Antico culto di S. Ciro a Napoli
Se il corpo di S. Ciro fu portato a Napoli all'inizio del secolo XVII, il culto del
Santo è molto più antico e se ne fa risalire l'origine al IX secolo. In quel tempo
colonie commerciali alessandrine operavano in città e si erano stabilite nel quar-
tiere del Nilo, a ridosso dell'attuale via Mezzocannone, dove costruirono una
chiesa dedicata ai Santi AbbaCiro e Giovanni. Anzi, quando al tempo dei
Normanni e degli Svevi si eressero dei portici e poi i cosidetti sedili o seggi,
occupati dagli amministratori della città, uno di questi portava il nome di S.
AbbaCiro. Altre chiese in onore dei Martiri alessandrini furono costruite nel quar-
tiere superiore della città, verso il monastero di S.M. di Gerusalemme (ossia delle
Trentatré), nel quartiere di Forcella (in vico degli Zuroli) e in quello di Porta
Capuana.
Vari scritti del tempo ci manifestano l'attaccamento dei Napoletani ai due Santi
alessandrini. E non c'è da meravigliarsi di questo fervore e di questa devozione,
perché, oltre i mercanti, a Napoli confluivano i profughi cristiani africani scac-
ciati dai Goti e dai Visigoti e, in seguito, moltissimi monaci e monache orientali,
perseguitati dagli iconoclasti.
Spesso il nome di S. Ciro era legato ad associazioni caritative e benefiche, quasi
a voler rendere comunitaria l'azione che il Santo esercitava a livello individuale,
ottenendo da Dio grazie e favori straordinari. Seguendo l'uso orientale, ovunque
si cominciò a imporre il nome di Ciro ai nuovi battezzati e i nomi di Cirillo e
Cirino non ne sono che diminutivi.
Cappella di S. Francesco De Geronimo:
lato sinisro della li1!.sanoteca. (Foto A Maiorana)
S. Francesco De Geronimo e S. Ciro
Tra la fine del 1675 e l'inizio dell'anno
seguente S. Francesco De Geronimo, giunto
a Napoli nella casa professa, annessa alla
chiesa del Gesù Nuovo, con l'incarico di
missionario, fu subito impressionato dalla
presenza delle numerose reliquie poste nei
due grandi reliquiari della cappella di S.
Anna.
Prelevò alcuni frammenti delle ossa di S.
Ciro, li chiuse in una teca d'argento e nelle
predicazioni e missioni popolari se ne ser-
viva per segnare gli infermi. Le conseguen-
ze si videro subito, perché da ogni parte
enormi folle correvano al Gesù Nuovo per
vedere dove riposava il corpo e chiedere
'- grazie. Alcuni anni dopo, e cioè nel 1693, fu
necessario spostare le reliquie del Santo,
che come abbiamo detto si trovavano in
alto, nella quarta fila, e cambiarie con quel-

7