PARTE
TERZA -
LA VITA IN
CRISTO
SEZIONE
SECONDA - I DIECI
COMANDAMENTI
I
DIECI COMANDAMENTI
Esodo
20,2-17 Deuteronomio 5,6-21 Formula catechistica
Io
sono il Signore tuo Dio
che
ti ho fatto uscire
dal
paese d'Egitto,
dalla
condizione di schiavitù.
Io
sono il Signore tuo Dio
che
ti ho fatto uscire
dal
paese di Egitto,
dalla
condizione servile.
Io
sono il Signore Dio tuo:
Non
avrai
altri
dei di fronte a me.
Non
ti farai
idolo
né immagine alcuna
di
ciò che è lassù nel cielo,
né
di ciò che è quaggiù sulla terra,
né
di ciò che è nelle acque,
sotto
terra.
Non
ti prostrerai
davanti
a loro
e
non li servirai.
Perché
io, il Signore,
sono
il tuo Dio,
un
Dio geloso,
che
punisce la colpa dei padri
nei
figli
fino
alla terza
e
alla quarta generazione,
per
coloro che mi odiano,
ma
che dimostra il suo favore
fino
a mille generazioni, per coloro
che
mi amano e osservano
i
miei comandamenti.
Non
avere
altri
dei di fronte a me...
1
Non avrai altro Dio
fuori
di me.
Non
pronuncerai
invano
il nome
del
Signore tuo Dio,
perché
il Signore non lascerà
impunito
chi
pronuncia
il suo nome invano.
Non
pronunciare invano
il
nome del Signore
tuo
Dio...
2
Non nominare
il
nome di Dio invano
Ricordati
del giorno
di
sabato per santificarlo.
Sei
giorni
faticherai
e
farai ogni tuo lavoro;
ma
il settimo giorno
è
il sabato
in
onore del Signore, tuo Dio.
Tu
non farai alcun lavoro,
né
tu, né tuo figlio, né tua figlia,
né
il tuo schiavo, né la tua schiava,
né
il tuo bestiame, né il forestiero
che
dimora presso di te.
Perché
in sei giorni
il
Signore ha fatto
il
cielo e la terra e il mare
e
quanto è in essi,
ma
si è riposato il giorno settimo.
Perciò
il Signore
ha
benedetto il giorno di sabato
e
lo ha dichiarato sacro.
Osserva
il giorno di sabato
per
santificarlo...
3
Ricordati di
santificare
le feste.
Onora
tuo padre e tua madre
perché
si prolunghino
i
tuoi giorni nel paese
che
ti dà
il
Signore, tuo Dio.
Onora
tuo padre
e
tua madre...
4.
Onora il padre
e
la madre.
Non
uccidere. Non uccidere. 5. Non uccidere.
Non
commettere Non commettere 6. Non commettere
adulterio.
adulterio. atti impuri.
Non
rubare. Non rubare. 7. Non rubare.
Non
pronunciare
falsa
testimonianza
contro
il tuo prossimo.
Non
pronunciare
falsa
testimonianza
contro
il tuo prossimo.
8.
Non dire
falsa
testimonianza.
Non
desiderare
la
casa del tuo prossimo.
Non
desiderare
la
moglie del tuo prossimo,
né
il suo schiavo,
né
la sua schiava,
né
il suo bue, né il suo asino,
né
alcuna cosa
che
appartenga al tuo prossimo.
Non
desiderare
la
moglie del tuo prossimo.
9.
Non desiderare
la
donna d'altri.
Non
desiderare alcuna
delle
cose
che
sono del tuo prossimo.
10.
Non desiderare
la
roba d'altri.
“Maestro,
che devo fare...?”
2052
“Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?”.
Al giovane che gli rivolge questa domanda, Gesù risponde innanzitutto
richiamando la necessità di riconoscere Dio come "il solo
Buono", come il Bene per eccellenza e come la sorgente di ogni
bene. Poi Gesù gli dice: “Se vuoi entrare nella vita, osserva i
comandamenti”. Ed elenca al suo interlocutore i comandamenti che
riguardano l'amore del prossimo: “Non uccidere, non commettere
adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua
madre”. Infine Gesù riassume questi comandamenti in una formulazione
positiva: “Ama il prossimo tuo come te stesso” ( Mt 19,16-19 ).
2053 A
questa prima risposta, se ne aggiunge subito una seconda: “Se vuoi
essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri, e
avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi” ( Mt 19,21 ). Essa non
annulla la prima. La sequela di Gesù implica l'osservanza dei
comandamenti.
La Legge
non è abolita, [Cf Mt 5,17 ] ma l'uomo è invitato a ritrovarla nella
Persona del suo Maestro, che ne è il compimento perfetto. Nei tre
Vangeli sinottici, l'appello di Gesù, rivolto al giovane ricco, a
seguirlo nell'obbedienza del discepolo e nell'osservanza dei
comandamenti, è accostato all'esortazione alla povertà e alla castità
[Cf Mt 19,6-12; Mt 19,21; Mt 19,23-29 ]. I consigli evangelici sono
indissociabili dai comandamenti.
2054
Gesù ha ripreso i dieci comandamenti, ma ha manifestato la forza dello
Spirito all'opera nella loro lettera. Egli ha predicato la
“giustizia” che supera “quella degli scribi e dei farisei” ( Mt
5,20 ) come pure quella dei pagani [Cf Mt 5,46-47 ]. Ha messo in luce
tutte le esigenze dei comandamenti. “Avete inteso che fu detto agli
antichi: Non uccidere. ... Ma io vi dico: chiunque si adira contro il
proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio” ( Mt 5,21-22 ).
2055
Quando gli si pone la domanda: “Qual è il più grande comandamento
della Legge?” ( Mt 22,36 ), Gesù risponde: “Amerai il Signore Dio
tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è
simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due
comandamenti dipende tutta
la Legge
e i Profeti” ( Mt 22,37-40 ) [Cf Dt 6,5; Lv 19,18 ]. Il Decalogo deve
essere interpretato alla luce di questo duplice ed unico comandamento
della carità, pienezza della Legge:
Il
precetto: non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non
desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole:
Amerai il prossimo tuo come te stesso. L'amore non fa nessun male al
prossimo: pieno compimento della Legge è l'amore ( Rm 13,9-10 ).
Il
Decalogo nella Sacra Scrittura
2056
La parola “Decalogo” significa alla lettera “dieci parole” ( Es
34,28; Dt 4,13; Dt 10,4 ). Queste “dieci parole” Dio le ha rivelate
al suo popolo sulla santa montagna. Le ha scritte con il suo “dito”
( Es 31,18 ) [Cf Dt 5,22 ] a differenza degli altri precetti scritti da
Mosè [Cf Dt 31,9; Dt 31,24 ]. Esse sono parole di Dio per eccellenza.
Ci sono trasmesse nel libro dell'Esodo [Cf Es 20,1-17 ] e in quello del
Deuteronomio [Cf Dt 5,6-22 ]. Fin dall'Antico Testamento i Libri Sacri
fanno riferimento alle “dieci parole” [Cf per esempio Os 4,2; Ger
7,9; Ez 18,5-9 ]. Ma è nella Nuova Alleanza in Gesù Cristo che sarà
rivelato il loro pieno senso.
2057
Il Decalogo si comprende innanzi tutto nel contesto dell'Esodo che è il
grande evento liberatore di Dio al centro dell'Antica Alleanza. Siano
essi formulati come precetti negativi, divieti, o come comandamenti
positivi (come: “onora tuo padre e tua madre”), le “dieci
parole” indicano le condizioni di una vita liberata dalla schiavitù
del peccato. Il Decalogo è un cammino di vita:
Ti
comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di
osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e
ti moltiplichi ( Dt 30,16 ).
Questa
forza liberatrice del Decalogo appare, per esempio, nel comandamento sul
riposo del sabato, destinato parimenti agli stranieri e gli schiavi:
Ricordati
che sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha
fatto uscire di là con mano potente e braccio teso ( Dt 5,15 ).
2058
Le “dieci parole” riassumono e proclamano la legge di Dio: “Queste
parole pronunciò il Signore, parlando a tutta la vostra assemblea, sul
monte, dal fuoco, dalla nube e dall'oscurità, con voce poderosa, e non
aggiunse altro. Le scrisse su due tavole di pietra e me le diede” ( Dt
5,22 ). Perciò queste due tavole sono chiamate “
la Testimonianza
” ( Es 25,16 ). Esse contengono infatti le clausole dell'alleanza
conclusa tra Dio e il suo popolo. Queste “tavole della
Testimonianza” ( Es 31,18; Es 32,15; Es 34,29 ) devono essere
collocate nell'“arca” ( Es 25,16; Es 40,1-2 ).
2059
Le “dieci parole” sono pronunciate da Dio durante una teofania (Il
Signore vi ha parlato faccia a faccia sul monte dal fuoco”: Dt 5,4 ).
Appartengono alla rivelazione che Dio fa di se stesso e della sua
gloria. Il dono dei comandamenti è dono di Dio stesso e della sua santa
volontà. Facendo conoscere le sue volontà, Dio si rivela al suo
popolo.
2060
Il dono dei comandamenti e della Legge fa parte dell'Alleanza conclusa
da Dio con i suoi. Secondo il libro dell'Esodo, la rivelazione delle
“dieci parole” viene accordata tra la proposta dell'Alleanza [Cf Es
19 ] e la sua stipulazione, [Cf Es 24 ] dopo che il popolo si è
impegnato a “fare” tutto ciò che il Signore aveva detto e ad
“obbedirvi” ( Es 24,7 ). Il Decalogo non viene mai trasmesso se non
dopo la rievocazione dell'Alleanza (Il Signore nostro Dio ha stabilito
con noi un'alleanza sull'Oreb: Dt 5,2 ).
2061
I comandamenti ricevono il loro pieno significato all'interno
dell'Alleanza. Secondo
la Scrittura
, l'agire morale dell'uomo prende tutto il proprio senso nella e per
l'Alleanza. La prima delle “dieci parole” ricorda l'iniziativa
d'amore di Dio per il suo popolo:
Poiché
l'uomo, per castigo del peccato, era venuto dal paradiso della libertà
alla schiavitù di questo mondo, per questo la prima parola del
Decalogo, cioè la prima voce dei comandamenti di Dio, tratta della
libertà dicendo: Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire
dal paese di Egitto, dalla condizione di schiavitù ( Es 20,2; Dt 5,6 )
[Origene, Homiliae in Exodum, 8, 1].
2062
I comandamenti propriamente detti vengono in secondo luogo; essi
esprimono le implicanze della appartenenza a Dio stabilita attraverso
l'Alleanza. L'esistenza morale è risposta all'iniziativa d'amore del
Signore. E' riconoscenza, omaggio a Dio e culto d'azione di grazie. E'
cooperazione al piano che Dio persegue nella storia.
2063 L
'Alleanza e il dialogo tra Dio e l'uomo sono ancora attestati dal fatto
che tutte le imposizioni sono enunciate in prima persona (“Io sono il
Signore...”) e rivolte a un altro soggetto (tu...”). In tutti i
comandamenti di Dio è un pronome personale singolare che indica il
destinatario. Dio fa conoscere la sua volontà a tutto il popolo e,
nello stesso tempo, a ciascuno in particolare:
Il
Signore comandò l'amore verso Dio e insegnò la giustizia verso il
prossimo, affinché l'uomo non fosse né ingiusto, né indegno di Dio.
Così, per mezzo del Decalogo, Dio preparava l'uomo a diventare suo
amico e ad avere un solo cuore con il suo prossimo... Le parole del
Decalogo restano validissime per noi. Lungi dall'essere abolite, esse
sono state portate a pienezza di significato e di sviluppo dalla venuta
del Signore nella carne [Sant' Ireneo di Lione, Adversus haereses, 4,
16, 3-4].
Il
Decalogo nella Tradizione della Chiesa
2064
Fedele alla Scrittura e in conformità all'esempio di Gesù,
la Tradizione
della Chiesa ha riconosciuto al Decalogo un'importanza e un significato
fondamentali.
2065 A
partire da sant'Agostino, i “dieci comandamenti” hanno un posto
preponderante nella catechesi dei futuri battezzati e dei fedeli. Nel
secolo quindicesimo si prese l'abitudine di esprimere i precetti del
Decalogo in formule in rima, facili da memorizzare, e positive. Sono in
uso ancor oggi. I catechismi della Chiesa spesso hanno esposto la morale
cristiana seguendo l'ordine dei “dieci comandamenti”.
2066
La divisione e la numerazione dei comandamenti hanno subito variazioni
nel corso della storia. Questo catechismo segue la divisione dei
comandamenti fissata da sant'Agostino e divenuta tradizionale nella
Chiesa cattolica. E' pure quella delle confessioni luterane. I Padri
greci hanno fatto una divisione un po' diversa, che si ritrova nelle
Chiese ortodosse e nelle comunità riformate.
2067
I dieci comandamenti enunciano le esigenze dell'amore di Dio e del
prossimo. I primi tre si riferiscono principalmente all'amore di Dio e
gli altri sette all'amore del prossimo.
Come
sono due i comandamenti dell'amore, nei quali si compendia tutta
la Legge
e i Profeti - lo diceva il Signore... - così gli stessi dieci
comandamenti furono dati in due tavole. Si dice infatti che tre fossero
scritti in una tavola e sette in un'altra [Sant'Agostino, Sermones, 33,
2, 2: PL 38, 208].
2068
Il Concilio di Trento insegna che i dieci comandamenti obbligano i
cristiani e che l'uomo giustificato è ancora tenuto ad osservarli [Cf
Concilio di Trento: Denz.-Schönm., 1569-1570]. E il Concilio Vaticano
II lo ribadisce: “I vescovi, quali successori degli Apostoli, ricevono
dal Signore... la missione di insegnare a tutte le genti e di predicare
il Vangelo ad ogni creatura, affinché tutti gli uomini, per mezzo della
fede, del Battesimo e dell'osservanza dei comandamenti, ottengano la
salvezza” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 24].
L'unità
del Decalogo
2069
Il Decalogo costituisce un tutto indissociabile. Ogni “parola”
rimanda a ciascuna delle altre e a tutte; esse si condizionano
reciprocamente. Le due Tavole si illuminano a vicenda; formano una unità
organica. Trasgredire un comandamento è infrangere tutti gli altri [Cf
Gc 2,10-11 ]. Non si possono onorare gli altri uomini senza benedire Dio
loro Creatore. Non si saprebbe adorare Dio senza amare tutti gli uomini
sue creature. Il Decalogo unifica la vita teologale e la vita sociale
dell'uomo.
Il
Decalogo e la legge naturale
2070
I dieci comandamenti appartengono alla Rivelazione di Dio. Al tempo
stesso ci insegnano la vera umanità dell'uomo. Mettono in luce i doveri
essenziali e, quindi, indirettamente, i diritti fondamentali inerenti
alla natura della persona umana. Il Decalogo contiene una espressione
privilegiata della “legge naturale”:
Fin
dalle origini, Dio aveva radicato nel cuore degli uomini i precetti
della legge naturale. Poi si limitò a richiamarli alla loro mente. Fu
il Decalogo [Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 4, 15, 1].
2071
Quantunque accessibili alla sola ragione, i precetti del Decalogo sono
stati rivelati. Per giungere ad una conoscenza completa e certa delle
esigenze della legge naturale, l'umanità peccatrice aveva bisogno di
questa rivelazione:
Una
completa esposizione dei comandamenti del Decalogo si rese necessaria
nella condizione di peccato, perché la luce della ragione si era
ottenebrata e la volontà si era sviata [San Bonaventura, In libros
sententiarum, 4, 37, 1, 3].
Noi
conosciamo i comandamenti di Dio attraverso
la Rivelazione
divina che ci è proposta nella Chiesa, e per mezzo della voce della
coscienza morale.
L'obbligazione
del Decalogo
2072
Poiché enunciano i doveri fondamentali dell'uomo verso Dio e verso il
prossimo, i dieci comandamenti rivelano, nel loro contenuto essenziale,
delle obbligazioni gravi. Sono sostanzialmente immutabili e obbligano
sempre e dappertutto. Nessuno potrebbe dispensare da essi. I dieci
comandamenti sono incisi da Dio nel cuore dell'essere umano.
2073 L
'obbedienza ai comandamenti implica anche obblighi la cui materia, in se
stessa, è leggera. Così l'ingiuria a parole è vietata dal quinto
comandamento, ma non potrebbe essere una colpa grave che in rapporto
alle circostanze o all'intenzione di chi la proferisce.
“Senza
di me non potete far nulla”
2074
Gesù dice: “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in
lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” ( Gv
15,5 ). Il frutto indicato in questa parola è la santità di una vita
fecondata dall'unione con Cristo. Quando noi crediamo in Gesù Cristo,
comunichiamo ai suoi misteri e osserviamo i suoi comandamenti, il
Salvatore stesso viene ad amare in noi il Padre suo ed i suoi fratelli,
Padre nostro e nostri fratelli. La sua Persona diventa, grazie allo
Spirito, la regola vivente ed interiore della nostra condotta. “Questo
è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho
amati” ( Gv 15,12 ).
In
sintesi
2075
“Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?”
“Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti” ( Mt 19,16-17
).
2076
Con il suo agire e con la sua predicazione, Gesù ha attestato la
perennità del Decalogo.
2077
Il dono del Decalogo è accordato nell'ambito dell'Alleanza conclusa da
Dio con il suo popolo. I comandamenti di Dio ricevono il loro vero
significato in e per mezzo di questa Alleanza.
2078
Fedele alla Scrittura e in conformità all'esempio di Gesù,
la Tradizione
della Chiesa ha riconosciuto al Decalogo un'importanza ed un significato
fondamentali.
2079
Il Decalogo costituisce un'unità organica in cui ogni “parola” o
“comandamento” rimanda a tutto l'insieme. Trasgredire un
comandamento è infrangere tutta
la Legge
[Cf Gc 2,10-11 ].
2080
Il Decalogo contiene un'espressione privilegiata della legge naturale.
Lo conosciamo attraverso
la Rivelazione
divina e con la ragione umana.
2081
I dieci comandamenti enunciano, nel loro contenuto fondamentale,
obbligazioni gravi. Tuttavia, l'obbedienza a questi precetti comporta
anche obblighi la cui materia, in se stessa, è leggera.
2082
Quanto Dio comanda, lo rende possibile con la sua grazia.
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