patrizi di recarsi in Egitto e quando seppe che Germanico era stato a Canòpo
non potè nascondere il suo scontento. Canòpo era come Sibari: una città di pia-
ceri e di lusso sfrenato.
Penetrando in Alessandria, il cristianesimo si diffuse anche a Canòpo, trovando-
vi, oltre alla corruzione sfrenata, una scuola di magia, un tempio sacro a Serapide
e uno a Iside. Particolarmente a Menouthis la magia mieteva vittime e anche i
cristiani non ne erano immuni. Questa fu la ragione che convinse dapprima il
Patriarca di Alessandria Teofilo e poi il suo successore S. Cirillo a trovare un anti-
doto alle pratiche pagane. Quest'ultimo, probabilmente nel 414, fece trasportare
i resti mortali di S. Ciro e di S. Giovanni a Menouthis. Da quel momento la fama
dei due Martiri si sparse ovunque e da ogni parte si correva alloro santuario per
implorarne protezione e guarigione. Come è stato detto, due secoli dopo, S.
Sofronio si rivolse ai due Santi per ottenere la guarigione degli occhi e, in rico-
noscenza, non solo ci ha dato notizie della loro vita e del martirio, ma ci ha tra-
mandato anche alcune brevi omelie, pronunziate da S. Cirillo, riguardanti i due
Martiri taumaturghi. Dai miracoli narrati dallo stesso autore, sappiamo che anda-
vano al sepolcro di S. Ciro Egiziani, Libici, Cilici, Fenici, Tra ci, Siri, Medi, Elamiti,
Etiopi e cittadini di Costantinopoli.
Abba-Kyr
Quando gli Arabi occuparono l'Egitto, verso la metà del VII secolo, sia gli abi-
tanti sia i luoghi di culto risentirono della loro presenza. Noi non sappiamo cosa
esattamente successe, ma si possono immaginare lo spavento, le sofferenze, le
difficoltà dei cristiani nell'essere fedeli alla loro fede e anche gli espedienti usati
per difendere le tombe e i corpi dei loro eroi. A Canòpo c'erano i corpi di S. Ciro
e di S. Giovanni, ma anche di S. Marco, uno dei quattro Evangelisti.
Un particolare ci fa riflettere e ci autorizza a fare qualche supposizione.
Dell'antica Canòpo già nel medioevo non esisteva più nulla, però nei dintorni
era sorto un villaggio chiamato Aboukir. Da dove potrebbe provenire questo
nome? S. Ciro, sia perché in vita era considerato come un Padre dai suoi disce-
poli sia perché, soprattutto dopo il martirio, a causa dei suoi interventi miraco-
losi, tutti ricorrevano a lui con fiducia filiale, era comunemente chiamato Abba,
che in lingua copta vuoI dire appunto padre. Da Abba Kyr proverrebbe la deno-
minazione Aboukir.
Tutto questo può farci pensare che nei pressi di Alessandria il culto di S. Ciro
non sia mai venuto meno e che si ricorreva a lui nonostante il fluire del tempo
e l'avvicendarsi degli avvenimenti.
Si ricorderà che presso Aboukir, ai primi di agosto del 1798, l'ammiraglio ingle-
se Nelson sconfisse la flotta di Napoleone e che l'anno seguente, il 25 luglio del
1799, fu invece il Bonaparte a vincere i Turchi.

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