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PARTE
QUARTA -
LA PREGHIERA CRISTIANA
SEZIONE
PRIMA -
LA PREGHIERA NELLA
VITA CRISTIANA
CAPITOLO
SECONDO -
LA TRADIZIONE DELLA
PREGHIERA
2650
La preghiera non si riduce allo spontaneo manifestarsi di un impulso
interiore: per pregare, bisogna volerlo. Non basta neppure sapere quel
che le Scritture rivelano sulla preghiera: è necessario anche imparare
a pregare. E' attraverso una trasmissione vivente (la sacra Tradizione)
che lo Spirito Santo insegna a pregare ai figli di Dio, nella Chiesa
“che crede e che prega” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 8].
2651
La tradizione della preghiera cristiana è una delle forme di crescita
della Tradizione della fede, in particolare per mezzo della
contemplazione e dello studio dei credenti, i quali conservano nel loro
cuore gli eventi e le parole dell'Economia della salvezza, e mediante la
profonda comprensione delle realtà spirituali di cui fanno esperienza [Cf
ibid].
Articolo
1
ALLE
SORGENTI DELLA PREGHIERA
2652
Lo Spirito Santo è “l'acqua viva” che, nel cuore orante,
“zampilla per la vita eterna” ( Gv 4,14 ). E' lui che ci insegna ad
attingerla alla stessa Sorgente: Cristo. Nella vita cristiana ci sono
delle fonti dove Cristo ci attende per abbeverarci dello Spirito Santo.
La Parola
di Dio
2653
La Chiesa
“esorta con forza e insistenza tutti i fedeli. . . ad apprendere
"la sublime scienza di Gesù Cristo" con la frequente lettura
delle divine Scritture. . . Però la lettura della Sacra Scrittura dev'essere
accompagnata dalla preghiera, affinché possa svolgersi il colloquio tra
Dio e l'uomo; poiché "gli parliamo quando preghiamo e lo
ascoltiamo quando leggiamo gli oracoli divini"” [Conc. Ecum. Vat.
II, Dei Verbum, 25; cf Sant'Ambrogio, De officis ministrorum: PL 16,
50A].
2654
I Padri della vita spirituale, parafrasando Mt 7, 7, così riassumono le
disposizioni del cuore nutrito dalla Parola di Dio nella preghiera:
“Cercate leggendo e troverete meditando; bussate pregando e vi sarà
aperto dalla contemplazione” [Guigo il Certosino, Scala claustralium:
PL 184, 476C].
La Liturgia
della Chiesa
2655
La missione di Cristo e dello Spirito Santo che, nella Liturgia
sacramentale della Chiesa, annunzia, attualizza e comunica il Mistero
della salvezza, prosegue nel cuore che prega. I Padri della vita
spirituale talvolta paragonano il cuore a un altare. La preghiera
interiorizza ed assimila
la Liturgia
durante e dopo la sua celebrazione. Anche quando è vissuta “nel
segreto” ( Mt 6,6 ), la preghiera è sempre preghiera della Chiesa, è
comunione con
la Santissima Trinità
[Cf Principi e norme per
la Liturgia
delle Ore, 9].
Le
virtù teologali
2656
Si entra nella preghiera come si entra nella Liturgia: per la porta
stretta della fede. Attraverso i segni della sua Presenza, è il Volto
del Signore che cerchiamo e desideriamo, è la sua Parola che vogliamo
ascoltare e custodire.
2657
Lo Spirito Santo, che ci insegna a celebrare
la Liturgia
nell'attesa del ritorno di Cristo, ci educa a pregare nella speranza. A
loro volta, la preghiera della Chiesa e la preghiera personale
alimentano in noi la speranza. In modo particolarissimo i Salmi, con il
loro linguaggio concreto e ricco, ci insegnano a fissare la nostra
speranza in Dio: “Ho sperato, ho sperato nel Signore, ed egli su di me
si è chinato, ha dato ascolto al mio grido” ( Sal 40,2 ). “Il Dio
della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché
abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo” ( Rm
15,13 ).
2658
“La speranza non delude, perché l' Amore di Dio è stato riversato
nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (
Rm 5,5 ). La preghiera, plasmata dalla vita liturgica, tutto attinge
all'Amore con cui siamo amati in Cristo e che ci concede di rispondervi
amando come lui ci ha amati. L'Amore è la sorgente della preghiera; chi
vi attinge, tocca il culmine della preghiera:
Vi
amo, o mio Dio, e il mio unico desiderio è di amarvi fino all'ultimo
respiro. Vi amo, o mio Dio infinitamente amabile, e preferisco morire
amandovi, che vivere senza amarvi. Vi amo, Signore, e la sola grazia che
vi chiedo è di amarvi eternamente. . . Mio Dio, se la mia lingua non può
ripetere, ad ogni istante, che vi amo, voglio che il mio cuore ve lo
ripeta tutte le volte che respiro[ Cf San Giovanni Maria Vianney,
Preghiera].
“Oggi”
2659
Noi impariamo a pregare in momenti particolari, quando ascoltiamo
la Parola
del Signore e quando partecipiamo al suo Mistero pasquale; ma è in ogni
tempo, nelle vicende di ogni giorno, che ci viene dato il suo Spirito
perché faccia sgorgare la preghiera. L'insegnamento di Gesù sulla
preghiera al Padre nostro è nella medesima linea di quello sulla
Provvidenza: [Cf Mt 6,11; Mt 6,34 ] il tempo è nelle mani del Padre; è
nel presente che lo incontriamo: né ieri né domani, ma oggi:
“Ascoltate oggi la sua voce: "Non indurite il cuore"” (
Sal 95,8 ).
2660
Pregare negli avvenimenti di ogni giorno e di ogni istante è uno dei
segreti del Regno rivelati ai “piccoli”, ai servi di Cristo, ai
poveri delle beatitudini. E' cosa buona e giusta pregare perché
l'avvento del Regno di giustizia e di pace influenzi il cammino della
storia, ma è altrettanto importante “impastare” mediante la
preghiera le umili situazioni quotidiane. Tutte le forme di preghiera
possono essere quel lievito al quale il Signore paragona il Regno [Cf Lc
13,20-21 ].
In
sintesi
2661
E' attraverso una trasmissione vivente,
la Tradizione
, che, nella Chiesa, lo Spirito Santo insegna ai figli di Dio a pregare.
2662
La Parola
di Dio,
la Liturgia
della Chiesa, le virtù della fede, della speranza e della carità sono
fonti della preghiera.
Articolo
2
IL
CAMMINO DELLA PREGHIERA
2663
Nella tradizione vivente della preghiera, ogni Chiesa, in rapporto al
contesto storico, sociale e culturale, propone ai propri fedeli il
linguaggio della loro preghiera: parole, melodie, gesti, iconografia.
Spetta al Magistero [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 10] discernere
la fedeltà di tali cammini di preghiera alla tradizione della fede
apostolica, ed è compito dei pastori e dei catechisti spiegarne il
senso, che è sempre legato a Gesù Cristo.
La
preghiera al Padre
2664
Per la preghiera cristiana non c'è altra via che Cristo. La nostra
preghiera, sia essa comunitaria o personale, vocale o interiore, giunge
al Padre soltanto se preghiamo “nel Nome” di Gesù. Quindi, la santa
Umanità di Gesù è la via mediante la quale lo Spirito Santo ci
insegna a pregare Dio nostro Padre.
La
preghiera a Gesù
2665
La preghiera della Chiesa, nutrita dalla Parola di Dio e dalla
celebrazione della Liturgia, ci insegna a pregare il Signore Gesù.
Sebbene sia rivolta soprattutto al Padre, essa comprende però, in tutte
le tradizioni liturgiche, forme di preghiera rivolte a Cristo. Alcuni
Salmi, secondo la loro attualizzazione nella Preghiera della Chiesa, e
il Nuovo Testamento mettono sulle nostre labbra e imprimono nei nostri
cuori le invocazioni di questa preghiera a Cristo: Figlio di Dio, Verbo
di Dio, Signore, Salvatore, Agnello di Dio, Re, Figlio diletto, Figlio
della Vergine, buon Pastore, nostra Vita, nostra Luce, nostra Speranza,
nostra Risurrezione, Amico degli uomini...
2666
Ma il Nome che comprende tutto è quello che il Figlio di Dio riceve
nell'Incarnazione: GESU'. Il Nome divino è indicibile dalle labbra
umane, [Cf Es 3,14; 2666 Es 33,19-23 ] ma il Verbo di Dio, assumendo la
nostra umanità, ce lo consegna e noi possiamo invocarlo: “Gesù”,
“YHWH salva” [Cf Mt 1,21 ]. Il Nome di Gesù contiene tutto: Dio e
l'uomo e l'intera Economia della creazione e della salvezza. Pregare
“Gesù” è invocarlo, chiamarlo in noi. Il suo Nome è il solo che
contiene
la Presenza
che esso significa. Gesù è risorto, e chiunque invoca il suo Nome
accoglie il Figlio di Dio che lo ha amato e ha dato se stesso per lui [Cf
Rm 10,13; At 2,21; At 3,15-16; Gal 2,20 ].
2667
Questa invocazione di fede estremamente semplice è stata sviluppata,
nella tradizione della preghiera, sotto varie forme in Oriente e in
Occidente. La formula zione più abituale, trasmessa dai monaci del
Sinai, di Siria e dell'Athos, è l'invocazione: “Gesù, Cristo, Figlio
di Dio, Signore, abbi pietà di noi, peccatori!”. Essa coniuga l'inno
cristologico di Fil 2, 6-11 con l'invocazione del pubblicano e dei
mendicanti della luce [Cf Mc 10,46-52; Lc 18,13 ]. Mediante essa il
cuore entra in sintonia con la miseria degli uomini e con la
misericordia del loro Salvatore.
2668 L
'invocazione del santo Nome di Gesù è la via più semplice della
preghiera continua. Ripetuta spesso da un cuore umilmente attento, non
si disperde in fiumi di parole, [Cf Mt 6,7 ] ma custodisce
la Parola
e produce frutto con la perseveranza [Cf Lc 8,15 ]. Essa è possibile
“in ogni tempo”, giacché non è un'occupazione accanto ad un'altra,
ma l'unica occupazione, quella di amare Dio, che anima e trasfigura ogni
azione in Cristo Gesù.
2669
La preghiera della Chiesa venera e onora il Cuore di Gesù, come invoca
il suo santissimo Nome. Essa adora il Verbo incarnato e il suo Cuore
che, per amore degli uomini, si è lasciato trafiggere dai nostri
peccati. La preghiera cristiana ama seguire la via della croce (Via
Crucis) sulle orme del Salvatore. Le stazioni dal Pretorio al Golgota e
alla Tomba scandiscono il cammino di Gesù, che con la sua santa Croce
ha redento il mondo.
“Vieni,
Santo Spirito”
2670
“Nessuno può dire "Gesù è Signore" se non sotto l'azione
dello Spirito Santo” ( 1Cor 12,3 ). Ogni volta che incominciamo a
pregare Gesù, è lo Spirito Santo che, con la sua grazia preveniente,
ci attira sul cammino della preghiera. Poiché egli ci insegna a pregare
ricordandoci Cristo, come non pregare lui stesso? Ecco perché
la Chiesa
ci invita ad implorare ogni giorno lo Spirito Santo, soprattutto
all'inizio e al termine di qualsiasi azione importante.
Se
lo Spirito non deve essere adorato, come mi divinizza mediante il
Battesimo? E se deve essere adorato, non deve essere oggetto di un culto
particolare? [San Gregorio Nazianzeno, Orationes theologicae, 5, 28: PG
36, 165C]
2671
La forma tradizionale di chiedere lo Spirito è invocare il Padre per
mezzo di Cristo nostro Signore perché ci doni lo Spirito Consolatore [Cf
Lc 11,13 ]. Gesù insiste su questa domanda nel suo Nome nel momento
stesso in cui promette il dono dello Spirito di Verità [Cf Gv 14,16-17;
Gv 15,26; Gv 16,13 ]. Ma la preghiera più semplice e più diretta è
anch'essa tradizionale: “Vieni, Santo Spirito”, e ogni tradizione
liturgica l'ha sviluppata in antifone e inni:
Vieni,
Santo Spirito, riempi il cuore dei tuoi fedeli e accendi in essi il
fuoco del tuo amore [Sequenza di Pentecoste].
Re
celeste, Spirito Consolatore, Spirito di Verità, che sei presente
ovunque e tutto riempi, tesoro di ogni bene e sorgente della Vita,
vieni, abita in noi, purificaci e salvaci, Tu che sei Buono! [Liturgia
bizantina, Tropario dei Vespri di Pentecoste]
2672
Lo Spirito Santo, la cui Unzione impregna tutto il nostro essere, è il
Maestro interiore della preghiera cristiana. E' l'artefice della
tradizione vivente della preghiera. Indubbiamente, vi sono tanti cammini
di preghiera quanti sono coloro che pregano, ma è lo stesso Spirito che
agisce in tutti e con tutti. E' nella comunione dello Spirito Santo che
la preghiera cristiana è preghiera nella Chiesa.
In
comunione con
la Santa Madre
di Dio
2673
Nella preghiera, lo Spirito Santo ci unisce alla Persona del Figlio
unigenito, nella sua Umanità glorificata. Per essa ed in essa la nostra
preghiera filiale entra in comunione, nella Chiesa, con
la Madre
di Gesù [Cf At 1,14 ].
2674
Dopo il consenso dato nella fede al momento dell'Annunciazione e
mantenuto, senza esitazione, sotto la croce, la maternità di Maria si
estende ora ai fratelli e alle sorelle del Figlio suo, “ancora
pellegrini e posti in mezzo a pericoli e affanni” [Conc. Ecum. Vat. II,
Lumen gentium, 62]. Gesù, l'unico Mediatore, è
la Via
della nostra preghiera; Maria, Madre sua e Madre nostra, è pura
trasparenza di lui: ella “mostra
la Via
” [Hodoghitria”], ne è “il Segno”, secondo l'iconografia
tradizionale in Oriente e in Occidente.
2675
E' a partire da questa singolare cooperazione di Maria all'azione dello
Spirito Santo, che le Chiese hanno sviluppato la preghiera alla santa
Madre di Dio, incentrandola sulla Persona di Cristo manifestata nei suoi
misteri. Negli innumerevoli inni e antifone in cui questa preghiera si
esprime, si alternano di solito due movimenti: l'uno “magnifica” il
Signore per le “grandi cose” che ha fatto per la sua umile serva e,
mediante lei, per tutti gli uomini; [Cf Lc 1,46-55 ] l'altro affida alla
Madre di Gesù le suppliche e le lodi dei figli di Dio, dal momento che
ora ella conosce l'umanità, che in lei è sposata dal Figlio di Dio.
2676
Questo duplice movimento della preghiera a Maria ha trovato
un'espressione privilegiata nella preghiera dell'Ave Maria:
“Ave,
Maria [rallegrati, Maria]”. Il saluto dell'angelo Gabriele apre la
preghiera dell'Ave. E' Dio stesso che, tramite il suo angelo, saluta
Maria. La nostra preghiera osa riprendere il saluto a Maria con lo
sguardo che Dio ha rivolto alla sua umile serva, [ Cf Lc 1,48 ] e ci fa
rallegrare della gioia che egli trova in lei [Cf Sof 3,17 b].
“Piena
di grazia, il Signore è con te”. Le due espressioni del saluto
dell'angelo si chiariscono reciprocamente. Maria è piena di grazia
perché il Signore è con lei. La grazia della quale è colmata è la
presenza di colui che è la sorgente di ogni grazia. “Rallegrati. . .
figlia di Gerusalemme. . . il Signore” è “in mezzo a te” ( Sof
3,14; Sof
3,17 a
). Maria, nella quale il Signore stesso prende dimora, è la
personificazione della figlia di Sion, dell'Arca dell'Alleanza, il luogo
dove abita
la Gloria
del Signore: ella è la “dimora di Dio con gli uomini” ( Ap 21,3 ).
“Piena di grazia”, Maria è interamente donata a colui che prende
dimora in lei e che lei donerà al mondo.
“Tu
sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù”.
Dopo il saluto dell'angelo, facciamo nostro quello di Elisabetta.
“Piena di Spirito Santo” ( Lc 1,41 ), Elisabetta è la prima della
lunga schiera di generazioni che chiama Maria beata: [Cf Lc 1,48 ]
“Beata colei che ha creduto. . . ” ( Lc 1,45 ); Maria è
“benedetta fra le don ne”, perché ha creduto nell'adempimento della
parola del Signore. Abramo, per la sua fede, è diventato una
benedizione per “tutte le famiglie della terra” ( Gen 12,3 ). Per la
sua fede, Maria è diventata
la Madre
dei credenti, grazie alla quale tutte le nazioni della terra ricevono
colui che è la benedizione stessa di Dio: Gesù, il frutto benedetto
del suo grembo.
2677
“Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi. . . ”. Con Elisabetta ci
meravigliamo: “A che debbo che
la Madre
del mio Signore venga a me?” ( Lc 1,43 ). Maria, poiché ci dona Gesù,
suo figlio, è
la Madre
di Dio e
la Madre
nostra; possiamo confidarle tutte le nostre preoccupazioni e le nostre
implorazioni: ella prega per noi come ha pregato per sé: “Avvenga di
me quello che hai detto” ( Lc 1,38 ). Affidandoci alla sua preghiera,
con lei ci abbandoniamo alla volontà di Dio: “Sia fatta la tua volontà”.
“Prega
per noi, peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte”. Chiedendo a
Maria di pregare per noi, ci riconosciamo poveri peccatori e ci
rivolgiamo alla “Madre della misericordia”, alla Tutta Santa. Ci
affidiamo a lei “adesso”, nell'oggi delle nostre esistenze. E la
nostra fiducia si dilata per consegnare a lei, fin da adesso, “l'ora
della nostra morte”. Maria sia ad essa presente come alla morte in
croce del Figlio suo, e nell'ora del nostro transito ci accolga come
nostra Madre, [Cf Gv 19,27 ] per condurci al suo Figlio Gesù, in
Paradiso.
2678
La pietà medievale dell'Occidente ha sviluppato la preghiera del
Rosario, sostitutiva per il popolo della Preghiera delle Ore. In
Oriente, la forma litanica dell'Acatisto e della Paraclisis è rimasta
più vicina all'ufficio corale delle Chiese bizantine, mentre le
tradizioni armena, copta e siriaca, hanno preferito gli inni e i cantici
popolari in onore della Madre di Dio. Ma nell'Ave Maria, nelle theotokia,
negli inni di sant'Efrem o di san Gregorio di Narek, la tradizione della
preghiera rimane fondamentalmente la stessa.
2679
Maria è l'Orante perfetta, figura della Chiesa. Quando la preghiamo,
con lei aderiamo al Disegno del Padre, che manda il Figlio suo per
salvare tutti gli uomini. Come il discepolo amato, prendiamo con noi [Cf
ibid]
la Madre
di Gesù, diventata
la Madre
di tutti i viventi. Possiamo pregare con lei e pregarla. La preghiera
della Chiesa è come sostenuta dalla preghiera di Maria, alla quale è
unita nella speranza [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 68-69]
In
sintesi
2680
La preghiera è principalmente rivolta al Padre; tuttavia essa è
indirizzata anche a Gesù, soprattutto attraverso l'invocazione del suo
santo Nome: “Gesù, Cristo, Figlio di Dio, Signore, abbi pietà di
noi, peccatori!”.
2681
“Nessuno può dire "Gesù è Signore" se non sotto l'azione
dello Spirito Santo” ( 1Cor 12,3 ) .
La Chiesa
ci esorta a invocare lo Spirito Santo come il Maestro interiore della
preghiera cristiana.
2682 In
forza della sua singolare cooperazione all'azione dello Spirito Santo,
la Chiesa
ama pregare in comunione con
la Vergine Maria
, per magnificare con lei le grandi cose che Dio in lei ha fatto e per
affidarle suppliche e lodi.
Articolo
3
GUIDE
PER
LA PREGHIERA
Una
nube di testimoni
2683
I testimoni che ci hanno preceduto nel Regno, [Cf Eb 12,1 ] specialmente
coloro che
la Chiesa
riconosce come “santi”, partecipano alla tradizione vivente della
preghiera, mediante l'esempio della loro vita, la trasmissione dei loro
scritti e la loro preghiera oggi. Essi contemplano Dio, lo lodano e non
cessano di prendersi cura di coloro che hanno lasciato sulla terra.
Entrando nella “gioia” del loro Signore, essi sono stati stabiliti
“su molto” [Cf Mt 25,21 ]. La loro intercessione è il più alto
servizio che rendono al Disegno di Dio. Possiamo e dobbiamo pregarli
d'intercedere per noi e per il mondo intero.
2684
Nella comunione dei santi si sono sviluppate, lungo la storia delle
Chiese, diverse spiritualità. Il carisma personale di un testimone
dell'Amore di Dio per gli uomini si è potuto trasmettere, come “lo
spirito” di Elia a Eliseo [Cf 2Re 2,9 ] e a Giovanni Battista, [Cf Lc
1,17 ] perché alcuni discepoli avessero parte a tale spirito [Cf Conc.
Ecum. Vat. II, Perfectae caritatis, 2]. Una spiritualità è anche alla
confluenza di altre correnti, liturgiche e teologiche, e testimonia
dell'inculturazione della fede in un contesto umano e nella sua storia.
Le spiritualità cristiane partecipano alla tradizione vivente della
preghiera e sono guide indispensabili per i fedeli. Esse, nella loro
ricca diversità, riflettono l'unica e pura Luce dello Spirito Santo.
Lo
Spirito è veramente il luogo dei santi, e per lo Spirito il santo è
una dimora particolarmente adatta, poiché il santo si offre ad abitare
con Dio ed è chiamato suo tempio [San Basilio di Cesarea, Liber de
Spiritu Sancto, 26, 62: PG 32, 184A].
Servitori
della preghiera
2685
La famiglia cristiana è il primo luogo dell'educazione alla preghiera.
Fondata sul sacramento del Matrimonio, essa è “
la Chiesa
domestica” dove i figli di Dio imparano a pregare “come Chiesa” e
a perseverare nella preghiera. Per i fanciulli in particolare, la
preghiera familiare quotidiana è la prima testimonianza della memoria
vivente della Chiesa pazientemente risvegliata dallo Spirito Santo.
2686
I ministri ordinati sono anch'essi responsabili della formazione alla
preghiera dei loro fratelli e delle loro sorelle in Cristo. Servitori
del buon Pastore, essi sono ordinati per guidare il popolo di Dio alle
vive sorgenti della preghiera:
la Parola
di Dio,
la Liturgia
, la vita teologale, l'Oggi di Dio nelle situazioni concrete [Cf Conc.
Ecum. Vat. II, Presbyterorum ordinis, 4-6].
2687
Numerosi religiosi hanno dedicato l'intera loro vita alla preghiera.
Dopo gli anacoreti del deserto d'Egitto, eremiti, monaci e monache hanno
consacrato il loro tempo alla lode di Dio e all'intercessione per il suo
popolo. La vita consacrata non si sostiene e non si diffonde senza la
preghiera; questa è una delle vive sorgenti della contemplazione e
della vita spirituale nella Chiesa.
2688
La catechesi dei fanciulli, dei giovani e degli adulti mira a che
la Parola
di Dio sia meditata nella preghiera personale, sia attualizzata nella
preghiera liturgica ed interiorizzata in ogni tempo perché dia il suo
frutto in una vita nuova. La catechesi rappresenta anche il momento in
cui la pietà popolare può essere vagliata ed educata [Cf Giovanni
Paolo II, Esort. ap. Catechesi tradendae, 54]. La memorizzazione delle
preghiere fondamentali offre un supporto indispensabile alla vita della
preghiera, però è di somma importanza che se ne faccia gustare il
senso [Cf ibid., 55].
2689
I gruppi di preghiera, come pure le “scuole di preghiera” sono,
oggi, uno dei segni e uno degli stimoli al rinnovamento della preghiera
nella Chiesa, a condizione che si attinga alle fonti autentiche della
preghiera cristiana. La sollecitudine per la comunione è segno della
vera preghiera nella Chiesa.
2690
Lo Spirito Santo dà ad alcuni fedeli doni di saggezza, di fede e di
discernimento in vista di quel bene comune che è la preghiera
(direzione spirituale). Gli uomini e le donne che ne sono dotati sono
veri servitori della vivente tradizione della preghiera:
Per
questo l'anima che vuole progredire nella perfezione, deve, secondo il
consiglio di san Giovanni della Croce, “guardare attentamente in quali
mani si mette perché il discepolo sarà uguale al maestro, il figlio al
padre”. E ancora: “E' necessario che [la guida] sia saggia, prudente
e ricca di esperienza. . . Se i direttori non hanno anche l'esperienza
di quanto è più sublime, mai riusciranno ad incamminarvi le anime,
allorché Dio ve le vorrà condurre”, anzi non le comprenderanno
neppure [Cf San Giovanni della Croce, Fiamma viva d'amore, strofa 3].
Luoghi
favorevoli alla preghiera
2691
La chiesa, casa di Dio, è il luogo proprio della preghiera liturgica
per la comunità parrocchiale. E' anche il luogo privilegiato
dell'adorazione della presenza reale di Cristo nel Santissimo
Sacramento. La scelta di un luogo adatto non è indifferente alla verità
della preghiera:
-
per la preghiera personale, questo luogo può essere un “angolo di
preghiera”, con
la Sacra Scrittura
e delle icone, per essere là, “nel segreto” davanti al nostro Padre
[Cf Mt 6,6 ]. In una famiglia cristiana, questa specie di piccolo
oratorio favorisce la preghiera in comune;
-
nelle regioni in cui ci sono monasteri, è vocazione di queste comunità
favorire condivisione della Preghiera delle Ore con i fedeli e
permettere la solitudine necessaria ad una preghiera personale più
intensa; [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Perfectae caritatis, 7]
-
i pellegrinaggi evocano il nostro cammino sulla terra verso il cielo.
Sono tradizionalmente tempi forti di rinnovamento della preghiera. I
santuari, per i pellegrini che sono alla ricerca delle loro vive
sorgenti, sono luoghi eccezionali per vivere “come Chiesa” le forme
della preghiera cristiana.
In
sintesi
2692
Nella sua preghiera
la Chiesa
pellegrina sulla terra è unita a quella dei santi, dei quali chiede
l'intercessione.
2693
Le varie spiritualità cristiane partecipano alla tradizione vivente
della preghiera e sono guide preziose per la vita spirituale.
2694
La famiglia cristiana è il primo luogo dell'educazione alla preghiera.
2695
I ministri ordinati, la vita consacrata, la catechesi, i gruppi di
preghiera, la “direzione spirituale” assicurano, nella Chiesa, un
aiuto per la preghiera.
2696
I luoghi più propizi per la preghiera sono l'oratorio personale o
familiare, i monasteri, i santuari meta di pellegrinaggio e,
soprattutto, la chiesa, che è il luogo proprio della preghiera
liturgica per la comunità parrocchiale e il luogo privilegiato
dell'adorazione eucaristica.
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