Dal Nilo al Tevere
A Roma, sulla riva destra del Tevere, quasi di fronte alla Basilica di S. Paolo, esi-
ste la chiesa di S. Passera. Sull'ingresso dell'ipogeo della chiesa una iscrizione in
latino ci assicura che lì si trovano i corpi dei Santi Ciro e Giovanni venuti a Roma
da Alessandria.
Il nome S. Passera. per una serie di trasformazioni linguistiche proverrebbe pure
da Abbaciro, anche se qualcuno sostiene che fu la località a dare il nome alla
chiesa. E certo però che fin dall'inizio del secondo millennio S. Passera è deno-
minata la chiesa di Abbaciro.
Ma quando i corpi dei due Martiri vennero a Roma? E difficile dirlo. Conoscendo
lo 'zelo che nel medioevo si aveva per le reliquie dei Santi, possiamo pensare
che, come gli Amalfitani si impadronirono del corpo di S. Andrea, i Salernitani
di S. Matteo, i Veneziani di S. Marco e i Baresi di S. Nicola, così alcuni devoti tra-
sportarono quelli dei Santi Ciro e Giovanni a Roma. Qualcuno ha parlato di due
monaci, Grimoaldo e Arnoldo. che al tempo degli imperatori Onori o e Arcadio,
essendo Papa Innocenzo l. li avrebbero portati, dopo aver fatto sosta a
Costantinopoli e a Bari. prima in una abitazione privata di Trastevere, nella casa
di una vedova di nome Teodora. e dopo in una chiesa.
Evidentemente questo racconto non può essere preso in considerazione per
motivi di discrepanze cronologiche. Forse si può pensare che la traslazione sia
contemporanea di quella di S. Marco a Venezia tra VIII e il IX secolo.
E certo che il culto dei due Santi si diffuse presto in Roma e, secondo l'uso del
tempo, varie parti dei corpi vennero donate a chiese particolari. Ciò potrebbe
spiegare resistenza di dipinti rinvenuti in alcune di queste e la menzione che si
fa dei due Santi in varie preghiere e inni e anche nella titolazione di qualche ora-
torio e associazione di beneficenza.
Quest'ultima costatazione ci dice come il nome di Abbaciro sia sempre legato al
suo compito di andare incontro agli indigenti e di concedere loro favori mate-
riali e spirituali.
Intanto trascorsero i secoli e verso la fine del Medioevo, forse a causa delle con-
tinue inondazioni del Tevere. che mettevano in pericolo la chiesa di S. Passera,
i corpi dei due Martiri furono rimossi e portati in luogo più sicuro dove già erano
conosciuti e venerati: nella chiesa di S. Angelo in Pescheria.
Dal Colosseo al Vesuvio
Nel centro storico di Napoli la chiesa del Gesù Nuovo, officiata dai Padri gesui-
ti, è certamente uno dei monumenti più caratteristici e maestosi. La pianta cen-
trale, a croce greca, misura m. 65x53x20, ha braccia uguali e, al centro, un'im-
mensa cupola, poggiante sui pilastri centrali. E' stata così ideata dall'architetto
gesuita Giuseppe Valeriano, il quale trasformò in chiesa l'antico palazzo
Sanseverino, costruito nel 1470 da Novéllo da San Lucano. I gesuiti comprarono
il palazzo nel 1584, cominciarono i lavori in dicembre dello stesso anno e li ter-
 

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