DOMENICA
DELLE PALME (A)
Antifona
d'Ingresso
Sei
giorni prima
della
solenne celebrazione della Pasqua,
quando
il Signore entrò in Gerusalemme,
gli
andarono incontro i fanciulli:
portavano
in mano rami di palma,
e
acclamavano a gran voce:
Osanna
nell'alto dei cieli:
Gloria
a te che vieni,
pieno
di bontà e di misericordia.
Sollevate,
porte, i vostri frontali,
alzatevi,
porte antiche,
ed
entri il re della gloria.
Chi
è questo re della gloria?
Il
Signore degli eserciti è il re della gloria.
Osanna
nell'alto dei cieli:
Gloria
a te che vieni,
pieno
di bontà e di misericordia.
Colletta
Dio
onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il
Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino
alla morte di croce, fà che abbiamo sempre presente il grande
insegnamento della sua passione, per partecipare alla gloria della
risurrezione. Egli è Dio...
I
Lettura
Is
50, 4-7
Il
Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati, perché io sappia
indirizzare allo sfiduciato una parola. Ogni mattina fa attento il
mio orecchio perché io ascolti come gli iniziati. Il Signore Dio
mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi
sono tirato indietro.
Ho
presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi
strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e
agli sputi.
Il
Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo
rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare
deluso.
Salmo
Sal
21
Mio
Dio, mio Dio,
perchè
mi hai abbandonato?
Mi
scherniscono quelli che mi vedono,
storcono
le labbra, scuotono il capo:
“
Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo
liberi, se è suo amico “.
Un
branco di cani mi circonda,
mi
assedia una banda di malvagi;
hanno
forato le mie mani e i miei piedi,
posso
contare tutte le mie ossa.
Si
dividono le mie vesti,
sul
mio vestito gettano la sorte.
Ma
tu, Signore, non stare lontano,
mia
forza, accorri in mio aiuto.
Annunzuerò
il tuo nome ai miei fratelli,
ti
loderò in mezzo all'assemblea.
Lodate
il Signore, voi che lo temete,
gli
dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo
tema tutta la stirpe di Israele.
II
Lettura
Fil
2, 6-11
Cristo
Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro
geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente
fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha
esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro
nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei
cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù
Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.
Vangelo
Gloria
e lode a te, o Cristo!
Per
noi Cristo si è fatto obbediente
fino
alla morte, e alla morte di croce.
Per
questo Dio l'ha esaltato
e
gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome.
Gloria
e lode a te, o Cristo!
Mt
26, 14 - 27, 66
In
quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai
sommi sacerdoti e disse: “Quanto mi volete dare perché io ve lo
consegni? “. E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da
quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo. Il
primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e
gli dissero: “Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la
Pasqua?”. Ed egli rispose: “Andate in città, da un tale, e
ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò
la Pasqua da te con i miei discepoli”. I discepoli fecero come
aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta
la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse:
“In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà”. Ed essi,
addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli:
“Sono forse io, Signore?”. Ed egli rispose: “Colui che ha
intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio
dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal
quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo
se non fosse mai nato!”. Giuda, il traditore, disse: “Rabbì,
sono forse io?”. Gli rispose: “Tu l'hai detto”.
Ora,
mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la
benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo:
“Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”. Poi prese il
calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo:
“Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza,
versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da
ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in
cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio”.
E
dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Allora Gesù disse loro: “Voi tutti vi scandalizzerete per causa
mia in questa notte. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e
saranno disperse le pecore del gregge, ma dopo la mia
risurrezione, vi precederò in Galilea”.
E
Pietro gli disse: “Anche se tutti si scandalizzassero di te, io
non mi scandalizzerò mai”. Gli disse Gesù: “In verità ti
dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi
rinnegherai tre volte”. E Pietro gli rispose: “Anche se
dovessi morire con te, non ti rinnegherò”. Lo stesso dissero
tutti gli altri discepoli.
Allora
Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai
discepoli: “Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare”. E
presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a
provare tristezza e angoscia. Disse loro: “La mia anima è
triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me”. E
avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava
dicendo: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice!
Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”. Poi tornò dai
discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: “Così
non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me? Vegliate e
pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la
carne è debole”. E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo:
“Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io
lo beva, sia fatta la tua volontà”. E tornato di nuovo trovò i
suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti. E
lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta,
ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse
loro: “Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l'ora nella
quale il Figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori.
Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina”.
Mentre
parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una
gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e
dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro questo
segnale dicendo: “Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!”. E
subito si avvicinò a Gesù e disse: “Salve, Rabbì!”. E lo
baciò. E Gesù gli disse: “Amico, per questo sei qui!”.
Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo
arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa
mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote
staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: “Rimetti la
spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada
periranno di spada. Pensi forse che io non possa pregare il Padre
mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? Ma
come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così
deve avvenire?”. In quello stesso momento Gesù disse alla
folla: “Siete usciti come contro un brigante, con spade e
bastoni, per catturarmi. Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad
insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto
perché si adempissero le Scritture dei profeti”. Allora tutti i
discepoli, abbandonatolo, fuggirono.
Or
quelli che avevano arrestato Gesù, lo condussero dal sommo
sacerdote Caifa, presso il quale gia si erano riuniti gli scribi e
gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito da lontano fino al
palazzo del sommo sacerdote; ed entrato anche lui, si pose a
sedere tra i servi, per vedere la conclusione.
I
sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa
testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte; ma non
riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti
falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che
affermarono: “Costui ha dichiarato: Posso distruggere il tempio
di Dio e ricostruirlo in tre giorni”. Alzatosi il sommo
sacerdote gli disse: “Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano
costoro contro di te?”. Ma Gesù taceva. Allora il sommo
sacerdote gli disse: “Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché
ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio”. “Tu l'hai
detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico: d'ora innanzi vedrete
il Figlio dell'uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi
del cielo”.
Allora
il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: “Ha
bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco,
ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?”. E quelli
risposero: “E` reo di morte!”. Allora gli sputarono in faccia
e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, dicendo: “Indovina,
Cristo! Chi è che ti ha percosso?”.
Pietro
intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una serva gli si
avvicinò e disse: “Anche tu eri con Gesù, il Galileo!”. Ed
egli negò davanti a tutti: “Non capisco che cosa tu voglia
dire”. Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e
disse ai presenti: “Costui era con Gesù, il Nazareno”. Ma
egli negò di nuovo giurando: “Non conosco quell'uomo”. Dopo
un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro:
“Certo anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!”.
Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: “Non conosco
quell'uomo!”. E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò
delle parole dette da Gesù: “Prima che il gallo canti, mi
rinnegherai tre volte”. E uscito all'aperto, pianse amaramente.
Venuto
il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo
tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire. Poi, messolo in
catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato.
Allora
Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si
pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e
agli anziani dicendo: “Ho peccato, perché ho tradito sangue
innocente”. Ma quelli dissero: “Che ci riguarda? Veditela
tu!”. Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si
allontanò e andò ad impiccarsi. Ma i sommi sacerdoti, raccolto
quel denaro, dissero: “Non è lecito metterlo nel tesoro,
perché è prezzo di sangue”. E tenuto consiglio, comprarono con
esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri.
Perciò
quel campo fu denominato "Campo di sangue” fino al giorno
d'oggi. Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta
Geremia: E presero trenta denari d'argento, il prezzo del venduto,
che i figli di Israele avevano mercanteggiato, e li diedero per il
campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.
Gesù
intanto comparve davanti al governatore, e il governatore
l'interrogò dicendo: “Sei tu il re dei Giudei?”. Gesù
rispose “Tu lo dici”. E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti
e gli anziani, non rispondeva nulla. Allora Pilato gli disse:
“Non senti quante cose attestano contro di te?”. Ma Gesù non
gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del
governatore.
Il
governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare
al popolo un prigioniero, a loro scelta. Avevano in quel tempo un
prigioniero famoso, detto Barabba. Mentre quindi si trovavano
riuniti, Pilato disse loro: “Chi volete che vi rilasci: Barabba
o Gesù chiamato il Cristo?”. Sapeva bene infatti che glielo
avevano consegnato per invidia.
Mentre
egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: “Non
avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata
in sogno, per causa sua”. Ma i sommi sacerdoti e gli anziani
persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù.
Allora il governatore domandò: “Chi dei due volete che vi
rilasci?”. Quelli risposero: “Barabba!”. Disse loro Pilato:
“Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”. Tutti gli
risposero: “Sia crocifisso!”. Ed egli aggiunse: “Ma che male
ha fatto?”. Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!”. Pilato,
visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre
più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla:
“Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela
voi!”. E tutto il popolo rispose: “Il suo sangue ricada sopra
di noi e sopra i nostri figli”. Allora rilasciò loro Barabba e,
dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché
fosse crocifisso. Allora i soldati del governatore condussero
Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte.
Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata
una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella
destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano:
“Salve, re dei Giudei!”. E sputandogli addosso, gli tolsero di
mano la canna e lo percuotevano sul capo.
Dopo
averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero
indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.
Mentre
uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo
costrinsero a prender su la croce di lui. Giunti a un luogo detto
Gòlgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino
mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere.
Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti
tirandole a sorte. E sedutisi, gli facevano la guardia. Al di
sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua
condanna: “Questi è Gesù, il re dei Giudei”. Insieme con lui
furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E
quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e
dicendo: “Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre
giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla
croce!”. Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo
schernivano: “Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso.
E` il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha
confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto
infatti: Sono Figlio di Dio!”. Anche i ladroni crocifissi con
lui lo oltraggiavano allo stesso modo. La morte di Gesù.
Da
mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la
terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: “Elì, Elì,
lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché
mi hai abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei presenti
dicevano: “Costui chiama Elia”. E subito uno di loro corse a
prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna
e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: “Lascia, vediamo
se viene Elia a salvarlo!”. E Gesù, emesso un alto grido,
spirò.
Ed
ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la
terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e
molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri,
dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero
a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a
Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono
presi da grande timore e dicevano: “Davvero costui era Figlio di
Dio!”.
C'erano
anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse
avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro
Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la
madre dei figli di Zebedèo.
Venuta
la sera giunse un uomo ricco di Arimatèa, chiamato Giuseppe, il
quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Egli andò da
Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che
gli fosse consegnato. Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo
avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova,
che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran
pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti
al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria. Il giorno
seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i
sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: “Signore, ci siamo
ricordati che quell'impostore disse mentre era vivo: Dopo tre
giorni risorgerò. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino
al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e
poi dicano al popolo: E` risuscitato dai morti. Così quest'ultima
impostura sarebbe peggiore della prima!”. Pilato disse loro:
“Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete”.
Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra
e mettendovi la guardia.
Sulle
Offerte
Dio
onnipotente, la passione del tuo unico Figlio affretti il giorno
del tuo perdono; non lo meritiamo per le nostre opere, ma
l'ottenga dalla tua misericordia questo unico mirabile sacrificio.
Per Cristo nostro Signore.
Dopo
la Comunione
O
Padre, che ci hai saziati con i tuoi santi doni, e con la morte
del tuo Figlio ci fai sperare nei beni in cui crediamo, fà che
per la sua risurrezione possiamo giungere alla meta della nostra
speranza. Per Cristo nostro Signore.
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