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PARTE
QUARTA -
LA PREGHIERA CRISTIANA
SEZIONE
PRIMA -
LA PREGHIERA NELLA
VITA CRISTIANA
CAPITOLO
TERZO -
LA VITA DI
PREGHIERA
2697
La preghiera è la vita del cuore nuovo. Deve animarci in ogni momento.
Noi, invece, dimentichiamo colui che è la nostra Vita e il nostro
Tutto. Per questo i Padri della vita spirituale, nella tradizione del
Deuteronomio e dei profeti, insistono sulla preghiera come “ricordo di
Dio”, risveglio frequente della “memoria del cuore”: “E'
necessario ricordarsi di Dio più spesso di quanto si respiri” [San
Gregorio Nazianzeno, Orationes Theologicae, 1, 4: PG 36, 16B]. Ma non si
può pregare “in ogni tempo” se non si prega in determinati momenti,
volendolo: sono i tempi forti della preghiera cristiana, per intensità
e durata.
2698
La Tradizione
della Chiesa propone ai fedeli dei ritmi di preghiera destinati ad
alimentare la preghiera continua. Alcuni sono quotidiani: la preghiera
del mattino e della sera, prima e dopo i pasti,
la Liturgia
delle Ore. La domenica, al cui centro sta l'Eucaristia, è santificata
soprattutto mediante la preghiera. Il ciclo dell'anno liturgico e le sue
grandi feste rappresentano i ritmi fondamentali della vita di preghiera
dei cristiani.
2699
Il Signore conduce ogni persona secondo strade e modi che a lui
piacciono. Ogni fedele, a sua volta, gli risponde secondo la risoluzione
del proprio cuore e le espressioni personali della propria preghiera.
Tuttavia la tradizione cristiana ha conservato tre espressioni maggiori
della vita di preghiera: la preghiera vocale, la meditazione, la
preghiera contemplativa. Esse hanno in comune un tratto fondamentale: il
raccoglimento del cuore. Tale vigilanza nel custodire
la Parola
e nel rimanere alla presenza di Dio fa di queste tre espressioni dei
momenti forti della vita di preghiera.
Articolo
1
LE
ESPRESSIONI DELLA PREGHIERA
I.
La preghiera vocale
2700
Con la sua Parola Dio parla all'uomo. E la nostra preghiera prende corpo
mediante parole, mentali o vocali. Ma la cosa più importante è la
presenza del cuore a colui al quale parliamo nella preghiera. “Che la
nostra preghiera sia ascoltata dipende non dalla quantità delle parole,
ma dal fervore delle nostre anime” [San Giovanni Crisostomo, Eclogae
ex diversis homiliis, 2: PG 63, 583A].
2701
La preghiera vocale è una componente indispensabile della vita
cristiana. Ai discepoli, attratti dalla preghiera silenziosa del loro
Maestro, questi insegna una preghiera vocale: il “Padre nostro”. Gesù
non ha pregato soltanto con le preghiere liturgiche della sinagoga; i
Vangeli ce lo presentano mentre esprime ad alta voce la sua preghiera
personale, dalla esultante benedizione del Padre, [Cf Mt 11,25-26 ] fino
all'angoscia del Getsemani [Cf Mc 14,36 ].
2702
Il bisogno di associare i sensi alla preghiera interiore risponde ad una
esigenza della natura umana. Siamo corpo e spirito, e quindi avvertiamo
il bisogno di tradurre esteriormente i nostri sentimenti. Dobbiamo
pregare con tutto il nostro essere per dare alla nostra supplica la
maggior forza possibile.
2703
Questo bisogno risponde anche ad una esigenza divina. Dio cerca
adoratori in Spirito e Verità, e, conseguentemente, la preghiera che
sale viva dalle profondità dell'anima. Vuole anche l'espressione
esteriore che associa il corpo alla preghiera interiore, affinché la
preghiera gli renda l'omaggio perfetto di tutto ciò a cui egli ha
diritto.
2704
Essendo esteriore e così pienamente umana, la preghiera vocale è per
eccellenza la preghiera delle folle. Ma anche la più interiore delle
preghiere non saprebbe fare a meno della preghiera vocale. La preghiera
diventa interiore nella misura in cui prendiamo coscienza di colui “al
quale parliamo” [Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione, 26].
Allora la preghiera vocale diventa una prima forma della preghiera
contemplativa.
II.
La meditazione
2705
La meditazione è soprattutto una ricerca. Lo spirito cerca di
comprendere il perché e il come della vita cristiana, per aderire e
rispondere a ciò che il Signore chiede. Ci vuole un'attenzione
difficile da disciplinare. Abitualmente ci si aiuta con qualche libro, e
ai cristiani non mancano:
la Sacra Scrittura
, particolarmente il Vangelo, le sante icone, i testi liturgici del
giorno o del tempo, gli scritti dei Padri della vita spirituale, le
opere di spiritualità, il grande libro della creazione e quello della
storia, la pagina dell'“Oggi” di Dio.
2706
Meditare quanto si legge porta ad appropriarsene, confrontandolo con se
stessi. Qui si apre un altro libro: quello della vita. Si passa dai
pensieri alla realtà. A misura dell'umiltà e della fede che si ha, vi
si scoprono i moti che agitano il cuore e li si può discernere. Si
tratta di fare la verità per venire alla Luce: “Signore, che cosa
vuoi che io faccia?”.
2707
I metodi di meditazione sono tanti quanti i maestri spirituali. Un
cristiano deve meditare regolarmente, altrimenti rassomiglia ai tre
primi terreni della parabola del seminatore [Cf Mc 4,4-7; 2707 Mc
4,15-19 ]. Ma un metodo non è che una guida; l'importante è avanzare,
con lo Spirito Santo, sull'unica via della preghiera: Cristo Gesù.
2708
La meditazione mette in azione il pensiero, l'immaginazione, l'emozione
e il desiderio. Questa mobilitazione è necessaria per approfondire le
convinzioni di fede, suscitare la conversione del cuore e rafforzare la
volontà di seguire Cristo. La preghiera cristiana di preferenza si
sofferma a meditare “i misteri di Cristo”, come nella “lectio
divina” o nel Rosario. Questa forma di riflessione orante ha un grande
valore, ma la preghiera cristiana deve tendere più lontano: alla
conoscenza d'amore del Signore Gesù, all'unione con lui.
III.
La preghiera contemplativa
2709
Che cosa è la preghiera contemplativa? Santa Teresa risponde:
“L'orazione mentale, a mio parere, non è che un intimo rapporto di
amicizia, nel quale ci si intrattiene spesso da solo a solo con quel Dio
da cui ci si sa amati” [Santa Teresa di Gesù, Libro della mia vita,
8].
La
preghiera contemplativa cerca “l'amore dell'anima mia” ( Ct 1,7 ) [
Cf Ct 3,1-4 ]. E' Gesù e, in lui, il Padre. Egli è cercato, perché il
desiderio è sempre l'inizio dell'amore, ed è cercato nella fede pura,
quella fede che ci fa nascere da lui e vivere in lui. Si può meditare
anche nella preghiera contemplativa, ma lo sguardo è rivolto al
Signore.
2710
La scelta del tempo e della durata della preghiera contemplativa dipende
da una volontà determinata, rivelatrice dei segreti del cuore. Non si
fa orazione quando si ha tempo: si prende il tempo di essere per il
Signore, con la ferma decisione di non riprenderglielo lungo il cammino,
qualunque siano le prove e l'aridità dell'incontro. Non si può
meditare sempre; sempre si può entrare in orazione, indipendentemente
dalle condizioni di salute, di lavoro o di sentimento. Il cuore è il
luogo della ricerca e dell'incontro, nella povertà e nella fede.
2711 L
' entrata in orazione è analoga a quella della Liturgia eucaristica:
“raccogliere” il cuore, concentrare tutto il nostro essere sotto
l'azione dello Spirito Santo, abitare la dimora del Signore che siamo
noi, ridestare la fede per entrare nella Presenza di colui che ci
attende, far cadere le nostre maschere e rivolgere il nostro cuore verso
il Signore che ci ama, al fine di consegnarci a lui come un'offerta da
purificare e da trasformare.
2712
La preghiera contemplativa è la preghiera del figlio di Dio, del
peccatore perdonato che si apre ad accogliere l'amore con cui è amato e
che vuole corrispondervi amando ancora di più [Cf Lc 7,36-50; Lc
19,1-10 ]. Ma egli sa che l'amore con cui risponde è quello che lo
Spirito effonde nel suo cuore; infatti, tutto è grazia da parte di Dio.
La preghiera contemplativa è l'abbandono umile e povero all'amorosa
volontà del Padre in unione sempre più profonda con il Figlio suo
diletto.
2713
Così la preghiera contemplativa è la più semplice espressione del
mistero della preghiera. La preghiera contemplativa è un dono, una
grazia; non può essere accolta che nell'umiltà e nella povertà. La
preghiera contemplativa è un rapporto di alleanza, concluso da Dio
nella profondità del nostro essere [Cf Ger 31,33 ]. La preghiera
contemplativa è comunione: in essa
la Santissima Trinità
conforma l'uomo, immagine di Dio, “a sua somiglianza”.
2714
La preghiera contemplativa è anche il tempo forte per eccellenza della
preghiera. Durante l'orazione, il Padre ci rafforza potentemente con il
suo Spirito nell'uomo interiore, perché Cristo abiti per la fede nei
nostri cuori e noi veniamo radicati e fondati nella carità [Cf Ef
3,16-17 ].
2715
La preghiera contemplativa è sguardo
di fede fissato su Gesù. “Io lo guardo ed egli mi guarda”
diceva al tempo del suo santo curato, il contadino d'Ars in preghiera
davanti al Tabernacolo. Questa attenzione a lui è rinuncia
all'“io”. Il suo sguardo purifica il cuore. La luce dello sguardo di
Gesù illumina gli occhi del nostro cuore; ci insegna a vedere tutto
nella luce della sua verità e della sua compassione per tutti gli
uomini. La contemplazione porta il suo sguardo anche sui misteri della
vita di Cristo. In questo modo conduce alla “conoscenza interiore del
Signore” per amarlo e seguirlo di più [Cf Sant'Ignazio di Loyola,
Esercizi spirituali, 104].
2716
La preghiera contemplativa è ascolto della Parola di Dio. Lungi
dall'essere passivo, questo ascolto s'identifica con l'obbedienza della
fede, incondizionata accoglienza del servo e adesione piena d'amore del
figlio. Partecipa al “sì” del Figlio fattosi Servo e al “fiat”
della sua umile serva.
2717
La preghiera contemplativa è silenzio, “simbolo del mondo futuro” [Cf
Sant'Isacco di Ninive, Tractatus mystici, editio Bedjan, 66] o
“silenzioso amore” [San Giovanni della Croce, Parole di luce e di
amore, 2, 53]. Nella preghiera contemplativa le parole non sono
discorsi, ma come ramoscelli che alimentano il fuoco dell'amore. E' in
questo silenzio, insopportabile all'uomo “esteriore”, che il Padre
ci dice il suo Verbo incarnato, sofferente, morto e risorto, e che lo
Spirito filiale ci fa partecipare alla preghiera di Gesù.
2718
La preghiera contemplativa è unione alla preghiera di Cristo nella
misura in cui fa partecipare al suo Mistero. Il Mistero di Cristo è
celebrato dalla Chiesa nell'Eucaristia, e lo Spirito Santo lo fa vivere
nella preghiera contemplativa, affinché sia manifestato attraverso la
carità in atto.
2719
La preghiera contemplativa è una comunione d'amore portatrice di Vita
per la moltitudine, nella misura in cui è consenso a dimorare nella
notte oscura della fede.
La Notte
pasquale della Risurrezione passa attraverso quella dell'agonia e della
tomba. Sono questi tre tempi forti dell'Ora di Gesù che il suo Spirito
(e non “la carne” che “è debole”) fa vivere nella preghiera
contemplativa. E' necessario acconsentire a “vegliare un'ora” con
lui ( Mt 26,40-41 ).
In
sintesi
2720
La Chiesa
esorta i fedeli a una preghiera regolare: preghiere quotidiane, Liturgia
delle Ore, Eucaristia domenicale, feste dell'anno liturgico.
2721
La tradizione cristiana comprende tre espressioni maggiori della vita di
preghiera: la preghiera vocale, la meditazione e la preghiera
contemplativa. Esse hanno in comune il raccoglimento del cuore.
2722
La preghiera vocale, basata sull'unità del corpo e dello spirito nella
natura umana, associa il corpo alla preghiera interiore del cuore,
sull'esempio di Cristo che prega il Padre suo e insegna il “Padre
nostro” ai suoi discepoli.
2723
La meditazione è una ricerca orante che mobilita il pensiero,
l'immaginazione, l'emozione, il desiderio. Essa ha come fine
l'appropriazione nella fede del soggetto considerato, confrontato con la
realtà della propria vita.
2724 L
'orazione mentale è l'espressione semplice del mistero della preghiera.
uno sguardo di fede fissato su Gesù, un ascolto della Parola di Dio, un
silenzioso amore. Realizza l'unione alla preghiera di Cristo nella
misura in cui ci fa partecipare al suo Mistero.
Articolo
2
IL
COMBATTIMENTO DELLA PREGHIERA
2725
La preghiera è un dono della grazia e da parte nostra una decisa
risposta. Presuppone sempre uno sforzo. I grandi oranti dell'Antica
Alleanza prima di Cristo, come pure
la Madre
di Dio e i santi con lui ce lo insegnano: la preghiera è una lotta.
Contro chi? Contro noi stessi e contro le astuzie del Tentatore che fa
di tutto per distogliere l'uomo dalla preghiera, dall'unione con il suo
Dio. Si prega come si vive, perché si vive come si prega. Se non si
vuole abitualmente agire secondo lo Spirito di Cristo, non si può
nemmeno abitualmente pregare nel suo Nome. Il “combattimento
spirituale” della vita nuova del cristiano è inseparabile dal
combattimento della preghiera.
I.
Le obiezioni alla preghiera
2726
Nel combattimento della preghiera dobbiamo affrontare, in noi stessi e
intorno a noi, delle concezioni erronee della preghiera. Alcuni vedono
in essa una semplice operazione psicologica, altri uno sforzo di
concentrazione per arrivare al vuoto mentale. C'è chi la riduce ad
alcune attitudini e parole rituali. Nell'inconscio di molti cristiani,
pregare è un'occupazione incompatibile con tutto ciò che hanno da
fare: non ne hanno il tempo. Coloro che cercano Dio mediante la
preghiera si scoraggiano presto allorquando ignorano che la preghiera
viene anche dallo Spirito Santo e non solo da loro.
2727
Dobbiamo anche affrontare alcune mentalità di “questo mondo”; se
non siamo vigilanti, ci contaminano, per esempio: l'affermazione secondo
cui vero sarebbe soltanto ciò che è verificato dalla ragione e dalla
scienza (pregare è, invece, un mistero che oltrepassa la nostra
coscienza e il nostro inconscio); i valori della produzione e del
rendimento (la preghiera, improduttiva, è dunque inutile), il
sensualismo e il comfort, eretti a criteri del vero, del bene e del
bello (la preghiera, invece, “amore della Bellezza” [filocalia], è
passione per
la Gloria
del Dio vivo e vero); per reazione contro l'attivismo, ecco la preghiera
presentata come fuga dal mondo (la preghiera cristiana, invece, non è
un estraniarsi dalla storia né un divorzio dalla vita).
2728
Infine la nostra lotta deve affrontare ciò che sentiamo come nostri
insuccessi nella preghiera: scoraggiamento dinanzi alle nostre aridità,
tristezza di non dare tutto al Signore, poiché abbiamo “molti
beni”, [Cf Mc 10,22 ] delusione per non essere esauditi secondo la
nostra volontà, ferimento del nostro orgoglio che si ostina sulla
nostra indegnità di peccatori, allergia alla gratuità della preghiera,
ecc. La conclusione è sempre la stessa: perché pregare? Per vincere
tali ostacoli, si deve combattere in vista di ottenere l'umiltà, la
fiducia e la perseveranza.
II.
L'umile vigilanza del cuore
Di
fronte alle difficoltà della preghiera
2729
La difficoltà abituale della nostra preghiera è la distrazione. Può
essere relativa alle parole e al loro senso, nella preghiera vocale; può
invece riguardare, più profondamente, colui che preghiamo, nella
preghiera vocale (liturgica o personale), nella meditazione e
nell'orazione. Andare a caccia delle distrazioni equivarrebbe a cadere
nel loro tranello, mentre basta tornare al nostro cuore: una distrazione
ci rivela ciò a cui siamo attaccati, e questa umile presa di coscienza
davanti al Signore deve risvegliare il nostro amore preferenziale per
lui, offrendogli risolutamente il nostro cuore, perché lo purifichi.
Qui si situa il combattimento: nella scelta del Padrone da servire [Cf
Mt 6,21; Mt 6,24 ].
2730
Positivamente, la lotta contro il nostro io possessivo e dominatore è
la vigilanza, la sobrietà del cuore. Quando Gesù insiste sulla
vigilanza, essa è sempre relativa a lui, alla sua venuta nell'ultimo
giorno ed ogni giorno: “oggi”. Lo Sposo viene a mezzanotte; la luce
che non deve spegnersi è quella della fede: “Di Te ha detto il mio
cuore: cercate il suo Volto” ( Sal 27,8 ).
2731
Un'altra difficoltà, specialmente per coloro che vogliono sinceramente
pregare, è l' aridità. Fa parte dell'orazione nella quale il cuore è
insensibile, senza gusto per i pensieri, i ricordi e i sentimenti anche
spirituali. E' il momento della fede pura, che rimane con Gesù
nell'agonia e nella tomba. “Il chicco di grano. . . se muore, produce
molto frutto” ( Gv 12,24 ). Se l'aridità è dovuta alla mancanza di
radice, perché
la Parola
è caduta sulla pietra, il combattimento rientra nel campo della
conversione [Cf Lc 8,6; Lc 8,13 ].
Di
fronte alle tentazioni nella preghiera
2732
La tentazione più frequente, la più nascosta, è la nostra mancanza di
fede. Si manifesta non tanto in una incredulità dichiarata, quanto
piuttosto in una preferenza di fatto. Quando ci mettiamo a pregare,
mille lavori o preoccupazioni, ritenuti urgenti, si presentano come
prioritari; ancora una volta è il momento della verità del cuore e del
suo amore preferenziale. Talvolta ci rivolgiamo al Signore come
all'ultimo rifugio: ma ci crediamo veramente? Talvolta prendiamo il
Signore come alleato, ma il cuore è ancora nella presunzione. In tutti
i casi, la nostra mancanza di fede palesa che non siamo ancora nella
disposizione del cuore umile: “Senza di me non potete far nulla ” (
Gv 15,5 ).
2733
Un'altra tentazione, alla quale la presunzione apre la porta, è l'
accidia. Con questo termine i Padri della vita spirituale intendono una
forma di depressione dovuta al rilassamento dell'ascesi, ad un venir
meno della vigilanza, alla mancata custodia del cuore. “Lo spirito è
pronto, ma la carne è debole” ( Mt 26,41 ). Quanto più si cade
dall'alto, tanto più ci si fa male. Lo scoraggiamento, doloroso, è
l'opposto della presunzione. L'umile non si stupisce della propria
miseria; essa lo conduce ad una maggior fiducia, a rimaner saldo nella
costanza.
III.
La confidenza filiale
2734
La confidenza filiale è messa alla prova - e si manifesta - nella
tribolazione [Cf Rm 5,3-5 ]. La difficoltà principale riguarda la
preghiera di domanda, per sé o per gli altri nell'intercessione. Alcuni
smettono perfino di pregare perché, pensano, la loro supplica non è
esaudita. Qui si pongono due interrogativi: Perché riteniamo che la
nostra domanda non sia stata esaudita? In che modo la nostra preghiera
è esaudita, “efficace”?
Perché
lamentarci di non essere esauditi?
2735
Una costatazione dovrebbe innanzi tutto sorprenderci. Quando lodiamo Dio
o gli rendiamo grazie per i suoi benefici in generale, noi non ci
preoccupiamo affatto di sapere se la nostra preghiera gli è gradita.
Invece abbiamo la pretesa di vedere il risultato della nostra domanda.
Qual è, dunque, l'immagine di Dio che motiva la nostra preghiera: un
mezzo di cui servirci oppure il Padre di nostro Signore Gesù Cristo?
2736
Siamo convinti che “nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente
domandare” ( Rm 8,26 )? Chiediamo a Dio “i beni convenienti”? Il
Padre nostro sa di quali cose abbiamo bisogno, prima che gliele
chiediamo, [Cf Mt 6,8 ] ma aspetta la nostra domanda perché la dignità
dei suoi figli sta nella loro libertà. Pertanto è necessario pregare
con il suo Spirito di libertà, per poter veramente conoscere il suo
desiderio [ Cf Rm 8,27 ].
2737
“Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché
chiedete male, per spendere per i vostri piaceri” ( Gc 4,2-3 ) [Cf
tutto il contesto: Gc 4,1-10; Gc 1,5-8; Gc 5,16 ]. Se noi chiediamo con
un cuore diviso, adultero, [Cf Gc 4,4 ] Dio non ci può esaudire, perché
egli vuole il nostro bene, la nostra vita. “O forse pensate che
la Scrittura
dichiari invano: fino alla gelosia ci ama lo Spirito che egli ha fatto
abitare in noi?” ( Gc 4,5 ). Il nostro Dio è “geloso” di noi, e
questo è il segno della verità del suo amore. Entriamo nel desiderio
del suo Spirito e saremo esauditi:
Non
rammaricarti se non ricevi subito da Dio ciò che gli chiedi; egli vuole
beneficiarti molto di più, per la tua perseveranza nel rimanere con lui
nella preghiera [Evagrio Pontico, De oratione, 34: PG 79, 1173].
Egli
vuole che nella preghiera si eserciti il nostro desiderio, in modo che
diventiamo capaci di ricevere ciò che egli è pronto a darci [Sant'Agostino,
Epistulae 130, 8, 17: PL 33, 500].
In
che modo la nostra preghiera è efficace?
2738
La rivelazione della preghiera nell'Economia della salvezza ci insegna
che la fede si appoggia sull'azione di Dio nella storia. La confidenza
filiale è suscitata dall'azione di Dio per eccellenza:
la Passione
e
la Risurrezione
del Figlio suo. La preghiera cristiana è cooperazione alla Provvidenza
di Dio, al suo Disegno di amore per gli uomini.
2739 In
san Paolo questa confidenza è audace, [Cf Rm 10,12-13 ] fondata sulla
preghiera dello Spirito in noi e sull'amore fedele del Padre che ci ha
donato il suo unico Figlio [Cf Rm 8,26-39 ]. La trasformazione del cuore
che prega è la prima risposta alla nostra domanda.
2740
La preghiera di Gesù fa della preghiera cristiana una domanda efficace.
Egli ne è il modello, egli prega in noi e con noi. Poiché il cuore del
Figlio non cerca se non ciò che piace al Padre, come il cuore dei figli
di adozione potrebbe attaccarsi ai doni piuttosto che al Donatore?
2741
Gesù prega anche per noi, al nostro posto e in nostro favore. Tutte le
nostre domande sono state raccolte una volta per sempre nel suo Grido
sulla croce ed esaudite dal Padre nella sua Risurrezione, ed è per
questo che egli non cessa di intercedere per noi presso il Padre [Cf Eb
5,7; Eb 7,25; Eb 9,24 ]. Se la nostra preghiera è risolutamente unita a
quella di Gesù, nella confidenza e nell'audacia filiale, noi otteniamo
tutto ciò che chiediamo nel suo Nome; ben più di questa o quella cosa:
lo stesso Spirito Santo, che comprende tutti i doni.
IV.
Perseverare nell'amore
2742
“Pregate incessantemente” ( 1Ts 5,17 ), “rendendo continuamente
grazie per ogni cosa a Dio Padre nel Nome del Signore nostro Gesù
Cristo” ( Ef 5,20 ); “pregate incessantemente con ogni sorta di
preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con
ogni perseveranza e pregando per tutti i santi” ( Ef 6,18 ). “Non ci
è stato comandato di lavorare, di vegliare e di digiunare
continuamente, mentre la preghiera incessante è una legge per noi” [Evagrio
Pontico, Capita practica ad Anatolium, 49: PG 40, 1245C]. Questo ardore
instancabile non può venire che dall'amore. Contro la nostra pesantezza
e la nostra pigrizia il combattimento della preghiera è quello dell'
amore umile, confidente, perseverante. Questo amore apre i nostri cuori
su tre evidenze di fede, luminose e vivificanti:
2743
Pregare è sempre possibile: il tempo del cristiano è quello di Cristo
risorto, che è con noi “tutti i giorni” ( Mt 28,20 ), quali che
siano le tempeste [Cf Lc 8,24 ]. Il nostro tempo è nelle mani di Dio:
E'
possibile, anche al mercato o durante una passeggiata solitaria, fare
una frequente e fervorosa preghiera. E' possibile pure nel vostro
negozio, sia mentre comperate sia mentre vendete, o anche mentre
cucinate [San Giovanni Crisostomo, Eclogae ex diversis homiliis, 2: PG
63, 585A].
2744
Pregare è una necessità vitale. La prova contraria non è meno
convincente: se non ci lasciamo guidare dallo Spirito, ricadiamo sotto
la schiavitù del peccato [Cf Gal 5,16-25 ]. Come può lo Spirito Santo
essere la “nostra Vita”, se il nostro cuore è lontano da lui?
Niente
vale quanto la preghiera; essa rende possibile ciò che è impossibile,
facile ciò che è difficile. E' impossibile che cada in peccato l'uomo
che prega [San Giovanni Crisostomo, Sermones de Anna, 4, 5: PG 54, 666].
Chi
prega, certamente si salva; chi non prega certamente si danna [Sant'Alfonso
de Liguori, Del gran mezzo della preghiera].
2745
Preghiera e vita cristiana sono inseparabili, perché si tratta del
medesimo amore e della medesima abnegazione, che scaturisce dall'amore.
La medesima conformità filiale e piena d'amore al Disegno d'amore del
Padre. La medesima unione trasformante nello Spirito Santo, che sempre
più ci configura a Cristo Gesù. Il medesimo amore per tutti gli
uomini, quell'amore con cui Gesù ci ha amati. “Tutto quello che
chiederete al Padre nel mio nome ve lo concederà. Questo vi comando:
amatevi gli uni gli altri” ( Gv 15,16-17 ).
Prega
incessantemente colui che unisce la preghiera alle opere e le opere alla
preghiera. Soltanto così noi possiamo ritenere realizzabile il
principio di pregare incessantemente [Origene, De oratione, 12].
V.
La preghiera dell'Ora di Gesù
2746
Quando la sua Ora è giunta, Gesù prega il Padre [Cf Gv 17 ]. La sua
preghiera, la più lunga trasmessaci dal Vangelo, abbraccia tutta
l'Economia della creazione e della salvezza, come la sua Morte e la sua
Risurrezione. La preghiera dell'Ora di Gesù rimane sempre la sua, così
come la sua Pasqua, avvenuta “una volta per tutte”, resta presente
nella Liturgia della sua Chiesa.
2747
La tradizione cristiana a ragione la definisce la “preghiera
sacerdotale” di Gesù. E' quella del nostro Sommo Sacerdote, è
inseparabile dal suo Sacrificio, dal suo “passaggio” [pasqua] al
Padre, dove egli è interamente “consacrato” al Padre [Cf Gv 17,11;
Gv 17,13; Gv 17,19 ].
2748 In
questa preghiera pasquale, sacrificale, tutto è “ricapitolato” in
lui: [Cf Ef 1,10 ] Dio e il mondo, il Verbo e la carne, la vita eterna e
il tempo, l'amore che si consegna e il peccato che lo tradisce, i
discepoli presenti e quelli che per la loro parola crederanno in lui,
l'annientamento e
la Gloria. E'
la preghiera dell'Unità.
2749
Gesù ha portato a pieno compimento l'opera del Padre, e la sua
preghiera, come il suo Sacrificio, si estende fino alla consumazione dei
tempi. La preghiera dell'Ora riempie gli ultimi tempi e li porta verso
la loro consumazione. Gesù, il Figlio al quale il Padre ha dato tutto,
è interamente consegnato al Padre, e, al tempo stesso, si esprime con
una libertà sovrana [Cf Gv 17,11; Gv 17,13; Gv 17,19; Gv 17,24 ] per il
potere che il Padre gli ha dato sopra ogni essere umano. Il Figlio, che
si è fatto Servo, è il Signore, il Pantocratore. Il nostro Sommo
Sacerdote che prega per noi è anche colui che prega in noi e il Dio che
ci esaudisce.
2750
E' entrando nel santo Nome del Signore Gesù che noi possiamo
accogliere, dall'interno, la preghiera che egli ci insegna: “Padre
nostro!”. La sua “preghiera sacerdotale” ispira, dall'interno, le
grandi domande del Pater: la sollecitudine per il Nome del Padre, [Cf Gv
17,6; Gv 17,11; Gv 17,12; 2750 Gv 17,26 ] la passione per il suo Regno (
la Gloria
), [Cf Gv 17,1; Gv 17,5; Gv 17,10; Gv 17,22; 2750 Gv 17,23-26 ] il
compimento della volontà del Padre, del suo Disegno di salvezza [Cf Gv
17,2; Gv 17,4; 2750 Gv 17,6; Gv 17,9; Gv 17,11; Gv 17,12; Gv 17,24 ] e
la liberazione dal male [Cf Gv 17,15 ].
2751
Infine è in questa preghiera che Gesù ci rivela e ci dona la
“conoscenza” indissociabile del Padre e del Figlio, [Cf Gv 17,3; Gv
17,6-10; Gv 17,25 ] che è il mistero stesso della Vita di preghiera.
In
sintesi
2752
La preghiera suppone uno sforzo e una lotta contro noi stessi e contro
le insidie del Tentatore. Il combattimento della preghiera è
inseparabile dal “combattimento spirituale”, necessario per agire
abitualmente secondo lo Spirito di Cristo: si prega come si vive, perché
si vive come si prega.
2753
Nel combattimento della preghiera dobbiamo affrontare concezioni
erronee, varie mentalità diffuse, l'esperienza dei nostri insuccessi. A
queste tentazioni, che inducono a dubitare dell'utilità e perfino della
possibilità della preghiera, occorre rispondere con l'umiltà, la
confidenza e la perseveranza.
2754
Le principali difficoltà nell'esercizio della preghiera sono la
distrazione e l'aridità. Il rimedio si trova nella fede, nella
conversione e nella custodia del cuore.
2755
Due tentazioni frequenti minacciano la preghiera: la mancanza di fede e
l'accidia, che è una forma di depressione, dovuta al rilassamento
dell'ascesi, e che porta allo scoraggiamento.
2756
La confidenza filiale viene messa alla prova quando abbiamo la
sensazione di non essere sempre esauditi. Il Vangelo ci invita a
interrogarci sulla conformità della nostra preghiera al desiderio dello
Spirito.
2757
“Pregate incessantemente” ( 1Ts 5,17 ). E' sempre possibile pregare.
Anzi, è una necessità vitale. Preghiera e vita cristiana sono
inseparabili.
2758
La preghiera dell'Ora di Gesù, detta a ragione “preghiera
sacerdotale” , [Cf Gv 17 ] ricapitola l'intera Economia della
creazione e della salvezza. Essa ispira le grandi petizioni del “Padre
nostro”.
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