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DOMENICA DELLA PRIMA SETTIMANA

 

PRIMI VESPRI

 

Dio, vieni a salvarmi. Gloria al Padre.

Come era nel principio. Alleluia.

 

Inno

Dio, che all'alba dei tempi

creasti la luce nuova,

accogli il nostro canto,

mentre scende la sera.

 

Veglia sopra i tuoi figli

pellegrini nel mondo;

la morte non ci colga

prigionieri del male.

 

La tua luce risplenda

nell'intimo dei cuori,

e sia pegno e primizia

della gloria dei cieli.

 

Te la voce proclami,

o Dio trino ed unico,

te canti il nostro cuore,

te adori il nostro spirito. Amen.

 

1 nt. Come incenso, o Dio, salga a te la mia preghiera.

 

Salmo 140, 1-9: Preghiera nel pericolo

Dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme con le preghiere dei santi (Ap 8, 4).

I. Il salmo 140 è una preghiera elevata a Dio mentre incombe un grande pericolo; il salmista ha la speranza che essa venga accolta come il profu­mo dell'incenso che accompagna i sacrifici del tempio.

Il. Questo salmo preannuncia il sacrificio di Cristo sulla croce, quando egli, per intercedere a favore di tutta l'umanità, levò le mani nel gesto dell'orante.

III. Anche la Chiesa ha l'altare dell'incenso, e questo altare è Cristo; anche la Chiesa brucia, al mattino e alla sera, l'incenso davanti al Signore, e questo incenso è la preghiera dei fedeli.

IV. Questa supplica richiama la domanda in­segnataci da Gesù nel Padre nostro: “Non ci in­durre in tentazione, ma liberaci dal male”. Deve quindi aiutarci a superare le prove della vita.

 

Signore, a te grido, accorri in mio aiuto; *

ascolta la mia voce quando t'invoco.

Come incenso salga a te la mia preghiera, *

le mie mani alzate come sacrificio della sera.

 

Poni, Signore, una custodia alla mia bocca, *

sorveglia la porta delle mie labbra.

 

Non lasciare che il mio cuore si pieghi al male t

e compia azioni inique con i peccatori: *

che io non gusti i loro cibi deliziosi.

 

Mi percuota il giusto e il fedele mi rimproveri, t

ma l'olio dell'empio non profumi il mio capo; *

tra le loro malvagità continui la mia preghiera.

 

Dalla rupe furono gettati i loro capi, *

che da me avevano udito dolci parole.

Come si fende e si apre la terra, *

le loro ossa furono disperse alla bocca degli inferi.

 

A te, Signore mio Dio, sono rivolti i miei occhi; *

in te mi rifugio, proteggi la mia vita.

Preservami dal laccio che mi tendono, *

dagli agguati dei malfattori.

 

Gloria al Padre e al Figlio *

e allo Spirito Santo,

Come era nel principio, e ora e sempre *

 nei secoli dei secoli. Amen.

 

1 ant. Come incenso, o Dio,

salga a te la mia preghiera.

2 ant. Mio rifugio sei tu, Signore,

mio bene sulla terra dei vivi.

 

Salmo 141: Sei tu il mio rifugio

Cristo nella passione invoca il Padre e domanda la risur­rezione sulla quale la Chiesa dei santi londa la sua fede - (cfr. Cassiodoro).

I. Il salmo 141 assicura che Dio è il rifugio nel momento del pericolo; il salmista geme e supplica il Signore, riconoscendo che solo in lui può trova­re vero conforto.

II. Tutto ciò che è annunciato dal salmo si e compiuto durante la passione di Cristo; egli infatti si è trovato nella solitudine ed ha invocato il Pa­dre per essere liberato.

III. Cristo continua la sua supplica nella Chie­sa, la quale deve superare innumerevoli difficoltà per raggiungere l'unione dell'umanità con Dio.

IV. Gesù nell'orto ha toccato per noi il fondo dell'angoscia; preghiamolo affinché ci aiuti a su­perare con fortezza le difficoltà quotidiane.

 

Con la mia voce al Signore grido aiuto, *

con la mia voce supplico il Signore:

davanti a lui effondo il mio lamento,

al suo cospetto sfogo la mia angoscia.

 

Mentre il mio spirito vien meno, *

tu conosci la mia via.

 

Nel sentiero dove cammino *

mi hanno teso un laccio.

 

Guarda a destra e vedi: *

 nessuno mi riconosce.

Non c'è per me via di scampo, *

nessuno ha cura della mia vita.

 

Io grido a te, Signore; t

dico: Sei tu il mio rifugio, *

sei tu la mia sorte nella terra dei viventi.

 

Ascolta la mia supplica: *

ho toccato il fondo dell'angoscia.

Salvami dai miei persecutori *

perché sono di me più forti.

 

Strappa dal carcere la mia vita, *

perché io renda grazie al tuo nome:

i  giusti mi faranno corona *

quando mi concederai la tua grazia. GI.

 

2 ant.   Mio rifugio sei tu, Signore, mio bene sulla terra dei vivi.

3 ant.   Il Signore Gesù si è umiliato nella morte;

 e Dio lo ha innalzato nella gloria.

 

Cantico FiI 2, 6-11: Cristo, servo di Dio

I. Il cantico, probabilmente un inno liturgico anteriore a san Paolo, presenta Cristo che si fa ser­vo di Dio; per questo viene esaltato.

Il. Ricorda i vari momenti della vita del Verbo incarnato, il quale dall'altezza più sublime, è sce­so all'umiliazione più profonda, per giungere alla gloria del Signore risorto.

III. Con il cantico di Oggi la Chiesa riconosce la preesistenza eterna di Cristo e la sua divinità; contemporaneamente ricorda che la sua umanità è stata esaltata dopo la passione e la morte.

IV. Questo cantico ci prepara alla celebrazione settimanale della risurrezione di Cristo ricordandoci che solo la via della croce conduce alla gloria.

 

Cristo Gesù, pur essendo di natura divina,  *

non considerò un tesoro geloso

la sua uguaglianza con Dio;

 

ma spogliò se stesso, t

assumendo la condizione di servo *

e divenendo simile agli uomini:

 

apparso in forma umana, umiliò se stesso t

facendosi obbediente fino alla morte *

e alla morte di croce.

 

Per questo Dio l'ha esaltato *

e gli ha dato il nome

che è al di sopra di ogni altro nome;

 

perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi *

nei cieli, sulla terra e sotto terra;

 

e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, *

a gloria di Dio Padre. Gl.

 

3 ant.   Il Signore Gesù si è umiliato nella morte;

 e Dio lo ha innalzato nella gloria.

 

Lettura breve Rm 11, 33-36

O profondità della ricchezza, della sapienza e del­la scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha potuto conoscere il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì che abbia a riceverne il contraccambio? Poi­ché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.

 

Responsorio breve

R). Quanto sono grandi * le tue opere, Signore!

Quanto sono grandi le tue opere, Signore!

 

V). Le hai fatte con bontà e sapienza le tue opere, Signore.

 

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Quanto sono grandi le tue opere, Signore!

 

Ant. al Magn.

Ha fatto cose grandi colui che è potente:

e santo è il suo nome.

 

L'anima mia magnifica il Signore *

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

 

perché ha guardato l'umiltà della sua serva. *

D'ora in poi .tutte le generazioni mi chiameranno beata.

 

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *

e Santo è il suo nome:

 

di generazione in generazione la sua misericordia *

si stende su quelli che lo temono.

 

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

 

ha rovesciato i potenti dai troni, *

 ha innalzato gli umili;

 

ha ricolmato di beni gli affamati, *

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

 

Ha soccorso Israele, suo servo, *

ricordandosi della sua misericordia,

 

come aveva promesso ai nostri padri, *

ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

 

Gloria al Padre e al Figlio *

e allo Spirito Santo.

 

Come era nel principio, e ora e sempre, *

nei secoli dei secoli. Amen.

 

Intercessioni

Eleviamo al Dio uno e trino, Padre e Figlio e Spi­rito Santo, la nostra lode e la nostra preghiera:

Assisti il tuo popolo, o Signore.

 

Dio grande e misericordioso, sorga la tua giustizia sulla terra,

- e il tuo popolo vedrà un'era di fraternita' e di pace.

 

Venga il tuo regno fra tutte le nazioni,

- e si compia il tuo disegno di salvezza anche per l'antico popolo dell'alleanza.

 

Fa' che le nostre famiglie vivano in serena adesione ai tuoi voleri e in santa armonia,

- per essere il riflesso della tua unità d'amore nel Verbo e nello Spirito.

 

Ricompensa tutti coloro che ci hanno fatto del bene:

 - dona loro il cento per uno e la vita eterna.

 

Guarda con bontà quanti sono morti a causa dell'odio, della violenza e della guerra,

- accogli tutti nel riposo eterno.

 

Padre nostro.

 

Orazione

 

Conclusione

V). Il Signore sia con voi

R). E con il tuo spirito.

 

V). Vi benedica Dio onnipotente,

       Padre + e Figlio e Spirito Santo.

R). Amen.

 

V). Andate in pace.

R). Rendiamo grazie e a Dio.

 

Nella celebrazione individuale, o quando non presiede una sacerdote o un diacono, la conclusione è la seguente:

 

V). Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.

R). Amen

 

 

DOMENICA DELLA PRIMA SETTIMANA

 

Invitatorio

 

V) Signore, apri le mie labbra

R) e la mia bocca proclami la tua lode.

 

Ant. Venite, esultiamo al Signore,

acclamiamo il Dio che ci salva, alleluia.

 

Salmo 94 - Invito a lodare Dio

Venite, applaudiamo al Signore,

acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.

Accostiamoci a lui per rendergli grazie,

a lui acclamiamo con canti di gioia. Ant.

 

Poiché grande Dio è il Signore,

grande re sopra tutti gli dèi.

Nella sua mano sono gli abissi della terra,

sono sue le vette dei monti.

Suo è il mare, egli l'ha fatto,

le sue mani hanno plasmato la terra. An!.

 

Venite, prostrati adoriamo,

in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.

Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo,

il gregge che egli conduce. Ant.

 

Ascoltate oggi la sua voce:

“Non indurite il cuore, come a Meriba,

come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri:

mi misero alla prova,

pur avendo visto le mie opere. Ant.

 

Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione

e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato,

non conoscono le mie vie;

perciò ho giurato nel mio sdegno:

Non entreranno nel luogo del mio riposo”. Ant.

 

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen. Ant.

 

 

LODI MATTUTINE

 

O Dio, vieni a salvarmi. Gloria al Padre.

Come era nel principio. Alleluia.

 

Inno

O giorno primo ed ultimo,

giorno radioso e splendido

del trionfo di Cristo!

 

Il Signore risorto

promulga per i secoli

l'editto della pace.

 

Pace fra cielo e terra,

pace fra tutti i popoli,

pace nei nostri cuori.

 

L'alleluia pasquale

risuoni nella Chiesa

pellegrina nel mondo;

 

e si unisca alla lode,

armoniosa e perenne,

dell'assemblea dei santi.

 

A te la gloria, o Cristo,

la potenza e l'onore,

nei secoli dei secoli. Amen.

 

1 ant. Dall'aurora io ti cerco, o Dio:

che io veda la tua potenza e la tua gloria,

alleluia.

 

Salmo 62, 2-9: L'anima assetata del Signore

La Chiesa ha sete del suo Salvatore, bramando di dissetarsi alla fonte dell'acqua viva che zampilla per la vita eterna (cfr. Cassiodoro).

I. Il salmo 62 dà voce all'anima assetata del Signore; un desiderio ardente sospinge il salmista egli ricerca Dio, come la terra riarsa attende l'acqua.

II. L'umanità dopo il peccato, era una terra arida e riarsa; il Figlio di Dio, incarnandosi, ha suscitato in essa il desiderio e la sete della divinità.

III. Questo salmo mette in evidenza come la Chiesa abbia sete del suo salvatore, e brami di dis­setarsi alla fonte dell'acqua viva che zampilla per la vita eterna.

IV. Siamo invitati a dissetarci alla sorgente della grazia, che la passione e la risurrezione di Cristo hanno fatto scaturire in mezzo a noi.

 

O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco, *

di te ha sete l'anima mia,

a te anela la mia carne, *

come terra deserta, arida, senz'acqua.

 

Così nel santuario ti ho cercato, *

per contemplare la tua potenza e là tua gloria.

Poiché la tua grazia vale più della vita, *

le mie labbra diranno la tua lode.

 

Così ti benedirò finché io viva, *

nel tuo nome alzerò le mie mani.

Mi sazierò come a lauto convito, *

e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.

 

Nel mio giaciglio di te mi ricordo *

penso a te nelle veglie notturne,

tu sei stato il mio aiuto; *

esulto di gioia all'ombra delle tue ali.

 

A te si stringe *

l'anima mia.

La forza della tua destra *

mi sostiene.

 

1 ant. Dall'aurora io ti cerco, o Dio:

che io veda la tua potenza e la tua gloria,

alleluia.

2 ant. Nel fuoco, con voce unanime,

i tre giovani cantavano:

Benedetto Dio, alleluia.

 

Cantico Dn 3, 57-88.56 - Ogni creatura lodi il Signore

Lodate il nostro Dio, voi tutti, suoi servi (Ap 19, 5).

I. Con il cantico, i tre fanciulli preservati dal fuoco invitano tutte le creature, iniziando da quelle celesti, ad unirsi al loro inno di lode per ringrazia­re il Signore.

II. Tutte le creature debbono lodare Dio, per­ché le ha create, e perché nel Verbo incarnato le ha unite a sé; in modo particolare debbono lodare il Signore gli uomini, redenti da Cristo.

III. La Chiesa, con questo cantico, invita tutte le creature, animate ed inanimate, a glorificare Id­dio, loro creatore, e ad innalzare la lode a Cristo, loro re.

IV. Noi, costituiti da Dio al vertice della crea­zione, dobbiamo sentire l'esigenza di lodare il Signore con questo cantico di lode, facendoci voce di ogni creatura.

 

Benedite, opere tutte del Signore, il Signore, *

lodatelo ed esaltatelo nei secoli.

Benedite, angeli del Signore, il Signore, *

benedite, cieli, il Signore.

 

Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli,

il Signore, *

benedite, potenze tutte del Signore, il Signore.

Benedite, sole e luna, il Signore, *

benedite, stelle del cielo, il Signore.

 

Benedite, piogge e rugiade, il Signore, *

benedite, o venti tutti, il Signore.

Benedite, fuoco e calore, il Signore, *

benedite, freddo e caldo, il Signore.

 

Benedite, rugiada e brina, il Signore, *

benedite, gelo e freddo, il Signore.

Benedite, ghiacci e nevi, il Signore, *

benedite, notti e giorni, il Signore.

 

Benedite, luce e tenebre, il Signore, *

benedite, folgori e nubi, il Signore.

Benedica la terra il Signore, *

lo lodi e lo esalti nei secoli.

 

Benedite, monti e colline, il Signore, *

benedite, creature tutte

che germinate sulla terra, il Signore.

Benedite, sorgenti, il Signore, *

benedite, mari e fiumi, il Signore.

 

Benedite, mostri marini

e quanto si muove nell'acqua, il Signore, *

 

benedite, uccelli tutti dell'aria, il Signore.

Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici,

il Signore, *

benedite, figli dell'uomo, il Signore.

 

Benedica Israele il Signore, *

lo lodi e lo esalti nei secoli.

Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore, *

benedite, o servi del Signore, il Signore.

 

Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore,

benedite, pii e umili di cuore, il Signore.

Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore, *

lodatelo ed esaltatelo nei secoli.

 

Benediciamo il Padre e il Figlio con lo Spirito Santo, *

lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.

Benedetto sei tu, Signore, nel firmamento del cielo, *

degno di lode e di gloria nei secoli.

 

Alla fine di questo cantico non si dice il Gloria.

 

2 ant.   Nel fuoco, con voce unanime,

i tre giovani cantavano:

Benedetto Dio, alleluia.

3 ant. I figli della Chiesa

esultino nel loro Re, alleluia.

 

Salmo 149: Festa degli amici di Dio

I figli della Chiesa, i figli del nuovo popolo esultino nel loro re, Cristo (Esichio).

I. Il salmo 149 annuncia la festa degli amici di Dio; il salmista invita il popolo ad innalzare al Signore un cantico nuovo, e a lodarlo nell'assemblea dei santi.

Il. Con le parole del salmo la Chiesa invita i suoi figli a gioire ed esultare nel Signore all'annun­cio della grande gioia del natale e della pasqua.

III.Il salmo 149 rivela anche il duplice aspetto del mistero della Chiesa, che nel medesimo tempo è“fervente nell'azione e dedita alla contemplazio­ne”, è “presente nel mondo e pellegrina” .

IV. Gloria e letizia debbono essere nostri auten­tici stati d'animo, affinché il canto nuovo nel­l'assemblea dei fedeli sia preludio dell'inno che ele­veremo con gli eletti nella gloria.

 

Cantate al Signore un canto nuovo; *

la sua lode nell'assemblea dei fedeli.

Gioisca Israele nel suo Creatore, *

esultino nel loro Re i figli di Sion.

 

Lodino il suo nome con danze,

con timpani e cetre gli cantino inni.

Il Signore ama il suo popolo,

incorona gli umili di vittoria.

 

Esultino i fedeli nella gloria,

sorgano lieti dai loro giacigli.

Le lodi di Dio sulla loro bocca *

e la spada a due tagli nelle loro mani,

 

per compiere la vendetta tra i popoli *

e punire le genti;

per stringere in catene i loro capi, *

i loro nobili in ceppi di ferro;

 

per eseguire su di essi il giudizio già scritto

questa è la gloria per tutti i suoi fedeli. Gloria.

 

3 ant.    I figli della Chiesa

esultino nel loro Re, alleluia.

 

Lettura breve

            La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all'Agnello. Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen.

 

Responsorio breve

R). Cristo, Figlio del Dio vivo,   abbi pietà di noi.

Cristo, Figlio del Dio vivo, abbi pietà di noi.

 

V). Tu che siedi alla destra del Padre,

abbi pietà di noi.

 

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Cristo, Figlio del Dio vivo, abbi pietà di noi.

 

Ant. al Ben.

Cristo, nuovo sole del mondo,

è re di luce, di giustizia e di pace.

 

Benedetto il Signore Dio d'Israele, *

perché ha visitato e redento il suo popolo,

 

e ha suscitato per noi una salvezza potente *

 nella casa di Davide, suo servo,

 

come aveva promesso *

per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:

 

salvezza dai nostri nemici, *

e dalle mani di quanti ci odiano.

 

Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri *

e si è ricordato della sua santa alleanza,

 

del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, *

di concederci, liberati dalle mani dei nemici,

 

di servirlo senza timore, in santità e giustizia *

al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

 

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo *

perché andrai innanzi al Signore

a preparargli le strade,

 

per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza *

nella remissione dei suoi peccati.

 

grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, *

per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge,

 

Come era nel principio, e ora e sempre,*

nei secoli dei secoli. Amen.

 

Invocazioni

Acclamiamo Cristo, sole di giustizia apparso all'orizzonte dell'umanità:

Signore, tu sei la vita e la salvezza nostra.

 

Creatore degli astri, noi ti consacriamo le primizie di questo giorno,

- nel ricordo della tua gloriosa risurrezione.

 

Il tuo Spirito ci insegni a compiere la tua volontà,

- e la tua sapienza ci guidi oggi e sempre.

 

Donaci di partecipare con vera fede all'assemblea del tuo popolo,

- intorno alla mensa della tua parola e del tuo corpo.

 

La tua Chiesa ti renda grazie, Signore,

- per i tuoi innumerevoli benefici.

 

Padre nostro.

 

Orazione propria

 

Conclusione

V). Il Signore sia con voi

R). E con il tuo spirito.

 

V). Vi benedica Dio onnipotente,

       Padre + e Figlio e Spirito Santo.

R). Amen.

 

V). Andate in pace.

R). Rendiamo grazie e a Dio.

 

Nella celebrazione individuale, o quando non presiede una sacerdote o un diacono, la conclusione è la seguente:

 

V). Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.

R). Amen

.

 

 

SECONDI VESPRI

 

O Dio, vieni a salvarmi. Gloria al Padre.

Come era nel principio. Alleluia.

 

Inno

O Trinità beata,

luce, sapienza, amore,

vesti del tuo splendore

il giorno che declina.

 

Te lodiamo al mattino,

te nel vespro imploriamo,

te canteremo unanimi

nel giorno che non muore. Amen.

 

1 ant. Il Signore estenderà da Sion il suo dominio,

e regnerà in eterno, alleluia.

 

Salmo 109, 1-5. 7: Il Messia, re e sacerdote

Bisogna che egli regni finché non abbia posto tutti i

suoi nemici sotto i suoi piedi (1 Cor 15, 25).

I.    Il salmo 109 si riferisce al messia, re e sacer­dote; è riconosciuto messianico anche dalla tradi­zione ebraica, che vede in esso affermati la regali­tà e il sacerdozio del messia.

Il. Gesù riallaccia, con l'offerta del pane e del vino, il sacrificio della nuova alleanza al rito di Melchisedek; questo interessa tutti i credenti, mentre i riti mosaici erano riservati agli ebrei.

III.  La Chiesa prega questo salmo nei secondi vespri di tutte le domeniche e delle solennità, per celebrare i misteri della redenzione e per parteci­pare alla gloria del suo sposo.

IV. Noi, riconciliati con il Padre mediante il sangue di Cristo, siamo resi partecipi del potere sacerdotale e regale di Gesù; dobbiamo esercitarlo nella maniera più degna.

 

Oracolo del Signore al mio Signore: *

“Siedi alla mia destra, -

 

finché io ponga i tuoi nemici

a sgabello dei tuoi piedi”.

 

Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: *

“Domina in mezzo ai tuoi nemici.

 

A te il principato nel giorno della tua potenza

tra santi splendori;

 

dal seno dell'aurora,

come rugiada, io ti ho generato”.

 

Il Signore ha giurato e non si pente:

“Tu sei sacerdote per sempre

al modo di Melchisedek”.

 

Il Signore è alla tua destra, *

annienterà i re nel giorno della sua ira.

Lungo il cammino si disseta al torrente *

e solleva alta la testa. Gl

 

1 ant. Il Signore estenderà da Sion il suo dominio,

e regnerà in eterno, alleluia.

 

2 ant. Tremò la terra e il mare

davanti al volto del Signore, alleluia.

 

Salmo 113: Meraviglie dell'esodo dall'Egitto

Quanti avete rinunziato al mondo del male, avete compiuto anche voi il vostro esodo.

I.    La prima parte del salmo 113 sottolinea le meraviglie dell'esodo; pregato prima della cena pasquale, si collegava ai prodigi di Dio nel deser­to, ricordati dal capo famiglia all'inizio del rito.

Il. L'esperienza di Dio salvatore raggiunge il punto culminante con l'incarnazione del Verbo; la pasqua di Israele ha il compimento nella pasqua di Cristo, perché allora inizia un nuovo esodo.

III. Tra la risurrezione di Cristo e il suo ritorno finale, vi è la storia della Chiesa pellegrina nel mondo; la nuova strada della salvezza si apre at­traverso le acque del battesimo.

IV.  Questo salmo ricorda la nostra liberazione dal peccato e dalla morte eterna; ci dona anche la certezza che la potenza di Dio ci sorreggerà nel nostro esodo spirituale.

 

Quando Israele uscì dall'Egitto, *

la casa di Giacobbe da un popolo barbaro,

Giuda divenne il suo santuario *

Israele il suo dominio.

 

Il mare vide e si ritrasse, *

Il Giordano si volse indietro,

i monti saltellarono come arieti, *

le colline come agnelli di un gregge.

 

Che hai tu, mare, per fuggire, *

e tu, Giordano, perché torni indietro?

 

Perché voi monti saltellate come arieti*

e voi colline come agnelli di un gregge?

 

Trema, o terra, davanti al Signore, *

davanti al Dio di Giacobbe,

che muta la rupe in un lago, *

la roccia in sorgenti d'acqua. Gl.

 

2 ant. Tremò la terra e il mare

davanti al volto del Signore, alleluia.

 

3 ant. Dio regna: a lui la gloria, alleluia, alleluia.

 

Cantico Cfr. Ap 19, 1-7: Le nozze dell'Agnello

I. Il cantico, l'ultima solenne dossologia dell'A­pocalisse, è il canto di giubilo che accompagna il trionfo di Cristo dopo la caduta di Babilonia.

Il. Cristo, capo del corpo mistico, dopo avere vinto le potenze diaboliche innalza questo inno di gloria a Dio, in nome di tutto il popolo redento.

III.  La Chiesa in questo canto di lode si associa a Cristo, pregustando la felicità preparatale in cie­lo dallo sposo divino.

IV. Noi servi di Dio, ancora in cammino verso la meta, siamo già sicuri di essere stati redenti; contemplando la gloria di Cristo, dobbiamo pen­sare alla gioia del paradiso che ci atte

 

Alleluia.

Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio; *

veri e giusti sono i suoi giudizi.

 

Alleluia.

Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi servi, *

voi che lo temete, piccoli e grandi.

 

Alleluia.

Ha preso possesso del suo regno il Signore, *

il nostro Dio, l'Onnipotente.

 

Alleluia.

Rallegriamoci ed esultiamo,

rendiamo a lui gloria.

 

Alleluia.

Sono giunte le nozze dell'Agnello; *

la sua sposa è pronta. GÌ.

 

3 ant Dio regna: a lui la gloria, alleluia, alleluia.

 

In tempo di Quaresima, in luogo del cantico precedente, si dice il seguente:

 

Ant.     Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo,

perché con la tua croce hai redento il mondo.

 

Cantico Cfr. i Pt 2, 21-24

La passione volontaria di Cristo.

 

I. Nel cantico proclamiamo quanto Pietro scri­ve per gli schiavi: essi, a causa delle ingiustizie che subiscono, assomigliano a Cristo; per valoriz­zare la loro sofferenza, devono imitarlo.

II. Cristo è stato condannato ingiustamente, ma ha sopportato tutto con pazienza, e ha offerto le sue sofferenze al Padre per la redenzione dell'u­manità.

 

Cristo pari per voi, lasciandovi un esempio, *

perché ne seguiate le orme:

 

egli non commise peccato *

e non si trovò inganno sulla sua bocca;

 

oltraggiato non rispondeva con oltraggi, *

e soffrendo non minacciava vendetta,

 

ma rimetteva la sua causa *

a colui che giudica con giustizia.

 

Egli portò i nostri peccati nel suo corpo *

sul legno della croce,

 

perché, non vivendo più per il peccato,

vivessimo per la giustizia. *

Dalle sue piaghe siamo stati guariti. Gl

 

Si ripete l'antifona.

 

 

Lettura breve

            Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio.

 

Responsorio breve

R.. Benedetto sei tu, Signore, * nell'alto dei cieli.

Benedetto sei tu, Signore, nell'alto dei cieli.

 

V. A te la lode e la gloria nei secoli,

nell'alto dei cieli.

 

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Benedetto sei tu, Signore, nell'alto dei cieli.

 

Ant. al Magn.

Grazia e misericordia è il Signore:

ha dato un cibo a quelli che lo temono.

 

L'anima mia magnifica il Signore *

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

 

perché ha guardato l'umiltà della sua serva. *

D'ora in poi .tutte le generazioni mi chiameranno beata.

 

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *

e Santo è il suo nome:

 

di generazione in generazione la sua misericordia *

si stende su quelli che lo temono.

 

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

 

ha rovesciato i potenti dai troni, *

 ha innalzato gli umili;

 

ha ricolmato di beni gli affamati, *

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

 

Ha soccorso Israele, suo servo, *

ricordandosi della sua misericordia,

 

come aveva promesso ai nostri padri, *

ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

 

Gloria al Padre e al Figlio *

e allo Spirito Santo.

 

Come era nel principio, e ora e sempre, *

nei secoli dei secoli. Amen.

 

Intercessioni

Cristo è il nostro capo e noi siamo le sue membra.

A lui lode e gloria nei secoli. Acclamiamo:

Venga il tuo regno, Signore.

 

La tua Chiesa, Signore, sia sacramento vivo ed efficace di unità per il genere umano,

- mistero di salvezza per tutti gli uomini.

 

Assisti il collegio dei vescovi in unione con il nostro papa N.

- infondi in loro il tuo Spirito di unirà, di amore e di pace.

 

Fa' che i cristiani siano intimamente uniti a te, capo della Chiesa,

- e diano valida testimonianza al tuo Vangelo.

 

Dona al mondo la pace,

- fa' che si costruisca un ordine nuovo nella giustizia e nella fraternità.

 

Concedi ai nostri fratelli defunti la gloria della

risurrezione,

- rendi partecipi anche noi della loro beatitudine.

 

Padre nostro.

 

Orazione propria

 

Conclusione

V). Il Signore sia con voi

R). E con il tuo spirito.

 

V). Vi benedica Dio onnipotente,

       Padre + e Figlio e Spirito Santo.

R). Amen.

 

V). Andate in pace.

R). Rendiamo grazie e a Dio.

 

Nella celebrazione individuale, o quando non presiede una sacerdote o un diacono, la conclusione è la seguente:

 

V). Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.

R). Amen