di “toccare”. “L'atto (di fede) del
credente non si ferma all'enunciato, ma raggiunge la realtà
(enunciata)” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, II-II, 1, 2, ad
2]. Tuttavia, queste realtà noi le accostiamo con l'aiuto delle
formulazioni della fede. Esse ci permettono di esprimere e di
trasmettere la fede, di celebrarla in comunità, di assimilarla e di
viverne sempre più intensamente.
171
La Chiesa
, che è “colonna e sostegno della verità” ( 1Tm 3,15 ), conserva
fedelmente “la fede, che fu trasmessa ai credenti una volta per
tutte” ( Gd 1,3 ). E'
la Chiesa
che custodisce la memoria delle Parole di Cristo e trasmette di
generazione in generazione la confessione di fede degli Apostoli. Come
una madre che insegna ai suoi figli a parlare, e con ciò stesso a
comprendere e a comunicare,
la Chiesa
nostra Madre, ci insegna il linguaggio della fede per introdurci
nell'intelligenza e nella vita della fede.
III. Una sola fede
172 Da
secoli, attraverso molte lingue, culture, popoli e nazioni,
la Chiesa
non cessa di confessare la sua unica fede, ricevuta da un solo Signore,
trasmessa mediante un solo Battesimo, radicata nella convinzione che
tutti gli uomini non hanno che un solo Dio e Padre [Cf Ef 4,4-6 ]. Sant'Ireneo
di Lione, testimone di questa fede, dichiara:
173 “In
realtà,
la Chiesa
, sebbene diffusa in tutto il mondo fino alle estremità della terra,
avendo ricevuto dagli Apostoli e dai loro discepoli la fede..., conserva
questa predicazione e questa fede con cura e, come se abitasse un'unica
casa, vi crede in uno stesso identico modo, come se avesse una sola
anima ed un cuore solo, e predica le verità della fede, le insegna e le
trasmette con voce unanime, come se avesse una sola bocca” [Sant'
Ireneo di Lione, Adversus haereses, 1, 10, 1-2].
174
“Infatti, se le lingue nel mondo sono varie, il contenuto della
Tradizione è però unico e identico. E non hanno altra fede o altra
Tradizione né le Chiese che sono in Germania, né quelle che sono in
Spagna, né quelle che sono presso i Celti (in Gallia), né quelle
dell'Oriente, dell'Egitto, della Libia, né quelle che sono al centro
del mondo. . . ” [Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 1, 10,
1-2]. “Il messaggio della Chiesa è dunque veridico e solido, poiché
essa addita a tutto il mondo una sola via di salvezza” [Sant'Ireneo di
Lione, Adversus haereses, 1, 10, 1-2].
175
“Questa fede che abbiamo ricevuto dalla Chiesa, la conserviamo con
cura, perché, sotto l'azione dello Spirito di Dio, essa, come un
deposito di grande valore, chiuso in un vaso prezioso, continuamente
ringiovanisce e fa ringiovanire anche il vaso che la contiene” [Sant'Ireneo
di Lione, Adversus haereses, 1, 10, 1-2].
In sintesi
176 La
fede è un'adesione personale di tutto l'uomo a Dio che si rivela.
Comporta un'adesione della intelligenza e della volontà alla
Rivelazione che Dio ha fatto di sé attraverso le sue opere e le sue
parole.
177
“Credere” ha perciò un duplice riferimento: alla persona e alla
verità; alla verità per la fiducia che si accorda alla persona che
l'afferma.
178 Non
dobbiamo credere in nessun altro se non in Dio, il Padre, il Figlio e lo
Spirito Santo.
179 La
fede è un dono soprannaturale di Dio. Per credere, l'uomo ha bisogno
degli aiuti interiori dello Spirito Santo.
180
“Credere” è un atto umano, cosciente e libero, che ben s'accorda
con la dignità della persona umana.
181
“Credere” è un atto ecclesiale. La fede della Chiesa precede,
genera, sostiene e nutre la nostra fede.
La Chiesa
è
la Madre
di tutti i credenti. “Nessuno può avere Dio per Padre, se non ha
la Chiesa
per Madre” [San Cipriano di Cartagine, De catholicae unitate Ecclesiae:
PL 4, 503A].
182
“Noi crediamo tutto ciò che è contenuto nella Parola di Dio, scritta
o tramandata, e che
la Chiesa
propone a credere come divinamente rivelata” [Paolo VI, Credo del
popolo di Dio, 20].
183 La
fede è necessaria alla salvezza. Il Signore stesso lo afferma: “Chi
crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà
condannato” ( Mc 16,16 ).
184 “La
fede è una pregustazione della conoscenza che ci renderà beati nella
vita futura” [San Tommaso d'Aquino, Compendium theologiae, 1, 2].
Il Credo
Simbolo degli Apostoli
|
Credo
di Nicea-Costantinopoli
|
|
|
Io credo in Dio, Padre onnipotente,
|
Creatore del cielo e della terra.
|
Credo
in un solo Dio, Padre onnipotente,
|
Creatore
del cielo e della terra,
|
di
tutte le cose visibili e invisibili.
|
|
E in Gesù Cristo, suo unico Figlio,
|
nostro Signore,
|
Credo
in un solo Signore, Gesù Cristo,
|
Unigenito
Figlio di Dio,
|
nato
dal Padre prima di tutti i secoli:
|
Dio da
Dio, Luce da Luce,
|
Dio
vero da Dio vero,
|
generato,
non creato,
|
della
stessa sostanza del Padre
|
per
mezzo di Lui tutte le cose
|
sono
state create.
|
Per noi
uomini e per la nostra salvezza
|
discese
dal cielo,
|
|
il quale fu concepito di Spirito Santo,
|
nacque da Maria Vergine,
|
e per
opera dello Spirito Santo
|
si è
incarnato nel seno della Vergine Maria
|
e si è
fatto uomo.
|
|
patì sotto Ponzio Pilato,
|
fu crocifisso, morì e fu sepolto;
|
Fu
crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,
|
morì e
fu sepolto.
|
|
discese agli inferi;
|
il terzo giorno risuscitò da morte;
|
Il
terzo giorno è risuscitato,
|
secondo
le Scritture,
|
|
salì al cielo,
|
siede alla destra di Dio Padre onnipotente:
|
è
salito al cielo, siede alla destra del
|
Padre.
|
|
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
|
E di
nuovo verrà, nella gloria
|
per
giudicare i vivi e i morti,
|
e il
suo regno non avrà fine.
|
|
Credo nello Spirito Santo,
|
Credo
nello Spirito Santo,
|
che è
Signore e dà la vita,
|
e
procede dal Padre e dal Figlio.
|
Con il
Padre e il Figlio
|
è
adorato e glorificato,
|
e ha
parlato per mezzo dei profeti.
|
|
la santa Chiesa cattolica,
|
la comunione dei santi,
|
Credo
la Chiesa,
|
una
santa cattolica e apostolica.
|
|
la remissione dei peccati,
|
Professo
un solo Battesimo
|
per il
perdono dei peccati.
|
|
la risurrezione della carne,
|
Aspetto
la risurrezione dei morti
|
|
la vita eterna.
|
e la
vita del mondo che verrà.
|
|
Amen.
|
Amen.
|
|
|